Dannato Saidin

di nws
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Il portale svanì in silensio alle sue spalle, lasciando una sottile fessura nella roccia come unica prova della sua esistenza. Era la prima volta che lasciava la Torre Nera da quando vi era entrato. In quei mesi aveva dimenticato quanto un panorama potesse essere vasto e ora ne era completamente rapito. I villaggi sembravano tutti vicini visti da quella collina, collegati da un intreccio di strade e sentieri che tagliavano i campi. La giornata era limpida, osservando bene poteva distinguere alcuni carri muoversi lentamente e delle figure più piccole lavorare instancabili nelle coltivazioni. Era un panorama splendido, vivo e... silenzioso. Certo il vento muoveva l'erba e gli insetti si facevano notare, forse anche troppo ma non c'era alcun colpo, nessuna esplosione, nessun tremito sotto ai suoi piedi e nessuno stava usando quella maledettissima cosa. Era fantastico. Non si sentiva così bene da... forse da sempre.
«Muoviamoci, prima iniziamo e prima torniamo a casa»
Brucia tu e la tua stramaledettissima casa! Pensò senza guardare l'Asha'man che aveva parlato.
Juim aveva ricevuto la Spilla del Drago solo due settimane prima di lui ma non perdeva occasione di farglielo pesare. Tutto sommato però era sopportabile, sicuramente molto più della maggior parte di quelli che si erano lasciati alle spalle.
Raccolse un fiore e se lo rigirò tra le dita godendosi l'intenso profumo, era davvero una bella giornata.
«Allora non facciamoli aspettare» rispose incamminandosi, prendendo alla sprovvista Juim che si trovò costretto a seguirlo.
«Arriveremo al primo villaggio tra un paio d'ore. Prenderemo due camere nella locanda migliore e inizieremo subito a portare la notizia dell'amnistia, così domani potremo iniziare a controllare gli uomini. Se siamo fortunati magari arriverà qualcuno già stasera.»
«Sì... l'hai già detto prima di aprire il portale»
Juim lo aveva raggiunto, gli lanciò un'occhiata preoccupata.
«Per essere sicuri...» continuò poco convinto.
La contaminazione di Saidin colpiva in modi diversi, alcuni sentivano delle voci, altri vedevano delle bestie muoversi tra le ombre. A Juim capitava di dimenticare le cose. Non capitava spesso, non ancora, ma a volte si trovava a ripetere le frasi, a rifare due volte lo stesso lavoro o a tornare alla locanda pochi minuti dopo averla lasciata.
Hahaha che bastardo!
Che ci fai qui?
Hei! Sono io quello pazzo non tu, che razza di domanda è? Sono me per forza sono qui!
Era tutto così tranquillo...
Pff! Sai che noia, mi sono quasi commosso con quel fiore. Patetico! Far credere a Juim di essersi già dimenticato qualcosa invece è una vera perla! Sono fiero di me!
Ma l'ho detto io!
Ceeeerto.

Continua...

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