Note iniziali dell'Autrice : Ok, prima che iniziate a leggere, mi
permetto un paio di avvertimenti.
Prima di tutto, scusatemi per la banalità dei titoli dei capitoli! Non
sono mai capace di inventare titoli di capitoli decenti... seconda
cosa.
Il titolo della fanfiction è ingannevole. Certo, c'è una Chiave... ma
non si tratta esattamente di una Chiave. State attenti a quel "del
Re.", è un indizio.
Leggete e saprete. Ora basta perdite di tempo... buona lettura!^^
La
Chiave del Re.
Capitolo 1 : Smistamento.
-Albus, devi stare tranquillo. Sei più
pallido di Victoire quando si mette una strana polvere babbana sulla
faccia.
-O di zio Ron quando la zia Hermione
parla di quel suo amico di nome Victor.
-E dell'idiota che vende bacchette a
Diagon Al...
-Va bene, ragazzi, ora state zitti!
Albus Severus Potter lanciò
un'occhiataccia ai suoi cugini e al suo amico Frank, che tacquero
immediatamente.
Prese un profondo respiro, e deglutì
nel sentire il treno che si immobilizzava del tutto.
Si sentiva quasi tremare. Da lì a
un'ora sarebbe stato smistato in una delle quattro case di Hogwarts.
Avrebbe visto il castello dove per anni aveva sognato di andare.
-Su, Al. Non vogliamo perdere tempo per
colpa tua, sai?- disse Roxanne Weasley con un sorriso smagliante.
Aveva il viso rosso di gioia, e Albus la invidiava.
Non sembrava affatto preoccupata e in
ansia come lui, ma entusiasta come sempre.
I cinque ragazzi, Albus, Rose, Roxanne,
Louis e Frank, uscirono dallo scompartimento. Il corridoio era già
pieno di ragazzi urlanti vestiti con la divisa nera di Hogwarts.
Si fecero strada tra gli studenti, dai
minuti undici-dodicenni come loro a quei ragazzi allampanati che
sicuramente iniziavano a frequentare il loro sesto o settimo anno.
Quando finalmente si trovarono nel
freddo della stazione di Hogsmeade, Albus fece correre lo sguardo
nella folla.
-Vedete Hagrid da qualche parte?
Rose scosse la testa.
-No.- disse. -Comunque, stiamo attenti
a non perderci di vista. Tanta gente in un posto solo si vede solo
nelle partite di Quidditch!
-Lì!- esclamò in quel momento Frank.
Indicò un punto davanti a loro, e voltandosi i ragazzi videro Hagrid
avanzare nella folla degli studenti, reggendo una lanterna enorme che
sprigionava una luce quasi bluastra.
-Primo anno! I ragazzi del primo anno
devono seguirmi! Da questa parte!
Albus e gli altri raggiunsero Hagrid a
passo svelto, e quando il mezzogigante li vide i suoi occhi si
illuminarono.
-Ragazzi! Avete
passato una buona estate?
-Certo, Hagrid.
Pensa, ho segnato il mio primo goal a Quidditch della mia vita.-
disse Louis in tono divertito, scatenando le risate dei ragazzi.
-Perfetto, ma la
prossima volta che giocherete a Quidditch sarà nel campo di
Hogwarts. Dobbiamo andare subito. Dunque, ci siete tutti del primo
anno? Andiamo!
Albus si affrettò
a seguire Hagrid, insieme al resto dei ragazzi del primo anno.
Il folto gruppo
imboccò una strada vicina che si inoltrava tra fitti alberi.
Albus si accorse
che l'aria era diventata più fresca e piacevole. Alzò gli occhi al
cielo, e si trovò ad ammirare una tela di bellissime stelle.
-Non ti incantare,
Al.- disse Rose, tirandogli una gomitata leggera. Lui abbassò lo
sguardo verso la cugina, che camminava accanto alla sua destra.
-Lo so ma... mi
piace quest'atmosfera.- rispose lui. -Certi alberi somigliano a
quelli del parco di Cotterfly, non trovi?
-Un giorno voglio
tornare a vedere Cotterfly.- intervenne Louis. -Mi piace il vostro
paese, è pieno di gente...
-Ovvio, è un
paese.- disse Frank sarcastico. -Sei tu quello che vive in una
villetta sperduta sul mare.-
-Ed è un
vantaggio! L'estate non ho bisogno di partire per le spiagge.-
ribatté Louis.
Roxanne lo guardò
con una lieve invidia nello sguardo.
-Allora vai in
montagna, una di queste estati.- disse. -Io penso che partirò per la
Spagna. Mio fratello è impaziente di vederla.
-Vogliamo parlare
di vacanze adesso? Mancano nove mesi. Dovremo concentrarci su...
Albus si
interruppe.
Si rese conto di
aver lentamente dimenticato la sua agitazione mentre scendeva dal
treno, cercava Hagrid e parlava con i cugini e Frank.
Il pensiero dello
smistamento ormai vicino si fece strada nella sua mente, e Albus
sentì un groppo in gola. Non voleva assolutamente finire a
Serpeverde. Si immaginò con indosso lo stemma verde di un serpente,
e il groppo si fece più pesante e doloroso.
No, no, non voglio... calmati, Al.
Se vorrai potrai scegliere Grifondoro, giusto?
-Hai una faccia
strana.- gli disse Frank, riportandolo alla realtà.
-Beh, ovvio, è
preoccupato per lo smistamento.- commentò Rose con un sorriso.
-Smettila di farti questi complessi mentali! Non puoi finire a
Serpeverde.
-E cosa te lo dice?
-Beh, non puoi
essere un Serpeverde... perché non ne hai le caratteristiche.
Insomma, i Serpeverde sono...
Rose smise di
parlare, lo sguardo assorto.
-Beh, non dico che
siano tutti poco raccomandabili ma...
-Zitta!- le intimò
Roxanne di colpo.
Albus notò che i
suoi occhi brillavano, e si accorse che erano arrivati alla fine del
sentiero pieno di alberi. Davanti a loro si apriva la riva di un
enorme lago, e c'era un ponte di legno non molto lungo, al quale
erano ormeggiate varie barche.
Albus strabuzzò lo
sguardo, e ammirò la distesa di acqua scura e lucida. Il lago
sembrava inoltrarsi tra le enormi rocce che lo circondavano, e in
lontananza il ragazzino riusciva a scorgere altri alberi e montagne
dalle punte innevate.
-Bellissimo.-
mormorò, senza riuscire a staccare lo sguardo.
-Avanti, ragazzi,
scegliete una di queste barche!- esclamò Hagrid con voce allegra.
-Raggiungeremo Hogwarts con queste.
-Mia sorella mi
hanno parlato tanto del lago che circonda Hogwarts!- disse Frank
entusiasta mentre lui, Albus, Roxanne, Rose e Louis si dirigevano
verso il ponte.
-Ora invece sarò
io che lo racconterò a Lily.- sorrise Al. -E Rose ad Hugo.
-Certo, come se i
nostri genitori non ci avessero parlato a sufficienza di Hogwarts fin
da quanto eravamo dei poppanti....- commentò Louis sarcastico.
Albus raggiunse una
delle barche e vi salì con cautela. Si sedette, e attese che gli
altri facessero altrettanto. Per un attimo si distrasse ad ammirare
l'acqua, le montagne e gli alberi lontani, e quando tornò a voltarsi
vide che due ragazzini che lui non conosceva stavano salendo sulla
barca.
Sbatté le palpebre
e li fissò attentamente.
Erano un maschio e
una femmina, di non più di undici anni. Lei aveva lisci capelli
rossi come molte delle cugine di Albus, e un viso innaturalmente
pallido.
Il ragazzino,
invece, aveva un colorito più acceso, il viso leggermente squadrato,
scompigliati capelli castani. Gli rivolse un sorriso cordiale, e
disse: -Ciao. Ti disturba se io e mia sorella saliamo su questa
barca?
-No, certo che no!-
si affrettò a rispondere lui. Rose balzò davanti a loro in quel
momento, e la barca oscillò leggermente. Albus si resse forte ai
bordi, mentre sua cugina si sedeva accanto alla ragazza dai capelli
rossi con aria divertita.
-Louis, Frank,
Roxanne, ci vediamo.- disse voltandosi verso i ragazzi rimasti sul
ponte. -Non c'è spazio qui, mi dispiace.
Roxanne sbuffò.
-Va bene, allora ci
vediamo a Hogwarts.- disse. -A dopo!
I tre si
allontanarono, e Albus tornò a guardare i nuovi venuti.
-Piacere.- disse.
-Io mi chiamo Albus Potter, e lei è mia cugina Rose Weasley. Voi?
Un lampo di
ammirazione e incredulità passò negli occhi dei ragazzi, ma si
spense presto. Come se avessero capito che ad Al e Rose seccava molto
essere sempre riconosciuti, additati e osannati per essere figli dei
salvatori del mondo magico.
-Io mi chiamo
Betsabea Finwel, lui è mio fratello Rudolf.- rispose la ragazzina.
Prima che potesse
aggiungere altro, nell'aria si levò la voce di Hagrid.
-Allora, ragazzi,
siete saliti tutti? Sciogliete le corde, forza! Si parte!
Il groppo in gola
tornò. Albus si sporse per sciogliere il nodo che teneva legata la
barca al ponte, il pensiero nuovamente fisso sullo smistamento che si
faceva sempre più vicino. Troppo vicino.
La barca iniziò a
muoversi dolcemente sulla superficie dell'acqua, svoltò e scivolò
verso le altre barche, che si stavano muovendo da sole a loro volta.
-Perfetto, non
dobbiamo remare.- sorrise Rudolf. -Odio remare, è una cosa stupida.
-Ovvio. L'anno
scorso siamo andati in gita con i nostri genitori al lago e lui ha
dimostrato di saper usare un remo quanto sa usare la bacchetta.-
replicò ironica Betsabea.
Albus e Rose
risero.
-Siete di famiglia
Babbana?- chiese Rose. -Non ve lo chiedo per pregiudizi, sapete, è
solo per fare un po' di conversazione.
-Beh, no, i nostri
genitori sono entrambi maghi.- rispose Rudolf. -Però sono entrambi
figli di Babbani. O meglio, nostra madre è figlia di una Babbana e
di un mago. Se non sbaglio, anche i vostri genitori sono entrambi
maghi, vero?
-Sì, anche se il
mondo dei Babbani ci piace.- disse Albus. -La madre di Rose è figlia
di due Babbani e grazie a lei conosciamo abbastanza bene quegli
apparecchi. Mia sorella rompe sempre le scatole per poter giocare ai
videogiochi. E poi c'è il poccuter...
-Computer.- lo
corresse Rose.
-Quell'aggeggio
simile ad una televisione e con dei tasti che puoi premere per
scrivere sullo schermo?- chiese Betsabea.
-Sì, proprio
quello. Mio fratello è ossessionato. Passa anche ore intere a
navigare su...
Albus si interruppe
con aria confusa.
-Come si chiamava,
Rose?
-Stai parlando di
Internet.
-Oh, esatto...
Continuarono a
chiacchierare, delle loro vite, delle loro famiglie, delle
aspettative per lo smistamento. Saltò fuori che Rudolf e Betsabea
avevano una sorella minore di due anni, Emily, ed entrambi speravano
di finire in Grifondoro o in Tassorosso.
-Sai, nostro padre
era un Tassorosso.- gli disse Rudolf. -Nostra madre invece finì a
Grifondoro, e ci piacciono entrambe le case.
Intanto le barche
continuavano a muoversi da sole. Attraversarono gran parte del lago e
una breve galleria, continuando a svoltare.
Finalmente il
momento che Albus aveva tanto desiderato venne.
-Ragazzi,
preparatevi!- urlò la voce di Hagrid. -Hogwarts è vicina!
Albus fece scattare
gli occhi oltre i visi di Rose, Rudolf e Betsabea. Il suo cuore prese
un balzo, alla vista del castello che era comparso davanti a loro.
Circondata da un
parco lussureggiante, Hogwarts era talmente bella da superare tutto
ciò che si era aspettato di vedere giunto nella scuola.
Le molte torri di
pietra scura si innalzavano e sembravano perdersi nel cielo. Le
torrette erano innumerevoli, ma mai quanto le centinaia di finestre e
finestroni. Molti erano illuminati, e davano l'impressione di essere
stelle che illuminavano il cielo. Come se Hogwarts fosse il
cielo.
Tetti aguzzi, un lunghissimo ponte, muretti, immensi prati
che facevano di quel castello un gioiello nero immerso nel verde.
Albus rimase
incredulo a guardare Hogwarts, gli occhi brillanti e quasi adoranti.
Le barche erano
vicinissime alla riva del lago.
Rose si alzò per
prima e rimase ritta in piedi. Aveva un'espressione impaziente, e
quando Albus la guardò immaginò subito che tutto quello che stesse
aspettando fosse solo la barca che urtava dolcemente il margine della
riva.
E quando accadde,
Albus scattò in piedi.
-Forza, andiamo!-
esclamò. Mise un piede sul bordo della barca, e poi saltò sul
prato.
Sentiva scorrere
dentro di sé un'energia particolare, qualcosa che andava più in là
della semplice preoccupazione e dell'entusiasmo. Era eccitazione
pura, era felicità, era soddisfazione.
Il groppo alla gola
era piacevole ma doloroso, il viso infiammato, le membra pronte a
scattare, a correre. Avvertiva un formicolio alla gola, e quel
formicolio significava semplicemente che presto avrebbe potuto
iniziare a ridere.
Si voltò, vide
Rose, Betsabea e Rudolf in piedi dietro di lui. I loro sguardi
entusiasti erano rivolti al castello, e anche lui tornò a guardarlo.
Che torre alta. È piena di
finestre. Guarda come sono luminose... sì, sembrano stelle.
-Albus!
Era la voce
squillante di Roxanne. La ragazza corse vicino a lui, i capelli che
le sbattevano contro il viso, acceso di un'allegria che Al aveva
visto poche volte in vita sua.
-Albus, hai visto?!
Non immaginavo che avette tante torri!- gridò Roxanne, tirandogli
una pacca sulla schiena così forte che gli procurò una smorfia. -E
quello dovrebbe essere il campo di Quidditch!
-Ragazzi, non
indugiate!
Albus notò Hagrid,
che naturalmente spiccava con la sua altezza da mezzogigante in
mezzo a quel gruppo di ragazzetti undicenni.
-Adesso vi porto a
Hogwarts. Vi accompagnerò fino al portone, chiaro? Seguitemi.-
Albus si affrettò
a seguire Hagrid lungo il pendio erboso. Non badò nemmeno ai suoi
cugini, a Frank, Betsabea e Rudolf.
Non riusciva a
smettere di ammirare Hogwarts, così che mentre camminava inciampò
tre volte.
-Ehi, guarda
là.
Era la voce di Rose, che gli aveva posato una mano sul
braccio. Si voltò, e vide Rose indicare qualcosa in fondo al parco.
Seguì la direzione della sua mano e notò che vicino agli alberi di
quella che sapeva essere la Foresta Proibita spiccava una pietra
liscia e bianca come neve.
Da lì la vedeva
piccola, ma stimò che se si fosse avvicinato si sarebbe accorto che
era più alta di quattro lui messi assieme.
-Cos'è?- chiese
perplesso.
-Credo di saperlo.-
disse Louis, che si era avvicinato in quel momento. -Dovrebbe essere
il monumento ai caduti nell'ultima battaglia di Hogwarts, diciannove
anni fa. I miei genitori me ne hanno parlato... ci sono tutti i nomi
di coloro che morirono nella battaglia contro Voldemort. Ci sono di
certo anche i nomi dei genitori di Teddy.
Un silenzio quasi
imbarazzato calò su di loro. Teddy era un amico della famiglia
Potter-Weasley, il figlioccio di Harry, cresciuto con sua nonna
Andromeda.
Tutti loro sapevano
che i genitori di Ted erano morti nell'ultima battaglia ad Hogwarts.
Ma non ne avevano parlato quasi mai.
E il nome di
Voldemort...
No, basta, Al. Perché dovresti
pensare a Voldemort? Vuoi rovinarti questa serata?
Fu Rose a rompere
il silenzio.
-Ora non parliamo
di questo, per favore.- disse. -Non sentite una certa fame? Spero che
James dica il vero quando parla dei bei banchetti della scuola.
-Certo che ho
fame.- disse Al, realizzando solo in quel momento che la stava
provando davvero.
L'ultima volta che
aveva mangiato era stata circa un'ora prima, sul treno, a ingozzarsi
insieme a Roxanne e Frank delle ultime Cioccorane rimaste.
Il gruppo di
studenti avanzò, guidato da Hagrid, salì lungo uno scalone di marmo
bianco che si interrompeva davanti a un portone di legno di quercia.
Quando Hagrid
arrivò davanti al portone, e bussò con la sua enorme mano chiusa a
pugno, Albus si accorse di star tremando leggermente. E non per il
freddo.
Passarono pochi
secondi, poi il portone si aprì con un debole cigolio e scivolò,
rivelando l'interno di una accogliente stanza dalle pareti dipinte di
giallo oro.
Gli studenti si
riversarono nella sala, mormorando ammirati davanti ai quadri di
maghi e streghe appesi alle pareti, alle scale che portavano a chissà
quanti altri piani, al portone di legno che probabilmente dava
accesso alla Sala Grande e al soffitto immensamente alto che si
apriva sopra di loro.
Albus si avvicinò
alle quattro clessidre disposte davanti ad una parete laterale, e
guardò affascinato il leone d'oro scolpito sulla prima. Naturalmente
erano le clessidre che segnavano i punteggi delle quattro case, ed
erano ancora vuoti.
-Ah, professor
Hagrid!
Albus si voltò
quasi roteando su se stesso e camminò veloce per riunirsi al gruppo
degli studenti.
Puntò gli occhi
sulle scale, e vide un uomo che conosceva bene dirigersi verso di
loro con un sorriso benevolo sul volto incorniciato dai capelli
scuri.
-Professor
Paciock!- disse Hagrid. -Prego, le lascio questi studenti e torno in
casa mia. Buona fortuna e buon banchetto!
Al seguì Hagrid
con lo sguardo mentre attraversava il portone e lo richiudeva dietro
di sé. Poi si voltò. Bene, il momento cruciale continuava ad
avvicinarsi.
Neville Paciock
tossicchiò, rivolse un'occhiata soddisfatta a suo figlio Frank e
iniziò a parlare.
-Bene, ragazzi,
benvenuti a questo vostro primo anno nella scuola di magia e
stregoneria di Hogwarts. Io non sono mai stato bravo con i discorsi,
anche se cercherò di fare del mio meglio. Sappiate che adesso
entreremo in Sala Grande per il banchetto di inizio anno, ma prima di
mangiare dovrete sottoporvi allo smistamento. Lo smistamento è una
tappa fondamentale, perché vi assegnerà ad una determinata casata
di Hogwarts. Le case della scuola sono quattro : Grifondoro,
Corvonero, Tassorosso e Serpeverde. Per tutti i sette anni che
frequenterete qui, la vostra casa sarà il vostro gruppo di
appartenenza, come una famiglia. Potrete farle guadagnare o perdere
punti a seconda del vostro comportamento. Alla fine di ogni anno
verrà assegnata la Coppa delle Case alla casa con il maggior numero
di punti.
Neville si
interruppe. Sembrava ansioso e un po' agitato.
-Perfetto. Adesso,
se volete seguirmi...
Wow. Oggi non facciamo che seguire
persone., pensò
Albus.
Neville scese le
scalinate, e si avvicinò al portone della Sala Grande. I ragazzi si
affrettarono ad avvicinarsi a loro volta, e quando il portone si
spalancò iniziarono a levarsi mormorii stupiti.
Neville li scortò
nella sala, e il gruppo lo seguì.
Albus temette di
impazzire, quando vide le pareti ricoperte dalle vetrate, i tavoli
delle quattro case pieni di studenti, il tavolo dei professori in
fondo, le bellissime decorazioni dorate che ricoprivano le pareti.
C'era molto
fracasso, gli studenti non facevano che urlare e chiacchierare,
alcuni cantavano addirittura. Al si mosse in mezzo a quello
splendore, e si rese conto che Rudolf e Roxanne stavano camminando
accanto a lui.
-Splendido, eh?-
mormorò Rudolf. I suoi occhi stavano brillando. Hogwarts aveva
decisamente la capacità di far brillare gli occhi della gente.
Al annuì in
risposta, e si voltò cercando volti amici tra i tavoli. Vide suo
fratello James seduto tra i Grifondoro, che gli sorrideva
allegramente e si passava una mano tra i capelli scompigliati.
Accanto a lui erano
naturalmente seduti Lucy e Fred.
-Ehi, Al! Ti
aspettiamo!- gli gridò Lucy quando Albus fu abbastanza vicino a lei
da poterla sentire.
Annuì, il viso
rosso per la miriade di emozioni che si agitavano dentro di lui : il
nervosismo, la preoccupazione, ma anche la felicità, l'entusiasmo,
l'allegria.
-Louis!-
Era una voce
femminile, e Al immaginò che si trattasse di una delle sorelle di
Louis. Stava per cercarle nel tavolo dei Grifondoro, quando i ragazzi
intorno a lui si fermarono di botto.
Urtò contro il
ragazzino bruno che si era fermato davanti a lui e si bloccò a sua
volta.
-Scusa!- mormorò
sottovoce, imbarazzato, quando il ragazzo si voltò. Per fortuna, non
sembrava essersela presa.
Albus vide che
erano arrivati quasi in fondo alla Sala Grande.
Lì, davanti al
tavolo dei professori, c'era una sedia di legno lucido e chiaro.
Sopra, era poggiato uno dei cappelli più consunti che avesse mai
visto.
Nero, a punta,
pieno di strappi, toppe e ricuciture, sembrava bruciacchiato in
alcuni punti.
Sicuramente non piacerebbe a
Victoire., pensò
Al divertito.
Neville si
posizionò accanto alla sedia, e fu in quel momento che la donna
seduta in mezzo alla tavolata dei professori si alzò in piedi.
Albus la scrutò
con attenzione, cosa che faceva sempre con chi non conosceva.
Era certamente la
preside. Il suo viso leggermente rugoso era incorniciato da sbuffi di
capelli biondo rossiccio, con un paio di ciocche grigie.
Era magra, aveva
gli occhi benevoli e gentili e indossava una lunga veste verde dai
bordi dorati.
-Benvenuti,
ragazzi, benvenuti al vostro primo anno in questa scuola!- disse con
una voce allegra che mise subito Albus di buonumore. -E bentornati
agli studenti dal secondo anno in su. Per i nuovi ragazzi, io sono la
preside di Hogwarts, Helene Bhatorys. Vi auguro un buon soggiorno nel
castello per questo nuovo anno. Prima che si proceda allo
smistamento, vi rammento alcuni avvertimenti. Non finirò mai di
ripetere che l'accesso alla Foresta Proibita è proibito agli
studenti di qualsiasi casa, così come è proibito duellare nei
corridoi e possedere delle Girandole Cantanti prodotte dai Tiri Vispi
Weasley....
Albus represse una
risatina, e distaccò la mente, annoiato dalla piega che stava
prendendo il discorso.
-… ricordo
inoltre che alla squadra di Quidditch di Tassorosso mancano i due
battitori, e un cacciatore a quella di Serpeverde. Mi auguro che i
provini vadano bene. Detto questo... professor Paciock, provveda pure
allo smistamento.
La donna si sedette
di nuovo, e Albus spostò lo sguardo sul Cappello. Suo padre gli
aveva raccontato cosa sarebbe avvenuto durante lo smistamento, ma fu
comunque piacevolmente sorpreso nel vedere un lembo della stoffa che
si spalancava, e il Cappello Parlante iniziò a cantare.
Mille anni son
ormai passati
da quando gli incantesimi che mi dieder la mente
furon forgiati.
Ai tempi fui trasformato al fine
di regalar a
tutti una scelta sublime.
Quattro son le case in cui potete esser
smistati.
Ciascun Fondatore voleva venissero dei talenti
privilegiati.
Se per voi è quella di Godric Grifondoro la via
retta
abbiate coraggio, orgoglio e fierezza.
Se impegno, lealtà
e bontà son la vostra strada
la buona Tosca Tassorosso offrirà
la sua casa.
E Salazar Serpeverde sceglieva l'astuzia e
l'ambizione,
che portavan agli onori insieme alla
determinazione.
Infine Priscilla Corvonero, sveglia e fiera
che
premiava il cervello e l'intelligenza vera.
Dunque non state lì
fermi a tremare,
ma con sicurezza avanzate.
E quando sulle
vostre teste sarò calato
saprete a quale casa io vi ho assegnato.
Non appena la
canzone terminò, nella Sala Grande si levò uno scroscio di
applausi. Albus non seppe se applaudire anche lui, tutti i ragazzini
del primo anno erano fermi.
Alla fine decise di
lasciar perdere.
Quando gli applausi
si spensero, Neville tossicchiò, prese in mano il cappello e tirò
fuori una pergamena dalla tasca della veste. La srotolò e passò i
suoi occhi sul gruppo dei ragazzi.
-Adesso io vi
chiamerò in ordine alfabetico. Voi verrete qui, vi sederete e vi
metterò in testa il Cappello Parlante. Sarà lui a smistarvi.
Il cuore di Albus
iniziò a battere, con tonfi simili a colpi di tamburo.
-Amelis Holland!
Una ragazzina mora
dall'espressione timida si staccò dal gruppo e camminò verso la
sedia. Albus la osservò sedersi, il cappello le venne posato in
testa, e dopo alcuni secondi gridò: -SERPEVERDE!-
Che strano., pensò
Al. Non avrebbe mai detto che una ragazza dall'espressione tanto
dolce e timorosa potesse essere smistata a Serpeverde. Ma in fondo,
cosa gli diceva che quella fosse una casa malvagia?
Fu in preda al
nervosismo e alla paura per quelli che parvero minuti interminabili.
-Barker Jessica!
-GRIFONDORO!
-Clawys Robert!
-TASSOROSSO!
Non poteva
sopportare di rimanere lì, in piedi, senza fare niente. Ad osservare
gli altri ragazzi che venivano smistati.
-Finwel Betsabea!
Albus si voltò
leggermente, e vide Betsabea dietro di lui. Era irrigidita e aveva
uno sguardo quasi spaventato. Al le rivolse un sorriso.
-Fatti
coraggio.- sussurrò. Proprio io che sto quasi
per svenire.
Betsabea ricambiò
il sorriso, e si incamminò. Si sedette e quando il Cappello Parlante
le venne posato in testa, Albus rimase in attesa, con il fiato quasi
sospeso. Chissà dove sarebbe finita quella ragazza? Gli stava molto
simpatica.
-GRIFONDORO!
Il tavolo dei
Grifondoro esplose in fischi, applausi e urla entusiaste. Betsabea si
alzò mentre Neville le toglieva il cappello dalla testa e corse
verso il tavolo. Si girò un attimo per rivolgere ad Albus un sorriso
che lo agitò.
E non era
un'agitazione negativa.
Tornò ad assistere
allo smistamento.
-Finwel Rudolf!
Il ragazzino
accanto a lui si mosse e raggiunse la sedia. Il cappello rimase sulla
sua testa per quasi un minuto, e Albus non faceva che sbattere a
terra il piede.
-CORVONERO!
Albus si sentì
stupito a quella sentenza. Per lui, Grifondoro era sempre stata la
casa migliore, la casa della sua famiglia, dei suoi genitori, dei
suoi fratelli e cugini. A parte Molly che era diventata una
Corvonero.
Dai, non c'è assolutamente nulla di
male nelle altre case.
Per un attimo
guardò il tavolo dei Grifondoro. Betsabea fissava suo fratello che
veniva accolto tra i festosi Corvonero con aria sorpresa e
leggermente triste.
Tornò a voltarsi
verso il cappello. Era stato chiamato un ragazzino che inciampava di
continuo nel tentativo di raggiungere la sedia, provocando le risate
di alcuni studenti.
L'attenzione di
Albus scivolò gradualmente. Non conosceva quei ragazzi, cosa poteva
importargli di loro? Riusciva solo a pensare alla sua preoccupazione.
Non voglio finire a Serpeverde. No,
non voglio. Non è una casa cattiva ma... no, non voglio finire a
Serpeverde. Non mi piace. Grifondoro... ho sempre desiderato essere
un Grifondoro...
-Malfoy Scorpius!-
Per un attimo la
sua attenzione si ridestò. Mosse lo sguardo davanti a sé. C'era un
pallido ragazzino dai riccioletti biondi che si stava sedendo, lo
sguardo impassibile e tranquillo che sembrava nascondere una punta di
agitazione.
-SERPEVERDE!-
sentenziò il cappello dopo alcuni secondi.
Gli studenti
Serpeverde tornarono ad urlare e applaudire il ragazzo. Albus lo
fissò con un misto di curiosità e diffidenza. Suo zio Ron non
faceva che ripetere che non bisognava fidarsi della famiglia Malfoy.
Quella mattina alla stazione, aveva detto a Rose di non dargli
confidenza.
Beh, non che a loro
interessasse molto conoscerlo. L'avevano visto una sola volta, e
Albus non provava vero interesse verso quel ragazzo.
Lo smistamento
continuò.
-Paciock Frank!-
-GRIFONDORO!-
Albus non poté
fare a meno di sorridere. Era felice per Frank, sapeva bene quanto
lui desiderasse finire in una casa come Grifondoro o Tassorosso.
Era così occupato
a rallegrarsi per il suo amico che non si rese conto che Paciok e
Potter erano due cognomi molto vicini.
-Potter Albus
Severus!-
Le sue gambe
divennero molli. Il groppo in gola si fece tremendamente doloroso.
Arrossì, e non sapeva bene se era più per lo smistamento che per
l'essere stato chiamato col suo nome completo davanti a quel vasto
pubblico.
Si sforzò di
camminare, di mettere un piede davanti all'altro. Tremava. Sentiva un
vuoto nel petto.
Si lasciò cadere
sulla sedia e non fece in tempo a tirare un respiro profondo per
calmarsi che Neville gli posò in testa il Cappello Parlante. La sua
visuale si oscurò, il nero gli coprì quasi del tutto gli occhi.
Improvvisamente,
l'atmosfera si era fatta serena.
Bene, ma tu guarda... il secondo
Potter.
Suo padre gli aveva
parlato del cappello. Sapeva che si trattava della sua voce... beh,
in fondo di chi altro poteva trattarsi?
Somigli a tuo padre. E anche a tuo
fratello. Sotto la tua timidezza e le insicurezze, hai un
temperamento impetuoso e ribelle simile al suo.
Io...
Avverto benissimo il tuo timore di
finire a Serpeverde. In un certo senso, hai la determinazione giusta
per quella casa. Ma niente altro, non penso che ti troveresti bene
tra persone troppo furbe e approfittartici. Hai generosità e
sensibilità. Intelligenza, gentilezza e coraggio. Forse non te ne
rendi conto ma nel tuo cuore si cela un coraggio molto forte.
Quindi...
Non penso che resterai deluso,
Albus. Sarai perfetto per... GRIFONDORO!
Non ci riusciva a
credere. Per il tempo che aveva passato seduto era riuscito a
rimanere fermo, ma adesso tremava di nuovo.
Tremava mentre si
alzava, prendeva il cappello e lo porgeva a Neville. Lui gli rivolse
un sorriso soddisfatto, e Albus tentò di ricambiarlo.
Non poteva essere
vero. Era già tutto finito. Era accaduto. Era stato smistato a
Grifondoro.
Si diresse verso il
tavolo e andò a sedersi accanto a Betsabea.
Gli studenti della
casa, la sua casa, stavano applaudendo più forte
di prima.
Evidentemente per il suo cognome. James gli sorrise dall'altro capo
del tavolo e Albus riuscì a ricambiare.
Gli uscì un
sorriso raggiante, sincero, aperto.
Non riuscì a
trattenersi e iniziò a ridere.
-Complimenti, Al.-
gli disse Betsabea. I suoi occhi erano allegri e in parte vaghi, come
se fosse immersa in pensieri remoti.
-Grazie.- rispose
lui. Si voltò di nuovo, e vide Rose fissarlo. Era l'ultima del
gruppetto ormai rimasto da smistare.
Rose sbatté le
palpebre, e mosse le labbra in sorriso. Albus conosceva Rose da
undici anni. Sapeva che quel sorriso voleva dire : Complimenti!
Passò un minuto
prima che anche i Weasley iniziassero ad essere chiamati.
-Weasley Louis!-
Albus trattenne
letteralmente il fiato.
-GRIFONDORO!-
Louis si alzò
dalla sedia con uno scatto, e fece cadere a terra il cappello. Lo
raccolse e porse a Neville balbettando scuse, prima di correre verso
il tavolo dei Grifondoro.
Albus si unì agli
applausi.
-Ehi, Louis, vieni
qui!- urlò una ragazza dai capelli rossi, seduta poco lontano da lì.
Louis rivolse ad Albus uno sguardo di scusa prima di dirigersi verso
sua sorella.
-Weasley Rose!-
-GRIFONDORO!-
-Weasley Roxanne!-
-GRIFONDORO!-
Roxanne arrivò al
tavolo saltellando, con le gote arrossate. Si sedette davanti ad
Albus e Betsabea e urlò per farsi sentire sopra gli applausi e le
esclamazioni.
-Visto, Albus? E tu
che ti preoccupavi!-
Sollievo. Ciò che
provò Albus in quel momento, seduto al tavolo dei Grifondoro, in
mezzo ad altri studenti e ai suoi cugini, fu un semplice e immenso
sollievo.
Lo smistamento era
fatto. E lui era finalmente arrivato ad Hogwarts.
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