Sei felice, Fred? di Alex91 (/viewuser.php?uid=76413)
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Sei felice, Fred?
Storia scritta per il contest "L'Olimpo" di Vogue91.
-Titolo: Sei felice, Fred?
-Dio Scelto: Pan
-Abbinamenti Ricevuti: Fred Weasley, “La
felicità è nascosta dappertutto. Basta scovarla” (Anonimo), Buio
-NdA: Molte volte uso il
verbo alla prima persona plurale, è riferito naturalmente a George; li ho
sempre visti quasi come un’unica persona.
Sei felice, Fred Weasley? Sei
felice per come sono andate le cose? Di come hai trascorso la tua vita?
Sì,
ricordo di essere sempre stato un bambino felice, poi sono diventato un ragazzo
felice.
La
felicità è nascosta dappertutto, basta scovarla; e io ero molto bravo a giocare
a nascondino. Trovavo i miei fratelli nascosti nei posti più impensabili.
Allo
stesso modo, sono stato capace di trovare gli abili nascondigli della felicità.
Ricordo
che sono stato felice quando mamma ha comprato a me e George quel bolide di
gomma piuma incantato che ci piaceva tanto, sebenne avessimo pochi soldi.
Sono
stato felice quando è nata Ginny, alla nascita di Ron ero troppo piccolo per
poter gioire.
Sono
stato felice ogni volta che papà ci riuniva tutti davanti al camino per
raccontarci le favole.
Sono
stato felice quando Charly è tornato a casa per le vacanze estive, dopo il suo
primo anno a Hogwarts, e mi ha raccontato tutto del castello.
Sono
stato felice quando per la prima volta mi è stato permesso di volare su una
scopa vera.
Sono
stato felice per ogni bacio della buonanotte di mamma.
Sono
stato felice quando ho compiuto undici anni e ho ricevuto anche io la mia
lettera.
Sono
stato felice quando, nel negozio di Olivander, la mia bacchetta mi ha scelto.
Sono
stato felice quando il Cappello Parlante, sulla mia testa, ha gridato verso
tutta la Sala Grande “GRIFONDORO”
Sono
stato felice quando, subito dopo, mio fratello George mi ha raggiunto al
tavolo, dandomi il cinque.
Sono
stato felice quando, insieme con George, ho ideato uno scherzo per il custode
Argus Gazza, il primo di una lunga serie.
Sono
stato felice quando ho stretto amicizia con Lee Jordan.
Sono
stato felice quando ho assistito alla prima Coppa del Mondo di Quidditch.
Sono
stato felice quando, nonostante fingessi di lamentarmi, ogni anno mi lasciavo
abbracciare da mia madre, al binario nove e tre quarti, prima di salire
sull’Espresso per Hogwarts.
Sono
stato felice quando io e George siamo stati scelti da Oliver Baston come
Battitori per la nostra squadra di Quidditch.
Sono
stato felice persino quando la professoressa McGranitt ha messo mio fratello e
me, per la prima volta in punizione.
Sono
stato felice quando ho dato il mio primo bacio.
Sono
stato felice quando abbiamo capito come usare la Mappa del Malandrino.
Sono
stato felice quando Ginny è uscita viva dalla Camera dei Segreti, salvata da
Harry Potter e Ron.
Sono
stato felice ogni Santo Natale in casa Weasley.
Sono
stato felice quando siamo scesi per la prima volta nelle cucine di Hogwarts, di
notte.
Sono
stato felice quando ci siamo accorti che molte delle nostre invenzioni
cominciavano a funzionare.
Sono
stato felice quando ho fatto per la prima volta l’amore con una ragazza.
Sono
stato felice quando ho creduto, anche se solo per poco, di essere riuscito a
ingannare la Linea dell’Età di Silente.
Sono
stato felice quando Angelina Johnson ha accettato di venire al Ballo del Ceppo
con me.
Sono
stato felice ogni volta che ho letto negli occhi di mamma e papà, il forte
amore che provano ancora l’uno per l’altra, anche dopo tutti questi anni.
Sono
stato felice quando siamo entrati a far parte dell’ES.
Sono
stato felice quando abbiamo fatto esplodere i Fuochi Forsennati e siamo usciti
di scena in maniera così teatrale.
Sono
stato felice quando finalmente il nostro sogno si è realizzato e abbiamo aperto
il nostro negozio di scherzi.
Sono
stato felice quando poi siamo diventati abbastanza indipendenti da trasferirci
nell’appartamento sopra “I Tiri Vispi Weasley”.
Sono
stato felice quando, nonostante tutto quello che dicesse, ho beccato mamma a
guardarci con una punta di orgoglio.
Sono
stato felice quando Bill si è sposato.
Sono
stato felice anche di rivedere Percy, tornare da noi con la coda tra le gambe,
comparendo nella Stanza delle Necessità.
Sono
stato felice quando ho sentito il più pignolo, il più serio dei miei fratelli fare una battuta ironica ad un suo superiore.
Adesso
che ci penso, sono stato felice ogni singolo istante della mia vita; circondato
da persone che mi hanno sempre amato.
Ora
però attorno a me non c’è nient’altro che buio.
Cos’è
che ha detto una volta Silente? La
felicità può essere trovata anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si
ricorda di accendere la luce.
Perché
io non riesco ad accenderla in nessun modo questa stramaledetta luce?!
Sai
George, ho paura! Ho paura di lasciarvi, di lasciare te. Come faremo l’uno
senza l’altro? Siamo sempre stati inseparabili, abbiamo sempre fatto tutto
assieme; come faccio ad abbandonare la parte che mi completa?
Sii
forte fratello, vivi la tua vita per tutti e due, ok? E consola la mamma. Avrà
bisogno di tutti voi, lei più di chiunque altro.
George,
ho una fottutissima paura!
Ho
un unico rimpianto: avrei voluto avere più tempo, poco, solo per dirvi quanto
vi voglio bene. A tutti voi.
Davanti
agli occhi, adesso mi compare l’immagine di mia madre; poi, subito dopo, vedo
mio padre; Charlie; Bill; Percy; George; Ron e Ginny. La mia famiglia al
completo.
Mi
sorridete, e all’improvviso capisco: siete voi la mia luce!
Ho
scoperto di poter essere felice anche in punto di morte.
E
l’ombra di un sorriso rimane impressa sul mio volto.
13°Classificata .Ale91. “Sei felice, Fred?”
-Grammatica:
9.9/10
-Stile e Lessico: 8.5/10
-Originalità: 12/15
-IC: 15/15
-Attinenza al tema: 9/10
-Giudizio personale: 7.5/10
Totale: 61.9/70
Comincio la valutazione con la parte formale della storia: la grammatica
è buona, nel corso della lettura non ho riscontrato errori a livello sintattico;
l’unica svista è il nome di “Charlie”, che tu invece hai scritto “Charly”.
Nient’altro.
Quanto al lessico, è calibrato abbastanza bene, con delle
scelte neutre, senza utilizzo di termini né troppo ‘poveri’ né troppo
arzigogolati. Nella media, piacevole.
È lo stile che mi ha fatto sorgere più
di un dubbio: è vero che l’iterazione di una frase chiave normalmente dà vita ad
un gioco stilistico piacevole da leggere, ma è vero anche che questo criterio va
applicato con una certa parsimonia. Ripetere “sono stato felice” tre, quattro,
cinque volte può andare bene, ma ripetuto così tante volte in una storia che di
per sé non è nemmeno troppo lunga, diventa decisamente pesante da leggere.
Non è buona nemmeno l’originalità, dato che ti sei limitata a ripercorrere i
momenti focali della vita di Fred, che quasi gli passano davanti agli occhi in
punto di morte, artificio usato fin troppe volte e che non aggiunge nulla di
nuovo a quello che sappiamo di lui, né al momento della sua morte.
Buona è
invece la caratterizzazione, dato che rimandi al suo sorriso finale, a quello
che poi è emblematico della sua morte, quasi con allegria, come lui stesso era
stato in vita.
Ottimo l’utilizzo della citazione, che è quello da cui
diparte tutta la storia, e tutta la riflessione sui vari momenti in cui Fred è
stato felice; meno approfondito l’utilizzo di ‘buio’, ma niente di
trascendentale.
Non posso dire che la storia mi abbia fatta impazzire; come
ho detto, la continua iterazione di quella frase disturba la lettura; oltre a
questo, si può dire che l’intera narrazione lasci il tempo che trova, senza dare
niente di particolare, nessuna sfumatura innovativa alla figura di Fred Weasley.
Andrebbe rivisto qualcosa, questo è il mio parere.
Ringrazio immensamente Vogue! ^_^
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