*si
guarda in giro a disagio* ...cosa non si fa per amore... regalo di
compleanno per il
mio
Skull Kid, per motivi specifici spiegati in nota a fine
fanfic o
spoilerano. Mah. Mi sono anche divertita a scriverla, ma...
*tamburella nervosa*
Scorre
la sabbia delle ere
Il
viaggio di Link era solitario, da quando aveva preso congedo dalla
principessa. Rimpiangeva le cavalcate fianco a fianco in testa alla
carovana, la risata pronta e cristallina alle sue rade battute, la
treccia alta che ricadeva sul bianco sporco e disadorno della veste
quando si allenavano alla spada. Quando l'aveva salutata, chiamandola
amica e compagna d'arme, tutto il suo popolo si era vestito a festa
di verdi e rosa, facendo fiorire il deserto fino al calar del sole.
Chiudendo gli occhi, ricordava ancora i giochi creati dal vento fra
quei veli, come tutto sembrasse luce e aria in un meriggio sospeso.
Zelda vegliava pensierosa sulle danze, con la fronte aggrottata dal
peso di un copricapo intrecciato di stoffe e statuaria sotto mille
volute dei colori più accesi.
Link
li aveva lasciati e aveva imboccato il cammino della terra.
Alla
vostra salute, brindò fra sè e
sè sedendo su una piatta roccia
calcarea. Ai suoi piedi si stendeva un lago sotterraneo, le cui acque
brillavano sotto la luce della sua lanterna. In lontananza si
potevano scorgere le rovine di una civiltà che di quelle
caverne
aveva fatto la propria casa e Link, che pure aveva percorso i suoi
corridoi e dormito agli angoli delle sue piazze, non avrebbe saputo
darle un nome. Sapeva invece che le Dee disponevano con chiarezza i
loro presagi, per chi avesse occhi e cuore per leggerli, e la pietra
recava scritto che li avrebbe incontrati ancora.
Si
chiese che terre battesse in quel momento la carovana di quel popolo
senza patria. Avrebbe desiderato seguirli – era dolce il
pensiero
di tornare a immergersi fra voci hylian, cavalcare al passo seguendo
l'andatura dei rettili larghi e piatti su cui montavano le loro case,
avere la schiena protetta la notte e qualcuno con cui spezzare il
pane al mattino, ma Link aveva sentito già in quelle poche
settimane
che il viaggio festante della carovana avrebbe finito per riempire di
rumore lo spazio fra un orecchio e l'altro. Sui monti Meti solevano
dire che, sul lungo tragitto, la solitudine è la miglior
compagnia
del viaggiatore e Link si sentiva di apprezzare quella declinazione
della saggezza popolare.
Così
lo spazio fra le sue orecchie restò sgombero abbastanza da
accogliere ogni suono non fosse quello dei suoi passi o delle gocce
che si staccavano dalle stalattiti. C'erano sussurri nel profondo
della terra, rantoli, cozzare di pietre. Li sentì muoversi
ore prima
di vedere un'ombra guizzare in lontananza e da lì fu ancora
una
lunga veglia prima che l'avversario si mostrasse nello spiazzo che
Link aveva scelto per attendere lo scontro, troppo illuminato per
un'imboscata. La sua spada guizzò alla luce delle torce e si
abbatté
sulla creatura con un gesto semplice e meccanico, come un
allenamento, imponendosi di non pensare alla situazione e di non
farsi prendere dall'inquietudine. Solo quando esaminò il
corpo del
nemico immobile a terra si concesse di rabbrividire: quella bestia
gobba e zannuta non era hylian, né rispecchiava le figure
dipinte
sui muri della città sotterranea. I suoi tratti ricordavano
altri
disegni, quelli dei Bokoblin delle storie d'infanzia. Mostri di
fiabe. Non c'era malvagità nelle rovine, ma qualcosa le
stava
attraversando come una vena nera: in quello stesso momento, un
clangore metallico riecheggiava in un corridoio alto e si perdeva in
lontananza.
Una
lama di luce tagliava il terreno della caverna spoglia in cui si
riversava l'ennesimo cunicolo, costringendo Link a proteggersi gli
occhi con lo scudo rialzato. Aveva infine ritrovato il sole? Con uno
scatto gioioso si alzò in piedi e corse verso la fessura,
scuotendo
i lunghi capelli castani e dischiudendosi in un sorriso. Il fianco
della montagna si apriva come una coltellata su di una terra bruna e
sconnessa, dominata da pilastri di roccia scavati dal vento. Solo in
basso, a valle, una linea sottile di verde. Nessun sentiero.
Non
era un'uscita, non ancora: solo una finestra sul futuro delle sue
peregrinazioni. Se la fece bastare. La ragazza si aggiustò
il
cappuccio, imbracciò lo scudo e si rimise in cammino.
Note:
-
Alla
domanda “Cosa cambierebbe se Link fosse donna?”, la
mia risposta
è “Ben poco!”, come si evince da
quest'esercizio assolutamente
lezioso nella schivata di qualunque elemento della frase andasse
declinato al femminile XD Vorrei vederla davvero nei giochi, vorrei
vederla
nel fandom in versioni che non sembrino uscite da una brutta doujinshi yuri,
vorrei più protagoniste femminili che fanno normalmente
cose. Secondariamente, vorrei non vedere più
né i
giochi né il fandom in vita mia, ma dubito che
accadrà, ergo
Skull
tiene ancor di più all'idea, se n'è uscito con quello
che a me sembra un
redesign molto adatto e l'ha ampliato con qualche sprazzo di
ambientazione e trama, idee che ho ripreso qui nella fanfiction (Zelda
principessa guerriera di un popolo nomade, ad esempio, e una vasta
area iniziale in delle caverne) ampliandole a mia volta con qualche
dettaglio.
-
Re: ispirazioni, disse
il mio subconscio: “So I heard you like caverns so I put some
Cavern in your caverns so you can cavern while you cavern”
“'twas
to be expected”, risposi. A parte l'Ovvio (Uru), credo che
sia
uscita un po' all'odor di Wanda e un po' di Vagrant Story... che alla
fin fine mi paiono complementi abbastanza adatti (mancherebbe giusto
Okami per far poker). Probabilmente c'è dentro qualcosa
anche di
Romancing SaGa Minstrel Song... ne sarei più certa se
l'avessi
effettivamente giocato XD
-
Infine,
il titolo è primariamente una battutaccia onomatopeica
autoreferenziale, perché il nome in codice della fanfic era
appunto
“Hissssssss”.
A parte quello, è da intendersi come un rigirare la
clessidra della
Leggenda, un nuovo inizio e, non da ultimo, un senso di presagio per
eventi a venire. O, uhm, qualcosa. Torno a lidi più
congeniali che è
meglio, va'... E NOTIAMO CHE SONO 666 PAROLE SECCHE INVOLONTARIE.
DICEVO IO CHE MI STAVO VENDENDO L'ANIMA AL DIAVOLO PER QUESTO REGALO
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Auguri amore mio! Cento di questi progetti (possibilmente original)! B)
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