Le quattro guardiane erano nella sala del fuoco sacro
concentrate.
Si preparavano da settimane, affinando le loro tecniche,
concentrando i loro poteri, aumento d’intensità ogni volta: ed ora erano giunte
al giorno fatidico.
Rei sarebbe entrata in trace per vedere meglio chi attentava
alla vita della giovane strega bianca e il collegamento che c’era con Mamoru.
Erano tutte e quattro concentrate come mai prima d’ora,
Seiya camminava freneticamente davanti alla porta chiusa della stanza... era
rischioso, avrebbe dovuto impedirlo, Rei non poteva rischiare così per Mamoru.
Se le succedeva qualcosa...
- Ci stanno mettendo una vita. – valutò Yaten preoccupato
quanto lui.
- Devono concentrarsi molto. – spiegò Taiki cercando di non
perdere il controllo, ma visibilmente provato come gli amici – Ora sono in
sintonia con Rei... stanno amplificando la sua capacità di percezione... é
complicato Yaten! – sbottò subito dopo vedendo lo sguardo vacuo dell’altro.
- Ti basti solo sapere, - fece Seiya – che se qualcosa va
storto la prima che ci rimette é Rei e anche le altre sono in pericolo.
- Secondo voi cercherà di trovare Mamoru?- chiese Yaten
allungando le gambe davanti a sé – Insomma.. é svanito nel nulla...
- Manca da un paio di giorni in effetti. – osservò Taiki
– Non sarà andato nell’abbazia vero? Insomma... noi maghi non possiamo neppure
avvicinarsi a quel posto senza il loro permesso.
- Noi no,- fece Seiya risoluto – ma Zakar sì.
Gli altri due maghi lo guardarono stupiti.
- Non crederai...- fece Taiki – non crederai, che Mamoru
possa tornare da Zakar solo per riavere Usagi?
Seiya sospirò e si spostò verso una delle finestre che
dava sul giardino.
- Io conosco Mamoru...- disse serio, forse troppo serio –
é determinato, istintivo, l’ho visto crudele e vendicativo...
- Mamoru...
- Lasciatemi finire!- interruppe Taiki prima che potesse
iniziare uno dei suoi sermoni – Ho visto Mamoru sotto molti aspetti e non mi
sono mai fidato di lui, lo ammetto. Gli ho dato la colpa per la morte di nostra
madre e di mio padre...- fece un debole sorriso amaro e socchiuse gli occhi in
riflessione – gli ho dato la colpa di molte cose. Non gli ho reso la sua vita
qui facile eppure lui non ha mai cercato di forzare la mano con me, oooh certo,
non stava zitto ad incassare tutti gli insulti che gli lanciavo, rispondeva a
tono, e spesso siamo arrivati ad usare la magia, ma non avevo mai visto Mamoru
come ora.
- Perché...- fece Yaten non capendo nulla di quel
discorso – com’é ora?
- Innamorato. – rispose Taiki – Mamoru é follemente
innamorato di Usagi, ha fatto cose strane per lei... hai visto anche tu quando
siamo andati a prenderlo a Tokyo, ha vissuto con lei per settimane, le ha
raccontato del nostro mondo quando bastava un semplice incantesimo della
memoria, l’ha portata con noi quando volevamo farle dimenticare tutto...
insomma Mamoru non si é mai comportato così.
- Sembra quasi che la vendetta abbia perso la sua
importanza,- continuò Seiya pensieroso – Mamoru ha mostrato un lato umano che
credevo avesse perso tanti anni fa, o che non avesse mai avuto veramente.
Yaten e Taiki si scambiarono un’occhiata e un accenno di
sorriso: forse Seiya iniziava a vedere Mamoru con occhi diversi.
***
Rei stava seduta davanti al fuoco nella più profonda
concentrazione, sentiva i poteri delle sue amiche che le scorrevano nelle vene.
Tutto aveva un senso, tutto aveva uno scopo, tutto era
chiaro e logico nella sua mente.
Un preveggente molto esperto arrivava a così alti
livelli... lei non era molto esperta ancora e sapeva che metteva a rischio la
sua vita e quella delle sue amiche; ma doveva fare un tentativo o non se lo
sarebbe mai perdonato.
- Mistico fuoco sacro... dammi il dono della
conoscenza... fammi vedere...
La nebbia che avvolgeva la sua mente si aprì sotto le
fiamme del fuoco sacro, lentamente Rei si sentì trascinare via, il suo corpo
non aveva più peso, era come se volasse oltre lo spazio, oltre il tempo per
finire in un luogo di conoscenza cosmica. Sentì un lieve vento frizzante
solleticarle il viso e il mare che si scontrava su degli scogli. Aprì gli occhi
trovandosi su un’alta scogliera, arida, solo qualche arbusto secco qua e là...
e tante rocce acuminate come lame di coltelli.
- ... avanti Mamoru sai bene che non hai altra soluzione.
Rei rabbrividì all’istante... quella voce...
- Tu sei quello che dice che l’amore mi rammollisce. –
rispose a tono Mamoru – Perché ora vuoi che torni da te con Usagi?
Rei si voltò, sapeva che non potevano né vederla né
sentirla, eppure camminava in punta di piedi ugualmente, temendo che un mago
potente come Zakar potesse vedere una proiezione astrale incorporea.
Riconobbe solo allora quella scogliera, in quel punto
Mamoru le disse che la loro storia era finita, che lui non poteva amare, che
doveva prima compiere la sua vendetta, le aveva mostrato il mare in burrasca,
dicendole che il suo animo era proprio come quell’acqua, che il suo spirito non
i sarebbe mai calmato fino a quando quella storia non sarebbe giunta ad una
conclusione.
Aveva accettato la sua scelta senza discutere... non
avrebbe mai potuto fargli cambiare idea... lo sentiva che sarebbe successo e non come veggente ma
come donna, Mamoru non l’aveva mai amata, provava solo affetto e grande
riconoscimento e lei si era illusa che poteva amare per entrambi.
Ora li vedeva: entrambi in piedi sugli scogli, Zakar le
dava le spalle, in pochi avevano visto il suo volto, dicevano che chi vedeva
oltre il cappuccio nero, faceva una brutta fine. Lei, ora, vedeva solo
capelli mori spruzzati di bianco qua e là, era possente, alto quanto Mamoru,
spalle forti e larghe, una degna postura per il mago più temuto di tutti, ma
era anche molto vecchio. La prova era la mago rugosa che tendeva verso il
figlio.
Rei si fece attenta al discorso, non che ci volesse un
genio come Ami per capire di cosa stessero parlando: Zakar aveva chiesto a
Mamoru di tornare da lui e, in cambio, gli aveva promesso di portarlo da Usagi.
Vide Mamoru osservare quella mano rugosa per parecchio
tempo, come se fosse indeciso su cosa fare.
- Tu senti quanto amo quella ragazza, vero padre?
- Lo sento, un sentimento che mi fa ribrezzo ma lo
sento.. e se quella strega bianca é l’unico mezzo per che ho per farti tornare,
io userò tutto il mio potere per far tornare mio figlio nella sua vera casa.
- Quella non é casa mia. – soffiò adirato Mamoru – Non lo
é mai stata, un’accademia dell’odio posso definirla... ma non casa.
- Chiamala come voi tu. – rispose scocciato l’altro mago
– La mia proposta é semplice Mamoru, vieni come e io posso far in modo che la
tua donna torni, resta qui e Usagi perirà te lo posso garantire.
- Io la proteggerò. – sibilò Mamoru con un tono talmente
cattivo che assomigliava ad una minaccia.
- No, se io ti metto fuori gioco prima.
Un lampo di luce avvolse tutto, Rei si sentì catapultare
immediatamente all’indietro.
- MAMORU!- - urlò la Guardiana del Sud destandosi all’improvviso
dal trance.
Immediatamente le altre tre guardiane aprirono gli occhi,
Rei era sdraiata a terra, tremante, bianca come un lenzuolo: quell’esperimento
aveva debilitato molto la donna.
Richiamati dall’urlo, Taiki, Yaten e Seiya entrarono
nella stanza.
- Cos’é successo?- chiese immediatamente il fratello di
Mamoru sorreggendo Rei.
- Non lo sappiamo. – rispose Makoto – Noi non abbiamo
visto nulla, eravamo concentrate su di lei. Ha urlato e poi si é accasciata a
terra.
- Rei...- mormorò Seiya liberando il viso della strega
dai capelli che le erano ricaduti davanti – svegliati... Rei...
La strega mosse appena le palpebre, sembrava che tutto il
corpo le dolesse, dischiuse le labbra, la sua voce era così debole che Seiya
sentì gli occhi riempirsi di lacrime all’istante.
- Zakar...- mormorò la Guardiana – Mamoru... trappola...
Tutti i presenti si guardarono di sfuggita, Seiya aveva
occhi solo per Rei.
- Dove Rei? – chiese impaziente – Dove si trova Mamoru?
- Sulla scogliera...- riuscì a rispondere lei – ma non
so... non so se quello che ho visto risale a oggi o a qualche giorno fa.
Seiya mise Rei tra le braccia di Taiki.
- Prenditi cura di lei, deve riposare molto.
In quello stesso istante un'aquila entrò da una delle
finestre aperte, volò sopra le loro teste per qualche istante come se cercasse
la persona a cui recapitare il suo messaggio, la Guardiana dell’Ovest protese
il braccio verso l’animale che planò immediatamente appoggiandosi su di lei.
- Sei uno degli animali più intelligenti della tua razza.
– mormorò dolcemente la strega accarezzandogli la testa piumata – Cosa ci porti
amico mio?
L’animale fece cadere la busta sulla mano della donna,
Makoto vide subito il simbolo sulla busta e la consegnò a Seiya.
Il mago non l’aprì, la fece scivolare in tasca e si alzò.
- Dove vai? – chiese Yaten.
- A salvare mio fratello.
***
Usagi stava chiusa nella sua stanza da troppo tempo, dopo
il suo malore Elson le aveva proibito di uscire, sembrava molto teso, come se
fosse successo qualcosa e, cosa più fastidiosa, nessuno sembrava sapere dove
fosse finito il Monaco Superiore.
Aveva usato quel tempo per riflettere, per meditare a
lungo sulla sua posizione.
Alla fine aveva capito cosa doveva fare e con chi
parlare... c’era solo un’ultima faccenda da risolvere.
Aprì l’armadio ed indossò la prima tunica viola che le
venne in mano, lentamente, e cercando di non farsi vedere, sgattaiolò fuori
dalla sua camera e si diresse ai giardini.
Camminando veloce entrò nel piccolo cimitero e andò
dritta nella tomba della sua famiglia. Arrivata in prossimità della porta fece
un profondo respiro e mormorò alcune parole in un’antica lingua.
Lentamente le due porte di marmo bianco si aprirono
rivelando l’interno della cripta.
Usagi percorse il corridoio illuminato dalle torce appese
alle pareti lisce che si accendevano poco prima del suo arrivo.
La cripta era formata solo da una stanza pentagonale,
c’erano quattro sarcofagi scolpiti nel marmo nero, posti ai quattro lati.
Appoggiati alle due pareti oblique c’erano i sarcofagi di sua madre e suo
padre, mentre ai lati il suo e quello di Sarah. Era così macabro vedere la
propria tomba, eppure lei si sentiva tranquilla, era assieme alla sua famiglia
dopo tanto tempo.
I quattro coperchi erano una rappresentazione a grandezza
naturale dell’occupante della tomba, lentamente Usagi si avvicinò alla statua
di marmo del padre e gli sfiorò i freddi lineamenti.
- Sono pronta. – mormorò chinandosi su di lui come se
volesse parlargli in un orecchio – Ora sono veramente pronta.
- Pronta a cosa?- echeggiò una voce alle sue spalle.
Usagi fece un piccolo sorriso: lo aspettava e non si
stupiva di trovarlo lì.
- Sapevo che, prima o poi, avremmo parlato. – disse
voltandosi piano – Diciamo che ti stavo aspettando.
- Te lo ripeto Usagi, - ripeté lentamente l’altro facendo
un passo avanti e guardandola in malo modo – pronta a cosa?
- A prendere il posto che mi spetta. – rispose tranquilla
la strega.
- E credi che sia così facile Usagi?
- Tu occupi una posizione che non ti compete Adreiu... o
forse farei meglio a chiamarti Zakar.
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