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Titolo: Cold as
Ice, Just as Beautiful
Autore originale:
thechibikangaroo
Traduttrice: reilin
Fandom: Axis Powers
Hetalia
Personaggi: America/
Alfred F. Jones; Bielorussia/ Natalia Arlovskaya; Lituania/ Toris
Laurinitis; Fem!Polonia/ Felice Łukasiewicz ; Inghilterra/ Arthur
Kirkland; Fem!Francia/ Marianne Bonnefoy; Russia/ Ivan Braginski;
Fem!Cina/ Wang Chun- Yao; Fem!Canada/ Mattie Williams
Paring: UsXBelarus;
LietXFem!Poland; UkXFem!France; RussiaXFem!China
Parte: 1/1
Rating: PG13
Conteggio Totale Parole:
3489
Generi: Romantico,
Drammatico
Avvertimenti:
AU, vagamente Angst, vagamente Hurt/Comfort
Riassunto: Alfred F.
Jones non capiva perché non aveva mai notato prima quanto
fossero soli gli occhi blu di lei…
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Cold
as Ice, Just as Beautiful
Alfred F.
Jones
Il suo nome era
Natalia Arlovskaya.
Lei
era asociale, non parlava mai in altro modo che con una
tonalità
monotona e la sua espressione facciale era come ghiaccio. Era come una
statua. Ora non male interpretatemi: questa ragazza era
assolutamente stupenda. Del genere,
stupenda come una
supermodella. Non riuscivo a capire perché non
l’avessi notata
prima?
Poteva
essere perché era sempre impegnata ad adorare suo
fratello maggiore,
ma lei emetteva sempre una specie di aura, così ancora non
capisco
perché non io non l’avessi mai vista camminare
attorno la scuola.
Pensandoci
ora, probabilmente non l’avrei notata se non avessi fatto
tardi a
basket, e l’allenatore mi avesse fatto restare dopo gli
allenamenti per
aiutare con le pulizie per punizione. Erano circa le sette quando stavo
andando via da scuola, e lei
era là.
Era
l’inizio di Dicembre, e la neve stava cadendo dal cielo. Lei
si
confondeva con la neve, i suoi capelli biondo pallido e la sua pelle
similmente bianca erano pressoché indistinguibili dai
fiocchi di neve.
C’era della neve nei suoi capelli, e sul maglione della sua
divisa
scolastica.
Mi
sembrò incredibile che stesse indossando una gonna, la gonna
dell’uniforme di scuola, nella neve.
La chiamai a
voce alta, “Hey!”
Lei si
voltò, un elegante sopracciglio inarcato. “Oh, sei
tu.”
“Co-
?” Io
ero sorpreso perchè non l’avevo mai vista prima di
allora.
“Aspetta, tu mi conosci?”
“Sì”.
Lei sembrava disgustata dalla mia stupidità.
“Stiamo nella
stessa classe fin dalla scuola materna.”
“…
Ti offendi se ti chiedo come ti chiami?” Non potevo crederci.
Scuola
Materna? Che diavolo? Non poteva essere… Voglio dire, lei
non mi
sembrava familiare – la mia guancia bruciò quando
il suo palmo entrò in
contatto con essa.
Lei
non sembrava nemmeno un po’ dispiaciuta per quello che aveva
fatto.
Infatti, a parte per l’impronta della mano sulla mia guancia,
non c’era
nessuna prova che lei mi avesse appena schiaffeggiato.
“P-per
che diavolo era questo?”, farfugliai.
“Stupidità.”
Disse lei schiettamente. “ E non ti dirò il mio
nome. Tu
dovresti già conoscerlo.”
Rimasi
a fissarla, e lei mi guardò a sua volta con uno sguardo
vuoto negli
occhi. Ruppe il contatto visivo per prima, e provò ad
incamminarsi per
andare via, ma io la trattenni per il gomito.
“Aspetta!”
Lei si
fermò: “Cosa?”
“Perché
te ne stai qui nella neve? È un po’ tardi per
qualcuno per stare qui, o no?”
“Stavo
aspettando mio fratello.” Disse lei banalmente.
“Lui sta lavorando ad
un progetto e mi ha chiesto di aspettarlo qui fuori”.
“Nella
neve?”, non potevo trattenere
l’incredulità che trapelava dalla mia voce.
A quel
punto, lei montò sulla difensiva.”N-non stava
nevicando quando mio fratello me lo ha chiesto…”.
Decisi
di lasciar stare là, ma lei sembrava così
infreddolita nella neve. I
suoi occhi – i suoi occhi blu, così blu
– sembravano smarriti. “Hey.”
Lei mi
guardò.
“Ecco”.
Mi tolsi di dosso il bomber, quello che mio padre mi diede prima di
partire per la guerra. Glielo misi attorno alle spalle, e lei mi
guardò
con una leggera espressione accigliata in viso.
“Non
ne ho bisogno”, disse.
“Ed
invece sì”, risposi. “Io sto andando a
casa, tu no. Me lo ridarai domani, okay?”
Lei
non disse nulla mentre io me ne andavo via. Mi piace pensare di averla
sentita indirizzarmi un piccolo sorriso mentre io camminavo verso casa,
più che infreddolito nella mia t-shirt e nei miei calzoncini
da basket.
Non mi resi
conto fino a che tornai a casa che era venerdì.
Natalia
Arlovskaya
Lui era un
idiota.
Fin
dalla scuola materna, lui è sempre stato quel bambino
davvero
irritante, stupidamente cavalleresco che mi faceva andare in
collera
in continuazione. Lui aveva tutto, o così sembrava. Aveva
una sorella,
Mattie Williams, una bella casa e, non ci sono dubbi, non aveva mai
avuto freddo in tutta la sua intera vita. Lui non sapeva cosa
significasse avere freddo e fame, ed avere sempre
l’elettricità
interrotta quando tu stavi proprio per finire quel saggio che
costituiva un buon settanta per cento del tuo voto. Ma io lo sapevo.
Quando
Katyusha si ritirò dal college per aiutare il fratellone e
me, Ivan si
accollò tre lavori per aiutare nelle spese; ma poi Katyusha
si sposò
con Sadiq, e si trasferì. Nonostante la sua apparenza losca,
lui era
davvero una brava persona: ci inviava del denaro tutti i mesi, ed il
numero di lavori di Ivan scese ad uno. Noi vivevamo più
comodamente in
quei giorni, e a volte ci sembrava come un sogno che
l’elettricità non
ci fosse stata interrotta mai in più di un anno e che
avessimo vestiti nuovi.
Il
fratellone e Katyusha hanno fatto così tanto per me, ed io
li amavo
entrambi. Ma Ivan era speciale… lui era così
gentile, così altruista,
per non parlare di quanto lavorasse duramente.
Sembrava
ancora di essere in un sogno, ed il sogno continuava quando quel
giorno, all’inizio di Dicembre, Alfred F. Jones mi diede il
suo
prezioso bomber.
Io
sapevo da chi lui lo avesse ricevuto, ovviamente. Tutti sapevano che
quando era al terzo anno, il padre di Alfred e Mattie partì
per
combattere in guerra. E poi, lo scorso anno arrivò la
notizia che suo
padre era morto in battaglia, ed anche sua madre morì. Si
mormorava che
l’unica ragione per la quale la povera donna fosse rimasta in
vita
negli ultimi sette anni era perché suo marito le aveva dato
la forza di
sopravvivere. Poi lui morì, e lei lo seguì pochi
mesi dopo.
Noi abbiamo
parlato nella neve, ed io l’ho schiaffeggiato.
Mi
sono sorpresa di averlo fatto, ma ho cercato di non mostrarlo. Non
volevo dagli uno schiaffo, ma… mi sono sentita
così insultata solo
perché lui, dopo undici anni trascorsi nella stessa classe,
ancora non
conoscesse il mio nome. È insignificante, e completamente
stupido, ma
io ero… ferita.
E non avevo
idea del perché.
Arthur Kirkland
Alfred è
il mio migliore amico.
Lui
è un maledetto testone a volte, ed un idiota il resto del
tempo, ma nel
momento del bisogno ci siamo sempre l’uno per
l’altro. Sappiamo tutto
uno dell’altro, fin da quando eravamo piccoli. Noi ci capiamo
l’un
l’altro , e siamo l’uno la forza
dell’altro. Ma una cosa che non ho mai
capito è perché Natalia Arlovskaya venne a scuola
un giorno col
giubbotto di Alfred.
Era
un lunedì, ed Alfred era stato con me e Marianne per il
week-end,
quindi ero assolutamente sicuro che lui non gliel’avesse dato
in quel
lasso di tempo. Deve essere stato venerdì, perché
l’ho visto che lo
portava indosso. Ricordo di aver pensato allora che Natalia doveva
averlo trovato da qualche parte, e aveva deciso di restituirglielo
personalmente.
Era
impossibile che Alfred le avesse dato il giubbotto insanguinato, era
così dannatamente prezioso per lui. Ero molto curioso, ma
non volevo
insistere sull’argomento quando Alfred mi chiese come si
chiamasse
quella ragazza, e mi fece su di lei pressoché ogni domanda
che gli
fosse venuta in mente.
Ma
poi durante la pausa pranzo, lei camminò verso il nostro
tavolo, pose
il giubbotto piegato vicino al vassoio del pranzo di Alfred e disse in
una voce completamente monotona: “L’ho lavato. Era
molto sporco.”
“Grazie!”,
Alfred le rivolse quel suo completamente stupido, grande
sorriso.
“ Sei tornata a casa sana e salva?”
“Sì.”
Disse lei. “Il fratellone è arrivato poco dopo che
tu sei andato via”.
“Va
bene”. Alfred aveva ancora sul volto quello stupido sorriso.
“Grazie Natalia!”.
Deve
essere stata solo la mia impressione, ma nel momento in cui lui ha
detto il suo nome, avrei giurato che qualcosa si addolcì nei
suoi occhi.
Toris
Laurinaitis
Conosco
Natalia da quando siamo bambini piccoli.
Quando
ero un ragazzino, avevo una cotta per lei, e lei rese evidente cosa
pensava di me. Mi fece capire molto chiaramente che non pensava a me in
altro modo che come ad un amico. Le mie tante ossa rotte parlano da
sole.
Siamo
cresciuti insieme, vedendo come mia madre fosse un’ubriacona
senza
speranza e mio padre ci avesse abbandonato tanto tempo fa.
Io
cercavo conforto a casa sua, e lei puliva le mie ferite ogni qualvolta
mia madre lasciava cadere accidentalmente il suo bicchiere di vino sul
pavimento , lasciando che io calpestassi i vetri rotti.
Il
nostro piccolo circolo, consistente in noi due, si espanse quando al
quarto anno, Felice Łukasiewicz si trasferì nella nostra
città e prese
una cotta per me. Era una goffa amicizia, con me che ero timidamente
innamorato di Natalia, Felice che mi confessava audacemente i suoi
sentimenti per me, e Natalia che mi respingeva con fermezza ogni volta
che provavo a dirle quello che sentivo per lei.
Alla fine mi
sono arreso e ho accettato i sentimenti di Felice per me.
Natalia
non sembrava mai essere seccata dal fatto che io e Felice andassimo in
dei posti senza di lei, e che noi facessimo piani proprio davanti a
lei. All’inizio, abbiamo provato ad includerla, ma lei
sorrideva appena
e diceva: “ No grazie. Non voglio intromettermi.”
È
quello che ci piaceva di Natalia.
Per
tutte le sue parole fredde, espressioni vuote e sorrisi rari, lei era
rispettosa della gente e segretamente molto gentile. Lei era sempre
là
ad aiutare Felice a scegliere gli abiti da indossare, e a
darmi una
mano finanziariamente quando mia madre mi abbandonò lo
scorso anno,
anche se lei e i suoi fratelli non se la passavano meglio di me, col
denaro.
Niente
sembrava preoccuparla.
Lei
non aveva un ragazzo, non sembrava volerne uno ed era perfettamente
contenta della sua vita così come era. Niente la irritava,
niente la
faceva arrabbiare e niente le faceva perdere la testa.
Almeno,
niente eccetto Alfred F. Jones.
Ricordo
come al secondo anno Natalia gli avrebbe voluto lanciare dei
pugnali alla
schiena quando pensava che nessuno la stesse guardando, e al terzo
anno, lei gli scrisse in segreto un biglietto quando scoprì
che suo
padre era partito per la guerra. Lei si preoccupava di lui, anche se
loro non si erano mai scambiati una parola l’uno con
l’altra. Mi
chiedevo perché, gelosamente come avrebbe fatto un bambino
di sette
anni, lei guardasse sempre Alfred in quel modo. Come se lei non volesse
niente di più che lui svanisse dalla faccia della terra. E
poi lei
faceva qualcosa come fargli quel biglietto, ed io mi chiedevo ancora di
più perché.
Mattie
Williams
Al aveva
sempre aspirato ad essere differente, mentre io non ho mai voluto altro
che sprofondare nelle ombre.
Lui
era sempre in prima linea, parlando e ridendo e semplicemente essendo
se stesso. Era proprio come papà, e ricordo come, quando
eravamo
bambini, papà fingeva che io fossi Alfred ed Alfred fosse
me. Lui mi
lanciava in aria e mi chiedeva: “Come sta il mio
ometto?”
Al faceva
finta di mettere il broncio e gridava: “Io sono il maschio,
papà! Mattie è una sorella!”.
Lo diceva
come se fosse una cosa cattiva.
Ma
al terzo anno, papà andò in guerra e
lasciò ad Al il suo bomber e a me
l’orso polare di peluche che mi avrebbe regalato per il mio
nono
compleanno. Lui ci lasciò, ed io ero nelle ombre ancora una
volta.
Vivendo
nell’ombra di mio fratello più giovane da
così tanto tempo, posso
vedere molte cose che le altre persone non notano. Sono proprio qui,
suppongo, e nessuno si cura di me, e loro fanno cose davanti a me che
non avrebbero fatto se avessero saputo che io ero proprio lì.
Nessuno
tranne me si è davvero accorto di Natalia Arlovskaya, e
nessuno tranne
lei si è mai accorto di me. Suppongo che siamo conoscenti:
lei è nella
stessa classe mia e di Al fin dalla scuola materna. Noi ci riconosciamo
l’un l’altra nell’ingresso della scuola,
ma non ad alta voce. Siamo
invisibili, quindi non possiamo parlare.
Io vedo il
modo in cui
lei guarda Al, ed è come la mamma guardava
papà
prima che lui partisse per combattere.
Non
penso che lei sia cosciente di quello che prova per Al,
perché io vedo
come si comporta verso di lui. La sua voce e le sue parole sono
così
distaccate, e così attentamente controllate. Lei sembra
annoiata tutto
il tempo. Alla scuola materna, lei lanciava spesso delle occhiatacce ad
Al. Ma il modo in cui lei lo guarda ora è così
differente e così caldo
a volte.
Non
sono del tutto sicura di poterlo dire, perchè non ho prove o
fatti sui
quali basare questa affermazione. Tutto quello che ho è
l’intuito sia
di una donna che di una sorella maggiore. Ma so di non mentire quando
dico che Natalia Arlovskaya è innamorata di mio fratello
Alfred F.
Jones.
Ivan
Braginski
Natalia
è una ragazza forte.
Fin
da quando eravamo piccoli, noi tre – Katyusha, Natalia ed io
– siamo
stati da soli. Katyusha si è sempre presa cura di noi, al
posto dei
nostri genitori assenti. Lei ed io lavoravamo duro per pagare le
bollette e per avere vestiti caldi. Katyusha ci cuciva vestiti con
qualunque materiale che potesse essere riusato, semplicemente
perché
non avevamo il denaro per comprare vestiti nuovi. Ricordo che quando
era più piccola, Natalia non si toglieva mai quella sciarpa
blu navy
che Katyusha le aveva fatto. È passato quel tempo ora,
seppellito sotto
un mucchio di ricordi dimenticati.
Noi
lavoravamo sodo, così sodo, e a volte anche il nostro meglio
non era
abbastanza. La nostra elettricità era sempre interrotta a
caso. La
nostra acqua fredda ed implacabile come gli araldi di Generale Inverno.
Katyusha lavorava tutto il giorno per un magro stipendio e io lavoravo
senza sosta dopo la scuola per aggiungere qualcosa ai nostri piccoli
risparmi.
La piccola
Natalia restava a casa, facendo la migliore cena che poteva ottenere da
verdura avvizzita e da insipide salsicce.
E
i suoi piccoli amici, Toris e Felice, a volte venivano ad aiutarla con
i lavori domestici. Il piccolo Toris stava molto peggio di noi, con sua
madre sempre ubriaca e nessun fratello che guadagnasse del
denaro. A
volte penso che preferisse stare a casa nostra.
Natalia,
nonostante Katyusha ed io non fossimo a casa molto spesso, crebbe
essendo asociale e poco propensa a spiegare le sue ali. Ancora ricordo
la piccola Natalia come una bambinetta, con gli occhi blu brillanti ed
un largo sorriso, ridere e cantare le canzoni della nostra infanzia. In
questi giorni, lei è silenziosa e riservata, ma ancora molto
attaccata
ai suoi fratelli maggiori.
Perché,
sai, all’inizio di Dicembre, lei mi ha aspettato nella neve
per circa quattro ore?
Io
ero agitatissimo, chiedendomi perché lei l’avesse
fatto. Lei mi rispose
che io le avevo chiesto di aspettarla là, e lei
l’aveva fatto. Preso
dal panico, non feci caso che indossava un giubbotto blu sul suo
maglione blu-navy della scuola.
Marianne
Bonnefoy
Alfred
è un idiota, ma è così dolce.
Lui
è sempre stato una persona sempre pronta a dare, un giovane
uomo
caritatevole. Lui ha un senso della cavalleria che il mio Arthur a
volte non ha. Come dice il mio amore, “Un giorno, quel
maledetto
testone esaurirà le cose da dare, e cosa farà
allora?”.
Ma lui
è un ragazzo dolce, e lo è sempre stato.
Lui
è un amico, un ottimo amico. È anche un perfetto
gentiluomo, ed anche
se si comporta come un bambino a volte, so che lui lo sembra solamente,
perché è così puro. La sua anima
è così immacolata, a differenza di
così tante persone al mondo. Cose orribili sono successe
alla sua
famiglia, ma nonostante tutto, lui ancora dà e
dà.
Lui
è rumoroso, più rumoroso del necessario, ma so
che lo è perchè non
vuole sparire come la sua sorella più grande. Il
suo papan
è morto in guerra, e la sua maman se ne
è andata poco dopo. Il povero ragazzo
deve essere stanco di soffrire ancora ora. È passato solo un
anno, e
lui ancora sorride così luminosamente.
Ma
recentemente, la sua felicità non sembra così
sfumata dal dolore. Lui
stava chiedendo informazioni su una ragazza del suo anno, una piccola
biondina di nome Natalia Arlovskaya?
Ah,
lei è la sorella di Ivan, lo so questo. A parte
ciò, non so molto altro
di lei, temo. Ma quel sorriso che Alfred aveva sul viso quando ha
parlato di lei… All’inizio, quando mi ha detto il
suo nome, non
riuscivo a figurarmi chi fosse, perché lei, come Mattie,
è così
invisibile nei corridoi della scuola.
Ma poi
Alfred l’ha
descritta, l’ha descritta così appassionatamente
che ho
istantaneamente capito di chi stesse parlando.
Mon Dieu, penso si
sia innamorato di lei.
Wang
Chun-Yao
Ivan ama
entrambe le sue sorelle, e lo posso capire.
Dopotutto,
anche io ho fratelli di cui mi preoccupo e mi occupo. Alcuni di loro
non sono nemmeno miei fratelli. Hong lo è, ma Meimei,
Yong-Soo e Kiku
sono nostri cugini. Loro vengono a farci una visitina e restano per
diversi giorni ogni volta. È così tipico di loro.
Io cucino e pulisco,
e Hong lavora al McDonald’s per aiutare a pagare le bollette.
Meimei,
Yong-Soo e Kiku stanno da noi così spesso che anche loro
lavorano
part-time per contribuire alle spese.
Ahia,
a volte la testa mi fa male quando penso a quanto denaro se ne va per
il cibo ogni mese, specialmente con quei quattro che vivono sotto il
mio tetto.
Sono
solo al terzo anno della scuola superiore, ma posso già
vedere che non
andrò mai al college. Questi quattro hanno bisogno di me,
perché sono
la loro grande sorella. In più, nessuno di loro sa cucinare
affatto!
Ivan
è così gentile, e così schietto.
Lui…
lui ha detto che mi ama.
Ho
solo diciotto anni! Ho ancora così tante cose davanti a me,
e… non
posso dirgli questo, perché non sono così sciolta
con le parole, ma
anche io lo amo.
E per
estensione, amo anche la sua famiglia.
Natalia
è una ragazza carina, ed è molto silenziosa. A
volte mi preoccupa il
fatto che non parli molto. Sembra sempre come se non avesse abbastanza
da mangiare, anche se, da quando Katyusha si è trasferita,
lei sembra
stare un po’ meglio. Lo ammetto, è come una
sorella per me.
Mi
preoccupo così profondamente per lei perchè mi
ricorda Hong, ma in una
forma femminile. Loro sono entrambi molto silenziosi, al punto che
spesso mi chiedo se loro stanno davvero pensando a qualcosa o stanno
solamente distanziandosi dagli altri e dormendo.
Natalia
non ha un fidanzato, e la cosa mi preoccupa molto perché lei
è una
ragazza adorabile. Ogni ragazzo sarebbe fortunato ad avere una ragazza
come lei, eccetto Toris. Lei gli ha rotto il braccio troppe volte
perché questa relazione possa durare.
Ma qualcosa
in lei è differente in questi giorni.
Nessuno
davvero si è accorto che lei si sta comportando in modo
differente, ma io?
Io penso che
sia innamorata.
******************************
Alfred
sta camminando verso la scuola, godendosi la freschezza della neve e
l’odore pulito dell’aria. È mattina
presto, e lui semplicemente adora
la brillante luce del sole. Sta camminando quando vede
un’esile figura
di circa venti piedi in fronte a lui, guarda attraverso i suoi occhiali
per realizzare che è Natalia.
“H-HEY!”
lui la chiama ad alta voce, camminando più veloce che
può senza scivolare sulla neve.
Lei
si volta, e lui realizza subito che lei sembra differente oggi. O forse
è solo lui. Mentre lui cammina verso di lei, Natalia rimane
ferma lì,
aspettandolo. Lui finalmente la raggiunge e le rivolge un sorriso a
mille watt.
“Buongiorno”,
dice lei.
“Buongiorno
Natalia!”, lui sorride felice, e lei scuote la testa, confusa.
“Sei
troppo allegro al mattino”, dichiara lei, “Mi
irrita.”
“Oh?”,
chiede
lui con una risata. “Io trovo che essere allegro sia
più
divertente che essere continuamente monotono, non pensi?”
Lei lo
guarda storto. “Non ho tempo per il tuo stupido scambio di
battute. Devo andare a scuola.”
“Abbiamo
tipo un’ora.” Lui dice indicandola, e lo sguardo
della ragazza diventa ancor più truce.
“Forse
tu hai tempo da perdere, ma io no. Il tempo è
prezioso”, dice Natalia, glaciale.
“Forse
tu dovresti spendere più tempo provando a migliorare la tua
personalità irritante, Alfred”.
“…Sai,
somigli molto al ghiaccio”, ride Alfred.
Le sue
sopracciglia si aggrottano mentre lei prova a comprendere la sua frase.
“Cosa?”
“Sei
così fredda fuori, ma…” Alfred esita
brevemente prima di continuare.
“…
Io penso che il ghiaccio sia bellissimo, non credi?”
Le ci vuole
un momento per capire che Alfred F. Jones l’ha appena
definita bellissima.
Lei
si sente indegna della sua lode, perché pensa che
è lui quello più
piacevole agli occhi. I suoi capelli dorati e i suoi occhi blu oceano
sono belli da morire, conclude lei. Lui è alto, magro e ha
un bel
colorito. E lui è cavalleresco e gentile e così
tante altre cose di cui
Natalia si accorge ora per la prima volta.
“No.”
Dice lei. “Il ghiaccio si scioglie. La bellezza
scompare.”
Lui la fissa
con uno sguardo che le fa venire piacevoli brividi alla schiena.
“No.”
Dice lui. “Sarà sempre bellissimo per
me.”
FINE.
“I
don't mind spending everyday
Out
on your corner in the pouring rain
Look
for the girl with the broken smile
Ask
her if she wants to stay awhile
And
she will be loved
And
she will be loved.. “
She
will Beloved – MAROON 5 -
N/T: Adoro questa
coppia: Alfred e Natalia sono così opposti da risultare
irresistibili insieme: lui così allegro, solare e divertente
lei così cupa, pallida e seriosa! Il loro è un
gioco degli opposti che genera un'unione speciale, unica nel suo genere.
Su EFP c'è solo una fic AlfredxNatalia: possibile che non ci
siano altri estimatori di questo pairing? "Evidentemente no", mi direte
voi, ma io, ignorando la scarsa fortuna che hanno in genere i pairing
het di Hetalia, ho deciso ugualmente di tradurre questa fanfiction che
ho trovato su FanFiction.Net e di postarla su EFP.
Come al solito, ero sul FF.Net alla ricerca di fic su pairing
"inconsueti" e mi sono imbattuta in questa USxBelarus alquanto
particolare: è infatti una AU e presenta svariati personaggi
soggetti a Genderbender (di solito non mi fa impazzire questa cosa...).
Nonostante questi elementi, anzi, proprio grazie ad essi, mi sono
immediatamente appassionata alla storia e mi è piaciuta al
punto da volerla condividere con altri lettori. Ho chiesto
così a thechibikangaroo, l'autrice originaria, il permesso
di tradurre la fic in italiano, e lei ha acconsentito con entusiasmo! E
così eccomi qui alle prese con la mia seconda traduzione,
nella quale il lavoro di adattamento è stato più
semplice rispetto a "With A Kiss". Come sempre mi accade, anche questa
volta ho trovato una immagine ed una canzone che mi hanno guidato ed
ispirato durante il lavoro di traduzione ed adattamento della storia:
le ho inserite nel corpo della fic in qualità di contributo
personalissimo alla versione italiana della fic!
Ovviamente ogni vostra opinione, commento, consiglio è
più che bene accetto!
Ora non mi resta che augurarvi una buona lettura!
Ja_ne,
~reilin~
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