Tornare in quel luogo dove era stata felice, era per lei un’emozione
indelebile. Socchiuse gli occhi e nelle nari le entrò quel profumo, indelebile
nella sua memoria.
L’ambasciatore Juan Esposito, gli aveva dato la stessa
stanza, che da bambina aveva condiviso con suo fratello. Si tuffò sul suo
letto. Gli occhi azzurri fissavano il soffitto, ed il sorriso lentamente si
allargava sempre più. Finalmente si sentiva a casa. Era già stata felice una
volta in quell’ambasciata. Lo sarebbe stata di nuovo.
Juan Esposito era nel suo ufficio. Aveva appena chiuso una
videoconferenza con il cancelliere di Santa Juliana. Tanto per cambiare aveva
qualcosa per cui lamentarsi. Per un attimo invidiò nuovamente Martin Parker ,
il suo rivale e amico di sempre. Col tempo aveva capito che le loro discordie
nascevano dal fatto di essere quasi totalmente simili. E mentre lui aveva
intrapreso la carriera diplomatica, Martin aveva deciso di fare tutt’altro
della sua vita. Da ragazzo gli pareva che non ci fosse niente di più bello al
mondo che fare il diplomatico, ma col tempo, aveva capito che tutto era molto
più difficile. Ripensò all’incontro avvenuto con Cecilia nella soffitta.
Sorrise.
Era diventata davvero bella. Ma nonostante tutto conservava
il suo modo di fare da amabile furbetta. Sentì bussare alla porta, e i suoi
pensieri si dissolsero. Entrò una signora, non molto giovane, dai capelli corti
e castani. Occhiali sul naso e una voce stridula.
“pardon ambasciator qui c’è la sua
amica che chiede di vederl” aveva il brutto vizio non
concludere mai le parole che pronunciava ma ormai Juan vi era abituato
“lasciala entrare Francisca”
La donna disparve e subito entrò Sofia. Come sempre alta e
bella. Gli anni non avevano intaccato la sua eleganza e i suoi lineamenti. Con morbidezza
entrò nell’ufficio e posando le sue mani lunghe sul collo di Juan chiese:
“Amore mio, sei ancora arrabbiato per la nostra piccola
discussione?” lo baciò sulla bocca.
Juan pendeva dalle sue labbra, era sempre stato così con Sofia,
non riusciva a dirle di no.
In quell’istante la porta si spalancò e Cecilia entrò senza
bussare.
“Juan” rimase paralizzata, si vergognò, era entrata senza
bussare e aveva visto la solita scena Juan incollato a Sofia. La donna la
guardò e le chiese:
“E tu chi sei?”
Juan intervenne:
“Non te la ricordi? Lei è Cecilia Parker!”
“Perché è qui?” chiese acida
“ sono felice anche io di vederti Sofia, comunque Devo solo
completare degli studi, ma non darò fastidio a nessuno”
Mentre usciva dall’ufficio bisbigliò
“Non è proprio cambiato nulla”.