Higher Than Hope
Sussurri nervosi, concitati serpeggiano tra la folla - c'è aspettativa, tra
gli Eleven; e c'è paura, lievemente ricoperta da un sudato velo d'ansia.
"Mamma, chi è il supereroe?"
Una donna ride; nei suoi occhi luccicano leggende Giapponesi non ancora
narrate.
"Tesoro, non è un supereroe. Lui è Zero, il nostro salvatore".
Il bambino sbatte le palpebre, ci riflette su per qualche istante.
"È un bel nome per un supereroe".
Ancora una volta, la donna ride, e le storie nei suoi occhi prendono vita in un
turbine di sogni – l’Indipendenza del Giappone, una nuova vita, e poi…
"Penso di sì".
Ma il bambino domanda ancora, e ancora. Eppure non chiede più, tremando, perché
ci sia la guerra, né perché li chiamino Eleven e sputino loro contro. Non oggi
– oggi è un giorno felice.
"E, mamma, la ragazza è davvero una principessa?"
La donna osserva il cielo – c’è una nuvola a forma di sorriso, là sopra, e
un’altra che pare muovere le dita al ritmo della libertà, suonando su un’arpa
la più fresca delle armonie .
"Sì, è una bella, dolce principessa, come nelle fiabe”.
E all’improvviso il vento si ferma, il caldo si fa stagnante, opprimente: le
voci diventano più intense, e crescono, crescono fino a intrappolarli, fino a
soffocarli – per poi cessare.
Risuonano passi decisi.
“Ma ora zitto, caro, Euphemia sta tornando. Ora sapremo" sussurra la madre
al suo bambino.
"Che cosa sapremo?"
La donna, con dolcezza, pone un dito davanti alla bocca del figlio.
"Shh! Dopo te lo spiego, aspetta".
Ma la principessa mormora parole di terrore. “Vi chiedo, cortesemente, di morire”.
“Mamma, che cosa sta dicendo?” Una domanda scivola nel vuoto.
E poi parte il primo colpo. Un uomo cade a terra.
"Oh, mio Dio...” mormora la donna, mentre le parole la strozzano, mentre
ogni illusione, in un vortice, torna dentro i suoi occhi, e da lì ancora più
indietro, nel buio senza fondo.
“Chiudi gli occhi, subito".
Il bambino la strattona con la mano. "Mamma, io voglio vedere l'eroe e la principessa!"
"Ti ho detto di chiudere gli occhi, è un ordine!" sibila lei.
Poi parte il secondo colpo.
"…Va bene, mamma".
E il bambino chiude gli occhi per sempre.