Let’s
blow up boredom!
Un cielo assente lascia una scia di azzurro lassù in alto,
oltre le cime degli alberi spogli. L’inverno ha appena
soffiato via l’autunno e tutte le sue foglie, ma nel parco
passeggiano comunque un paio di persone. Qualcuno si lascia trascinare
da un cane troppo vivace, qualcun altro attraversa i sentieri
gesticolando al nulla, un auricolare rannicchiato nelle orecchie. Una
figura alta e avvolta nel buio cammina avanti e indietro davanti ad una
panchina, sbuffando. La sua fronte è corrugata in un
espressione pensierosa. Un’espressione pensierosa di quelle
che si assumono quando ci si sforza di non pensare. Una risata roboante
fa voltare l’uomo, i cui occhi scattano, andando a posarsi
qualche metro più in là.
«Anche lei si
annoia, uh? Sì, sì!»
La risata riprende, avvicinandosi sempre di più. Appartiene
ad un ghigno tutto cicatrici e denti gialli. Il viso cereo contrasta
con i capelli, tendenti ad un verde smeraldo, le spalle incurvate fanno
apparire l’uomo più vecchio di quello che
è. Una fiamma d'esultanza gli tremola sul viso.
«Lei fa al
caso mio!»
Una risatina convulsa, un battito di mani. Se l’uomo fosse
una parola sarebbe e n t u s i a s m o!
L’altro lo guarda dall’alto in basso,
l’interesse crescente celato dietro una maschera di cortese
indifferenza.
«Allora,
vogliamo far saltare in aria la noia?»
E il cielo torna, condensato in nuvole grigie che s’inchinano
e prendono per mano gli occhi di Sherlock. “Quest’uomo
è pericoloso”. Cancella
il mondo per un attimo, poi lascia tornare la luce pigra di dicembre
nella sua testa. Si siede sulla panchina, guarda quel buffo personaggio
da sopra le dita, incrociate sotto al mento. Sembra un giullare con
quella lunga giacca viola, sporca di tritolo e mangime per cani. O
iene.
Sherlock fa un gesto eloquente, sta aspettando. E il Joker fa un
piccolo inchino e gli si siede accanto. Che lo
show abbia inizio.
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