Il viaggio

di V a l y
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Questa fic è stata scritta per il Multifandom Drabble Fest di livejournal. Le regole sono che fic abbiano un massimo di 500 parole e debbano seguire dei prompt specifrici, in questo caso "Numero".

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Ci sono numeri che si contano con una sola mano. Butta un occhio al pugno, alza quattro dita; sono le sigarette che si fuma ogni giorno. Due, le riunioni con i jonin. Cinque, i minuti che passerà sdraiato sul prato a guardare il cielo.
Per altri numeri ha bisogno di due mani. Aggiunge un pollice, sei, l'ora del risveglio. Nove, gli scalini da percorrere. Sette, gli alberi nel suo giardino, gli incroci da superare per arrivare all'ufficio di Tsunade.
Ci sono numeri per cui due mani non bastano più. Trentaquattro, i suoi colleghi; dodici maschi, ventidue femmine. Troppe, per i suoi gusti.
Quaranta sono le pedine dello shogi. Cinquanta i fogli da firmare. Trecento i metri del corridoio. Trenta i chunin che tenteranno l'esame. Meno della metà quelli che passeranno.
E poi, ci sono i numeri che ricorda senza l'ausilio di mani, che lasciano un retrogusto dolce sulle labbra quando vengono pronunciati. Tre, sono i giorni di viaggio. Settantadue ore, quattromilatrecentoventi minuti, duecentocinquantanovemiladuecento secondi. Li conta assieme ai passi, ottantaseimilaventiquattro, e coi passi i chilometri, ottantatré.
Al trentacinquemillesimo passo ha già pronosticato quel che accadrà quando arriverà a destinazione. Temari sgranerà gli occhi, appena appena, perché è sempre stata brava a contenersi. Gli chiederà cosa diavolo ci fa a Suna, e lui esporrà una dozzina di motivazioni già preparate in precedenza, più o meno convincenti. Tutte balle, dalla prima all'ultima, ma se le dirà con quel tono svogliato, quel tono costruito per non lasciarle sospetti, forse gli crederà.
E sarà uno, uno soltanto il sorriso che gli concederà quel giorno. Un sorriso raro, prezioso, un po' sghembo, divertito. Lui si perderà in quel sorriso, gli procurerà dieci battiti, gli farà abbassare lo sguardo a terra tre volte. Si metterà una sigaretta tra le labbra per nascondere l'imbarazzo, e, portandosi l'accendino vicino alla bocca, le sfiorerà la mano, ma dovrà sembrare casuale.
Quattro sono i ciuffi, il motivo di quel viaggio troppo lungo e faticoso per uno scansafatiche come lui, eppure il pensiero di rivederla gli rende il tragitto più dolce di qualsiasi pomeriggio trascorso steso sull'erba a contare le nuvole.




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