Maggie Sallys

di chiara98
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Maggie Sallys era una bambina di 10 anni, nata nel New Jersey, ma venuta in Italia perché aveva madre perugina.
Nella scuola di Castello Vecchio, il paesino di Perugia dove era andata ad abitare, non si trovava molto bene, non era affatto brava e non socializzava con nessuno, parlando ancora a fatica l’italiano.
Il padre di Maggie era un imbianchino, sua madre un’insegnante di scienze, maniaca dei libri antichi di esperimenti della propria biblioteca.
Si chiamava Melissa Rozzi e suo marito, John Sallys.

John era un tipo strano, alto e magro, che non faceva altro che lavorare. Dipingeva i muri a tutte le ore e ci mancava poco che andasse a letto con la tuta sporca di vernice. Per questo era molto richiesto da vari clienti e aveva “compiti importanti” (così li chiamava lui, quando doveva dipingere delle pareti esterne di edifici importanti del centro città).
Maggie era dispiaciuta, perché John era talmente preso dal suo lavoro che a volte si dimenticava di aver desiderato tanto una figlia e d’averla avuta.
Quando arrivava a casa, di sera dopo le otto, non faceva altro che chiederle: - Il tuo papà è a casa, sei felice?-.   Maggie borbottava distrattamente, senza fornirgli una risposta vagamente comprensibile.
Dopo sera, quando si sedevano tutti e quattro sul divano (per Maggie il suo gatto Nerone era come un altro membro umano della sua famiglia) davanti alla TV, lui si limitava a toccarle i biondi capelli ricci, oppure a fissarla negli occhi azzurri senza spiccicare parola. Maggie aveva cominciato a pensare che fosse diventata trasparente davanti agli occhi di suo padre senza nemmeno rendersene conto.





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