Eterna moscacieca

di visbs88
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Aveva imparato a riconoscere il profumo della rosa, della violetta, del geranio, del papavero, della ninfea e di mille altri fiori.
Aveva imparato a riconoscere la fragranza del pane, della pizza, della pasta al pomodoro, della frutta, della carne alla griglia e di mille altri cibi.
Aveva imparato a distinguere il motore di una moto da quello di un altro, il suono dei passi, le voci, i fruscii, il rumore di qualcosa che viene sbattuto sul vetro, sul metallo o sul legno.
Aveva imparato perfino a distinguere il ronzio della zanzara, del calabrone, dell’ape e della mosca.
Il mondo era suoni, odori, superfici e gusti.
Senza colori.
Non sapeva cosa fossero il giallo, il viola, il blu, il verde, il rosso, l’arancio e il rosa. Conosceva solo il nero, nel quale viveva e sarebbe vissuto in eterno. E poteva solo immaginare il bianco, come il contrario di quell’oscurità.
Non avrebbe mai ammirato un quadro, né un panorama di montagna, né il mare in tempesta. Avrebbe sentito l’aria fresca, l’odore di pioggia, la tela ruvida, ma non avrebbe visto.
In quel momento c’era proprio una mosca che ronzava nella stanza.
Moscacieca.
Un gioco che gli faceva battere il cuore ogni volta che lo sentiva nominare. Bambini come lui si divertivano a bendarsi gli occhi e a cercare di prendersi, pensando che non vedere per un piccolo lasso di tempo sarebbe stato divertente.
E non vedere per tutta la vita?
La sua esistenza era un’eterna moscacieca, il gioco che più odiava.
Senza conoscere i colori, indovinando le forme con le mani, riconoscendo le persone dall’odore.
Un’eterna, per nulla divertente, dolorosa moscacieca.

 
Ciao a tutti, questa è la mia prima ff sul fandom. Potendo l’avrei messa su “Triste”, ma dato che non c’è… mi accontento di introspettivo.
Che dire, spero che vi sia piaciuta nella sua tristezza, e di aver trasmesso qualcosa.
Visbs88




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