Ceneri
Soffia un vento strano
oggi, diverso dal solito, è freddo, mi sfiora il viso, porta con se una strana amarezza.
Mi alzo gli occhi verso il cielo, il sole è
tramontato, tutto si tinge di un'immensità chiara con tonalità
azzurre e rosa, le nuvole sono alte sulle quali passano gli
aereoplani, possiedono una forma inusuale, sono tondeggianti, mai
visto niente di simile.
Qualcosa è cambiato o
qualcosa cambierà si sente aria di mutamento e quando si rinuncia a
qualcosa, da una vita precedente, si deve passare attraverso la morte
e si perde qualcosa.
Questo mi fa pensare a ciò
che è successo ieri.
La morte è la tredicesima
carta degli arcani maggiori dei tarocchi, conosciuta anche come
l'arcano senza nome,
ieri sistemando la mia stanza ho notato qualcosa dentro il mio
cassetto, lì erano riposte le mie carte, quelle che consultavo
sempre e che avevo smesso di leggere quando vidi anni fa la morte di
mio padre. Le gettai nella spazzatura ne ero convinto ma era rimasta
quella, li dentro il mio cassetto.
Il significato originale
di questa carta è un memento mori,
un invito a riflettere sulla fragilità della vita per occuparsi
delle cose spirituali.
I miei occhi fissarono la
falce che simboleggia il momento del raccolto, la fine di una fase e
l'inizio di un'altra, come l'era dei maya.
Come simbolo esoterico la
morte va intesa come rinnovamento, trasformazione, momento necessario
di cambiamento in cui chiudere con il passato e guardare al futuro,
ma quando si fa tutto questo si perde sempre qualcosa, si paga tutto
a caro prezzo e il costo a volte è la vita stessa.
Qualcosa accadrà.
E' quasi primavera e il
cielo comicia a oscurasi, l'aria è pungente, arrivo davanti casa
mia, ripenso alla gente che ho incontrato per strada, pensavo a
quanto la loro esistenza fosse vista da un Dio a noi superiore come
un passaggio. Tutti attori di un copione che un giorno dovrà finire,
anche il mio.
Giro la chiave ed entro in
casa, accendo la luce e subito vado in cucina li dove ho lasciato il
portatile sul tavolo, lo collego.
Eppure adesso osservando
facebook vedo che alcuni di questi contenitori, di questi manichini
possiedono un anima, non tutti cedono a una vita da burattino.
Maria, la mia amica, anche
lei la pensa come me ma è un tipo molto sensibile, a volte poco
egocentrica. Lei mi adora, io però non l'ho mai vista è anche un
tipo molto timido e riservato e a volte penso che non sia vera perchè
mi sento l'unico uomo ribelle in questa esistenza.
Ci sentiamo su facebook,
ci scriviamo da anni, e ci vogliamo un bene incomprensibile.
Qualcosa ho sempre pensato
che lega le persone, ma più che la gente le anime, una corda
invisibile oppure è la nostra mente che entra in contatto con altre.
Quante volte quella corda
mi ha dato un senso però di prigione e pesantezza, io odio essere
influenzato dagli altri psicologicamente, a volte penso che questo
mio affetto incondizionato è una catena che mi sono imposto
sbagliando.
Quante volte io ho pensato
che magari dietro quel monitor si può nascondere chiunque anche
perchè non l'ho mai vista, non sono sicuro neanche se è davvero una
donna o un essere mitologico, o un vero fantasma.
Baka, mi sono detto,
tantissime volte e mi sono costruito una prigione di cristallo che
non volevo rompere.
Sono uno sciocco.
Adesso però sto cambiando
pelle, come fanno i serpenti, dopo una vita di dolori sono riuscito a
riinnamorarmi e forse devo anche per questo ringraziare Maria anche
se a lei so che fa male questa mia storia.
Ma così è la vita e la
mia ragazza è una ribelle come noi.
Oggi sono uscito con lei,
stavo tornando,
(le sto scrivendo).
è andato tutto bene, solo
che come al solito guardavo tutti dal mio piedistallo e a volte mi
chiedo se sono io a giudicare ed è un peccato di superbia.
Leggo la sua risposta,
sento e vedo il suo stato d'animo, parole che nascondono tristezza,
dispiacere e un tocco femminile di gelosia.
Sono contenta, ti sei
divertito?
(ha risposto)
Quel sono
contenta pare poco credibile, ma penso che io
sbaglio a continuare questa amicizia, a provare questo affetto senza
senso per una persona che forse magari gioca solo con me.
(le rispondo di istinto)
Si, io sto bene, spengo. Ciao ci sentiamo.
Di istinto spengo il pc e
mi prometto di non scriverle mai più, anche perchè le faccio del
male e faccio soffrire anche così la mia ragazza.
Qualcuno al mio orecchio
destro sussurra una frase, lo sento.
Ogni cambiamento si
paga.
Ripenso alla carta,
riaccendo.
Lei mi risponde con tanti
messaggi, come me lei cosa pensa scrive.
Basta, se la decisione
spetta a me devo smetterla, mi spiace un casino Maria, distruggo il
nostro mondo.
Il nostro mondo era come
il Giappone antico, quel paese profumato allegro e colorato che
contiene tanti misteri e tantissime storie affascinati un eco di un
mondo passato. Un mondo magico delle fiabe.
E' li che si può
affermare che ci siamo conosciuti io e Maria.
Vado a letto adesso, è
meglio, sono un tipo impulsivo e potrei creare più disordini di
quelli che già ho fatto.
Rispengo e mi ficco sotto
le coperte.
Sono solo in casa, ma
sento qualcosa un'energia negativa, la paragono a una nuvola che
soffoca e che si porta via tutti i pesieri positivi, lascia rabbia,
cattiveria e vendetta, mi chiedo perchè ho un animo a volte così
oscuro, volendo non mi hanno ucciso o distrutto nessuno di importnte,
voglio credere, e neach'io ho fatto nulla di simile.
E' orgoglio? Nessuno può
parlare di me in quel modo, nessuno può pensarmi se io non voglio,
nessuno può trattarmi così.
Sale in me una rabbia
incomprensibile, questo sono io?
No non posso esserlo.
"Distruggerò il
nostro mondo tanto che non resterà più traccia,
ucciderò tutti quei
burattini,
Bagnerò quella terra
con le lacrime che non posso versare."
Così mi abbormento ma
accanto a me c'è qualcuno, lo sento, so che non posso vederlo ma una
presenza è qui, vicino a me, quando lui è li qualcosa di grave deve
accadere, lo so e so anche cosa, un consapevolezza che al mio essere
umano fa terrore ma che il mio essere conosce.
Chiudo gli occhi, qualcosa
trema, vedo gente che scappa, sento urla di donne, pianti, bambini,
tutto è bianco, è giorno eppure da noi è notte fonda.
Vedo tanta acqua si
avvicina, bagna e trascina via tutto con forza, inglob ciò di cui
vuole nutrirsi, quello che deve nascondere e portarsi dentro, e
dietro.
Penso che questo pensiero
macabro sia legato alla mia rabbia, sorrido sadicamente e mi
addormento.
Io sono come uno tsunami,
ripenso al film che ho visto mesi fa, tutto era simile, è la prima
volta che animo con questi pensieri il mio impeto.
La mia rabbia è questa?
Ningen, non puoi
giocare così con me, ti farò vedere di cosa sono fatto!
Ti farò vedere che la
mia rabbia è temibile, che io sono vero, che io dovrò compiere il
destino che si aspettava da anni, Ningen.
Ciò che vedo non è il
mio Giappone, il mio mondo è oltre tutto questo cemento, queste
macchine, queste nubi scure.
Il mio mondo è morto,
seppellito da anni, ciò che è in piedi oggi verrà cancellato, voi
Ningen non siete degni di osservare tutto quello che è riflesso nel
mondo degli Dei, non meritate una briciola delle nostre ricchezza ma
io sono qui condividerle con voi perchè sono legato alla terra.
Così scattai in avanti
con una velocità mai vista, come me in aria una potente aria si
spostava, consapevole di questa, arrivo in alto, alzo su la mia
spada, sotto tutti passano tra strade, ferrovie e vie marittime.
Mi fermo.
La terra
trema...
Trema, io non la sento ma
vedo il suo vibrare, come sempre?
No, non come sempre, tutto questo è
diverso.
E' arrivato, è qui si è
svegliato, youkai di fuoco arriva da est, uscirà allo scoperto, ma morirano in molti.
li vedo cadere insieme
alle macerie, già stanno morendo.
Cadono i tetti delle
abitazioni.
Vedo gli spiriti del
trapasso arrivare, apro un varco con tenseiga e saluto le vittime.
Tenseiga, vibra non lo
faceva da anni.
La impugo riesco a
salvare
qualcuno ma lo youkai di fuoco richiama l'acqua che travolge
velocemente tutto e distrugge ciò che il tempo aveva lasciato e
conservato.
Il suo avversario arriva e
chi ho salvato, la maggior parte di essi adesso muore, annegando,
sbattendo, schiacciandosi tra le i ruderi e dentro le scatole umane.
Voi Ningen custodirete ciò
che resta del nostro mondo, io sono in terra e voi siete i custodi,
la mia era rabbia, rabbia verso chi non ha saputo far bene tutto
questo.
Ora è il Dio del mare che
ingoia tutto, resteranno i prescelti dal caso e dal destino.
Si ritira, porta via con
se i ruderi di un mondo mischiato, tra terra fuoco e aria, ciò che resterà sarà la
linea di demarcazione tra l'oltre e il prima, il nulla.
Da qui ricomincerete come
formiche a costruire il vostro nido ma per poco, tutto il mondo ne
sarà coinvolto allora noi ci mostreremo e lotteremo.
Quando la terrà morirà,
morirò anch'io e lascerò questo mondo, aprirò il portale e
accompagerò le stelle che saliranno in cielo, sono ancora qui, ma
per poco ciò che avverà è vicino.
Come un lampo azzurro volo
verso chi deve essere avvisato, qui tutto è scuro.
All'imbrunire della sera
prima vidi Maria passare l'angolo, curioso scorsi verso una
cartoleria, due donne, servivano una donna anziana e una bambina.
Lei proseguiva verso il
luogo dove adesso le saracinesche rosse sono chiuse, li vicino deve
esserci la sua casa, sento il suo odore, volo.
Sta qui davati a me non
riesco a scorgerla, sta sotto le coperte, la fisso.
Vieni
con me a vedere il nostro mondo è caduto.
Vado via.
Il vento si sposta...
urla,
un tanfo,
cade tutto.
Il demone si ingoia ci che
resta.
Mi sveglio!
Mi vesto velocemente, devo
andare all'università, ho lezione, corro verso il treno, davanti a
me burattini, leggo nei loro volti un luce diversa, la definisco come
un dolore comune e silenzioso e a me sconosciuto, di fronte al mio
sguardo un ragazzo con l'iPod acceso e le cuffie, sente la musica, il
suo volto è perso nel vuoto.
Il suo dolore è più
forte di quello degli altri, lo sento.
La luce che arriva dal
finestrino che penetra tra le nubi biancastre di un cielo giovane
illumina il giovane davanti a lui delinea il volto di una bimba
giovane morta.
Comprendo il suo dolore e
mi fermo in silenzio.
Qualcuno fuma, lo guardo
come al mio solito male, getta le ceneri a terra, il ento soffia e
porta via tutto.
Sento...
Sento che qualcosa è
accaduto.
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