Francesca

di fedenow
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Francesca






FRANCESCA





Era un giorno d’inverno
quello in cui ho incontrato Francesca.
Amici di amici – si dice così -,
e lei è una bella ragazza.
Sorride con un ghigno strano
e bisbiglia piano quando parla.
Che voce roca che ha, Francesca.

Con Francesca parli dei corsi,
ed è difficile che lei sorrida.
Con Francesca accenni al tempo,
e lei fa la babysitter.
Ma tu la conosci, Francesca la Pazza?
Ha amato per anni
lo stesso ragazzo. E basta così.
Francesca che non beve caffè
e disegna fiori sui fogli,
Francesca che è grande,
ma vuoi abbracciarla.

Francesca ti dice
che P. non le piace,
che le ha offerto un tè,
ma lei ha rifiutato: aveva già bevuto.
Francesca cammina
e si sente un po’ strana,
perché non è un hobby.
Francesca non corre,
perché non ha fretta.
Francesca sparisce nel nulla
e sussurra
che vuole scrivere un libro con dedica:
"A mamma e papà,
che mi hanno insegnato tutto, tranne a essere felice.
(Ma va bene così,
perché quando ho scoperto che è possibile
è stato bellissimo.)"

Francesca ti sfugge dalle dita,
scuotendo i suoi lunghi capelli biondi.
L’ho incontrata su un autobus,
ascoltava la musica,
e sembrava una musa
di quegli anni Settanta.
E lei è così,
con i vestiti stropicciati,
e gli occhi castani che ti portano altrove,
ma in casa sua è vietato l’accesso
ai non autorizzati.
Ha le dita sottili,
le osserva come fossero artigli,
e vi chiude dentro
tutto quello che trova.

Francesca guarda un libro
e ci vede chissà cosa,
a studiare oggetti antichi,
le epoche antiche,
e antiche vite.
Francesca è una tela
macchiata dal tempo,
che la vita ha consunto,
e ciò che resta è pensiero
ignorante della realtà.
Francesca vive nella sua testa,
ma fuori poco
(anche se va alle feste),
perché la gente non le piace,
perché le fa domande,
e Francesca si confonde
e vuole una mano
e non la trova
e ha paura.
Francesca è un tarlo nella mente,
non riesce a capire
se nella sua o degli altri.

Io ho visto Francesca
e sembrava respirare,
come fa non sa nemmeno lei.
I suoi polmoni
sono lastre d’acciaio,
e le sue labbra
del rosso più intenso.
Francesca mi guarda,
è un’opera d’arte,
ha dentro la vita
arpionata a qualcosa
la sua gonna strana
volteggia mentre si allontana
un inchino
un sorriso
e tutto ciò che rimane di lei.







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