Questi personaggi non mi
appartengono,
ma sono proprietà di J. R. R. Tolkien, mentre Monica e gli
amici
sono di mia proprietà, quindi se li volete usare o prendere
come
spunto, prima siete pregati di chiedermelo. Questa storia è
stata
scritta senza alcuno scopo di lucro.
ERINTI
CAPITOLO
13:
LASTIE.
La
nuova arrivata montò sulla balaustra e si lasciò
cadere dall'altra
parte con una leggera spinta, atterrando davanti al gruppetto. Si
avvicinò a Melime ed Elveon con un largo sorriso che le
illuminava
il bel viso. Il piccolo Elfo l'abbracciò di slancio al collo.
- Non
sapevamo del tuo ritorno! - esclamò contenta l'Elfa bionda.
-
Già! Avevo pensato di avvisare, ma ho preferito farvi una
sorpresa!
- commentò l'altra ammiccando.
- Ci
sei riuscita perfettamente! - dichiarò Elladan sorridendole.
- A
dire il vero non era previsto che tornassimo così presto...
avevamo
pensato di recarci a Brea passando sopra le Colline Vento e poi
scendendo per il Decumano Est, ma mi è giunta voce che vi
è stato
un po' di trambusto qui ad Imladris, ultimamente, così ho
deciso di
fare ritorno per conoscere i giovani Uomini ospiti dell'Ultima Casa
Accogliente! - riferì voltandosi verso il gruppetto.
-
Elladan! - lo richiamò con tono di rimprovero il gemello,
guardandolo male.
- Mi
dispiace deluderti, fratello, ma questa volta io non c'entro niente!
- si difese l'altro alzando le mani, quindi si voltò verso
Melime.
- Non
sono stata io ad avvisarla! - dichiarò sorpresa.
- Le
notizie viaggiano in fretta! - esclamò Lastie sorridendo
divertita
verso Elrohir – Non prendertela con chi non ha colpa. - lo
rimbeccò
– E non sperare che ti dica come lo sono venuta a sapere! - I
due
si fissarono in cagnesco, poi la giovane Donna spostò di
nuovo
l'attenzione sui ragazzi. Li osservò uno ad uno fino a che
non
incontrò gli occhi nocciola di Monica. Restarono entrambe a
fissarsi
per un lungo momento, poi un piccolo sorriso le inarcò le
labbra –
Voi dovete essere Dama Monica! - esclamò raggiungendola.
Questa
si era incantata ad osservarla. Aveva intuito che non fosse un'Elfa
perché non era circondata da quell'aura eterea che li
caratterizzavano. Eppure non aveva mai visto una Donna così
bella,
nonostante indossasse degli abiti logori e sporchi e avesse i capelli
scompigliati e arruffati che le ricadevano sulle spalle. Era alta e
slanciata, ma non esile; il suo portamento era fiero. Gli occhi erano
due profonde pozze grigio-celesti che la scrutavano curiosi. Si
riscosse ed affermò.
- E'
davvero incredibile... - mormorò con un sorriso malinconico.
-
Quanto somigli ad Erdie? - chiese accennando un sorriso, la giovane.
Quella
la guardò sorpresa – Credevo non foste ancora a
conoscenza della
cosa! - riferì.
-
Sono stata informata poche ore fa. - le comunicò lanciando
un'occhiata ad Elrohir.
Lastie
la imitò – Ti sei deciso finalmente! Quanto volevi
far penare
ancora questa poveretta? - sbottò seccata – Sei
proprio uno
stupido! - l'Elfo stava per ribattere, ma lei continuò
rivolgendosi
di nuovo alla ragazza – Vi prego di perdonarlo, spesso non si
ferma
a riflettere e quindi non sa' cosa potrebbero comportare le sue
azioni! -
- Mi
stai insultando! - le fece notare il diretto interessato con aria per
nulla compiaciuta.
- Ne
sono pienamente consapevole! - replicò lei sogghignando.
-
Ecco che ricominciano! - mormorò Elladan sospirando
sconsolato –
Non hanno nemmeno fatto in tempo a rivedersi! -
Monica,
che stava spostando lo sguardo dall'una all'altro, si girò
verso
quest'ultimo corrugando la fronte.
-
Fanno sempre così, non vi preoccupate! - intervenne Melime
che
sembrava si stesse divertendo mentre i due continuavano a discutere.
-
Lastie, scusa se interrompo il vostro battibecco, ma non credo che
sia il momento più opportuno... non dovresti fare rapporto?
- le
ricordò Glorfindel.
- Oh
sì, giusto! - esclamò battendosi un pugno sul
palmo della mano –
Me ne stavo dimenticando... tutta colpa tua! - concluse la frase
guardando male l'Elfo moro.
-
Bene! Allora ci conviene sbrigarci prima che arrivi l'ora di pranzo!
- suggerì Elladan iniziando a spingere il gemello prima che
questo
potesse aprir bocca, seguito da Glorfindel.
Lastie
si voltò verso Monica – Ci rivedremo a pranzo! -
comunicò
sorridendole prima di salire le scale e scomparire nel corridoio.
-
Tipo interessante! - commentò Leonardo, ricevendo subito
dopo
un'occhiataccia da Sabrina.
Monica
intanto aveva raccolto la guaina della sua spada da terra,
rinfoderandola – Io torno nella mia stanza, ho bisogno di
darmi una
rinfrescata! - annunciò.
Gli
amici affermarono. Elisa si propose di accompagnarla. Voleva sapere
il prima possibile cosa fosse quella storia di Erdie. Una volta
raggiunta la stanza dell'amica, questa le raccontò tutto. La
moretta
stentava a crederci – Fammi capire bene... - disse portandosi
una
mano alla fronte, cercando di riordinare le informazioni appena
ricevute – Mi stai dicendo che tu assomiglieresti a questa
Erdie
che è morta anni fa? - riassunse.
- Da
quello che hanno detto Elrohir e Lastie, sono identica! -
dichiarò
davanti allo specchio, intenta ad allacciarsi la casacca.
- E
come si spiegherebbe la cosa? - le domandò lanciandole
un'occhiata
perplessa.
L'amica
ci pensò su un po' – Non lo so! - rispose alzando
le spalle.
Il
suono della campana che annunciava il pranzo fece cadere lì
il
discorso.
Finito
di mangiare, Glorfindel informò la giovane che nel
pomeriggio non si
sarebbero allenati. Così lei ne approfittò per
passare un po' di
tempo con gli amici, che era da giorni che trascurava. Questi ne
furono felici, sopratutto Alessandro che ora si era rilassato e
tranquillizzato nel vedere la sorella decisamente più
allegra.
Evidentemente
stava riuscendo a nascondere egregiamente il suo turbamento. Da
quando si era ricordata che prima o poi avrebbero lasciato quel
posto, il suo umore era decisamente peggiorato. Ma si stava sforzando
di apparire rilassata e spensierata.
Si
erano raggruppati in una delle terrazze che caratterizzavano l'Ultima
Casa Accogliente, godendosi la bellissima giornata calda. Lastie ed
Elveon si unirono a loro: la prima era curiosa di scoprire qualcosa
riguardante il mondo da cui provenivano; il piccolo Elfo, invece, non
si era lasciato sfuggire l'occasione di poter passare del tempo con
le sue due fanciulle preferite. Ascoltò rapito e affascinato
i
racconti dei ragazzi che descrissero gli strani giochi che erano
abituati a fare i bambini del loro mondo; o i bizzarri oggetti che
usavano per le svariate cose. Quello che lo colpì di
più fu il
treno: un lungo serpente di metallo che correva su delle assi di
ferro, in grado di trasportare le persone da una città
all'altra in
pochissimo tempo.
Furono
talmente presi dalla conversazione che, quando giunse l'ora di cena,
ne rimasero sorpresi.
Al
loro tavolo, quella sera, si aggregarono anche Lastie e Elveon che,
non sazio di tutto quello che aveva ascoltato fino a quel momento,
reclamò che gli venisse raccontato altro, a tutti i costi.
Anche
i quattro Elfi, che ormai da giorni si erano uniti al gruppetto,
prestarono attenzione alle loro parole. Era la prima volta che i
ragazzi si dilettavano a descrivere la Terra in loro presenza e ne
furono felici.
Avevano
iniziato a mangiare da circa dieci minuti quando Milena li raggiunse.
Era dovuta passare in camera, invece di seguirli direttamente nella
grande sala. Stefano si voltò ad accoglierla con un sorriso,
ma si
fece subito serio nel notare il suo viso pallido. - E' successo
qualcosa? - chiese a bassa voce quando gli si sedette accanto.
La
giovane scosse la testa e accennò un sorriso tirato
– No, niente!
E' solo che, nonostante siano ormai giorni che viviamo qui, ancora
non ricordo bene la strada per arrivare fin qua... mi sono persa! -
dichiarò cercando di parlare nel modo più
naturale possibile, ma la
sua voce era leggermente tremolante e affannata.
Il
ragazzo però non vi badò, anzi, la
canzonò per il suo scarso senso
d'orientamento.
Nemmeno
gli altri vi fecero caso, concentrati com'erano sui loro discorsi.
Nessuno scorse nei suoi occhi verdi il velo di terrore che li aveva
avvolti.
Avevano
da poco terminato di cenare. I ragazzi si erano fermati a parlare
lì
nel salone con gli amici Elfi; Lastie aveva raggiunto Elladan e
Melime con Elveon, che aveva iniziato a ripetere ai genitori tutto
quello che gli era stato raccontato.
Monica
preferì allontanarsi e passare un po' di tempo da sola.
Inventò una
scusa e uscì dal salone. L'unico posto che le venne in mente
dove
poter trascorrere del tempo senza essere disturbata, fu la
Biblioteca. Almeno sarebbe riuscita a distrarsi leggendo qualcosa.
Una volta lì, si diresse verso lo scaffale su cui vi erano
riposti i
tomi tradotti, sotto lo sguardo indagatore di due Elfi seduti in
disparte, ognuno ad un tavolo. Li salutò con un leggero
cenno del
capo quando passò loro davanti, quindi si
concentrò sui titoli che
aveva di fronte. La tentazione di rimpossessarsi della “Copia
del Libro Rosso” fu fortissima, ma alla fine optò
per qualcosa di
nuovo. Afferrò un libro a caso sulla sua sinistra: era di
grandezza
normale, racchiuso sempre in una copertina di pelle scura. Raggiunse
un tavolo libero, vicino le arcate che davano sulla terrazza. La
fiamma della candela che illuminava il suo posto tremolava alla
leggera brezza che entrava dalle arcate. Riusciva a percepire
distintamente il fresco e inebriante profumo dei pini. Infine
spostò
lo sguardo sul dorso del libro e sgranò gli occhi nocciola,
stupita.
Il titolo era scritto in argento e con una grafia arzigogolata:
“Grammatica
Sindarin”.
“Bé... almeno mi
terrà abbastanza impegnata!”
pensò inarcando le labbra in un sorriso divertito.
Si sedette e iniziò a sfogliare interessata le prime
pagine.
Lastie si fermò davanti la porta
in legno semiaperta.
Era arrivata fin lì su consiglio di Glorfindel e sperava che
non si
sbagliasse. Varcò l'entrata e fece scorrere gli occhi
grigio-celesti
nella stanza fino a che non scorse una figura seduta ad un tavolo,
leggermente piegata in avanti. Sorrise nel vederla tanto concentrata.
La raggiunse cercando di fare il più piano possibile e, una
volta
che le fu alle spalle, si chinò sopra di lei - Non
è una lettura
troppo impegnativa per voi? - domandò, scoppiando poi a
ridere al
salto che la poveretta fece per la paura.
- Vi scongiuro... non lo fate più... se tenete almeno
un minimo alla mia vita! - si lamentò la ragazza scoccandole
uno
sguardo bieco – Già devo stare attenta agli
agguati di Glorfindel,
se poi vi ci mettete anche voi… -
Un'altra risata risuonò nella Biblioteca. Dei secchi
colpi di tosse, provenienti da uno dei presenti, fece notare alla
giovane Donna che il suo comportamento non era gradito. Questa si
chinò di nuovo sulla vicina – Venite... andiamo a
fare due passi.
- sussurrò e prima che Monica potesse ribattere,
l'afferrò per un
braccio e la trascinò fuori sulla terrazza, lasciando il
libro
aperto sul tavolo.
- Avete bisogno di qualcosa? - le chiese la castana che
stava provando a dare un senso a quella reazione.
- Non in particolare... stavo solo cercando qualcuno che
mi facesse compagnia! - spiegò sorridendole divertita,
continuando a
trascinarla.
- Ma io ero occupata a fare altro... - provò a
replicare.
Quella si fermò di botto, rischiando che l'altra le
finisse contro, e la guardò in silenzio alcuni istanti
– Non credo
che quello sia un buon modo per imparare il Sindarin... sopratutto
è
assolutamente noioso. - ribatté seria – Se proprio
vi siete messa
in testa di imparare la lingua elfica, vi consiglio di farvela
insegnare da qualcuno... sarebbe decisamente più produttivo!
-
concluse sorridendole.
- Ah... capisco! - esclamò poco convinta.
- Se volete posso insegnarvela io! - suggerì
entusiasta.
- Bé... - fece per acconsentire, ma venne di nuovo
interrotta.
- Ma non questa sera... - dichiarò – sarebbe
più
propenso domani mattina! Meglio avere la mente riposata e sgombra da
torvi pensieri. -
Monica acconsentì. In fondo il suo ragionamento non
faceva una piega. E da come la stava guardando sembrava avesse
intuito che ci fosse qualcosa che la inquietava. Decise comunque di
non rivelarle niente.
Proseguirono la passeggiata in silenzio,
ognuna immersa
nei propri pensieri, sotto i raggi argentati della luna calante.
- In che rapporti eravate con Erdie? - chiese
all'improvviso la castana. Non sapeva nemmeno lei che cosa l'avesse
spinta a porre quella domanda. Le era balenata in testa e aveva dato
fiato alle parole.
Lastie sembrò sorpresa. Poi un sorriso dolce le
illuminò il viso – Era una compagna affidabile e
una carissima
amica... la consideravo come una sorella! - rispose rattristandosi.
- Oh... mi dispiace... non avrei dovuto... - farfugliò
imbarazzata, maledicendosi per il suo poco tatto.
- No, invece sono contenta che me lo abbiate chiesto! -
la tranquillizzò – Mi piace parlare di lei! Mi
aiuta a non
dimenticarla! - nel mentre, si avvicinò ad una panchina di
legno e
vi ci sedette – Vedete... gli altri sono molto restii a
farlo...
sopratutto Elrohir... ma penso che questo l'avete notato! - concluse
mentre la osservava sedersi lì accanto.
La ragazza affermò con il capo e si girò a
guardarla
negli occhi – Questa mattina mi ha detto che anche per lui e
per
Elladan era come una sorella. -
- Esatto! Ma Elrohir risente più di tutti del peso
della sua morte! - proferì distogliendo lo sguardo,
rivolgendolo poi
al cielo stellato – Ricordo il giorno in cui perì
come se fosse
ieri... ho quegli ultimi momenti vividi nella testa, come se mi
fossero stati impressi con il fuoco... - la voce era bassa e
melodica, ma piena di tristezza e malinconia – Facevamo parte
di
una spedizione che aveva avuto il compito di controllare la zona tra
l'Anduin e gli Emyn Muil... sapete dov'è? -
spostò lo sguardo sulla
vicina, giusto il tempo di vederla affermare con il capo, quindi
ritornò a contemplare i puntini luminosi sopra la sua testa
–
Giravano delle strane voci in quel periodo. Vi erano stati degli
avvistamenti di strane creature. All'inizio non demmo peso a
ciò,
credendole solo delle dicerie. Ma quando la gente iniziò a
scomparire nel nulla, Re Elessar e il Sovrintendente Faramir vollero
vederci chiaro. Avevano bisogno di qualcuno che si sapeva muovere
bene e velocemente su terreni dissestati e impervi... e chi se non
meglio dei Raminghi e degli Elfi? Per quanto riguarda questi ultimi,
si offrirono di parteciparvi Elladan ed Elrohir, che si trovavano a
Gondor in visita alla Regina Arwen, che aveva appena partorito.
Invece, per i Raminghi, mi offrii io volontaria e due miei
sottoposti... -
- Voi fate parte dei Raminghi?! - esclamò l'altra, in
quel momento sembrava l'impersonificazione dello stupore.
Lastie ridacchiò divertita per l'espressione buffa che
le si era disegnata sul viso – Sì! E se proprio
vogliamo essere
precisi... in questo momento state parlando con il loro Capitano! -
precisò sorridendo soddisfatta.
Ci mancò poco che a Monica le si slogasse la mandibola.
Boccheggiò alcuni secondi, incapace di dire una parola; poi
cercò
di riprendersi dalla sconvolgente notizia, provando a ricomporre le
idee e in quel momento un pensiero la investì come una
doccia
fredda – N-non... non sarete mica... una... Dunedain... - il
largo
sorriso che si formò sul viso dell'altra confermò
la sua
supposizione e peggiorò notevolmente il suo stato d'animo.
Ormai era
andata completamente in tilt. Non sapeva più come
comportarsi e
iniziò ad agitarsi sulla panca.
La
giovane Donna ridacchiò divertita e vedendola in
difficoltà non
aggiunse altro sul proprio conto, ma riprese a raccontare la storia
–
Dove ero rimasta? Ah, sì... eravamo pronti a partire, noi
cinque...
Re Elessar e il Sovrintendente avevano approvato il piccolo gruppetto
constatando che eravamo il numero giusto per poter muoverci
velocemente e passare inosservati. Eravamo tutti a conoscenza
dell'esistenza di spie del Male in cui avremmo potuto imbatterci e un
numero maggiore di persone avrebbe destato sospetti. Ma la sera prima
della partenza si aggiunse un altro componente, quasi di forza:
ovviamente sto parlando di Erdie. Era un tipo che non si lasciava mai
sfuggire l'occasione di un po' di avventura e, non appena venne a
sapere della missione, volle a tutti i costi farne parte. Non
servì
a niente opporsi. Quando si metteva in testa una cosa, non c'era
verso di farle cambiare idea. - il suo volto si rabbuiò
improvvisamente e il tono, fino a quel momento leggero e allegro,
andò via via scemando – Con il senno del poi,
sapendo quello che
le sarebbe accaduto, avrei cercato in ogni modo di non farla venire
con noi... anche a costo di mettere a repentaglio la nostra amicizia.
Se sono qui, ora, a raccontarvi tutto ciò, lo devo solo a
lei e al
suo sacrificio. - sospirò e continuò –
Ci impiegammo due
settimane per scorgere le prime tracce degli esseri di cui ci era
stato parlato. Erano insolite, perché non rassomigliavano a
nessuna
delle creature che conoscevamo. Erano leggermente più
piccole di
quelle di un Troll e camminavano anche loro su due gambe, ma avevano
artigli che lasciavano solchi in profondità. La cosa strana
era che,
ogni volta ne trovavamo alcune, improvvisamente scomparivano nel
nulla. Non riuscivamo a capire come potesse accadere e la cosa non
era affatto positiva. Anche perché un essere di quella
stazza è
impossibile che scompaia nel nulla. Iniziammo così a
supporre che
potessero avere delle ali, anche se non trovammo alcun indizio che
approvasse l'ipotesi. Di piume più grandi del normale non vi
era
traccia in giro. Allora pensammo che quelle fossero formate da
membrane, come quelle dei pipistrelli. Ma ci sbagliavamo. - il tono
di voce cambiò di nuovo facendosi cupo –
All'incirca un mese dopo
la nostra partenza, erano i primi di gennaio, scorgemmo delle tracce
fresche e Elladan percepì dei rumori in lontananza. Ricordo
che quel
giorno nevicava e per paura che quelle potessero scomparire sotto la
coltre bianca, ci precipitammo verso la direzione indicata, ma
finimmo in una radura vuota ai margini dell'Anduin. Non ci eravamo
minimamente resi conto di essere finiti in trappola. Probabilmente
quella creatura era da giorni che ci teneva sotto controllo... e era
affamata. Era l'alba, avevamo appena deciso di ritornare sui nostri
passi quando ci attaccò alle spalle. Fu talmente veloce che
ci
accorgemmo della sua presenza quando ormai era troppo tardi. Veon,
uno dei mie sottoposti, ci cadde davanti i piedi, il ventre
squarciato. Elladan venne colpito al fianco e scaraventato a terra
metri più avanti. Quando ci voltammo ci trovammo davanti un
mostro:
poco più basso di un Troll e la metà della sua
stazza; ricoperto di
pelle scura, marrone e nera; alle mani lunghi artigli affilati; aveva
una grande bocca da cui spuntavano una miriade di denti
affilatissimi; quello che impressionavano di più erano gli
occhi:
tondi e completamente bianchi; le braccia erano lunghe, gli
arrivavano quasi a terra; la sua velocità e la sua forza
erano
impressionanti grazie alla muscolatura massiccia. Emanava un odore
nauseabondo... che sapeva di morte. Non ci impiegò molto a
metterci
tutti fuori gioco. Eravamo spacciati. O così credevo... La
creatura
si fiondò su di me, pronta a finirmi. Ma Erdie si frappose
fra di
noi e venne trapassata da parte a parte da un artiglio.
Riuscì
comunque nell'intento di bloccarlo. Elrohir non se lo fece ripetere
due volte e colse l'occasione sferrando due fendenti che gli
mozzarono il braccio a metà. Stava per colpirlo di nuovo, ma
quello
scomparve da sotto il nostro sguardo. E finalmente capimmo come mai
ne avevamo perso sempre le tracce: si era rifugiato sotto terra. -
- Ma come... è possibile? - domandò sconvolta
Monica.
- Si muove fra i cunicoli che scava a diversi metri di
profondità. Ha un udito molto sviluppato. - rispose
appoggiando la
schiena al muro dietro di loro.
- Erdie... era morta? - chiese dopo alcuni istanti di
silenzio.
-
No, ma era ferita gravemente! Ce ne rendemmo subito conto quando io e
Elrohir la soccorremmo. L'artiglio l'aveva colpita all'addome e stava
perdendo molto sangue... Provammo a farla stare lunga, ma, con nostra
sorpresa, impugnò la spada che le era caduta e si
rialzò,
intimandoci di recuperare Elladan, Varno, i cavalli e andarcene. Non
abbiamo avuto nemmeno il tempo di replicare che la creatura
sbucò di
nuovo dal terreno e ci si fiondò addosso, con più
furia di prima.
Elrohir stava per venire colpito, ma Erdie doveva aver intuito la
mossa e bloccò il colpo. Ci gridò contro di
andarcene, poi iniziò
ad ingaggiare una lotta contro quello. Noi non ci muovemmo. Non
avevamo nessuna intenzione di lasciarla lì da sola in balia
del
mostro. Recuperai la mia spada e mi lanciai contro di esso per darle
una mano. Elrohir fece altrettanto. Non riuscimmo ad arrivare a lui
che Erdie venne ferita di nuovo, questa volta ad una gamba. Il colpo
precedente l'aveva indebolita e faceva fatica a muoversi. Io e
Elrohir gli fummo addosso prima che potesse finirla. Anche Elladan,
che si era appena ripreso, ci venne in aiuto e riuscimmo ad
ucciderlo. Non avemmo il tempo di festeggiare... dal terreno ne
sbucò
un altro... molto più grande del precedente, sia d'altezza
che di
stazza. Capimmo immediatamente che non ce l'avremmo mai potuta fare.
Elrohir, con un moto di disperazione, gli si avventò contro.
Ma
venne in poco tempo scaraventato a terra. Il mostro lo
afferrò una
mano e iniziò a stritolarlo mentre lo avvicinava alla sua
bocca,
pronto a mangiarlo. Ma una freccia lo colpì ad un fianco
impedendogli di fare alcunché. Erdie si era rialzata di
nuovo. Si
teneva a stento in piedi, ma il suo arco era saldo fra le mani.
Scoccò un'altra freccia che si conficcò nel
braccio che aveva
portato vicino la testa. Quello lasciò andare Elrohir, che
cadde in
malo modo a terra, e infuriato si diresse verso di lei. Fu per un
solo istante che incrociammo lo sguardo con il suo, prima che la
creatura ci sbarrasse il campo visivo. Ci bastò per
capire... In
quel momento Elrohir iniziò a dimenarsi. Voleva raggiungerla
e, non
riuscendo a camminare, iniziò a trascinarsi disperatamente
verso di
lei. Cercai di trattenerlo e di impedirgli di muoversi. Elladan
gridò
il suo nome. Alzai lo sguardo appena in tempo per vedere tre artigli
che la trapassavano di nuovo da parte a parte. Le due figure sul
ciglio di un precipizio che si stagliavano contro il sole rosso che
sorgeva. Con gli occhi pieni di lacrime la vidi fare due passi
incerti verso il dirupo e, con nostro stupore, si lasciò
cadere
trascinandosi dietro l'orribile creatura che, sbilanciata e presa
alla sprovvista, non ebbe il tempo di potersi aggrappare a qualcosa.
- un silenzio pesante calò sulle due e durò per
diversi minuti –
Mi precipitai verso il burrone e mi affacciai, sperando di vederla
aggrappata ad una roccia lì sotto... non volevo credere che
fosse
morta... ma di lei non c'era nessuna traccia. Il dirupo era talmente
profondo e buio che non si riusciva a scorgere nulla. -
sussurrò. Si
percepiva benissimo la sua sofferenza – Elrohir ancora non si
da
pace! Si ritiene il maggior responsabile... se non fosse stato
così
avventato e non avesse messo a repentaglio la sua vita, Erdie non
sarebbe andata in suo soccorso e non sarebbe morta. E' questo quello
che si ripete ogni giorno. Come al solito tende ad addossarsi tutta
la colpa, come se noi altri non ci sentissimo meno responsabili. -
Monica
non disse niente, ma ora capiva perché l'Elfo moro l'aveva
trattata
così freddamente nel primo periodo che si erano conosciuti.
Non
doveva essere stato facile per lui ritrovarsi davanti una ragazza che
somigliava spudoratamente a una delle persone che aveva perso e a cui
aveva tenuto di più. Probabilmente anche per gli altri non
era
risultato semplice. E dire che aveva urlato loro contro tutte quelle
parole. Ora si sentiva veramente uno schifo – Forse ho
esagerato un
po'... - mormorò risentita.
Lastie
si voltò a guardarla perplessa – Di che state
parlando? -
L'altra,
rendendosi conto che doveva aver parlato ad alta voce,
arrossì
imbarazzata – Ah... ehm... ecco... - farfugliò
agitata –
Vedete... la prima sera che siamo arrivati qui ad Imladris,
c'è
stato un piccolo diverbio fra me e tutti i presenti... -
spiegò
ridacchiando nervosa.
-
Un piccolo diverbio? - ripeté stupita quella.
-
Sì... Messer Elrond ci aveva appena illustrato la situazione
in cui
vi trovate ora... riguardo il Male che si sta sempre di più
rafforzando e la sua morsa che si sta facendo sempre più
stretta...
e che non avevano più la forza di reagire... così
io gli ho urlato
contro che non avrebbero dovuto arrendersi... e poi li ho insultati
chiamandoli vigliacchi! - raccontò vergognandosi sempre di
più –
In effetti non so' proprio cosa mi sia preso in quel momento... -
stava cercando di spiegare, quando la vicina scoppiò in una
fragorosa risata.
-
Siete stata fantastica! - si complimentò fra una pausa e
l'altra per
riprendere fiato – Quanto avrei voluto essere anche io
presente per
vedere le facce di tutti! Accidenti! Mi ci dispiace davvero! -
dichiarò leggermente contrariata – Quindi devo a
voi il fatto che
si siano ripresi dallo stato di depressione in cui erano sprofondati
ultimamente... quando sono arrivata questa mattina non riuscivo a
credere di vederli così cambiati e addirittura felici...
avete fatto
un ottimo lavoro! Vi ringrazio davvero di cuore! - esclamò
dandole
una pacca sulla schiena.
La
ragazza la guardava confusa e stralunata. Non si aspettava di certo i
suoi ringraziamenti – Ma li ho insultati... -
provò a replicare.
-
Ogni tanto gli fa bene! - fu la risposta pronta che ricevette
– Tu
non puoi nemmeno immaginare le litigate che faccio con tutti ogni
volta che ritorno qui e li vedo sempre più stanchi e con il
cuore
colmo di paura, privi di ogni speranza! Non sopporto di vederli
così... quindi cerco sempre di svegliarli, di far capire
loro che
ancora non abbiamo perso contro il Male... e sì... anche io
li
insulto! Quindi state tranquilla! - rivelò sorridendole
– Forse le
vostre parole hanno avuto un riscontro migliore proprio grazie alla
vostra somiglianza con Erdie... probabilmente avrebbe reagito anche
lei come voi, se si fosse trovata in una situazione simile... ma
quando morì il Male non si era propagato ancora in modo
così
vasto... -
La
castana credeva ancora di essere stata troppo sfrontata, ma le parole
di Lastie l'avevano confortata.
-
Oltre a ciò, devo anche ringraziarvi per aver dato una bella
lezione
a Morwen! - aggiunse sogghignando compiaciuta – Non sapete
quanto
sono stata contenta quando mi è stato riferito questa
mattina da
Elladan... voi, una semplice ragazza, che la batte in una sfida al
tiro con l'arco... non so' come ci siete riuscita, ma avete tutta la
mia stima! Siete incredibile! - era davvero euforica – Ah!
Quanto
avrei voluti esserci anche lì... avrei potuto godere appieno
della
sua sconfitta! Mi sono persa un po' troppe cose che meritavano di
essere viste! Non va bene! - sbuffò seccata.
-
Non vi sta particolarmente simpatica, Romenwen, vero? - chiese
sorridendo.
-
Assolutissimamente no! - rispose decisa – Non so' se siete al
corrente di quello che ha combinato tempo fa... -
-
Sì. - la interruppe facendosi seria – Elrohir mi
ha raccontato
quello che è successo a Minas Tirith e qui con Elveon...
Anche io la
trovo un tipo poco rassicurante... non mi piace per niente! Quando
l'ho umiliata davanti a tutti mi ha lanciato uno sguardo omicida...
credevo mi sarebbe saltata addosso e mi avrebbe uccisa all'istante! -
-
A nessuno piace... purtroppo dobbiamo sopportare la sua presenza...
è
l'unica maniera per tenerla sotto controllo! Comunque state attenta.
-
Monica
si irrigidì, preoccupata, quindi affermò con il
capo. L'unica cosa
che la confortava era il fatto che ultimamente l'Elfa non si era
fatta vedere in giro. Doveva essersela presa davvero molto. Stava
sperando di non rivederla per i seguenti giorni, quando una risatina
agghiacciante le fece voltare all'unisono verso la loro sinistra. Lei
ovviamente sbiancò.
-
Ma guarda un po' che strana coppia vedo qui... - cantilenò
una voce
e da dietro una colonna comparve appunto Romenwen - la ragazza
fortunata... - disse fissando gelidamente Monica, prima di spostare
lo sguardo su Lastie – e niente di meno che il Capitano dei
Raminghi... - il disprezzo con cui sottolineò le ultime
parole fu
pienamente percettibile – speravo vi sareste trattenuta
più a
lungo nella vostra scampagnata insieme ai vostri cani da guardia... -
gli occhi blu che luccicavano di un bagliore sinistro.
-
Bada bene a quello che dici... perché non ti permetto di
insultare i
miei uomini! - proferì quella infuriata scattando in piedi.
-
Non mi sembra di averli insultati... in fondo sono così
leali e
ubbidienti... ditemi, scodinzolano anche quando li elogiate? -
continuò imperterrita.
-
Tu... - esclamò l'altra digrignando i denti, scattando verso
di lei,
ma venne bloccata prontamente da Monica che le si piazzò
davanti
trattenendola per le braccia.
-
Lastie, vi prego... non abbassatevi al suo livello... non ne vale la
pena! - le sussurrò guardandola timorosa. Le sue parole
sembrarono
far ragionare la Dunedain che le sorrise.
-
Abbassarsi al mio livello?! - ripeté quasi sconcertata
quella – Ma
mia cara... come potrebbe succedere... se entrambe siete decisamente
inferiori a me! -
-
Vi ricordo che un essere inferiore come me vi ha battuta in modo
impeccabile la settimana scorsa... - un sorriso soddisfatto le
inarcò
le labbra quando notò un velo di disappunto calare sul viso
dell'Elfa.
-
Non vi vantate così tanto quando avete avuto soltanto un
colpo di
fortuna! - sibilò assottigliando lo sguardo.
-
Fortuna o no... il risultato non cambia... voi avete perso! -
ripeté
seria. Un lamento lì vicino la avvertì che Lastie
stava cercando in
tutti i modi di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
-
Da quando avete acquistato tutta questa fiducia in voi? All'inizio mi
sembravate molto turbata e confusa... il fatto che le persone
più
rilevanti di questo posto vi considerano importante e abbiano tutta
questa confidenza con voi deve compiacervi molto e vi ha fatto
acquistare più sicurezza... ma sappiate che lo stanno
facendo solo
perché somigliate vagamente a quella Erdie! Non capisco cosa
ci
fosse di così speciale in lei... solo perché si
è sacrificata per
salvarvi... doveva essere davvero stupida... -
-
Non osare parlare così di Erdie! - esclamò
minacciosa Lastie
scandendo bene le parole una ad una.
-
Perché altrimenti cosa fai? - la provocò quella
sogghignando
divertita.
-
Non esiterei a mettervi le mani addosso! - proferì furibonda
mentre
Monica continuava a trattenerla, ma la cosa stava risultando
difficile.
-
Prego, provateci pure... sempre se ci riuscite! - esclamò
Romenwen
che sembrava non aspettasse altro.
La
giovane Donna si liberò dalla presa di Monica con uno
strattone e si
lanciò sull'Elfa.
-
Lastie, no! - gridò l'altra spaventata. Poi
sgranò gli occhi
sorpresa, come del resto fece anche la Dunedain.
Elrohir
l'aveva bloccata con un braccio teso davanti a lei mentre guardava
serioso l'Elfa – Basta così! - intimò
con tono deciso, quindi si
voltò verso Lastie e la guardò greve –
Un Capitano non dovrebbe
perdere la calma così facilmente... - la
rimproverò sorprendendola.
Lei cercò di replicare, ma lui glielo impedì
– Non capisco come
sia venuto in mente ad Elessar di dare a te quella carica... sei
ancora una bambina! -
Quella
lo guardò sconvolta, credendo di non aver capito bene
– Stai
scherzando, vero? - chiese in un sussurro, con un groppo alla gola,
mentre Romenwen osservava la scena compiaciuta.
-
Ho detto ai tuoi uomini di prepararsi a partire... -
continuò l'Elfo
imperterrito.
-
Aspetta un momento... tu non puoi dare ordini ai miei uomini! -
strillò lei, ora era infuriata. Stava tremando dalla rabbia.
-
Non li sto dando a loro... ma a te! - specificò rimanendo
freddo e
calmo – Partirete entro domani sera! - dichiarò
lapidario.
-
Tu non puoi dirmi cosa devo fare... sono io che decido quando
partire! - gridò, le lacrime che le pungevano agli angoli
degli
occhi.
-
L'ho appena fatto! - ribadì impassibile – E ho
tutta l'autorità
di farlo! Quando crescerai potrai fare come ti pare! -
La
Dunedain restò a fissarlo sbigottita alcuni secondi, poi
assottigliò
lo sguardo e strinse i pugni lungo i fianchi – Ti odio! -
disse
prima di voltarsi e allontanarsi velocemente.
Romenwen
gli afferrò un braccio e gli sorrise trionfante –
Sono pienamente
d'accordo con voi... è proprio un'incapace... -
-
Non mi toccare! - la interruppe gelido allontanando l'arto, quindi si
voltò verso Monica che aveva seguito la scena ammutolita e
confusa –
Venite... vi riaccompagno alla vostra stanza! -
La
ragazza non obiettò e lo seguì senza degnare di
uno sguardo l'Elfa.
Ma sentiva chiaramente i suoi occhi blu taglienti puntati sulla sua
schiena.
Per
tutto il tragitto non fece altro che pensare al comportamento di
Elrohir. Quella mattina si era accorta che i due non andavano molto
d'accordo, ma aveva intuito che Lastie lo prendesse in giro e lo
insultasse solo per punzecchiarlo. Invece, a quanto pareva, a lui non
stava per nulla simpatica. Gli lanciò un'occhiata di sbieco
e si
stupì di vedergli un'espressione afflitta sul bel viso. Si
chiese
perché, ma preferì non indagare. Non voleva che
l'altro si
arrabbiasse anche con lei. Però il suo comportamento le
sembrava
alquanto strano.
Una
volta cambiata si infilò sotto le coperte e
ripensò a quello che le
aveva raccontato Lastie quella sera. Poi una creatura mostruosa prese
forma nei suoi pensieri prima di addormentarsi.
Quella
notte ebbe gli incubi.
Si
svegliò la mattina di soprassalto. Aveva sognato che il
mostro aveva
ucciso tutti i suoi amici e lei era rimasta a guardare impotente
tutta la scena. Si cambiò e uscì dalla stanza.
Aveva intenzione di
andare a cercare Lastie, era preoccupata per lei. Ma non la
trovò da
nessuna parte. Essendo ora di colazione e avendo un certo languorino
si diresse nella Sala grande. Sperò di trovarla
lì, ma di lei non
c'era traccia. In compenso i suoi amici erano tutti presenti e si
stavano abbuffando al loro tavolo. Li raggiunse sorridente,
augurandogli il buongiorno.
-
Dove eri finita ieri sera? - volle subito sapere il fratello.
-
Sono stata a fare due passi con Lastie! - li informò prima
di
addentare un pezzo di torta – A proposito... l'avete vista
per caso
in giro? -
Tutti
negarono. Fece la stessa domanda ad Alyon e gli altri tre, quando si
unirono a loro per la colazione, ma nemmeno loro l'avevano vista.
-
Ho sentito dire che ripartirà questa sera! -
riferì Varnothar.
-
D'avvero?! - chiese stupito Nolon – Ma è appena
tornata! -
L'Elfo
biondo alzò le spalle – Sembra che glielo abbia
ordinato Elrohir.
- aggiunse.
-
A proposito... sta mattina l'ho incrociato... e sembrava un po'
giù
di corda! - si intromise Turion, voltandosi a guardarlo. Era seduto
all'altro tavolo e aveva l'aria assente.
-
Deve essere successo qualcosa fra lui e Lastie... come minimo avranno
litigato un'altra volta! - suppose Nolon.
Monica
stava ascoltando i loro discorsi, ma non disse niente. Non le
sembrava educato andare a raccontare in giro cosa fosse successo la
sera precedente. Lanciò anche lei un'occhiata a Elrohir e lo
vide
improvvisamente irrigidirsi. Corrugò la fronte e si
voltò nella
direzione in cui stava guardando e vide Lastie, appena entrata,
dirigersi a passo spedito verso il loro tavolo. Si fermò
dietro di
lei e, con poco garbo, ordinò a Alyon di spostarsi. Quindi
si
sedette fra i due sbuffando. La ragazza la osservò riempirsi
il
piatto con gesti bruschi. Aveva lo sguardo accigliato e si vedeva
lontano un miglio che era di pessimo umore. Notò con
sorpresa che
aveva gli occhi leggermente arrossati. Forse quella sera aveva
pianto, quando se ne era andata.
-
Che c'è? - sbottò all'improvviso lei, guardandola
male.
-
Niente... scusami! - farfugliò imbarazzata,
riabbassò lo sguardo
sul piatto e non osò più rialzarlo sulla vicina.
E ritenne che
ricordarle la sua promessa di darle lezioni di elfico, quella
mattina, potesse essere una buona idea.
Avevano
appena terminato di mangiare e si stavano tutti intrattenendo nella
Sala grande a chiacchierare. Melime aveva raggiunto Lastie prima che
se ne andasse e scomparisse di nuovo. Quest'ultima sembrava poco
propensa a parlarle, ma restò lo stesso a sentire cosa
l'Elfa bionda
avesse da dirle. Monica invece stava raggiungendo Elveon che si
trovava con Elladan. Questo era intento a parlare con Glorfindel e
suo padre, mentre Elrohir, poco più in là,
ascoltava la
conversazione.
All'improvviso
vide con la coda dell'occhio un Elfo entrare nella stanza e dirigersi
velocemente verso questo gruppetto. Inizialmente non lo riconobbe,
anche se aveva la sensazione di averlo già visto. Poi si
ricordò di
lui: era Feanor. Si domandò cosa facesse lì.
Anche Elrond e gli
altri sembrarono sorpresi di vederlo.
-
Feanor... è successo qualcosa? - domandò
preoccupato Elladan.
-
No, o meglio... niente di grave, anzi... - si affrettò a
rispondere
quello – Sono venuto a informarvi che gli Orchetti hanno
abbandonato da ieri il loro accampamento al di là del
Bruinen! -
I
presenti lo guardarono allibiti – Come è
possibile? - chiese
Glorfindel.
-
Non lo so... fino a ieri mattina presiedevano la sponda del fiume,
poi ieri pomeriggio non vi era più traccia di loro! -
rispose quello
– Li ho fatti subito seguire e ieri sera mi è
stato inviato un
messaggio: sembra stiano andando a Nord! -
-
A Nord? - ripeté confuso Elrohir.
Calò
il silenzio mentre tutti stavano soppesando le notizie. Monica si era
fermata a pochi passi di distanza da loro. Non aveva capito niente di
quello che avevano detto, dato che avevano parlato in Elfico, ma
aveva intuito che doveva essere successo qualcosa. Vide Elrond
sospirare e spostare lo sguardo su di lei. I loro occhi si
incrociarono e vi lesse una profonda tristezza. Intuì
subito, ancor
prima che lui parlasse, cosa avrebbe detto. Ebbe un tuffo al cuore e
il respiro le si mozzò in gola in attesa di quelle fatidiche
parole.
-
Aspetteremo che ci giungano altre notizie dal Nord... se queste
saranno positive, preparatevi a partire... riporteremo i ragazzi a
casa! - annunciò ad alta voce.
SIGNIFICATO
DELLE PAROLE ELFICHE:
Lastie:
Ascoltatrice.
Veon: Uomo,
virile.
Varno: Difensore.
NOTE
DELL'AUTRICE:
Io
non capisco... mi ero bloccata per moltissimo tempo all'inizio, poi,
tutto ad un tratto, mi è venuta l'ispirazione e ho finito il
capitolo in tre giorni! O.o I misteri della vita!
Vabbuò...
misteri a parte... spero vi sia piaciuto!
Lastie
è un personaggio che mi sta a cuore, quindi spero vi abbia
soddisfatto.
Credo
vi state domandando “E adesso?” E adesso niente. I
baldi giovani
se ne tornano a casa! Sono rimasti anche troppo nella Terra di Mezzo.
Mi sono dilungata un più del dovuto, in effetti.
Considerando il
fatto che sulla Terra il tempo trascorre tre volte più
velocemente
che sulla Terra di Mezzo... fatevi due conti... dovrebbero essere
passati circa due mesi dalla loro scomparsa. E sinceramente non so
nemmeno che scusa inventarmi per giustificare una così lunga
assenza. Ma ci penserò dopo, qualcosa mi verrà in
mente... spero!
:S
Ah!
Faccio un annuncio.
Siccome sono convinta che due paia di occhi siano meglio di uno, ho
pensato di chiedervi se qualcuno è interessato a farmi da
Beta...
ovviamente questo messaggio è diretto a persone che sanno
dove sta
di casa la punteggiatura e che abbiano una buona conoscenza della
coniugazione dei verbi. Insomma che amano la scrittura come deve
essere e non le storpiature e che abbiano una conoscenza buona
dell'italiano!
In
più dovrà sopportare me e i miei scleri!! e forse
questo sarà il
lavoro più difficile! XD
Se
qualcuno è interessato mi faccia sapere! :)
Detto
ciò passo a rispondere alle recensioni:
Straw X Kisshu:
Carissima, eccoti finalmente il capitolo! Scusa se ti ho fatto penare
nell'attesa! :(
Comunque
sono contenta che ti sia piaciuto Glorfindel, anche a me piace molto!
^^ Ahahahahah! Glorfindel e Monica... XD Mi vien da ridere solo a
pensarci! Non credo durerebbero molto insieme... probabilmente
Glorfindel la esaspererebbe! :P Cercherò di non farti
attendere
molto per il prossimo capitolo. Già ho tutto in mente,
quindi non
dovrei avere problemi (spero non siano le mie ultime parole famose
-.- ).
Ramona37:
Sono contenta che il precedente capitolo ti sia piaciuto e spero che
questo non sia da meno! ^^ Aspetto la tua recensione! ;)
Nayomi:
Felicissima che ti sia piaciuto come ho caratterizzato Glorfindel!
Non speravo in tanto successo! :D Oddio... la tua migliore amica deve
essere tremenda, allora! XD Per quanto riguarda Romenwen... non ha
avuto una grandissima parte... ma è brava a comparire nei
momenti
meno opportuni! -.- Spero ti abbia soddisfatta! :) Non so' se nel
prossimo capitolo farà la sua ricomparsa... ma sono
più propensa
per il no... forse una fugace apparizione!
Ringrazio
di cuore voi che avete recensito e ovviamente anche coloro che non lo
fanno, ma continuano a leggere i miei scempi! XD Se continuate a
leggere vuol dire che la mia storia vi piace e questo mi rende super
contenta! *.* Ma non siate timidiiii! Suvvia... lasciatemela una
recensioncinaaa! Mi rendereste ancora più lieta!!
Bacione
a tutti.
Kicca
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