Titolo:
Family Reunion
Serie: White Collar + ??? (Crossover)
Capitolo: 1/4
Rating: PG
Genre: General
Characters: Neal Caffrey, Peter Burke, Surprise
Pairing: PeterxNeal (pre-slash)
Conteggio Parole: 819
Note: Le doujinshi fanno male. Ormai, però è fatta, quest'idea ha
messo radici nella mia testolina e via, con questa fanfic prenderà il via una
serie di fic intitolata Tchù is megl' ch' uan... Ehm... vabbeh, il titolo
è molto provvisorio *_*".
Tornando alla fanfic, nel mondo di White Collar fa la sua adorabile (?) comparsa una certa guest star. Non sono una
gran fan dei Crossover, a meno che le serie che si intrecciano non abbiano la
stessa ambientazione e lo stesso filone logico; in questo caso l'ispirazione ha
preso la meglio, quindi pazienza, mi diletterò a fare a pezzi due serie
televisive in un colpo solo *_*v.
A parte
gli scherzi, è un'altra di quelle fic senza pretese, corta, una sorta di "prologo" per
le prossime fic che ho intenzione -prima o poi- di scrivere su questo crossover.
Disclaimers: La fic prende spunto dal capitolo Lovely Brothers del
fanbook 2 Miles di Sashimi.
Tutti i
personaggi qui inseriti appartengono agli aventi diritto.
[Family Reunion]
1°Capitolo - Brothers?!
Se
c'era una cosa che Peter Burke aveva imparato di Neal Caffrey -a parte la sua
viscerale passione per l'arte e per i Borsalini e la sua straordinaria capacità
di mettersi nei guai anche solo mettendo piede giù dal letto-, era che poteva
aspettarsi qualsiasi cosa da lui.
Bussò
alla porta dell'appartamento di June, dopo aver recitato i suoi mantra
giornalieri iniziati con “Non cercherò di gettare quel suo maledetto cappello
nella spazzatura” e terminati con “Non cercherò di sbatterlo su una qualsiasi
superficie piana; sono un uomo maturo che sa tenere a bada i propri istinti”.
Era
pronto, rilassato, con la pistola nella fondina a portata di mano, per ogni
evenienza, e la carica di pazienza al massimo.
Un
altro giorno con Neal poteva avere inizio.
Gli
sembrò di sentire la voce del falsario ordinare qualcosa a qualcuno, parole come
“Aspetta, non aprire!”, ma si convinse di essere troppo paranoico perché la
porta si aprì subito dopo, lui fece un respiro profondo e superò l'uscio. Per
poi fermarsi. Stupito.
«Che
cosa sta succedendo qui?!»
E tutto
quel che aveva fatto per rendersi Pronto a tutto venne mandato al diavolo
davanti alle due figure su cui lo sguardo spaesato danzava.
«Perché
diavolo sto vedendo doppio già di prima mattina? Che scherzo è, Neal?» ringhiò,
allucinato.
Non
erano solo due figure quelle che aveva davanti, ma due Neal che lo guardavano
con gli stessi occhi azzurri e brillanti, gli stessi lineamenti appena un po'
spigolosi, le stesse labbra morbide ed invitanti su cui la lingua scivolò
umettandole nello stesso momento e -diamine!- quasi lo stesso taglio di capelli,
se non fosse che il Neal di destra li aveva un po' più lunghi e un po' più
scuri.
Peter
si concentrò su di lui, aggrottando la fronte, osservando come anche la sua
espressione fosse diversa e ci fosse qualcosa di strano in lui, qualcosa che non
conosceva e non riconosceva.
Abbassò
lo sguardo a studiarne anche il resto del corpo, atletico, slanciato, rivestito
da uno di quegli abiti che soltanto ad un damerino come Caffrey potevano
piacere, anche senza gilè o panciotto che l'ex truffatore amava tanto - e a cui
stavano maledettamente bene. Aveva un completo italiano, quasi sicuramente, con
tanto di papillon al collo; ma quello che lo colpì fu il rigonfiamento sul
fianco sinistro, quei pochi centimetri che spuntavano di lato da sotto la
giacca.
Il
collegamento fu automatico: una pistola.
Portò
la mano dietro la schiena, estraendo la propria arma d'ordinanza e, in meno di
una frazione di secondo, gliela puntò contro, mirando al petto.
«E tu
chi sei?» ringhiò, con le labbra serrate in un'espressione dura e lo sguardo che
correva da lui a Neal, da Neal al suo clone.
Un
fischio acuto, d'apprezzamento, fu la risposta.
«Al
primo colpo.» affermò anche, il clone, con una voce che era la stessa di
Neal, forse ancora più sicura di sé e con gocce di malinconia più udibili.
«Peter...» era stato l'altro Neal a parlare, quello che Peter aveva
immediatamente catalogato come vero. Aveva sospirato, si era avvicinato a
lui come se niente fosse e aveva poggiato la mano alla canna della pistola,
facendo pressione per abbassarla «Quando imparerai a non minacciare con la
pistola i miei ospiti? Poi finiscono sempre per lamentarsi con me
dell'accoglienza.»
L'agente lo fissò alienato, cercando di interpretare le sue parole e scoprire un
qualche codice nascosto, una qualche spiegazione sul fatto che c'erano due Neal
in una sola casa. Due. Fottuti. Neal.
Era
troppo da concepire, maledizione!
«Ospiti... ma... Se tu e lui... E...» borbottò, senza riuscire ad impedirsi di
balbettare.
Fu il
turno del clone di avanzare verso di lui, muovendosi con l'eleganza di un
felino e la stessa luce predatoria che gli brillava negli occhi, diversa da
quella di Neal, più pericolosa.
«Se non
ti piace la definizione di “ospite”, usa pure quella di “fratello”. Peter
Burke.»
«Gemelli, per la precisione, ma scommetto che l'hai notato.» intervenne Neal «E,
a proposito, ottimo spirito d'osservazione Peter, sei il primo che riesce a
distinguerci in così breve tempo. Ora, però, torniamo al discorso pistola?»
Peter
deglutì ed un brivido gelido gli attraversò la colonna vertebrale.
«Ah...
sì... » non si rese neppure conto di aver risposto mentre meccanicamente
rimetteva la sicura all'arma, riponendola nella fondina. Continuava a far
danzare lo sguardo dall'uno all'altro, come se fosse stato alle prese con uno di
quei fastidiosi giochetti che si trovavano sull'Enigmistica: Trova le
differenze. E ne aveva già trovate tante, purtroppo però aveva anche trovato
parecchie similitudini e quando il fratello si avvicinò tanto a Neal da
cingergli le spalle con le braccia, posando il mento alla sua spalla e
sorridendogli con una malizia sottile e fastidiosamente minacciosa, iniziò a
temere il peggio.
Tra
tutte le scoperte memorabili che New York avrebbe potuto fare quel giorno,
quella era la peggiore.
Il
mondo non era pronto per due Neal Caffrey...
.1° CAPITOLO - END. |