Erano le cinque e mezza di mattina ed il telefono
cominciò a squillare ripetutamente “chi diavolo
è a quest’ora?” pensai, accesi la luce e
risposi:
“Pronto?”
“Ciao tesoro!”
Era lei, non poteva essere che lei :Angela.
“Angela! Ciao! Finalmente mi chiami ,sapessi cosa succede qui
a Pruenade, come va in Italia?”
“Bene, Kate, ho bisogno di dirti una cosa. Ascolta potrei
tornare più tardi del previsto…”
“In che senso? Angela di quanto tempo stai
parlando?”
“Katherine sto parlando di non tornare per
l’estate”
Che cosa aveva appena detto ? Angela era la mia migliore amica e si era
trasferita in Italia ,ma doveva ritornare a Pruenade ,America, per
l’estate e forse per l’autunno.
“Che cosa?!”
Dopo queste mie ultime due parole cadde la linea e non sentii
più niente.
Mi rimisi nel letto ancora un po’ assonnata, tentai di
riprendere sonno , mi voltai e mi rivoltai ma non ci riuscì.
Pensai a quello che aveva detto Angela. Come poteva lasciarmi qui da
sola? Lei era la mia unica amica.
Mi alzai dal letto che erano le nove e mezza. Era domenica
perciò potevo dormire fino a tardi.
Appena alzata mi gettai sotto la doccia fredda, visto che ormai era
estate, per poi vestirmi con i soliti abiti: jeans ,maglietta a maniche
corte rosa.
Appena vestita andai da basso per fare colazione, ancora un
po’ stordita per via di quello che mi aveva detto Angela, ma
tentai di non farlo capire ai miei se no mi avrebbero riempito di
domande: cosa c’è tesoro? Cosa è
successo ? Possiamo aiutarti?. La risposta? Ancora non la so.
Scesi le gigantesche scale a chiocciola in marmo con un falso sorriso,
non se ne sarebbero accorti.
Andai in cucina, si sentiva un ottimo odore “che buon
profumino” pensai “chi sa cosa avrà
fatto di buono Carmen”.Mi sedetti al lunghissimo tavolo di
legno scuro pieno di cose squisite e dissi:
“Buon giorno!”
“Ben svegliata tesoro!”
Rispose mia mamma,Tina, con un sorriso grazioso .
“Tesoro dobbiamo dirti una cosa “
Disse mio padre, Robert, con voce preoccupata.
“Ascoltaci Kate, sai che il nostro lavoro è
importante vero?”
Certo che lo sapevo se no non si sarebbero potuti permettere la villa
dove abitiamo, la governante, la cuoca e il giardiniere.
“Si, certo che lo so”
“Ed è proprio per questo che, dobbiamo
trasferirci”
“Cosa? Dobbiamo trasferirci?Solo per il vostro stupido
lavoro? No io resto qui.”
Dissi con fermezza,poi mi alzai furiosa dal tavolo,risali
velocemente le scale e andai in camera mia.
Per tirarmi su di morale feci la cosa che mi piaceva di più
al mondo:ballare.
Misi la prima canzone che mi capito alla mano: “Kiss me true
the phone” e cominciai a ballare senza mai fermarmi
con le lacrime che piano scendevano sul mio viso.
Finita la canzone rimasi immobile con il fiatone e il viso bagnato,poi
sprofondai nell’enorme letto matrimoniale della mia camera e
mi misi a guardarla: appena entrati dalla porta bianca si notano gli
svariati poster di ballerine attaccate sul muro lilla intonato con la
moquette bianco panna. Poi sulla destra c’è una
scrivania bianca con una pila di libri. Al centro una lampada e,da
parte, un porta matite pieno zeppo. Di fianco alla scrivania, sul
muro,c’è la televisione a schermo piatto. Sotto di
essa una piccola zona per ballare con stereo e cd. Davanti alla
“zona danza” c’è il letto
matrimoniale con il materasso ad acqua. A fianco del letto
c’è il comodino bianco con tre cassetti e sopra il
mio libro preferito “cime tempestose”e la bajour.
Alla sinistra del comodino c’è la mia cabina
armadio o meglio la porta della mia cabina armadio. Dentro di essa
c’era un’intera stanza piena di vestiti,scarpe e
gioielli che non mettevo mai.Dall’altro lato della stanza ,
dopo il letto, c’era il mini frigo e un piccolo fornelletto
con vicino una sedia a puffo lilla. Da parte al mini frigo
c’è la porta del bagno con dentro ovviamente il
bagno. Dopo pochi secondi mia madre bussò alla porta.
“Tesoro?Posso? “
“Si,vieni mamma” Dissi con voce
aspra.“Cosa c’è?”
“Lo sai benissimo di cosa voglio parlare “
“Non voglio partire mamma”
“Lo so. Hai sedici anni no? Puoi fare le tue scelte, solo
che…”
“Solo che volete che venga con voi, lo so, ma dove poi? E se
Angela dovesse tornare?”
“Per Angela non ti preoccupare, l’abbiamo invitata
un mese nella nuova casa che tra l’altro è proprio
in riva al mare a Miami e avrai tutta l’estate per
ambientarti”
“Cosa? Quando glielo ai detto? Perché mi ha
chiamato questa mattina e mi ha detto che non poteva venire per
l’estate?”
“Ho chiamato sua madre mezz’ora fa
e ha detto che doveva pensarci”
“Se ti dico di si, cosa avrò in cambio?”
Dissi, sapendo già come sarebbe andata a finire
“Facciamo così : potrai uscire tutte le sere, fare
shopping quanto ti pare e avrai un pc nuovo di
zecca!”
“Con il coso per mettere dentro i dischetti e la custodia
rossa?”
“Si”
“E potrò anche scegliere come sarà la
mia camera?”
“Ok”
“Affare fatto!”
Dissi con un po’ di ironia, ma anche un po’ di
malinconia visto che stavo per lasciare Pruenade per sempre,
mi sarebbe mancata: mi sarebbe mancato il sole leggero sulla pelle, le
colline sconfinate di Pruenade, l’aria di campagna e la
gentilezza di tutti gli abitanti.
La settimana dopo dovetti preparare i bagagli,a mala
voglia,così salutai tutti quelli che conoscevo. Salutai
anche Angel Varrocchi che mi tormentava fin dall’asilo.
C’erano certe persone che mi sarebbero mancate mentre altre
proprio per niente.
Il giorno dopo partimmo e ,dopo poche ore, arrivammo a Miami verso le
sette di sera. Faceva ancora caldo ed il sole non era ancora calato,ma
presto si sarebbe trasformato in un bellissimo tramonto.
“Bene, siamo arrivati! Ora prendiamo un taxi che ci porti
alla nuova casa, non vedo l’ora di vedere la tua faccia
quando la vedrai!”Disse mia madre, che ormai si era
già abituata all’aria della Florida o forse
è meglio dire di Miami.
Il viaggio in taxi fu lungo abbastanza per farmi scovare un paio di
posti interessanti : il chioschetto sulla spiaggia o un bellissimo
negozio di musica dove avrei potuto comprare degli spartiti per il
piano forte e per il violino, un meccanico in caso la mia
“vespa” rossa o la mia “fiat
500”bianca si rompessero e per ultimo, ma non meno
importante, una palestra di danza dove avrei potuto andare a tenere
lezioni o ad allenarmi in caso non volessi stare a casa.
Arrivati alla nuova casa la prima cosa che mi colpi fu la spiaggia
davanti, poi appena entrai vidi un salone immenso con il pavimento in
marmo la tv a schermo piatto attaccata al muro con davanti un divano
nero e da parte due librerie di legno scuro. Dall’altra parte
della stanza c’era un pianoforte nero a goccia,dietro ad una
vetrata che dava sulla spiaggia dove c’erano alcune sdraio ed
un ombrellone.
La cucina era stupenda, grande, ma non enorme, tutta giallo ocra con i
ripiani in legno chiaro, la sala da pranzo aveva un tavolo
più piccolo rispetto alla vecchia casa, ma in compenso vi
era un camino sulla parete.
Al piano superiore, dopo aver salito la scala a chiocciola di legno,
c’è la mia stanza: la stanza più bella
del mondo, rossa con la moquette bianca , appena entri, circa a 4 metri
dalla porta, c’è il mio letto matrimoniale rosso
con da parte il comodino color oro, sulla parete a sinistra
c’è il mio armadio, che ho deciso di prendere
normale. Dall’altra parte della camera
c’è la scrivania bianca con sopra il mio computer
nuovo di zecca, da parte c’è il bagno, ovviamente
rosso.
Incominciai a riordinare le mie cose: il telefono, i libri, la
sveglia,…
“Kate è pronta la cena!”
La voce serena di Carmen mi rassicurò per un nano secondo.
“Si, arrivo”
Dopo cena era ancora chiaro così decisi di andare a fare un
passeggiata sulla spiaggia per leggere un po’. Appena trovato
il punto perfetto mi sedetti e cominciai a leggere cime tempestose.
“Cime tempestose è? Na, non fa per me”
Mi ritrovai davanti un ragazzo non molto alto, con Ray-Bay neri, magro,
per niente muscoloso, capelli castano chiaro con una faccia simpatica
vestito con dei jeans e una camicia nera, con da parte una ragazza alta
come me capelli rossi ricci magra con una maglietta rossa a maniche
corte e dei jeans bianchi .Loro due avevano qualcosa di strano ma
piacevole, non so spiegarvi cosa…
“Piacere Miles e lei è Arianne “
“Ehi mi so presentare da sola sai?”Disse la ragazza
dando una piccola pacca sulla spalla al ragazzo
“Piacere io sono Katherine, ma potete chiamarmi
Kate”
“Sei nuova di qui?”
“Si, mi sono appena trasferita da Pruenade”
“Bene allora benvenuta a Miami! Farai il liceo
Clinton?”
“Si, anche voi fate quel liceo?”
“Si, io sono al secondo anno e Miles al terzo, tu?”
“Anche io sono al secondo”
“Ehi ragazze, stanno facendo un falò qui vicino,
andiamo?”
“Per me è ok, vuoi venire anche tu
Kate?”
“Ok, però prima devo fare un salto a casa per
darmi una ripulita”
Già mi ero dimenticata che ero vestita ancora con la tuta.
“Grande ti accompagno io, Miles tu vai noi arriviamo tra
poco!”
“Kate dove abiti?”
Indicai villa gialla sulla spiaggia e Arianne non ne rimase sconvolta,
come mi aspettavo, ma invece sorrise e disse:
“Carina! Non vedo l’ora di vedere il dentro, sai la
mia è leggermente più grande ma non vivo con i
miei genitori e poi non sulla spiaggia!”
Sorrise e in seguito ci incamminammo verso casa mia, parlammo mentre
camminavamo così scoprì molte cose: lei e Miles
erano stati insieme, ma non ho capito bene perché si erano
lasciati, sembrava che non volesse parlare, perciò lasciai
stare per non infierire. Scoprì anche che lei e Miles
vivevano insieme.
Arrivate a casa mia i miei genitori mi misero subito in imbarazzo:
“Ciao! Chi è lei Kate? Una tua amica? In ogni caso
piacere di conoscerti! Io sono Tina e lui è Robert Wilson,
siamo i genitori di Kate”
“Molto piacere, Arianne Middleton, lieta di
conoscervi!”
“Bene, Katy finalmente ti sei trovata un’amica, era
da quand’eri piccola che non eri così contenta!
Vado a prendere le foto!”
“No! Cioè noi dobbiamo andare a un falò
sulla spiaggia, sono venuta per darmi una sistemata, dobbiamo proprio
sbrigarci e non abbiamo tempo per le foto!”
In quel preciso istante mi senti la faccia rossa come un peperone e
visto che ero arrossita mi iniziarono a fissare tutti. Incominciai a
sudare.
“E’ meglio sbrigarsi non vorremmo fare tardi,
è stato un vero piacere conoscervi!”
Arianne, che aveva capito tutto, mi salvò da quella
situazione tremenda, così andammo di corsa in camera mia.
Non sembrava affatto sorpresa come tutti quanti
dell’aspetto della mia camera e questo me la fece apprezzare
ancora di più.
“Dai infilati sotto la doccia. Io intanto ti preparo i
vestiti, su muoviti!”
Arianne era molto determinata e aggressiva, ma gli si leggeva negli
occhi che, infondo infondo, era tenera e dolce, l’amica che
faceva per me.
Appena usci dalla doccia vidi Arianne che curiosava nel mio armadio in
cerca di un vestito appropriato, credo…
“Trovato niente?”
“Si, tieni questo dovrebbe andare”
Appena vestita ci incamminammo verso il falò, Arianne aveva
detto che ci sarebbe stato qualche amico, ma appena arrivammo alla
festa c’era gente da tutte le parti che occupava tutta la
spiaggia.
“Vado a prendere da bere, tu fatti un giro ok?”
Annui. Feci un respiro profondo e mi avventurai in mezzo a tutta quella
folla fino a quando raggiunsi un falò, ma non
c’era molta gente solo qualche persona.
Vidi che c’erano dei tronchi per sedersi. Tentai di
avvicinarmi solo che inciampai. Stavo per cadere quando un ragazzo mi
prese tra le braccia. Al quel punto lo vidi : lui, non sapevo come si
chiamasse, non sapevo chi era, sapevo solo che era l’essere
più bello che abbia mai visto in vita mia.
Dopo esserci fissati per un istante, che sembrò durare una
vita, mi uscì dalle labbra un semplice
“Grazie…”
“Non c’è di che”Rispose lui
sorridendomi
“Vedo che vi siete già
incontrati…”
In quel momento mi chiesi perché Arianne ci stava fissando
con quello sguardo divertito. Dopo pochi minuti me ne accorsi, sembrava
che lui mi stesse per baciarmi. Ci guardammo imbarazzati e lentamente
ritornammo in posizione eretta.
“Lui è Daniel Gregori, Daniel Kate, Kate
Daniel” Disse Arianne
Daniel, Daniel Gregori. Quel nome aveva un non so che di angelico.
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