ao no
Rin si era spesso chiesto quale
fosse il motivo che spingeva suo fratello a temere che lui potesse
prendersi gioco di lui in qualunque modo.
Eppure, anche Shirou
ripeteva sempre i fratelli non si devono mai prendere in giro.
Perché Yukio sembrava dubitarne?
Era una cosa che non era
mai riuscito a capire.
« Uh? Yukio, dove stai andando? »
Il fratellino tirato in causa drizzò la schiena,
attraversato da un brivido di orrore. « I-in nessuno posto
i-in particolare, p-perché me lo chiedi? »
Gli dava le spalle, seduto sulla soglia del piccolo monastero che
faceva loro da casa tutto intento ad allacciarsi le scarpe.
« Be', hai quello zaino sulle spalle... »
Un altro brivido, ancora più intenso. Già, allo
zaino proprio non aveva pensato, povero lui. Come avrebbe spiegato
questo al suo fratellone?
« O-oh, no, è-è che io, ehm...
»
Rin lo guardò, senza capire molto di quello che stava
succedendo. Suo fratello aveva la cartella di scuola sulle spalle, e
stava uscendo quasi di soppiatto, come se non avesse voluto far sapere
a nessuno che lo stava facendo.
Poi, una piccola, piccola lampadina si accese nella testa del fratello
maggiore. Sul suo volto prima contratto dal dubbio si dipinse un
sorrisone a 20 venti da latte, mentre si avvicinava a Yukio e gli
cingeva le spalle con un braccio, credendo di saperla lunga.
« Ho capito! », esclamò raggiante.
L'ennesimo brivido. « C-c-cosa hai capito, nii-san?
»
« Eh eh, credevi forse che tuo fratello maggiore ti avrebbe
preso in giro? »
Gli occhi di Yukio si spalancarono appena. « N... nii-san...
»
« Anche se sei il più bravo della classe, anche tu
puoi aver bisogno di fare un recupero pomeridiano, no? Non
c'è niente di male! »
« R-recupero... pomeridiano? »
Le pupille si sgranarono ancora, ma per un motivo nettamente diverso.
« Certo! Per questo hai lo zaino! », insistette Rin
perfettamente convinto di quello che stava dicendo. Cominciò
a farlo dondolare a destra e a sinistra, canzonandolo bonariamente per
essersi vergognato e non averglielo detto.
Come se un fratello maggiore potesse farsi beffe del proprio fratellino!
Yukio si lasciò strattonare di qua e di là,
troppo intento a riflettere sulla disarmante ingenuità del
fratello. Ma a quel punto anche Rin, colto forse da un'illuminazione
divina, trovò strano quel prolungato silenzio. «
Perché stai andando a recupero... giusto? »
« Eh? » Quasi si fosse risvegliato da un coma,
Yukio sobbalzò. Non si aspettava una simile intuizione, e si
affrettò a smentire i sospetti. « N-n-no, hai
ragione, devo andare a recupero, sì, devo... andare a...
recupero... »
Anche se mentire a Rin lo faceva sentire peggio di un assassino.
Rin, che era troppo ingenuo per capire quando qualcuno gli raccontava
una bugia.
Troppo ingenuo per leggere fra le righe, o cogliere il dolore che
poteva celarsi in un sguardo.
Ma Yukio si era sempre detto che era colpa sua, perché
portava gli occhiali. Per questo suo fratello maggiore non riusciva a
leggere la sua espressione ogni volta che lo guardava, quasi avesse un
mare in tempesta dentro agli occhi. Ma poi Rin correva ad abbracciarlo
e gli batteva tante pacche sulle spalle, così tante che gli
faceva dimenticare ogni cosa.
Che suo fratello era un demone, per esempio.
E che lui studiava per diventare un esorcista.
E che forse, un giorno, se lo sarebbe ritrovato contro con la coda che
saettava nel vuoto, le orecchie a punta e un ghigno malefico al posto
del suo largo, confortante e disarmante sorriso.
« Yukio? Ehi, Yukio, va tutto bene? » Rin scosse il
fratellino, preoccupato da quello strano mutismo.
« ... Va tutto bene, sì, va tutto benissimo
», biascicò liberandosi gentilmente dalla presa e
alzandosi in piedi, fissando il giardino e la strada oltre di
esso. «
Allora io... vado, nii-san.
C-ci vediamo dopo, va bene? »
Forse non era a Rin che doveva chiederlo, se andava bene o meno. Era a
se stesso che doveva porre quella domanda.
Va davvero bene
così, Yukio?
Il ragazzino dai capelli neri lo fissò per un
momento, interdetto. « E' tutto a posto? Mi sembri...
strano, ecco. Se vuoi che non lo dica a papà n- »
«
Non
c'entra! », gridò Yukio serrando i pugni,
stupendosi un istante dopo del suo stesso tono di voce « S-scusami, non volevo gridare
così... »
Quello che seguì dopo, fu un silenzio che gli
sembrò durare un'eternità, che si depositava
sulla sua pelle rendendogli i movimenti quasi dolorosi.
Sentì improvvisamente i passi di Rin che gli giravano
intorno, fino a stazionare di fronte a lui. Abbassò lo
sguardo, guardandogli i piedi scalzi, non osando incontrare i suoi
occhi.
Sussultò, quando due mani gli strinsero le spalle con forza,
eppur con una strana gentilezza. Allora sollevò la testa
e... lo vide.
Il sorrisone a 20 denti da latte di Okumura Rin, così onesto
e disarmante da fare quasi male. « N-nii-san, io... »
«
Sei
sempre il solito timidone, eh? Però anche tu sai tirare
fuori le unghia, quando vuoi! Sono fiero di te, Yukio! » Lo
abbracciò con affetto, battendogli quelle pacche sulle
spalle che riuscivano veramente a rubargli la memoria. E in quei
momenti, solo una cosa gli era assolutamente chiara, con una forza e
un'intensità che non lasciavano adito a dubbi di alcuna
sorta: loro due erano indissolubilmente, innegabilmente, fratelli. E
niente avrebbe mai potuto cambiare questa realtà.
Quando Rin sciolse l'abbraccio, si allontanò da lui e lo
salutò agitando una mano, aspettando che uscisse dalla
porta. Yukio gli sorrise, con quel sorriso timido che sembrava emergere
direttamente dalle profondità del suo cuore, e se ne
andò. Suo fratello non poteva sapere che dentro il suo zaino
ci fossero libri esoterici, provette e strani amuleti, non poteva
sapere che suo padre sapesse già dove stava andando, e non
poteva sapere che la sua destinazione fosse un cimitero in cui avrebbe
dovuto fare conti con demoni e spiriti maligni.
No, Rin non poteva saperlo. Per lui, in quel momento, il suo adorato
fratellino stava semplicemente andando al recupero pomeridiano, e non
glielo aveva detto per paura di essee denigrato. Povero fratellino. Rin
non avrebbe mai fatto una cosa del genere, mai.
E Yukio, questo, lo sapeva fin troppo bene.
Forse, dopotutto, va
bene anche così. 'Ne... Yukio?
Note di Vetro: la
mia piccola e traviata mente spera sempre che questi due alla fine si
scopra che non sono davvero fratelli, perché all'incesto
sono contraria, ma insieme sono la fine del mondo.
Bene, prima storia che scrivo su un'opera che non sia Katekyo Hitman
Reborn!, wow! Non sono molto soddisfatta del risultato, ma mi farebbe
piacere sentire un parere esterno. Anche uno solo andrebbe bene. Ho
intenzione di inzozzare questo fandom (farò creare la
sezione a forza da Erika) fino allo spasmo, perché adoro i
personaggi di questo anime (il manga non lo leggo), davvero. Riiiin~
Bwaaa *sclera* <333
Precisazioni: io
sono all'episodio 3 dell'anime, e per scrivere questa storia mi sono
basata su quello che ho visto e ci ho messo un pizzico di mio (come il
fatto che Yukio vada ad "allenarsi" in un cimitero, perdonatemi se
più avanti vengo smentita). Anche per l'IC o l'OOC, non so
se sono riuscita nel mio intento, perdonatemi se ho stravolto i
caratteri dei personaggi, cercherò di migliorarmi D: bene,
è tutto! Grazie per l'attenzione e buona giornata! <3
|