jnkds
©
Amor
Vincit Omnia
Avvertimenti. Salve
ragazzi. Allora, questa è una one-shot che ho scritto di
getto questo pomeriggio e credo che sia un delirio puro, poi giudicate
voi! :D
Disclaimer. Gli
Avenged Sevenfold (Matt Sanders, Brian Haner, Zacky Baker, Johnny
Seward e Jimmy Sullivan), Valary e Michelle DiBenedetto sono personaggi
realmente esistenti. Tutti i fatti riportati qui di seguito non sono
necessariamente realmente accaduti e con questo scritto, non pubblicato
a scopo di lucro, non intende dare un'idea neanche vaga del carattere o
della vera vita dei personaggi, ne tantomeno delle circostanze della
morte di Jimmy. E' la mia personale visione delle cose ed è
puramente inventato da me, pertanto la riproduzione totale o in parte
di questo testo è severamente vietata.
***
Siamo a San Diego,
ultima data del primo tour negli States per la promozione di Nightmare.
Dopodiché questa famiglia che mi porto dietro
sbarcherà in Europa lasciandomi qui ad aspettarli.
Perché ci
deve pur essere qualcuno che li aspetti per quando torneranno, qualcuno
qui, per loro, ad accoglierli come meritano. E allora adesso me ne sto
qui, dietro le quinte ad osservarli mentre si esibiscono per un
pubblico sempre maggiore. Di certo le cose sono molto cambiate dai
tempi del Chain Reaction, eppure siamo ancora qui, dopo gli alti e i
bassi, dopo tutte le bufere; c'è chi si è perso,
per volontà propria o di forze esterne, e chi, come me,
può avere l'onore di dire: “sono ancora qui per
loro”.
Mi chiamo Valary
DiBenedetto ma molti di voi mi conosceranno come “la
fidanzata del Signor Ombra”. Be', lasciate che vi dica che
non so niente di questo Signor Ombra di cui tutti parlano. Io conosco
Matt, Matt Sanders, l'uomo che ho sposato, e posso giurarvi che quel
soprannome non gli si addice affatto, per quanto lui cerchi con tutto
se stesso di far sembrare il contrario. Non fatevi ingannare da quei
rayban calati sul volto.
Ho conosciuto Matt
quando eravamo ancora ragazzi e credo di esser stata la sua migliore
amica prima ancora di diventare la sua fidanzata. Forse è
per questo che riusciamo a sopportarci anche da sposati.
Fatto sta che quello
che pochi sanno è che gli Avenged Sevenfold sono qui grazie
a me.
No, ok, non voglio
fare la presuntuosa e prendermi tutti i meriti, però
è così. Diciamo che è stato merito mio
e del talento di quei cinque animali che chiamo
“amici”.
Nessuno si accorge di
essere dentro a qualcosa di grandioso fin quando lo sta vivendo. Anche
io me ne sono resa conto solo dopo, a distanza di tempo e di seguito ad
una brutta doccia fredda, e quella consapevolezza è arrivata
in modo agghiacciante e inaspettato.
Comunque mi vedo
– e li
vedo – ancora come gli stessi ragazzoni di dieci anni fa,
quelli che facevano musica davvero inascoltabile (e me ne accorgo solo
a distanza di tempo) ma che amavo e amo ancora con tutta me stessa.
Probabilmente, senza di me loro
non sarebbero dove sono ora, ma quelo che è certo
è che io senza di loro non sarei ancora viva.
Perché amo Matt più di quanto non faccia con me
stessa e perché mi hanno insegnato a prendere la vita come
viene.
***
E' incredibile come ad
ogni concerto riescano a farmi rivivere una vita intera.
Sarà che le loro canzoni sono state la colonna sonora delle
nostre esistenze, eppure sono convinta che ci sia dietro qualcosa, o
qualcuno. Ci sono certe sere in cui le scalette dei concerti sono
impostate in maniera così cronologicamente giusta
– come oggi, per esempio – che stento a credere
siano frutto di una scelta non studiata.
Seize the day
è forse la seconda canzone d'amore più bella che
Matt mi abbia mai dedicato – la prima è Warmness on the soul,
per forza di cose - e ogni volta che la suonano mi vengono i brividi.
E quasi mi abbiano
letto nel pensiero ecco che inizia, e mi sento morire dentro,
perché non era in programma.
Cerco nella tasca dei
pantaoni il foglietto con su scritta la scaletta di stasera. Niente Seize the Day.
Questo è quello che intendevo quando dicevo che ascoltare un
loro concerto per me è sempre un'emozione.
Perché, finché sei preparata psicologicamente a
ciò che ascolterai, va tutto bene. Ma quando ci sono questi
cambiamenti improvvisi e non sei stata avvertita (e credetemi,
avvengono spesso e stranamente non ne sono mai al corrente) potresti
svenire da un momento all'altro. Questo Matt lo sa, e penso che lo
faccia apposta, lo capisco dalle occhiate che mi lancia in queste
occasioni. Gira distrattamente lo sguardo verso le quinte per vedere se
ci sono ancora o se sono svenuta. E poi sorride. E io muoio dentro.
"These
streets we travel on
will
undergo our same lost past."
Ricordo come fosse
ieri il giorno in cui abbiamo girato il video per questa canzone. Era
stata una giornata bellissima. Io facevo la fidanzata incinta e per un
attimo ho pensato che tutto quello potesse diventare vero. Non avrei
però immaginato che lo sarebbe stato. Già,
perché ora dentro di me c'è qualcun'altro, ed
è il figlio di quell'uomo dalle spalle giganti che ora mi
sta guardando con occhi dolci mentre canta la nostra canzone.
"Trials
in life,
questions
of us existing here,
don't
wanna die alone without you here,
Please
tell me what we have is real."
A volte me lo chiedo.
Come è possibile che tutto questo sia vero? E' che me ne
accorgo solo in certi momenti di come sia stata piena la mia vita
fino ad oggi. Di cosa non importa, momenti belli e brutti, gioie e
dolori, solo.. piena,
ecco.Ma è bello pensare che c'è sempre stato
qualcuno accanto me, nonostante tutto. Tralasciando Matt per un
seconodo, perché è mio marito e perché
è un'abitudine a cui non saprei rinunciare. Brian, Zacky,
Johnny e in qualche modo anche Jimmy. E' questo che intendo quando
parlo di famiglia. Qualcuno su cui contare, sempre, su tutto. E potrei
dire anche il nuovo Arin, anche se è presto per trarre
conclusione affrettate.
Io e Arin siamo in un
certo senso sulla stessa barca. Siamo i due punti chiave, nonostante il
resto.
Io ho finanziato la
band agli esordi e lui sta dando tutto se stesso per far sì
che quel sogno, quel sogno che poi è anche il mio, non vada
in frantumi.
Di lui mi piace
soprattutto la discrezione con la quale agisce e regge tutta la
situazione. Non é facile prendere il posto di un amico come
Jimmy è stato. E se ci penso, ancora mi si chiude lo
stomaco.
E' passato
più di un anno ormai, da quando se ne è andato,
eppure le ferite che ha lasciato sono ancora fresche e fanno male come
il primo giorno. Ed è questa la doccia fredda di cui
parlavo, quella che mi ha fatto rendere conto di cosa avevo tra le
mani. Però, in un certo senso, la morte di Jimmy mi ha fatto
capire il vero valore delle cose che avevo e che tutt'ora ho e
guardando indietro a tempi migliori, ho capito di avere una famiglia
fantastica su cui contare. La magia di Jimmy: portare del bene anche in
situazioni in cui il bene non lo vedi neanche in lontananza.
***
Sento le prime note di Critical Acclaim e
penso che oggi questo concerto mi sta giocando brutti scherzi.
So già cosa
succederà, alla canzone e a me. Come sempre, non
c'è niente di nuovo. L'ho sentita milioni di volte, la sua
voce alle casse durante questa canzone, eppure no, non ci sono
abituata.
E' facile abituarsi ad
una presenza e vorrei poterlo dire, ma non è la stessa cosa
quando si parla si assenze. E alla sua assenza credo non mi ci
abituerò mai: per me ogni giorno sarà sempre come
se lo avessi visto per l'ultima volta da poco tempo; ricordo il suo
votlo come fosse ieri.
"I'
ve had enaugh it's time for something real
Don't
respect the words you speaking
Gone
too far, A clone."
Matt apre le braccia
al cielo.
Questo gesto invece lo
fa poche volte, solo quando se la sente.
E' che una persona da
fuori non lo vede quanto faccia male a tutti loro sentire quella voce.
Però lo fanno lo stesso, per sentirlo ancora una volta
immaginando che sia l'ultima, come un bambino che fa i capricci per
alzarsi dal letto la mattina e chiede alla mamma “ancora
cinque minuti!”. Così anche loro si dicono
“ancora un altro concerto e poi la togliamo”, non
lo faranno mai. Per lo meno non finché ci sarà
Zacky nella band.
***
Per come l'ho sempre
visto, Zacky è qualcuno di cui prendersi cura; non credo che
abbia la forza necessaria ad andare avanti da solo.
Per quanto abbia
dimostrato di averne, quando Jimmy se n'è andato, non credo
che riesca a tirarla fuori di nuovo.
Questa è la
differenza tra un fan e un'amico. Un fan può solo immaginare
il loro dolore, qualcuno come me, invece, lo vede tutti i giorni. E io
lo vedo davvero con i miei occhi, lo vedo da più di un anno,
ormai, e le cose non sembrano voler cambiare.
Certo, c'è
stata una sorta di rinascita da un anno fa ad oggi, la forza di quattro
ragazzi pronti a lottare per riprendersi ciò che era loro di
diritto. Ma di fondo si è sempre tutti tristi. Soprattutto
nei momenti intimi, quando ti fermi e fai il resoconto della giornata.
E in quei momenti vedo gli occhi di Zacky scorrere la stanza e poi,
improvvisamente, abbassarsi a terra e lui mettersi una mano al collo.
Sotto le sue dita scorre la scritta “forever” che
si è fatto tatuare non molto tempo fa. Inutile dire che
quanto rialza lo sguardo ha gli occhi lucidi e non guarda in faccia
nessuno. Lo sento sospirare e chiudersi in bagno. Allora gli altri si
guardano tra di loro chiedendosi in silenzio se sarà sempre
così dopo ogni concerto.
Ormai è
come un rito, e certe domande non ce le poniamo nemmeno più.
Per lui è stata difficile, più che per gli altri.
Io non credo che lui l'abbia ancora superata. Mentre gli altri ci hanno
provato, si sono aggrappati a quelle poche certezze che avevano e hanno
tirato avanti con tutte le forze in loro possesso, lui invece non ha
mai avuto il coraggio di muovere un dito.
Ricordo che un giorno,
non so bene in che città fossimo, alla fine di un concerto,
lui è entrato in sala, ed era felice, ha abbracciato gli
altri come sempre, poi si è fatto serio e tutti capimmo che
era già arrivato quel
momento della giornata. E nessuno ormai si azzardava a dire o a fare
più niente, perché sembrava quasi tradire la
memoria di Jimmy, o almeno questo è quello che pensa Zacky.
Me lo ha confessato
lui stesso proprio quel giorno. Si è appoggiato allo stipite
della porta con le braccia conserte mordendosi l'interno della guancia
destra, come fa sempre quando è nervoso, e posso giurare di
aver visto una lacrima solcargli una guancia prima che sospirasse e si
dirigesse in bagno. Io quel giorno l'ho seguito, perché
ricordo perfettamente che lui c'è sempre stato per me.
Banalmente porto
l'esempio più quotidiano che mi viene in mente,
perché dovete sapere che io e Matt non siamo sempre stato
una coppia felice. Da adolescenti litigavamo in continuazione, forse
per ché avevamo lo stesso carattere. E quando mi chiudevo in
bagno a piangere di disperazione, perché Matt ci aveva
provato con un altra o per sciochezze simili, Zacky mi seguiva, bussava
finché non decidevo di aprirgli e si accucciava davanti a
me, che mi ero ormai abituata ad usare la tazza come la sedia di una
sorta di confessionale privato, e mi asciugava le lacrime facendomi
sfogare e parlandomi come solo lui è mai riuscito a fare.
E così quel
giorno i ruoli si erano invertiti. Lo seguii e bussai alla sua porta,
sentii che tirava sul col naso.
« Ei Zacky,
sono io. Val.. » gli dissi sussurrando.
Mi aprì e
ci chiudemmo la porta alle spalle. Sapevo già quali erano
gli sguardi di tutti nella sala accanto. Sguardi di timore e
raccogliemnto. Soprattutto quello di Arin che non sapeva ancora come
comportarsi in momenti come quello.
Be', quel giorno i
ruoli si erano decisamente invertiti.
« Jimmy
manca anche a me, Zacky.. » gli dissi accarezzandogli i
capelli.
Quel gesto dovette
avergli scatenato qualcosa dentro, perché portò
le ginocchia al petto e si chiuse su se stesso, sfogando la rabbia che
aveva dentro. Non potei fare altro che abbracciarlo, e dirgli tutto
senza parole, per fargli sentire che ero con lui. Che capivo il suo
dolore, forte quanto il mio. E credetemi, sentire i singhiozzi del
proprio migliore amico mentre lo si abbraccia e farsi scuotere dai suoi
stessi spasmi, come a diventare un corpo solo, può essere la
cosa più bella e la più straziante insieme. In quei momenti capisci che il
silenzio, quello vero, non esiste, sarà sempre occupato da
qualcos'altro.
Era per farvi capire
chi è davvero Zacky Baker, quello che voi chiamate
Vengeance. Un uomo fragile sotto la scorza del supereroe.
***
Porto una mano al
petto e sento il bambino scalciare. E' un maschio, e non vi nascondo
che si chiamerà Owen. Owen James Sanders, per la precisione.
Sento i primi accordi
di Tonight the world dies
e maledico in tutte le lingue chi di quei quattro ha deciso di cambiare
scaletta. Controllo meglio sul foglio che mi era stato dato e confermo
che la canzone non era in programma.
Solo che questa
è una pugnalata.
"Lost
the meaning of our stay,
Learn
to live another day,
Doubt
the choices that we've made.."
Potrei paragonare
tutta questa storia, con tutti questi ghirigori che ci sono stati fatti
intorno, alla nota più acuta di una chitarra elettrica
suonata ad oltranza finché non scava come una fossa nelle
tue orecchie e continua a rigirarci sopra. Potrei fare esempi
più macabri e dolorosi ma ve li lascio immaginare da soli.
"Tonight
the world dies.."
E mi rendo
perfettamente conto di cosa abbia spinto Matt a scrivere quelle parole.
Perché Jimmy quella sera si è portato via con
sè il mondo intero.
E adesso cosa rimane?
Non è più vita, è un tirare avanti a
forza di note. Vivere di musica non è sempre bello come lo
si immagina quando lo fai in un senso così letterale del
termine.
***
So far away
è una delle canzoni più belle del CD ed
è anche la prima che il nostro Brian abbia mai scritto.
Non so, è
che ero ignara delle sue capacità letterarie e quando
è arrivato in studio con quei fogli rovinati in mano e la
mano del padre sulla spalla, mi ha lasciata un po' così, con
la bocca semi aperta e lo sguardo sbalordito.
"Never
feared for anything
Never
shamed but never free
A
light that healed a broken heart with all that it could"
Che poi non tutti
sanno cosa abbia spinto Jimmy a fare ciò che ha fatto. E
molti non sanno neanche se la cosa è stata volontaria o no.
Ecco, a questo
proposito, noi della famiglia sappiamo per certo che non si
è trattato di suicidio vero e proprio. E' stato
più un fattore di noncuranza. Semplicemente, a lui non
importava di vivere o morire.
Aveva un male al
cuore, attacchi di panico, roba del genere, non ho mai neanche ben
capito cosa avesse di preciso. Fatto sta che ha provato davvero di
tutto, ma sembrava che il suo fosse un male incurabile, non letale ma
incurabile. E lui aveva semplicemente deciso di velocizzare il processo
che lo avrebbe portato a vivere su un letto d'ospedale.
Il suo motto era
“Meglio trent'anni vissuti bene che ottanta vissuti
male” ed era proprio questo a cui si riferiva. Non che per
“vivere bene” intendesse diventare un alcolizzato
depresso. No, quella è stata solo una conseguenza,
chiamiamolo incidente di percorso. E credetemi, parlare di lui in
questi termini fa male, ma è necessario.
"Lived
a life so endlessly
Saw
beyond what others see
I
tried to heal your broken heart with all that I could"
E in questo Brian ha
effettivamente ragione.
Credo che lui sia
stata la persona che ha cercato di tirarlo su maggiormente.
Una volta ricordo che
ci aveva anche quasi litigato perché continuava a bere e a
fumare, imperterrito.
Ma alla fine ci ha
rinunciato anche lui.
"How
do I live without the ones I love?
Time
still turns the pages of the book it's burned
Place
and time always on my mind
I
have so much to say but you’re so far away"
Questa canzone
è in gardo di distruggerti l'anima, se vuole.
Perché
è malinconica, sì, ma ha un fondo di allegria non
meritata, quella che tutti noi stiamo cercando ma che non riusciamo a
trovare. Ed è per questo che quando l'ascolti ti senti quasi
in colpa per quella felicità che ti è stata
negata da un anno a questa parte.
Fa un male cane,
cazzo.
"Sleep
tight, I'm not afraid
The
ones that we love are here with me"
Matt si volta e mi
guarda ancora, sorride mentre canta e mi da sicurezza. Ma sono convinta
che non ci creda troppo neanche lui.
"Lay
away a place for me
'cause
as soon as I'm done I'll be on my way to live eternally"
Sento una lacrima
solcarmi una guancia e un buco aprirsi proprio sotto al petto. Una
voragine vuota. Mentre questi ultimi accordi mi spezzano l'anima e la
buttano nel fuoco. E anche Owen sembra percepire questo momento: si
è calmato.
"I love you
You were ready
The pain is strong
enough despite"
La sua voce esplode
nell'arena e vedo i volti dei fan rigati dalle lacrime, alcuni dal
trucco colato. Capisco che era lui, Jimmy, ad aver fatto tutto questo.
Vedo l'amore che ha dato e che gli si sta ritocendo contro. Spero che
lo possa vedere anche lui.
Rivivo i momenti del
suo funerale come fossero piccole foto sbiadite dal dolore che ha
lasciato. Gente vestita bene. Condoglianze. Ci dispiace. Era un grande uomo.
Un genio. Sono sempre i migliori a partire. Sì, ok. Ma io mi
sto chiedendo il perché.
"But
I'll see you
When
it lets me
Your
pain is gone, your hands are tied"
Mi trema il mento e
sento la fine di qualcosa di bello. Una fine improrogabile, forse la
fine di tutto, quel tutto che è stato mio per
così tanto tempo. Quella persona che credo sia stata l'unica
che mi abbia mai capito veramente in tutta la mia vita. Era il mio
migliore amico.
"And
I needed to know"
Jimmy era fatto
così, capiva tutti e il tuo dolore era anche il suo.
Sono sicura che anche
in questo momento lui mi sta guardando e sta piangendo con me, per me e
per il mio dolore.
Perché questo
era Jimmy.
"And
I need you to know"
Ti
voglio bene.
***
In un contesto diverso
mi sarei sicuramente vergognata delle mie stesse lacrime. Ma oggi no. E
c'è Michelle che mi sta guardando con occhio apprensivo da
poco lontano. Sa che venire a consolarmi non serivirebbe a niente. Sono
un tipo solitario, lo sono sempre stato. Eravamo io e il mio dolore,
sin da piccola, e pochi sono riusciti a scavalcare quel muro che mi
ostinavo a erigermi intorno. Un muro per tutti tranne che per Michelle.
Lei no, è la mia gemella. Mi consola anche senza essere
presente. Non potrebbe comunque far niente per aiutarmi, sente il mio
dolore come il suo. E' un'implicazione troppo affettiva, poco reale.
Invece, ci sono stati
altri. I ragazzi. Matt per primo, poi Zacky, Brian e Jimmy. E Johnny in
un tempo più remoto. Loro sì che c'erano riusciti
a scavalcare quel muro.
Cammino lentamente
verso il bagno e penso che in effetti Johnny si è perso, con
la morte di Jimmy. Si è perso del tutto. Passa le notti ad
ubriacarsi e non c'è stata una vota che l'ho visto piangere,
ma nemmeno sorridere sinceramente, se è per questo. Non so.
Johnny è strano, lo è sempre stato. Ma vederlo in
quelle condizioni fa male a tutti. Ti sbatte in faccia la
brutalità con la quale ti sono state sottratte le persone
che ami, quasi le sentissi di tua proprietà. E allora credi
che sia ingiusto, in realtà non lo è. E' una cosa
normale, ma non ci credi davvero fino infondo.
Apro la porta del
bagno e mi ci chiudo dentro. Mi sciacquo il viso e guardo i miei occhi
rossi. Sto singhiozzando e non me ne ero nemmeno resa conto. Da qui si
sente tutto, le voci sul palco e i fan che acclamano.
« Bene
ragazzi. Facciamo un piccolo break di dieci miuti e
dopodicché tenetevi pronti per continuare a fare rock!
» dice Matt ai fan che si scatenano subito dopo. Cerco di
calmarmi, perché Matt starà bussando alla porta
fra qualche secondo. Non ci tengo a farmi vedere in queste condizioni.
Esco, poco sicura
delle mie azioni.
Non faccio in tempo a
mettere un piede fuori dalla porta che vedo Matt, e subito dopo sento
un'enorme fitta al basso ventre. Mi piego in due e Matt corre subito
verso di me, preoccupato.
« Val, ehi
Val. Stai bene? »
Mi aiuta a rialzarmi.
Sospiro profondamente.
«
Sì, tutto ok. Credo che ci farà aspettare ancora
un po', il nostro Owen. »
Gli sorrido e lui mi
sorride di rimando.
In effetti manca poco
alla data del parto.
Matt mi mette una mano
sul pancione e mi guarda negli occhi come solo lui sa fare.
« Sto
sicuro? » appoggia la sua fronte alla mia.
E' buio, non credo
abbia fatto tanto caso ai miei occhi lucidi e rossi.
Mi tradisce un
singhiozzo. Maledette
reazioni involontare!
« Val,
stavi.. stavi piangendo? »
Si allontana un po'
per vedermi meglio. Abbasso lo sguardo ma lui me lo rialza con una
mano. Vede i miei occhi rossi, probabilmente, perché subito
mi abbraccia forte, stando attento al bambino.
« E' che non
credo di essermi ancora abituata a questi concerti. » dico.
La voce soffocata dalla sua maglietta.
Mi bacia sulla guancia
e continua a tenermi sotto la sua protezione.
« Jimmy
manca anche a me »
Mi
piace abbracciarlo, perché non riesci mai a racchiuderlo
tutto in una sola stretta.
Quando si allontana ha
gli occhi lucidi anche lui.
Più in
là, Zacky mi osserva.
« Allora
posso stare tranquillo che Owen non nascerà oggi?
»
« Tranquillo
»
« Ok. Allora
torno sul palco. »
Andiamo nella sala
principale dove Zacky mi abbraccia perché sa già
tutto. O almeno se lo immagina.
Brian mi da leggere
pacche sulla spalla e Johnny mi attira a sé.
«
Tranquilla. » sussurra. E credo sia il primo gesto di
umanità che compie nei confronti di qualcuno, oltre suonare.
Tornano sul palco e
sento un'altra fitta, ma non dico niente.
« Be'
ragazzi, ora una canzone per ricordare il nostro amico, nostro fratello
nonché grande batterista Jimmy "The Rev" Sullivan.
»
Iniziano le note di
fiction e decido di tornare dentro, non lo sopporterei.
Mentre mi allontano
sento le parole de Matt sfumare.
« Ho appena
scoperto che a distanza di un anno c'è ancora chi non riesce
ad ascolare queste canzoni senza piangere. E queste lacrime sono per
te, Jimmy, anche se so che non vorresti. Ti vogliamo bene, fratello
»
Mi si stringe lo
stomaco, ancora una volta. E l'ennesima fitta mi fa quasi cadere a
terra, se non era per Michelle che mi ha ripreso al volo.
« Val? Oh
cazzo ti si sono rotte le acque! »
Michelle è
in panico e mi viene quasi da ridere. E' poco pratica per certe cose.
"Left
this life to set me free
Took
a piece of you inside of me
All
this hurt can finally fade
Promise
me you'll never feel afraid"
« Ok,
avvertite i ragazzi che dopo questa canzone si chiude lo show
»
Adesso riconosco mia
sorella per quella che è. Una dittatrice nata che adesso si
sta mettendo a dare ordini a desta e a manca mentre mi stende sul
divano.
"So
tell everybody the ones who walked beside me, yeah
I
hope you find your own way when I'm not with you tonight."
***
Sono i primi di
Febbraio, il 9, per la precisione. E oggi è nato Owen James
Sanders.
« Benvenuto
al mondo, Owen. » dice Matt guardandolo dall'alto della sua
statura.
Me lo sento tra le
braccia come fosse la mia ricompensa.
Mi volto verso di lui
e lo guardo negli occhi. Poi sposto lo sguardo in alto.
« Buon
compleanno, Jimmy. »
E sorrido per quella
pace ritrovata che ci è stata finalmente concessa.
Perché
nonostante tutto, tra gli alti e bassi, da bambini che eravamo siamo
cresciuti insieme. E quei giorni felici in cui si pensava solo a
giocare con le macchinine giocattolo, non sono poi così
lontani. E se siamo tutti qui, di nuovo, davvero tutti, un
motivo ci deve per essere.
Fine.
Note. Oh be' (mi
è preso il vizio di iniziare un frase con queste due parole
XD). Devo dire che è stato un vero viaggio scrivere questa
one-shot. Se non altro ho trovato qualcosa da fare dato che sono
bloccata in casa con una gamba fuori uso! (Yeeh, viva me! -.-")
Be' spero che vi sia
piaciuta. Lasciate una recensione per farmi sapere se è
meglio che smetta di scrivere. Criticate!
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