Unruly Heroes
The Curse of the Black Stone
***
Ehilà, popolo (?) di
EFP! È passato del tempo dall’ultima volta che ho aggiornato qualcosa (chiedo
scusa in particolare a chi aspetta il seguito di “Don’t Ever Trust Fate”; la parte
quarta è in lavorazione, ma continuo a riscriverla e non riesco a farla venire
come vorrei xD), ma sono tornata più in forma di prima! <-- o così dice
*COFF* <-- Ehi!
Ultimamente mi sono fatta prendere parecchio da Pokémon
Bianco&Nero, quindi ho dovuto
scrivere una FF a tema =D
I protagonisti sono personaggi originali (la versione su
carta di me stessa e dell’amico che mi ha trascinata nell’insana follia di
Pokémon B&W) e quindi un tantino stravaganti, ma non lasciatevi spaventare!
Spero che vi faccia piacere leggere questa storia, o almeno
vi strappi un sorriso e non la consideriate una completa perdita di tempo.
E ricordate: una recensione è uno spreco di cinque minuti
per voi, ma una gioia immensa per tutti gli scrittori ^-^
AVVISO A TUTTE LE FANGIRLS
DI N: IN QUESTA FF NON È TRATTATO AFFATTO BENE.
(l’ufficio lamentele si trova in fondo a destra, assomiglia un po’ a una
finestra, ma non preoccupatevi, il salto è di soli tre metri.)
***
Capitolo 1
Prevedibili
Imprevisti
Il profumo di resina permeava
l’aria; un odore fastidioso a cui non si sarebbe mai abituata.
«Ne ho trovato uno.» sussurrò
all’Interpoké che portava al polso. «È piuttosto vicino all’evoluzione.
Potremmo prendere due piccioni con una fava.» Scostò nuovamente un ramo del
cespuglio dietro cui era accucciata, per tenere sott’occhio il Deerling che
brucava l’erba a pochi metri di distanza.
«Ricevuto.» rispose una voce
maschile al suo auricolare. «Ho la tua posizione. Posso essere lì in trenta
secondi.»
«Ti aspetto.»
Sempre tenendo d’occhio la preda,
Kim infilò una mano nella borsa e accarezzò con la punta delle dita le pokéball
al suo interno. Ne tirò fuori una, contrassegnata da un’incisione a forma di smile. Era la volta buona, lo sentiva.
Il suo auricolare tornò a ronzare.
«Ci sono. Ti copro.»
«Ok.» rispose, senza quasi muovere
le labbra. Si concesse ancora qualche istante per concentrarsi. Molleggiò un
paio di volte sulle caviglie, spostò il peso da un piede all’altro. Il Deerling
continuava tranquillamente a brucare l’erba, ignaro della presenza dei suoi
cacciatori.
Kim prese un respiro e rotolò fuori
dal cespuglio.
Il Deerling si allarmò
immediatamente, ma era già troppo tardi: la pokéball che un momento prima era
nella mano di Kim era adesso aperta in mezzo all’erba.
«Porchetta, usa Lanciafiamme!»
ordinò la ragazza al piccolo esemplare di Tepig che si era appena
materializzato in mezzo alla radura.
Porchetta spalancò la bocca e da
essa uscì un potente getto di fuoco, che andò ad abbattersi contro il Deerling
terrorizzato.
Coglierlo di sorpresa non era stato
particolarmente complicato; il difficile veniva adesso.
Il Deerling aveva riportato diverse
bruciature su tutto il corpo e il fuoco aveva attecchito su una piccola
porzione di pelliccia, da cui ora saliva un sottile filo di fumo.
Ciononostante, il pokémon non mostrò segni di cedimento. Sbuffò e gemette, ma
si lanciò alla carica contro Porchetta, in un inconfondibile attacco Riduttore.
Kim strinse i denti di riflesso. I
Tepig erano sicuramente avvantaggiati contro i pokémon di tipo Erba, ma non
erano veloci quanto i Deerling. L’impatto sarebbe stato inevitabile.
«Verdebufera!»
Dal nulla, una miriade di foglie
trasportate da un vento impetuoso colpirono il Deerling, ferendolo lievemente e
fermando la sua carica. Da dietro gli alberi, erano spuntati un maestoso
Lilligant e il suo allenatore.
Kim strizzò loro l’occhio in segno
di riconoscenza, ma non perse tempo in convenevoli. «Vai con Nitrocarica,
Porchetta!»
Il pokémon ci mise qualche secondo
a far prendere fuoco al suo intero corpicino, ma poi si scagliò con tutte le
sue forze contro il Deerling, ancora intontito dall’attacco inaspettato di
Lilligant.
L’impatto fu tremendo e, con il più
delle probabilità, fatale.
Il Deerling lanciò uno strillo
acuto e le sue zampe cedettero, lasciandolo a terra, ansimante.
Era fatta.
Kim si voltò verso il suo amico,
con un sorriso trionfante. «Hai visto, Lee?» gli urlò. «Così impari a dire che
Porchetta è inutile! Non me lo sogno nemmeno di farlo evol- »
Fu interrotta da alcuni colpi di
tosse ai suoi piedi.
«Che cos’hai, Porchetta?» chiese
Kim, perplessa, sollevando il suo pokémon per osservarlo meglio. «Hai ingoiato
qualcosa?»
Gli aprì la bocca e gli controllò
l’interno della gola, ancora lievemente luminosa a causa delle fiamme che aveva
sputato poco prima. Le sembrò di scorgere qualcosa vicino all’ugola, così
infilò la mano con cautela e, facendo del suo meglio per non scottarsi, staccò
qualcosa di più o meno sferico dalla gola del suo Tepig.
«Piccolo pasticcione, vediamo un
po’ cos’hai... oh, merda, no!»
Era troppo tardi. Kim lasciò cadere
il parassiseme per far scattare la mano nella borsa, verso la pokéball più
vicina, ma il Deerling si stava già rialzando, avvolto da un tenue bagliore
verde. Porchetta gemette, l’energia che gli veniva drenata dai numerosi
parassisemi che aveva tra la pelliccia.
Kim lo strinse a sé, ma il suo
sguardo era puntato sul Deerling, che a sua volta la stava fissando. I suoi
erano occhi pieni di paura, dolore e rabbia. Kim avrebbe potuto giurare che
fossero perfino colmi d’odio, se non avesse saputo che era un sentimento di cui
i pokémon non erano capaci. Non riuscì a smettere di fissarli, nemmeno quando
il Deerling si lanciò alla carica contro di lei.
«Kim! Cosa stai facendo? Spostati!»
La ragazza tornò in sé appena in
tempo per buttarsi di lato, in una caduta che le sbucciò entrambe le ginocchia.
Il dolore pose fine al suo intontimento. Approfittando dei pochi attimi in cui
il Deerling inchiodò per girarsi e riprendere la carica in sua direzione, fece
rientrare Porchetta nella sua pokéball. A quel punto, però, il Deerling le era
praticamente adosso.
«Lilligant, usa Paralizzante!»
La polverina gialla che scese sul
pokémon non servì a paralizzarlo, ma sicuramente lo intorpidì, perché fu
costretto a fermarsi per scrollarsela di dosso. Kim ne approfittò per alzarsi
in piedi e raggiungere con la mano la sua ultraball preferita. «È stremato, ma
dobbiamo farcela in un solo colpo o si riprenderà!» urlò a Lee.
Il ragazzo, seppure con
un’espressione preoccupata, annuì. Si rivolse al suo pokémon: «Giornodisole,
Lilligant!»
Lilligant obbedì, incominciando a
generare uno schermo trasparente, quasi invisibile all’occhio, se non fosse
stato per i suoi riflessi lucenti, e ad alzarlo lentamente verso il cielo.
Era una mossa rischiosa.
L’intensificazione dei raggi solari avrebbe di certo favorito le mosse di tipo
Fuoco, garantendo la vittoria in un colpo solo, ma il processo richiedeva
tempo. Tempo che Kim non era certa di avere.
Appena ebbe finito di scrollarsi di
dosso la polvere paralizzante, il Deerling selvatico indugiò, indeciso su quale
dei due nemici concentrarsi. Scelse quasi subito, forse perché Kim pareva la
più debole e indifesa, senza nemmeno un pokémon al suo fianco. Anche lui decise
di rischiare il tutto per tutto: fissò lo sguardo sulla ragazza ed incominciò
ad accumulare energia.
«Kim!» esclamò Lee, allarmato.
«Vuole lanciarti un’Energipalla, levati di lì!»
«No!» urlò Kim in risposta,
stringendo la sua ultraball. «Finché lo tengo occupato, Lilligant potrà lavorare
in pace a Giornodisole. Ho un piano, non ti preoccupare!»
In realtà, il suo non era tanto un
piano quanto una scommessa. La scommessa che Lilligant sarebbe stata più veloce
del Deerling a completare la sua mossa.
L’aria si stava facendo sempre più
calda e l’ambiente luminoso. Il sole picchiava come non mai. La sfera di
energia di Deerling si faceva man mano più consistente.
Quando ebbe l’impressione che il
calore fosse ormai insopportabile, Kim inspirò e lanciò la sua ultraball.
«Victini, Lanciafiamme!» gridò, prima ancora che il pokémon si materializzasse.
Nello stesso istante, l’Energipalla prese il volo.
Il resto fu confuso.
Kim si sentì sbalzare lontano da
un’energia più grande di lei e d’un tratto non ci vide più. I suoni si fecero
ovattati. C’erano solo il crepitio delle fiamme, una voce e un dolore pulsante.
Si ritrovò ad oscillare tra realtà e incoscienza, come in una strana altalena,
finché, dopo chissà quanto, trovò la forza di riaprire gli occhi.
«Kim!» La voce di Lee le rimbombò
nelle orecchie, un frastuono assordante e innaturale. «Kim, stai bene?»
Lei dovette battere le palpebre
diverse volte, prima di recuperare del tutto la vista. Il mondo aveva assunto
una sfumatura bluastra. Compresa la mano di Lee, che, nel panico, gliela stava
sventolando davanti alla faccia. La dovette afferrare, prima che le facesse
girare la testa. «Sto bene... credo.» biascicò, rauca, e si puntellò sui gomiti
per raddrizzarsi un po’. «Il Deerling?»
«Ti sei fatta colpire in pieno da
un’Energipalla! Sei completamente impazzita, per caso?»
Kim sospirò e ripeté, insistente:
«Il Deerling?»
Lee fece una smorfia, ma poi le
mostrò una megaball, con un sorrisetto soddisfatto.
«Sì!» esclamò Kim, gettandogli le
braccia al collo. Quel semplice gesto le provocò una dolorosa fitta alla testa,
ma non le importava. «Ce l’abbiamo fatta, finalmente! Questa sarà una storia da
raccontare ai figli dei figli dei miei figli!»
Lee rise e le diede una mano ad
alzarsi. Era un po’ malferma sulle gambe, ma ce la faceva a stare in piedi. «Come
lo chiamiamo?» continuò, eccitata. «Ci vuole per forza un nome!»
«Ah, basta che non lo chiami
“Bistecca” e per me fa lo stesso.» disse Lee.
«E perché mai dovrei? “Lombata”,
magari...»
«KIM!»
«“Bocconcino”...?»
«Piantala di dare ai pokémon nomi
di roba da mangiare!»
Kim rise e quasi perse
l’equilibrio, rischiando di cadere. Per fortuna, qualcuno l’afferrò per il
gomito prima che questo accadesse.
Ma non era Lee. Era un ragazzo dai
lunghi capelli verdi, che sorrise loro amichevolmente. «Ma guarda un po’ chi si
rivede!»
Kim strillò per lo spavento e si
liberò dalla sua presa all’istante. «AH! È di nuovo quel maniaco!» esclamò,
tentando di nascondersi dietro a Lee, il quale a sua volta stava tentando di
nascondersi dietro di lei, così finirono per darsi una testata e rimanere
entrambi completamente visibili. Il ragazzo misterioso ne approfittò per
circondare le spalle di entrambi con le braccia.
«Che cosa vuoi, N?» chiese Lee,
scontroso.
«Ma come? Solo abbracciarvi un po’
come ai vecchi tempi, no?»
«Beh, grazie, ma no grazie.»
replicarono all’unisono Lee e Kim, scivolando fuori dalla sua stretta.
«Abbiamo da fare. Siamo dei
professionisti, sai.» disse Kim.
N parve molto deluso. «E questi
impegni...» ragionò, vago. «Potrebbero avere a che fare con questa?» Mostrò loro una megaball molto
familiare.
Lee si guardò le mani, incredulo.
«Ehi!» esclamò. «È nostra, ridaccela!»
«Ah-ah.» fece N, scuotendo la
testa. «Sarebbe così facile liberare questo piccolino, non l’avete ancora
addestrato...» Il suo indice indugiò sul pulsante di apertura della pokéball.
«Provaci soltanto e ti meno a
sangue.» ringhiò Kim, che evidentemente non si era fatta colpire da
un’Energipalla per divertimento.
«Ma come siamo focose, oggi.» la prese
in giro N, con un che di accondiscendete, e le abbassò la visiera del
cappellino fino al naso. «Ma oggi non mi sembri in grado di farlo, non credi,
peperoncino?» Ridacchiò. «Davvero non siete disposti ad ascoltare la semplice
richiesta di un vecchio amico?»
Lee gli lanciò un’occhiataccia.
«Ovvero? Che cosa vuoi?»
«È davvero una sciocchezza.»
sorrise N. «Un appuntamento.»
«CHE CO-»
«Aspetta, Kim. Con chi dei due?»
«Beh, uno vale l’altro. Anzi,
perché non tutti e due?»
«E ci restituirai Deerling?»
«Certamente.»
«Non provarci.» sibilò Kim. «Se
solo ci provi, io...»
«Va bene, accettiamo.»
«LEE!»
«Ottimo, allora.» concordò N, tutto
contento. «Verrò a prendervi io. Sarà divertente, promesso!»
E, con un ultimo, inquietante
occhiolino, sparì nuovamente nella foresta.
«Io lo uccido.» disse Kim, nera di
rabbia. «Vado a quello stupido appuntamento, recupero Deerling e lo UCCIDO.»