Questa FF è stata
buttata giù tipo in due ore, senza alcuna pretesa, ma
soltanto con la voglia di scrivere una storia allegra e carina sui miei
due attori preferiti...
Ho messo l'avvertimento OOC
perchè, ovviamente, non conosco i diretti interessati, e li
ho modellati un po' a mio piacimento, sperando di non discostare troppo
dalle vostre aspettative. Che dire, spero di riuscire anche a
strapparvi un sorriso! Enjoy!
You smell delicious.
“Dov’è finita la mia Diet
Coke?”
Nessuno sembrò notare il lamento indispettito di Chris
Colfer, che subito si era messo in allerta quando non aveva visto la
lattina accanto alla sua sedia, esattamente dove l’aveva
lasciata.
Lea e Dianna stavano animatamente parlando di come disporre il tavolo e
le sedie per la cena di quella sera, che si sarebbe tenuta a casa loro e
alla quale era invitato tutto il cast.
Mark e Chord erano evidentemente troppo presi dal modificare alcune
foto di Cory sul loro Iphone per poi pubblicarle su Twitter, mentre
Amber, Kevin e Heather erano impegnati nel provare dei passi di
coreografia.
Così Chris si schiarì la voce e
riprovò.
“Dov’è la mia Diet Coke?”
Ancora una volta nessuno si girò in direzione del ragazzo,
che si stava palesemente spazientendo.
Ormai stavano girando da ore, i suoi nervi erano sull’orlo di
crollare miseramente, e l’unica cosa di cui aveva davvero
bisogno era un po’ di Diet Coke. Proprio quella che aveva
lasciato lì insieme al suo copione prima di andare alla
prova costumi. Proprio quella che ora era sparita. Cominciò
a guardare dappertutto, finchè un urlo acuto e isterico non
uscì dalle sue labbra.
“DOV’E’ LA MIA DIET COKE?!?!”
Tutti si voltarono immediatamente a guardarlo, scattando
sull’attenti e cominciando a cercare freniticamente la
lattina perduta del piccolo, instabile e nevrotico Chris Colfer.
“L’ho vista lì un attimo fa”
si affrettò a dire Chord, stendendosi a terra per guardare
attentamente sotto la sedia del diretto interessato.
Chris fece una smorfia con la bocca e si mise le mani sui fianchi,
guardandosi intorno guardingo.
“Dov’è Darren?” chiese
aggrottando la fronte.
Sì, perché quella misteriosa e improbabile
sparizione puzzava del suo zampino. Tutti scrollarono le spalle e
scossero il capo, così a grandi passi il soprano si
allontanò, dirigendosi con un sospiro verso il frigorifero
nella sala mensa, dove tenevano tutte le bibite.
Lo aprì già pregustando in bocca il sapore della
sua bevenda preferita, quando constatò con orrore che il
reparto constantemente rifornito di Diet Coke era completamente vuoto.
Chiuse la porta del frigo con un tonfo arrabbiato e sentì la
stanchezza di una giornata di stressante lavoro far montare i suoi
nervi.
A passo di marcia andò verso il set della Dalton,
finchè vicino al guardaroba non avvistò una massa
informa di ricci color cioccolato. Raggiunse il collega in pochi
secondi e gli fece girare le spalle, sbattendolo al muro e guardandolo
estremamente minaccioso.
“Darren Everett Criss!! E’ appena sparita tutta la
Diet Coke in circolazione, è so che ci sei tu dietro tutto
questo!!” sbottò strattonando un po’ le
spalle dell’amico.
Darren Criss era un tipino interessante. Una di quelle persone
paurosamente sempre allegre e sovraeccitate, capace di saltellare
appena sveglio e straparlare per ore, uno che non stava mai fermo
né tantomeno zitto, e sprizzava energia da tutti pori;
divertente, burlone, amante degli scherzi. Troppo amante degli scherzi.
E diciamocelo, la sua vittima preferita era Chris Colfer. Anche lui un
tipino niente male. Sarcastico, vivace, teatrale, continua preda di
sbalzi di umore, concentrato, attento, terribilmente ordinato. Un mix
esplosivo.
“Wow Chris, certo che per essere uno tutto carino e
coccoloso, a volte sei veramente terrificante!”
sbottò il ragazzo spalancando gli occhi verdi con
un’espressione interdetta. Chris alzò gli occhi al
cielo e gli diede un altro strattone.
“PARLA!” esclamò il soprano con
decisione.
“Ehi ehi ma perché dai per scontato che sia stato
io?! Questo è ingiusto!” provò a
difendersi Darren, ma proprio in quel momento dalla sua borsa cadde una
lattina.
Chris lo guardò eloquente e lui provò a cavarsala
con un sorriso smagliante made-in-Darren-fucking-Criss. E se non fosse
stato per la sua crisi di astinenza da Diet Coke, forse Chris avrebbe
anche vacillato, perché il sorriso di Darren aveva un
effetto particolare su tutti, specialmente su di lui, nonstante si
impedisse categoricamente di ammetterlo.
“Devo ricordarti che sono un ninja e che posso infilzarti con
i miei sai prima che tu riesca a dirmi cosa diavolo è un
Tassorosso?” insistette facendo visibilmente impallidire
Darren.
“Questo è colpo basso! Lo sai che mi terrorrizza a
morte!” ribattè puntandogli un indice contro.
Chris sorrise compiaciuto. Si chinò a raccogliere la
lattina, la aprì e ne bevve un sorso senza smettere di
guardare il moro negli occhi, per poi rivolgergli un ghignetto
soddisfatto.
“Tra dieci minuti esatti rivoglio tutte le Diet Coke dove
erano” gli intimò prima di andarsene.
Sapendo di avere il suo sguardo addosso, si concesse anche una
camminata più suadente, senza smettere di sorridere e
sorseggiare la sua bibita.
Darren rimase appoggiato al muro osservando la snella e sinuosa figura
di Chris andarsene, stretta in quegli attillatissimi pantaloni rossi
che avrebbero dovuto dichiarare illegali, e si lasciò
scappare un sorriso.
Esattamente sette minuti dopo dalla sua conversazione con Darren, Chris
tornò alla sua sedia e trovò lì
accanto la lattina che prima era sparita, ed un'altra, appena aperta,
con una cannuccia rosa shocking.
Sul volto del soprano si aprì un sorriso raggiante.
*
Due ore dopo finalmente finirono le riprese, e ognuno fece per tornare
alla propria roulotte e cambiarsi, visto che da lì a poco li
aspettava una cena sicuramente piena di delirio a casa Michele/Agron.
Chris si avviò fuori dal set e subito si sentì
affiancare da un saltellante Darren. Già, saltellante.
Darren Criss andava in giro saltellando, perché camminare
era troppo poco pieno di entusiasmo.
“Come hai fatto a capire che ero stato io a nasconderti tutte
le lattine?” domandò il ragazzo riccioluto con
stampato in volto la classica espressione di un bambino che era stato
appena beccato con le mani nel barattolo dei biscotti. Chris non
riuscì a trattenersi dal pensare che era fottutamente
adorabile.
“Mi prendi in giro?! Sei tu l’unico idiota in giro
che fa queste stronzate!” ribattè il soprano
alzando gli occhi al cielo.
“Che poi vorrei sapere perché non importuni un
po’ Cory, come fanno tutti” continuò
sbuffando.
Darren gli posò le mani sulle spalle, un gesto tipico di
Blaine verso Kurt.
“Perché lo sai che ho un debole per te”
gli rispose sorridendo.
Chris rimase un attimo colpito da quel tocco e da quelle parole, ma
riuscì comunque a far risuonare il suo sarcasmo.
“Ah ah bel tentativo Criss, ora dimmi cosa ti
serve”
Come se non fosse stato abbastanza, Darren appoggiò il mento
sulla sua spalla e continuò a sorridere.
“In effetti…mi servirebbe che tu mi prestassi
quella camicia verde-acqua marina con il colletto
bianco…starebbe stupendamente con i nuovi pantaloni che ho
comprato” disse guardando con insistenza il
ragazzo, che aveva cominciato ad avvertire qualche problema nel restare
concentrato, a causa del fiato caldo dello Starkid che gli sfiorava il
collo.
“Ma non ci penso minimamente” rispose Chris con una
prontezza automatica, cercando di ignorare palesemente il piccolo nodo
allo stomaco che gli si era creato per quella complice vicinanza con
Darren.
“Daiii daiii daiii!!”
Darren aveva cominciato letteralmente a saltargli intorno come un
coniglio, con le mani giunte in segno di preghiera e senza accennare a
far smettere la sua nenia. Chris alzò gli occhi al cielo e
si passò una mano fra i capelli esasperato.
“Va bene, va bene!! Basta che la smetti, mi sta facendo
venire il mal di testa!” acconsentì alla fine il
soprano sbuffando sonoramente. Darren esultò.
“Evvaiii! Grazie amico!!” esclamò
abbracciandolo.
“Sei il migliore” continuò appena si
staccò, toccandogli il naso con l’indice. Chris
scoppiò a ridere di gusto, visualizzando immediatamente la
nota scena di “A Very Potter Musical”.
“Vieni Harry Freaking Potter, almeno ti provi la
camicia” gli disse aprendogli la porta della sua roulotte.
I due amici entrarono uno dietro l’altro e Chris
andò subito verso il piccolo armadio, notando immediatamente
la camicia in questione, considerando il colore molto acceso. La
sfilò e la porse a Darren che gli sorrise di rimando. La
appoggiò sul letto e cominciò a sbottonarsi
velocemente la divisa della Dalton.
Chris senza neanche accorgersene trattenne il respiro quando il collega
si sfilò la camicia e rimase a torso nudo, mostrando la
schiena tesa, gli addominali evidenti, e quei deliziosi incavi
dell’inguine visibilmente marcati che fecero avvampare in una
sola volta il giovane soprano, il quale cominciò a maledirsi
mentalmente e a maledire anche Darren.
Quest’ultimo fortunatamente era troppo impegnato con la
camicia verde e non si accorse del rossore che era spuntato sulle
guance di Chris, il quale nel mentre aveva cercato di darsi un
contegno.
Dannazione Chris, non
è professionale!! Ma sei impazzito?! Non posso fare certi
pensieri su un mio collega, etero per giunta! Un po’ di
ritegno per favore!
“Allora, come sto?” chiese pimpante Darren aprendo
teatralmente le braccia in una delle sue solite pose adorabilmente
ridicole. La camicia in alcuni punti gli stava leggermente stretta, ma
per il resto era perfetta. Anche troppo.
“Totally
awesome! Ora sbrigati che mi devo cambiare”
disse Chris spingendolo quasi fuori dalla roulotte.
“Teoricamente sarei io che avrei dovuto mandare fuori te
mentre mi cambiavo…a rigor di logica”
scherzò il ragazzo riccioluto ridendo.
“Ci vediamo dopo da Lea e Dianna!” lo
salutò il soprano ignorando il suo commento e cercando di
levarselo dalla vista il prima possibile.
“Aspetta aspetta!” esclamò Darren
bloccando la porta che si chiudeva.
“Ho la macchina dal meccanico, non è che mi puoi
dare un passaggio?” chiese facendo i suoi soliti occhioni da
cucciolo.
Dannazione!
“Tra mezz’ora qui”
*
Mezz’ora dopo, puntale come la morte, Darren bussò
sonoramente alla roulotte di Chris, e quest’ultimo gli
aprì la porta lasciandosi prima scappare un piccolo sospiro.
“Sei fastidiosamente puntuale” sbuffò il
soprano, tornando verso il bagno per finire di pettinarsi.
Aveva indosso degli stretti pantaloni grigi, una camicia nera con le
maniche arrotolate fino al gomito, e sopra un gilet grigio che si
abbinava ai pantaloni. Ancora non si era messo le scarpe, e sul letto
aveva sparso il telefono, il portafoglio e vari mazzi di chiavi.
“Wow sei stupendo” commentò Darren con
tono totalmente spontaneo.
“Non ti presterò nient’altro, signorino.
Sei stato anche troppo fortunato” ribattè Chris
uscendo dal bagno.
“Certo che sei veramente ingiusto!! Non posso farti un
complimento che pensi subito che ci sia qualcosa sotto”
replicò quasi offeso il ragazzo riccioluto.
Per la seconda volta Chris sentì il viso colorarsi di rosso
imbarazzo, e si voltò di scatto per non farglielo notare.
Troppo tardi.
Darren si avvicinò all’amico che stava mettendo
tutte le cose che aveva sparse sul letto dentro una piccola borsina e
lo osservò più da vicino, mentre questo cercava
di fare l’indifferente.
“Sei arrossito!!” esclamò Darren come se
stesse esultando.
“Ma che diamine dici!!” replicò
immediatamente il soprano quasi indignato.
Ma l’altro ormai aveva già stampato in viso un
sorriso raggiante, e ricominciò a saltellare.
“Sei arrossito per un mio complimento!! Sei arrossito per un
mio complimento!”
“Darren Everett Criss, se non la smetti subito ti lascio a
piedi! E poi non è vero che sono arrossito!”
ribattè Chris infilandosi un paio di stivaletti neri. Darren
si fermò, ma non smise di sorridere.
“Guarda che non c’è da vergognarsi,
è una cosa dolce” insistette il moro.
“NON SONO ARROSSITO!” sbottò il soprano
facendo sobbalzare per la sorpresa l’amico.
“Un giorno tu e i tuoi sbalzi di umore mi
ucciderete” disse Darren con il fiato un po’ corto
per lo spavento.
Chris roteò gli occhi esasperato e prese le chiavi della
macchina.
“Forza, razza di pazzo che non sei altro” disse
quest’ultimo prima di uscire dalla roulotte, seguito a ruota
da Darren, che ancora non smetteva di sorridere.
*
Qualche ora, e qualche bottiglia di vino dopo, a casa di Lea e Dianna
tutti si stavano divertendo come pazzi, ridendo
fragorosamente di ogni piccola cavolata. Era quello il bello di avere
amici del genere: riuscivano a divertirsi come mai facendo praticamente
niente.
Alcuni degli invitati, quelli più sobri, si erano spostati a
sedere sul divano, ovvero Chris, Mark e Cory, mentre gli altri erano
rimasti al tavolo, beatamente persi nell’oblio
dell’alcohol.
“Dimmi che Darren è venuto in macchina con
te” fece Cory dando una gomitata a Chris, seduto in mezzo fra
lui e Mark.
“Fortunatamente sì, sennò non sarebbe
tornato a casa vivo” ribattè il giovane soprano
lanciando un occhiata all’ex Starkid, che aveva la testa
appoggiata sul tavolo, le guance arrossate dall’alcohol, e le
bocca perennemente impegnata a ridere.
Quando si fece tardi, Chris si alzò e posò una
mano sulla spalla di Darren, cercando di attirare la sua attenzione e
pregando che riuscisse a camminare da solo. Per fortuna, alla meglio o
alla peggio, ce la faceva, e senza troppi problemi riuscì a
farlo salire in macchina.
Durante tutto il tragitto verso casa sua straparlò del
più e del meno, ma a Chris non sembrò poi tanto
diverso dal solito. Arrivati davanti al palazzo dove abitava, il
soprano lo preso sottobraccio, ringraziando quei centimentri che lo
rendevano appena più alto di lui, e lo accompagnò
fino alla porta del suo appartamento.
“So già che ora ti butterai a letto vestito e la
mia bella camicia si stropiccerà tutta”
bofonchiò Chris quando si fermarono.
Darren barcollò appena e perse l’equilibrio,
spingendo l’amico verso il muro. Si ritrovarono completamente
attaccati l’uno all’altro, con i visi tanto vicini
che Chris poteva contare una ad una le ciglia di Darren.
Quest’ultimo spalancò un po’ gli occhi
quando capì quello che aveva fatto, e subito dopo socchiuse
la bocca, complice del respiro che si era fatto irregolare. Di
conseguenza anche quello di Chris cominciò a farsi
più pesante, specialmente quando Darren affondò
la testa nell’incavo della sua spalla respirando forte.
“Hai un profumo delizioso” disse con la naturalezza
che soltanto un ubriaco poteva avere.
“Chissà se anche il tuo sapore è tanto
delizioso” chiese quasi a sé stesso, prima di
sporgersi a baciare Chris.
Quest’ultimo istintivamente chiuse gli occhi e si
beò di quel morbido contatto, mentre le sue labbra si
scontravano con quelle di Darren succhiandosi e mordicchiandosi. Ma
quasi subito si staccò, scuotendo il capo come se stesse
cercando di scacciare un brutto pensiero.
“Che stai facendo?! Non possiamo!! Io e te siamo colleghi e
amici, e tu sei etero!” sbottò il soprano, senza
però avere la forza di allontanare il suo corpo.
“Io sono etero e tu sei paurosamente eccitante”
rispose Darren tuffandosi a baciargli il collo.
Il contatto con quella bocca calda, quella lingua umida, e
quell’accenno di barba sulla sua pelle fecero gemere Chris,
che si maledì un attimo dopo. Quel gemito fece passare una
scarica di brividi lungo la spina dorsale di Darren, che
inarcò d’istinto la schiena premendosi ancor di
più sul corpo dell’altro.
“Non so come, ma ho semplicemente accettato che mi piace
guardarti mentre cammini muovendo appena i fianchi, o mentre mordicchi
la penna quando leggi i copioni, e che a volte desidero essere quella
penna. Credevo di confondermi con Blaine. Ma mi sa proprio che sei tu
che mi piaci” disse il ragazzo riccioluto senza staccare le
labbra dalla pelle di Chris, il quale cercava in tutti i modi di
rimanere concentrato.
Ma Darren premeva forte la lingua e la bocca sulla sua gola, e quello
era il suo punto debole, quello che gli faceva perdere ogni ragione e
sostituire il cervello con gli ormoni.
“Darren fermati, non possiamo” la voce del soprano
uscì flebile e instabile, affatto convinta delle sue parole.
Gli posò le mani sul petto e raccogliendo ogni piccola forza
che gli era rimasta riuscì ad allontanarlo dal suo collo,
ricominciando a pensare regolarmente, anche se il suo respiro era
sempre affannoso. Essendo lui il sobrio della situazione, la
responsabilità era sua.
“Davvero, non possiamo farci coinvolgere in tutto questo, sai
che potremmo compromettere irreparabilmente il nostro rapporto di
colleghi? Non possiamo farlo. E tu sei solo confuso dalla tua
ubriachezza che ti fa avvertire tutte le sensazioni amplificate! Tu sei
etero!”
Chris riuscì ad articolare un discorso di senso compiuto e
se ne sentì estremamente fiero, perché non era
affatto una cosa facile da fare avendo Darren Criss spalmato addosso,
con le labbra arrossate e gli occhi luccicanti di lussuria, che lo
teneva fermamente inchiodato al muro. Quest’ultimo
sbuffò rumorosamente.
“Etero, gay, bisessuale, Grifondoro, Tassorosso,
Serpeverde…stupide inutili etichette. Non servono a niente e
mai serviranno a niente. Vuoi sapere cosa penso davvero, Signor
Christopher Paul Colfer? Penso che tu sia una dannata tentazione, e che
ogni istinto che soffochiamo ci avvelena
l’esistenza” replicò Darren chiudendo
nuovamente la distanza che si era creata fra le loro labbra come se non
riuscisse a stargli lontano nemmeno un altro secondo.
E, come se non fosse abbastanza, poggiò saldamente una mano
sulla sua vita e spinse il bacino contro quello del ragazzo, che emise
un gemito cristallino.
Chris instintivamente gli cinse il collo con le braccia e si fece a sua
volta più vicino, rispondendo con impeto a quel bacio che
così tante volte si era impedito di immaginare.
Perché anche se lo avrebbe negato perfino sotto tortura e
sarebbe stato pronto a giurare su tutto quello che aveva di
più caro che la sigla citata nelle piccole scritte “I <3
DC” sparse qua e là nei suoi quaderni stava per “I
love Diet Coke”, Chris aveva una paurosa e
imbarazzante cotta per Darren Criss addirittura da prima di conoscerlo.
Come faceva a non innamorarsi follemente di una versione tanto
talentuosa, esilarante e sexy di Harry Potter?
E da quando era stato assunto per interpretare il personaggio che
sarebbe diventato il ragazzo di Kurt, beh la situazione era anche
peggiorata, perché conoscerlo di persona aveva semplicemente
confermato i motivi per i quali aveva una cotta per lui.
Darren Criss era un vero talento musicale, quasi quanto lui; era
incredibilmente divertente e capace di strappargli una risata anche nel
più nero dei momenti, ed infine, ultimo ma decisamente non
meno importante, era insopportabilmente bello. Talmente bello che
mentre sorrideva si imbambolava a guardarlo per un po’, come
se improvvisamente tutto il resto fosse sparito e non ci fosse
nient’altro degno di essere guardato.
Ma essere infatuati di un proprio collega non era professionale. E
pomiciare con lui in un modo talmente erotico da rischiare
l’autocombustione davanti alla porta di casa sua non era
professionale.
“Dobbiamo andare a letto” riuscì a
sussurrare Chris staccandosi dalla bocca di Darren per prendere fiato.
Entrambi avevano le labbra gonfie e umide, respiravano a fatica ed
avevano il viso completamente arrossato. Il ragazzo riccioluto gli
rivolse un sorrisino malizioso.
“Proprio quello a cui stavo pensando” rispose
cercando di sfilarsi le chiavi di casa dalla tasca. Chris
ridacchiò e scosse il capo.
“Intendo io nel MIO letto a casa MIA ,e tu nel TUO letto a
casa TUA. Da soli” replicò il soprano alzando gli
occhi al cielo divertito. Darren arricciò il labbro
inferiore e fece gli occhi dolci.
“E tu abbandoneresti un tuo amico così, in queste
condizioni? Sei davvero una persona spietata, non me lo sarei mai
aspettato da te” ribattè lasciando
un’umida scia di baci sul collo di Chris, fino ad arrivare al
suo orecchio.
“Non vieni ad assicurarti che mi levi la camicia prima di
dormire, per non stropicciarla?” gli mormorò
sensualmente mordicchiandogli il lobo.
Chris sospirò forte e appoggiò la testa al muro,
in segno di sconfitta. Era arrivato al limite della sopportazione. Con
uno scatto fulmineo ribaltò le posizioni e sbattè
Darren contro il muro, baciandolo con tanta irruenza che aveva paura di
cominciare a sanguinare.
Fece scivolare una mano nella tasca dei suoi pantaloni per tirare fuori
le chiavi, e Darren mugulò forte nella sua bocca. Chris si
staccò e lo guardò come se lo volesse mangiare.
“Se domani non riesci neanche a camminare, sappi che te la
sei cercata”
*
Come era prevedibile, la mattina Darren si svegliò con un
bel mal di testa. Si stropicciò la fronte e aprì
appena gli occhi, disturbati dalla luce del sole che entrava dalla
finestra.
Accanto a lui era disteso Chris, girato di spalle e coperto dal
lenzuolo soltanto dalla vita in giù. Alla vista di quella
pelle incredibilmente lattea, con ancora qualche segno lasciato
impresso dalla sua bocca, lo stomaco di Darren si contorse
piacevolmente.
Si girò su un fianco a sua volta e prese un grande respiro,
sentendo forte nelle narici il suo odore. Inaspettatamente Chris si
voltò di scatto, gli occhi celesti ben aperti e vigili.
“Ti sei svegliato” disse senza alcun tono
particolare, stendondosi sulla schiena e incrociando le mani sul petto.
Darren notò che sul collo aveva una macchia violacea davvero
grande, e si sorprese di essere stato tanto impetuoso.
“Mi sa che oggi ti servirà una sciarpa”
disse indicandogli il succhiotto.
“E a te una sedia a rotelle” ribattè con
pronto sarcasmo l’altro, facendo scoppiare a ridere di gusto
l’amico, che inevitabilmente imitò.
“Mi dispiace, non volevo essere
tanto…irruente” disse il ragazzo riccioluto quando
smise di ridere. Chris fece spallucce.
“E’ stato un piacere” rispose prima di
alzarsi e raccogliere i suoi vestiti.
“Forza stallone, mettiti qualcosa addosso che siamo
già in ritardo” gli disse rivolgendogli un
sorrisino divertito.
Questo obbedì velocemente e prima di uscire di casa gli
avvolse una sciarpa intorno al collo, rivolgendogli un sorriso
adorabile, che fece quasi ammettere a Chris che forse quella notte non
era stata poi una cattiva idea.
*
Mezz’ora dopo che erano arrivati sul set, tutti, anche
l’assistente del ragazzo addetto a svuotare i cestini,
sapevano che Chris Colfer e Darren Chris avevano fatto sesso.
Certo, vederli arrivare sulla stessa macchina, Chris con addosso gli
stessi vestiti della sera prima e una sospetta sciarpa avvolta al collo
nonostante il caldo tipico di Los Angeles, e Darren con i capelli
più sconvolti del solito e una camminata un po’
incerta, aveva lasciato poco spazio ai dubbi.
Senza neanche rendersene conto vennero completamente circondati dai
loro compagni di cast che cominciarono a sbraitare
all’unisono creando un baccano inverosimile e terrificante.
“Lo sapevo, lo sapevo che non eri etero!!”
“Lo sapevo, lo sapevo che avevi una cotta per lui!!”
“Lo sapevo, lo sapevo che sareste entrati nel
personaggio!!”
I due ragazzi si guardarono a vicenda terrorizzati mentre i lori
colleghi continuavano imperterriti a vociare e girarli intorno come
squali. Lea si fece avanti e tolse la sciarpa a Chris scoprendo il
gigantesco succhiotto, creando ancora più strepitio.
Iqbal Theba, che passava di lì, incuriosito dal vociare si
avvicinò e vedendo la macchia viola sul collo di Chris
urlò impaurito: “Oh mio Dio è stato
attaccato da un vampiro!!”, per poi fuggire, lasciando tutti
a fare battute davvero squallide su Darren e la sua crisi di vampirismo
sfogata sul povero Chris.
“Ehm…puoi tirare fuori i tuoi sai? Ho davvero
paura adesso” sussurrò il ragazzo riccioluto
afferrando il braccio dell’amico.
Ryan Murphy arrivò a passo di marcia e si
introfulò nella mischia, osservando Chris e Darren con un
sopracciglio alzato.
“Mi sento quasi in colpa, lo sapevo che l’ultima
scena Klaine girata era troppo per voi due…” disse
per poi sospirare e fare un cenno con la mano al soprano.
“Dobbiamo mettere un po’ di trucco sopra
quell’imbarazzante succhiotto. Oggi dobbiamo giare la scena
dove ti cambi la maglia, te ne sei scordato?” gli fece
scuotendo il capo.
Chris e Darren si voltarono di scatto uno verso l’altro,
guardandosi con gli occhi spalancati.
“Ehm…Ryan…mi sa che ne
servirà parecchio, di trucco…”
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