Jamal-Susanna\\Maledetta gelosia
TITOLO: "Maledetta
gelosia".
AUTORE: Katia
R.
DATA FINE: 18 giugno 2011
PERSONAGGI: Jamal\\Susanna
Premessa: Mi
sono totalmente innamorata di questa coppia *-* adoro lei e adoro lui
nella sua stranezza! : D
Storia scritta in un giorno, quindi non è nulla di che.
Comunque spero vi piaccia! : )
Maledetta
gelosia
-Susanna,
ma si può sapere che hai?- chiese Veronica accanto a lei,
mentre Susanna continuò a bere la sua bottiglia di birra.
-Mi
sa che è gelosa!- esclamò Mario sorridente.
Susanna lo fulminò subito con lo sguardo -’A
Mario! Tu proprio non puoi parlà!- esclamò
appoggiando la bottiglia.
-Jamal?-
chiese Veronica mentre Susanna abbassò lo sguardo.
-Oh,
guarda chi c’è!- esclamò un tipo pieno
di tatuaggi e piercing di fronte a loro -La Gargione- disse masticando
una gomma a bocca aperta.
-Cosa
cazzo vuoi?- chiese lei incenerendolo con lo sguardo.
-Tu
lo sai!- esclamò lui. Susanna si alzò, prese la
sua tracolla e la indossò -Ragazzi, io vado a casa,
altrimenti stasera meno qualcuno!- esclamò rivolta a
Veronica e Mario.
-Ci
vediamo domani!- esclamò l’amica, mentre Susanna
oltrepassava il tizio che subito le afferrò il braccio e lei
si girò di scatto -Andiamo a casa tua, voglio stare
tranquillo- disse il ragazzo.
-Sotto
casa mia. Non ti faccio salire manco morta in casa!- esclamò
uscendo, seguita dal ragazzo.
-Oh,
ma chi è quello?- chiese Mario perplesso.
-Boh!-
Qualche
minuto dopo nel locale si sentirono delle risate e poi una voce con
accento straniero pronunciare poche parole -Oh, sei davvero simpatico!-
esclamò la ragazza.
-Sei
una delle poche che lo pensa!- esclamò il ragazzo accanto a
lei, e subito Mario e Veronica riconobbero la voce di Jamal.
-Ragazzi!
Che ci fate qui?- chiese Jamal sorridente.
-Ciao!-
esclamò la ragazza finlandese accanto a lui.
-Ciao…-
dissero i due, per poi voltarsi verso Jamal -Niente, stavamo
trascorrendo una serata tra amici, ma tra poco andiamo a casa- disse
Veronica rispondendo alla sua domanda.
-Beh,
vedo che ci avete dato dentro!- esclamò Jamal osservando le
bottiglie di birra sul tavolino.
-No,
quelle due se le è scolate Susanna!- esclamò
Mario.
-Susanna?
E dov’è adesso?- chiese.
-È
andata a casa, ma era con un tipo poco raccomandabile. Non mi
convinceva affatto. Infatti avevo chiesto a Mario di andare a
controllarla appena usciti- disse Veronica.
-Poco
raccomandabile tipo pieno di tatuaggi e piercing e atteggiamento da
bullo?- chiese preoccupato.
-Si.
Ma che, lo conosci?- chiese Mario. Jamal sospirò e si
voltò verso la ragazza finlandese -Ascolta, io adesso devo
scappare. Ti riaccompagnano loro a casa!- esclamò per poi
girarsi verso Mario e Veronica che non lo fecero neanche parlare -Vai
tranquillo, Jamal!- esclamò Veronica mentre lui si
precipitò fuori dal locale.
-Ora
che m’ hai dato i soldi, famme salì in casa!-
esclamò il tizio.
-Ma
non ci penso neanche!- esclamò Susanna ridendo, come se
avesse appena detto una cavolata.
-Forse
nun hai capito. Nun te l’ho chiesto. Il mio era un ordine!-
esclamò avvicinandosi a lei, afferrandola per un braccio.
Lei cercò di divincolarsi -Levame le mani di dosso,
stronzo!- esclamò rabbiosa.
-Scordatelo!-
esclamò mentre lui strinse di più la presa e lei
emise un gemito di dolore -Lasciami!- urlò quasi.
-Statte
zitta e famme salì!- esclamò facendo aderire i
propri corpi.
-Lasciami!-
esclamò di nuovo, ma non servì a nulla.
-Cosa
c’è, non senti? Ha detto di lasciarla!-
esclamò una voce dietro alle sue spalle. Il ragazzo si
girò e la prima cosa che vide fu il buio totale, dopo il
pugno appena ricevuto.
-Jamal!-
esclamò Susanna sorpresa di vederlo.
-Infame!-
esclamò il ragazzo a terra, rialzandosi e colpendolo nello
stomaco. Jamal si piegò in due dal dolore e il tizio era
pronto a sferrargli un altro pugno ma Susanna fu più veloce
e gli diede un calcio in mezzo alle gambe. Prese per mano Jamal e lo
trascinò fin dentro il portone -Vattene oppure chiamo la
Polizia!- esclamò lei rivolta al ragazzo steso a terra,
dolorante. Chiuse il portone e si appoggiò al muro,
chiudendo gli occhi e tirando un sospiro di sollievo. Quando li
riaprì si ritrovò lo sguardo di Jamal su di lei.
-Che
c’è?- chiese.
-Cosa
voleva? Ancora per quella faccenda dei soldi?- chiese.
-Si.
Non gli devo dare più nulla, tranquillo. Anche se lui
stasera pretendeva qualcosa in più…-
-Voleva
altri soldi?- chiese perplesso Jamal non capendo.
-’A
Jamal, voleva portamme a letto!- esclamò la ragazza salendo
le scale. Poi si girò verso di lui -Senti, ti va di salire?
I miei ritornano tra due giorni e stasera non mi va di dormire da sola-
disse. Jamal sorrise e la seguì su per le scale. Entrarono
in casa e poi in camera sua.
Jamal
si guardò intorno, tra le varie cose notò le
diverse fotografie che ritraevano Susanna, da appena nata in ospedale
alle foto più recenti con lui e altri della classe.
-Ma
tu non avevi l’appuntamento con la tipa finlandese?- chiese
Susanna togliendosi la tracolla e buttandola sulla sedia.
-Si,
ma quando sono entrato nel locale ho incontrato Veronica e Mario e mi
hanno detto che eri andata via con un tizio poco raccomandabile. Allora
mi sono precipitato, immaginandomi di chi si trattasse…-
disse sedendosi sul letto.
-Ma
che tenero. Hai mollato la finlandese per venire da me- disse con tono
di evidente presa in giro. Jamal si girò a guardarla
-Susanna…-
-No,
lascia stare Jamal. Vai pure dalla tua finlandese, io ho sonno e voglio
dormire- Jamal non sapeva che dire -Girati che mi devo spogliare!-
esclamò Susanna, infine. Jamal si girò
dall’altro lato mentre sentiva il fruscio dei vestiti di lei.
Poi si infilò nel letto e Jamal si girò a
guardarla.
-Beh,
ancora qua stai!?- disse lei, un po’ scocciata. Odiava
ammetterlo, ma era gelosa. E fino a quel momento non le era mai
successo. Jamal continuò a rimanere zitto, poi si tolse le
scarpe, e scostò le coperte per coricarsi accanto a lei che
lo guardava perplesso.
-Questo
è il posto dove voglio stare- disse dolcemente lui, mentre
si avvicinò di più a lei e fece incontrare
nuovamente le sue labbra con quelle della sua migliore amica. Susanna
rimase sorpresa per qualche secondo, poi chiuse gli occhi e si
lasciò andare. Era un bacio dolce, intenso e per un attimo
entrambi sentirono una scossa lungo tutta la schiena.
Jamal
si staccò di qualche centimetro -Io ci tengo a te. Tu vali
più di tutte quelle finlandesi messe insieme…- le
labbra di Susanna si incresparono in un sorriso -È una
cazzata, ma devo dire che è la cazzata più dolce
che mi abbiano mai detto fino ad adesso!- esclamò mentre gli
prese il viso tra le mani e gli schioccò un bacio.
-Dormiamo?-
chiese lei sorridente. Jamal annuì e si sistemò
meglio, mentre Susanna si accoccolò di più a lui.
…
La
sveglia iniziò a suonare insistentemente. Susanna
allungò il braccio e la spense per poi stiracchiarsi e
notare che accanto a lei non c’era Jamal. Si
sollevò e ancora insonnolita si trascinò fino in
cucina, dove sentì odore di caffé e di cornetti
caldi.
-Buongiorno!-
esclamò Jamal vedendola arrivare, sorridendole.
-Buongiorno-
biascicò a bassa voce -Come fai ad avere così
tante energie di prima mattina?- chiese perplessa sedendosi e iniziando
ad addentare la sua colazione.
-Abitudine!-
esclamò semplicemente lui, raggiungendola a tavola.
-Hai
dormito bene?- chiese lei.
-Benissimo.
Devo dire che quando dormi sembri proprio un angioletto!- e
iniziò a ridere.
-Cosa
vorresti dire!? Che da sveglia invece sono il contrario?- chiese
sorridente.
-Si!-
esclamò lui ricevendo una manata sul braccio -Intanto se non
fosse stato per me, il pugno che hai dato ieri a quello lì
non saresti riuscito a darlo!- esclamò lei, quasi orgogliosa
di se stessa.
-Beh,
devo ammettere che hai ragione su questo punto- disse masticando il suo
cornetto. Susanna appena finito si alzò e andò in
bagno, mentre Jamal sparecchiò.
Poco
dopo, Jamal era voltato di spalle e Susanna gli andò vicino.
Lui si asciugò le mani con un pezza e sorrise -Finito!
Possiamo andare a scuola- disse girandosi verso di lei. Susanna gli si
avvicinò e gli stampò un bacio -Buongiorno- disse
finalmente con un tono più sveglio. Jamal sorrise e la
strinse -Buongiorno a te, angioletto con le corna- disse per poi
scoppiare a ridere insieme a lei.
-Oh,
Jamal!- esclamò una voce che irritò subito
Susanna, all’entrata della scuola.
-Oh,
Caroline!- esclamò Jamal, non sapendo come uscire da quella
situazione, visto lo sguardo fulminante di Susanna.
-Ieri
sera mi sono divertita tanto, peccato che poi sei andato via- disse
quasi tristemente.
-Ecco,
io… ero da un’amica!- esclamò Jamal
sorridente -Aveva bisogno di me e mi sono precipitato- disse mentre la
finlandese gli sorrise e lo prese sottobraccio -Allora che dici se
andiamo in classe insieme, adesso?- neanche il tempo di parlare che
Jamal vide sfrecciare Susanna, parecchio scocciata, verso la porta
principale. Sospirò mentre Caroline cominciò a
parlare.
-Mia
ti dispiace se mi siedo qua oggi?- chiese Susanna indicando la sedia.
-Si,
certo!- esclamò lei sorridente mentre Susanna prese posto
-Ma che succede?- chiese.
-Niente,
è che proprio non la reggo la finlandese!-
esclamò poggiando la tracolla sul banco.
-E
non sei l’unica!- commentò la ragazza
-Cioè, sembra che i maschi di questa classe non vedono altro
che loro! Non ho parole, guarda…-
Jamal
entrò in quel momento, ancora a braccetto con la ragazza, e
stavano ridendo di qualcosa appena detta da lei. Susanna
serrò la mascella e scosse leggermente la testa. Doveva
mantenere la calma.
Quando
Jamal si accorse di lei, seduta accanto a Mia, smise di ridere e si
sedette al proprio posto, seguito da Caroline.
-Susi…-
cercò di dire qualcosa lui.
-Lascia
sta, Jamal!- esclamò lei girando lo sguardo e cominciando a
parlare con Mia.
…
-Pannone,
che ci fai qua?- chiese la Strada avvicinandosi ad Enea, affacciato
alla finestra.
-Osservo
le ragazze. E sorrido per i loro discorsi. Scopro davvero tante cose
interessanti!- esclamò divertito.
-Ma…
Pannone!- esclamò Francesca dandogli una manata sul braccio
con tono di rimprovero -Non si spiano le persone!-
-Eh
dai, non è che le sto proprio spiando…- disse
girandosi nuovamente ad ascoltare i discorsi. Francesca si convinse e
si mise ad ascoltare.
-Certo
che Jamal, eh! Sembra così innocuo eppure… se la
intende perfettamente con la finlandese!- esclamò Alice
sorridente. Susanna fece una smorfia e si odiò tantissimo
per averlo fatto.
-Uhm,
qui mi sa che c’è qualcuna gelosetta!-
esclamò Mia mettendo un braccio intorno al collo di Susanna,
seduta sugli scalini del cortile.
-Non
sono gelosa! Mi da fastidio, ecco…- disse abbassando lo
sguardo.
-Quindi
sei gelosa!- esclamarono in coro. Susanna stava per ribattere ma alla
fine sospirò -Forse…-
-Beh,
Susi, si vede lontano un miglio!- esclamò Veronica
sorridente. Susanna si alzò -Sentite, al mio posto anche voi
vi sentireste come mi sento io in questo momento!- esclamò
parandosi davanti -Guardate le finlandesi!- e indicò un
gruppo in lontananza -E guardate me!- esclamò mentre si
ritrovò nuovamente tutti gli sguardi addosso -Io sono
l’anti-femminilità per eccellenza! Secondo mia
nonna dovevo nascere maschio!- esclamò frustrata -Io non
potrò mai essere femminile al cento per cento! Io sono
così! Ed è inutile che Jamal se ne esca con le
sue frasi del cazzo tipo “tu vali più di loro
messe insieme”, perché è totalmente
inutile se la mattina dopo continui a fare gli occhi dolci ad una
finlandese di merda e non hai il coraggio di dirle che stiamo insieme!-
esclamò mentre le altre rimasero sorprese.
-Cosa?
Cioè state insieme?- chiese Veronica incredula, spalancando
gli occhi.
-No.
Cioè… non lo so!- esclamò Susanna
sospirando -Ieri sera è rimasto a dormire da me e mi ha
detto che ci tiene a me e dopo mi ha baciata… E,
boh…-
-Ma
che… l’avete fatto?- chiese Alice sorridente.
-No!
Con dormire intendo proprio dormire!- esclamò Susanna, per
poi sedersi di nuovo e prendersi la testa tra le mani -Non lo so,
ragazze. Non so più che dire o fare. È una cosa
strana per me, non ho mai provato un’emozione così
strana. Poi io gelosa? Ma quando mai lo sono stata prima
d’ora!?- e scosse la testa, mentre Veronica la strinse in un
abbraccio -Dai, vedrai che le cose si sistemeranno…-
-Ci
potete lasciare soli un minuto?- chiese una voce alla loro spalle.
Jamal. Susanna alzò lo sguardo, ma non si girò.
Le ragazze si volatilizzarono in pochi secondi e il ragazzo si sedette
accanto a lei, che ancora non aveva voglia di guardarlo negli occhi.
-Guarda
che le cose di ieri io le pensavo realmente- disse lui, sinceramente
-Non ho detto a Caroline la verità perché non
sapevo se tu volessi ufficializzare la cosa- spiegò ancora
mentre la campanella suonò.
-Jamal,
non mi devi nessuna spiegazione- disse lei finalmente guardandolo in
faccia.
-Invece
si. Perché non voglio perderti per una ragazza che tra poco
partirà e non vedrò più!-
esclamò.
-Jamal!-
qualcuno lo richiamò, e bastò
l’ennesima smorfia di Susanna a far capire di chi si
trattasse -Ti aspetto fuori, per andare a pranzo!- esclamò
la ragazza sorridente. Susanna scosse la testa e si alzò
-No, Susanna!- esclamò Jamal bloccandola per un braccio
-Senti Jamal… Smettiamola di prenderci per il culo! Vattene
dalla finlandese, non vorrai mica farla aspettare- disse vincolandosi
dalla presa per poi andarsene.
Jamal
sospirò e si alzò per raggiungere Caroline.
-Quel
ragazzo in quanto confusione sentimentale è il numero uno!-
esclamò Enea guardandolo.
-Uhm,
conosco quello sguardo… Cos’hai in mente?- chiese
Francesca scrutandolo attentamente.
-Stasera
Jamal è a casa mia, posso approfittarne per farlo sfogare e
cancellare la sua confusione- disse Enea sorridente.
-Sei
tremendo!- esclamò Francesca scuotendo la testa divertita.
-Lo
so! È per questo che piaccio!- esclamò lui
facendole l’occhiolino.
-Susanna,
che fai stasera?- chiese Veronica vedendola giù di morale.
-Niente.
Voglio starmene da sola, a casa, se non ti dispiace- disse lei
accennando un sorriso -Magari mi faccio portare una pizza e guardo un
film. Non mi va proprio di uscire…-
-Va
beh, se cambi idea fammi sapere- disse l’amica abbracciandola
e andando via sul motorino insieme a Mario.
Susanna
si incamminò a piedi fino alla fermata
dell’autobus e fu inevitabile notare nel bar vicino Jamal e
Caroline che parlavano e si sorridevano. Fu l’ennesimo colpo
al cuore. Sentì la gola che bruciava a causa del groppo che
le era venuto e gli occhi che iniziarono a pungerle. Aveva voglia di
piangere e non si spiegava neanche lei il perché. Lei odiava
piangere. Fece un respiro profondo e salì
sull’autobus appena arrivato. Si sedette nei sedili in fondo
e si mise la musica alle orecchie. E come se l’avesse capito,
il tempo iniziò a piovere, per farle compagnia durante quel
pianto silenzioso.
…
Era
pomeriggio inoltrato, e Jamal e Caroline erano ancora in giro.
-Jamal,
ti vedo un poco assente- disse Caroline guardandolo.
-Oh,
no, tranquilla!- esclamò lui accennando un sorriso
-È che…- sospirò -Caroline, tu sei una
bella ragazza e mi trovo bene con te ma…-
-Ma
tu ami un’altra…- concluse lei sorridente. Jamal
annuì -Esatto. E adesso lei sta soffrendo per colpa
mia…-
-Si
tratta di quella ragazza con in capelli corti, la tua compagna di
banco?-
-Si.
Susanna- e sorrise involontariamente -Forse è meglio che non
ci vediamo più. Cioè, di non uscire
più- disse per poi porgerle la mano -Sono stato felicissimo
di conoscerti, Caroline…-
-Anche
io sono stata felice di conoscere te- e gli strinse la mano -Adesso
vado, e… corri da Susanna- disse lei regalandogli
l’ultimo sorriso, stampandogli un bacio sulla guancia -Ciao,
Jamal- disse per poi oltrepassarlo e andare via.
-Ciao-
disse lui piano. Guardò l’orologio e si
precipitò subito a casa di Pannone.
-Professore,
mi scusi! Sono un po’ in ritardo, ma ho dovuto accompagnare
Caroline a casa!- esclamò per giustificarsi.
-Non
ti preoccupare, Jamal. Mica ti metto la nota se arrivi in ritardo-
disse scherzando -Piuttosto, ho sentito che te la intendi con la
finlandese!- esclamò mentre si risedette sul divano, seguito
da Jamal.
-Ma
no, professò. È solo un’amica- disse
sorridente.
-Senti
Jamal, non voglio girarci troppo intorno quindi…-
sospirò -Stamattina ho assistito alla scena in cortile. E ho
capito che hai una gran confusione nel cuore- disse porgendogli una
birra.
-No,
in verità io so benissimo cosa voglio. Ma come al solito
sono uno stupido e mi lascio sfuggire ogni occasione-
abbassò lo sguardo -La verità è che
fino ad oggi Susanna è stata la prima ad accorgersi di me.
È stata la prima che ha scavato in fondo e non ha guardato
solo in superficie. Lei è diversa da tutte le altre proprio
per questo! Perché lei se ne frega dei pregiudizi, di
ciò che dice la gente. A lei vado bene così,
strano, stupido e con altri mille difetti- disse per poi bere un goccio
di birra -E sento che riconquistarla non sarà cosa
facile…-
-Senti,
ma perché non le dici tutto, una volta per tutte? Jamal, se
ho capito una cosa in tutta la mia vita è che non bisogna
aspettare il domani per poter dire una cosa così importante.
Bisogna cogliere l’attimo! Vai da lei! Adesso!-
esclamò Enea sorridendogli. Jamal lo guardò per
qualche secondo, poi con un sorriso luminoso sul viso si
alzò in piedi e diede una pacca al suo professore per poi
scappare sotto il suo sguardo divertito.
…
-Chi
è?- chiese Susanna al citofono. Sentiva l’affanno
di qualcuno e corrugò la fronte -Ehi? Chi è?-
ripeté.
-Sono…-
si sentì un sospiro -Sono Jamal, apri!- esclamò
con la poca aria che gli era rimasta nei polmoni. Susanna gli
aprì e lui salì di corsa, trovandosela davanti
alla porta.
-Che
ce fai qua a quest’ora?- chiese perplessa. Jamal
tentò di parlare ma non riuscì. Iniziò
a rilassarsi, fino a quando il respiro non tornò regolare e
il cuore… beh, il cuore continuava a battergli comunque,
perché davanti a sé aveva la ragazza che
desiderava da un po’.
-Ho
capito, aspetta- disse lei andando a prendergli un bicchiere
d’acqua in cucina che lui bevve tutto d’un sorso
-Grazie- disse porgendoglielo.
-Prego-
disse lei per poi guardarlo -Adesso mi dici perché sei qui?-
-Sono
qui per te!-
-Questo
l’avevo capito… è il motivo che mi
sfugge- disse mettendosi le mani sui fianchi.
-Puoi
stare zitta solo qualche minuto, per favore? Altrimenti non
ricorderò più il discorso che dovevo farti!-
esclamò lui, parecchio agitato. Susanna sospirò e
lo fece parlare.
-Negli
ultimi giorni sono successe tantissime cose: l’arrivo delle
finlandesi, gli scompensi ormonali di tutto il Colonna, ma
c’è una cosa che più di tutto mi sta
mandando al manicomio. La nostra storia, Susanna- la guardò
negli occhi -Stando con Caroline ho capito quanto tu tenga a me, e
nello stesso tempo ho capito quanto io tenga a te!- esclamò
avvicinandosi -Ecco…- sospirò -Tu hai visto in me
cose che nessun altro ha mai visto! Tu sei stata l’unica a
non giudicarmi, sei stata l’unica a starmi davvero vicino. E
sei stata l’unica a capirmi fino in fondo. Ma la cosa che
dovevi realmente capire non l’hai capita…- disse
sempre più vicino a lei -Io credo di essermi innamorato di
te- Susanna sussultò a quelle parole e schiuse la bocca per
lo stupore mentre Jamal continuò -E ho una paura
tremenda… per tutto- e le sfiorò una guancia con
la mano -Ho paura che la nostra amicizia si rovini, in ogni caso. Ma ho
ancora più paura di fare pasticci e di perderti…-
disse sinceramente mentre Susanna sorrise lievemente -Sei totalmente
fuori di testa. Sei la persona più strana che abbia mai
conosciuto. Sei da prendere a schiaffi ogni tanto- e Jamal assunse la
sua aria da cane bastonato, che durò poco -Ma credo di
essermi innamorata anche io di te- disse infine, mentre il viso di
Jamal si illuminò con uno splendido sorriso. Si fecero
sempre più vicini fino a quando Jamal non le prese il viso
tra le mani e la baciò. Dapprima dolcemente, poi
cercò di approfondire il bacio e Susanna lo
lasciò fare. Lei gli passò le mani tra i capelli
e si lasciò andare. Dopo circa un minuto si staccarono -Ti
unisci a me per una serata dvd e pop-corn?- chiese dolcemente. Lui
annuì -Si, però dopo- disse riprendendo a
baciarla mentre lei ridacchiava. Jamal la spinse dolcemente fino al
divano e si ritrovò sopra di lei, ma quello non
bastò ad interromperli e continuarono a baciarsi fino a
quando, dopo qualche minuto, trascorso tra risate, baci e coccole,
Susanna lo guardò negli occhi e sorrise -Sei pronto?-
chiese. Jamal la guardò atterrito -Io, veramente…
Non credo, non ho comprato nulla…- era in evidente
difficoltà. Susanna rise -Jamal, ma che hai capito? Io
intendevo per il film!- esclamò.
-Ah!-
esclamò sollevato lui -Si, l’avevo capito, eh-
disse cercando di uscire dall’imbarazzo.
-Si,
va beh- disse lei divertita mentre Jamal si sollevava -Vado a prendere
la ciotola di pop corn!- esclamò lei andando in cucina.
-Che
stavi guardando?- chiese Jamal dal salotto.
-Stasera
sono voluta andare sul soft, quindi mi guardo una bella commedia
americana! “Ricatto d’amore”, hai
presente?- e comparì di nuovo in salotto con una ciotola di
pop corn.
-Ma
qual è? Quello con la Bullock?- chiese lui mentre la cinse
con un braccio.
-Si,
esatto. L’hai già visto?- chiese.
-No.
Ma avrei voluto tanto vederlo! Poi devo dire che la Bullock nonostante
tutto è una gran bella donna!-
-Concordo!
Comunque sei fortunato, il film l‘ho appena messo!-
esclamò Susanna sorridente.
Rimasero
accoccolati, di tanto in tanto si scambiavano qualche bacio, e poi
ridevano commentando il film. Nessuno dei due avrebbe voluto che quella
serata finisse. Ma da un altro punto di vista, sapevano che al
risveglio, sarebbero stati ancora insieme. Per un tempo indeterminato.
FINE.
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