Tipologia:
one-shot
Genere:
dark, malinconico, introspettivo, mitologico.
Rating:
G (general) -l'unica cosa sconvolgente è che c'è
un bacio.
Warning:
Missing Moment, la storia è ambientata dopo il ritorno di
Diomede sulla sua isola ed è un ricordo.
Pairing:
Canon -il canon è dettato dalla coppia
Odisseo/Penelope.
Personaggio:
a scelta -il mio amato Ulisse e Diomede!
Random:
Death-fiction.
Note:
è una masculoXmasculo, molto ma molto leggera,
se non vi piace cliccate
sulla bella x
rossa lì in alto.
Ci sono delle volte in cui i libri e i personaggi ti entrano dentro le
vene. Molto probabilmente il mio amore viscerale per Ulisse si
sarà potuto evincere dal mio nick, ma quando ho letto
l'Iliade, Omero, di Alessando Baricco, ho avuto un brivido lungo tutta
la schiena. Mi sono innamorata di loro due e appena ne ho avuto
l'opportunità ci ho scritto su! Dai, che li shippava anche
Dante ♥
Note
storice/mitologiche: -si dice che sia stato Ulisse a
uccidere il figlio di Ettore
- quando Diomede tornò alla sua casa,
Afrodite aveva fatto sì che nessuno si ricordasse di lui.
Demofonte è stato colui che gli ha rubato il palladio. (wiki docet)
Mimneske mou
- Ricordati di me
Io, Odisseo, l'ho sempre amato. Non so bene
perché, non lo
so veramente, eppure ogni volta che lo vedevo, il mio petto si gonfiava
e il mio stomaco si attorcigliava.
Solitamente queste cose non accadono a un uomo, non devono accadere.
Ma io, Odisseo, l'ho sempre amato.
Ricordo quella sera, quando Menelao, distrutto di angoscia per le
copiose perdite, andò a cercare suo fratello. Quando mi
svegliai lui era già in piedi -era sempre sveglio lui, come
Argo, non riposavano i suoi occhi o se lo facevano, lasciavano che la
mente vegliasse il loro padrone.
Nestore lo teneva per un braccio -anche Nestore l'amava, l'amava come
un padre e come un maestro- e che ci sedemmo là dove Ettore
aveva versato il sangue dei nostri fratelli.
Non ci pensare, mi dissi, quest'odore pungente sono le braci
dell'accampamento -non di certo il profumo malsano di Ade.
Sono un eroe e sono coraggioso. Dissi che io avrei potuto spiare i
Troiani, che io sarei stato il loro Ermete. Ma io ho sempre amato
Odisseo ed egoisticamente, come una qualunque stupida donna che vuole
il suo uomo accanto, lo chiamai a me.
«Pronto di ingegno è quest'uomo. Sono forti le mie
braccia, ma la mia mente naviga lenta. Ho bisogno di un marinaio che
sappia alzare la vela e portarmi più lontano»
Lo guardai negli occhi e lo vidi sorridere, scosse la testa e
alzò una mano: «taci, Diomede, sarò il
tuo marinaio».
Non avevo mai visto Odisseo coperto di sangue, ero sempre troppo
occupato a combattere per curarmi di lui e lui stesso non era molto
predisposto alla guerra.
Posò il corpo del re dei Traci sulla poppa della nave e
chiuse gli occhi. L'avevo ucciso io, ma non avevo dèi a cui
votarmi. Meglio che faccia lui, mi dissi: fai tu, Odisseo.
Tu sai sempre cosa fare.
«A te, dea predatrice»
Le sue parole parevano quelle di un amante, forti, decise, ma di una
dolcezza d'ambrosia. Pensai che, per assurdo, sarei voluto essere io,
al posto di quella dea.
Perché sapevo che lui sua moglie l'amava e che io, Diomede
sprovveduto, amavo un uomo già troppo amato.
Iniziò a soffiare una brezza leggera e mormorai una
preghiera: non volevo diventare preda della fulgida Atena.
«Dovremmo lavarci» disse calmo lui, avvicinandosi
alle piccole onde del mare.
Annuii e lo seguii, lo vidi togliersi l'armatura leggera dentro la
quale avevamo corso e vidi i suoi splendenti capelli biondi riflettere
la luce della dolce Artemide.
Ripetei i suoi gesti e in poco tempo ci ritrovammo in acqua; ma nuotava
veloce, il prode re d'Itaca, e in breve si allontanò da me.
Lo provai a seguire e quando lo trovai, era seduto su una roccia,
intento a piangere.
Sussultai e velocemente lo raggiunsi, rimasi fermo, aggrappandomi anche
io allo scoglio tondo, fissandolo.
«Perché piangi, Odisseo?» gli domandai
affannato.
«Ah, Diomede, mio compagno di sventura, la vedi quella luna?
Artemide, la dea, starà baciando le dolci guance di mia
moglie, mentre io sto qui, consolato solo dal sangue di un triste
nemico» gemette, portandosi una mano tra i capelli.
Stetti in silenzio e mi morsi un labbro.
Gli eroi non si mordono le labbra, ma gli eroi non si innamorano mai
così fortemente.
«Lancia un bacio ad Artemide, allora, potrà darlo
a uno dei suoi cani e farlo correre fino alla tua amata
Penelope» suggerii, sorridendo flebilmente e arrampicandomi
accanto a lui.
I nostri corpi nudi si sfioravano e i respiri si unirono a quelli del
mare.
«Un bacio alla casta dea, Diomede, quale idea...»
sorrise tra sé, scuotendo la testa.
«Se proprio ti senti solo, eroe dal grande ingegno, posso
baciarti io» risi, cercando di rilassarmi.
Mi fissò, poi scoppiò a ridere anche lui,
riuscendo a ricacciare le lacrime amare di nostalgia.
«Non ce ne sarà bisogno, Diomede, mio compagno. Mi
basterà averti qui e poter parlare con te»
L'avrei voluto baciare, Odisseo, l'avrei voluto stringere tra le mie
braccia rudi e accarezzare la sua testa tanto sacra e importante. E
affondare il viso nel suo collo lungo e forte.
Oh, Diomede! Come sei folle! Non sei certo Zeus né Apollo!
Non riuscirai certo tu a cancellare dalla sua mente e dai suoi occhi
l'immagine dell'adorata moglie.
Allora, mi dissi, stai buono, Diomede. Calmo, stai al suo fianco e
amalo così.
Per sempre.
Gli strinsi di nascosto una mano, mentre il cavallo veniva trasportato
nella città e zittii con lo sguardo tutti quelli che lo
condannarono quando soffocò lo stolto che voleva tornare
dalla sua famiglia.
Gli sorrisi prima di scendere dal cavallo e sussurrai: «sii
forte, amico mio»
Sarei stato al suo fianco perché così doveva
essere e perché così io volevo.
Per sempre, mi dissi. Diomede, lo amerai per sempre. Lo seguii mentre
cercava come un leone a caccia il figlio dell'eroe che tanti morti
aveva portato agli achei. Lo vidi buttare per terra la sua sposa e
fissare quel bambino.
Lo vidi lanciarlo fuori dal palazzo, lo vidi farlo con un'estrema
freddezza.
Ma non lo condannai: eravamo in guerra e io l'amavo.
Non l'avrei mai condannato, mai.
Demofonte ladro, Afrodite ladra, mondo ingrato!
È questo il modo con il quale voi dèi avete
deciso di ricompensarmi?
Misero destino il mio, sto qui, Odisseo, guardo il mare. Aspetto di
vedere la tua nave, sperando che almeno tu, di me, ti ricordi.
Passano i giorni, Odisseo. Atena ti ha condotto a casa?
La mia, Afrodite malvagia, me l'ha tolta. Non mi restano che sassi e
ciottoli, e la vista di questo mare. Fa sempre più freddo,
Odisseo.
Chissà se qualcuno si ricorderà il mio nome,
Odisseo, chissà che qualcuno dirà mai: “Oh, quel Diomede, compagno di
Odisseo. Era coraggioso e amava la sua patria. Il destino perfido si
prese gioco di lui”.
Odisseo, mi ascolti?
Urlo il tuo nome rivolto verso il mare, i cani ululano con me e in
quest'isola sono solo un povero pazzo.
Non ho né l'armatura né l'aspetto di un eroe.
Misero uomo quale sono, sto morendo.
Odisseo, ascolta.
Odisseo, chiedi ad Atena di accogliere questo figlio dimenticato dal
mondo degli uomini. Saprò essere svelto di spirito e di
intelletto.
Odisseo, ricordati di me.
Angolo autrice:
non ho molto da dire ;________________; povero Diomede!
Quando il fandom ti chiama non puoi non rispondere! The
Fandom Show, è un'idea del «
Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest,
« since 01.06.08 »
Non ho altro da dire (:
Là
Ho deciso di
farmi un account facebook per chiunque mi volesse aggiungere e fare una
chiacchierata Ulissae
EFPaggiungetemi (:
Se avete un livejournal,
questo è il mio: ulissae
Idem per anobii (ha trovato il giochino, la bimba): Ulissae
anobii
Se invece volete farmi una qualsivoglia domanda, ecco il mio formspring: Ulissae
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