Il piano B
Il solito piano B
-Ma... ma quello è...?-
-Incredibile... vero?-
Joker ha aperto
un'altra finestra nel muro davanti a noi, portandosi via buona parte
della struttura. Non che l'avesse calcolato, nemmeno pensato
lontanamente, ma è successo. Nell'esplosione è crollata
anche la parete dell'ultima stanza, in un cumulo di detriti. Mi abbasso
per evitare i calcinacci, parti di muro malamente appese tra loro.
Entro nella stanza, controllo meglio, mi avvicino. Il paziente, il
malato, l'ospite. L'inquilino. L' incredibile.
-Bruce...?-
Banner. Di tutte le persone in questo
mondo, lui? E perché? Poi ripenso a Lois. A quello che aveva
raccontato. Betty e la rabbia. A quello psuedo esaurimento nervoso e distruttivo. Che
sia possibile? Nasconderlo qui e poi? Dimenticarlo?
-Oh,hooo... ma,guarda,chi,c'è,qui...- Joker non poteva essere più contento.
Lo libera. Lo "scollega" dalle macchine, una delle quali sicuramente lo
stava tenendo in quel sonno precauzionale. Lo trasciniamo fuori,
appoggiandolo contro la parete di fronte, nel corridoio. E qui, inizia a
piovere. Ma non è acqua. E' metallo. Piccoli e affusolati
cilindri di metallo entrano con violenza, dal basso verso l'alto, dalla
nuova finestra senza vetri. Poco fuori, poco in basso, era partito
l'attacco. Ed ora, ci sparano addosso.
Joker inizia a scuotere Bruce, strattonandolo con violenza ed imbarazzo.
-Forza...-
Io mi riparo dietro lo squarcio e con molta attenzione, mi sporgo.
Guardo in basso. Il drone numero Uno sta facendo fuoco contro di
noi con molto impegno, carteggiando ad arte la facciata. Spara in direzione dell'apertura,
senza preoccuparsi di mirare troppo. Drone Uno del cazzo. Con le sue armi e la sua indolente anima di metallo. Un momento,
ragioniamo. Dov'è il drone numero Due? Torno immediatamente da Joker.
-Sveglialo!-
-Ci sto provando!- ma Bruce rimane schiavo del suo torpore. E non è tempo per nessuno di dormire.
-Prendilo a schiaffi!- gli consiglio.
-Cosa?! Io non prendo a schiaffi Banner!-
-Muoviti...-
poi mi abbasso di fronte a Bruce, tirandogli uno schiaffo. Ed in
effetti, qualcuno potrebbe avere da ridire sulla sicurezza di questo
gesto.
-Poi sono io... il pazzo...- sbuffa Joker.
-Non abbiamo tempo! Non senti? Ci sparano addosso!-
-Ci mancano...-
-E non ti sembra strano? Un robot spara e ci manca?
Non ci sta nemmeno provando. Non vuole colpirci. Vuole tenerci qui.-
-Oh... - Joker intuisce qualcosa -...merda. Merda!-
Continuo
a schiaffeggiare Bruce, sperando e rischiando di svegliarlo.
Finché la mia previsione si avvera. Tra il frastuono dei
proiettili,
riusciamo a sentire le porte dell'ascensore aprirsi. E poi, sentiamo la
mina. Enorme, sorda. Volano altri pezzi di muro, ed un corpo
umano atterra tra le macerie. Mi fischiano le orecchie, mentre cerco di
capire che succede. Ma trema tutto. Infine, il fischio si estingue,
permettendomi di sentire qualcosa di strano. Qualcosa di meccanico che
tenta di rialzarsi. Drone numero Due. Mi accorgo che Joker sta
stringendo un paio di granate nelle mani, alle quali leva l'innesco.
Sorride.
-Benvenuti nella casa dei pazzi!-
Le lancia. Verso l'ascensore, verso chi o cosa c'è davanti. E di
nuovo il pavimento trema sotto ai miei piedi. Non distinguo le due
esplosioni, ma l'effetto è quello descritto nelle istruzioni. Il caos. Joker
ride ed urla. Io sono ancora alle prese con Bruce. Lì, sentiamo
una voce.
-Ma... che cazzo succede?- E' lui. Il Presidente. Si
è svegliato nel peggior momento possibile. Svarionato, ancora
annebbiato dalla sedazione.
Joker lo recupera, sorreggendolo. Quando ancora quel rumore sinistro si
fa vivo. Quel rumore meccanico, che si è rialzato. C'è
una fitta nebbia di polvere di fronte all'ascensore. Ma quella cosa non
sembra muoversi. Guardiamo tutti e tre, cercando di carpire qualcosa
attraverso la nube di pietra. Siamo bloccati a metà corridoio.
Ne esce qualcosa, infine. Non cammina, ma è veloce. Qualcosa
di piccolo, scuro, che si conficca nel soffitto sopra di noi. Qualcosa tipo...
-Un... razzo?!-
Joker si tuffa nella stanza di fronte a sè, tirandosi dietro il
Presidente. Io mi appendo ad una di quelle massiccie porte,
improvvisando un riparo. Dunque aspetto. Aspetto il botto. Aspetto di essere scaraventato
qualche metro più lontano, insieme alla porta, che si strappa
dalle cerniere.
Ora sono a terra, ma sembra di essere sott'acqua. Per qualche
momento tutto si muove a rallentatore. Riesco a rimettermi sulle
gambe. Torna anche l'audio. La mia prontezza di riflessi e quella
porta, mi hanno evitato conseguenze peggiori. Peggiori dell'enorme
scheggia di vetro che mi trovo nel braccio sinistro, poco sotto il gomito.
Andando contro ogni manuale di sopravvivenza, la estraggo. Non si
dovrebbe fare, ma sarà solo d'impiccio. Un po' di sangue cola fino al
palmo della mia mano. Non va bene. Per niente. Da una parte, il drone
numero Uno sta ristrutturando la più comoda delle vie di fuga dall'edificio, dall'altra, il
secondo ci sbarra la strada. Ed ora sembra volersi avvicinare. Joker
ritorna in corridoio. Siamo in tre, fermi a guardarci, ad aspettare che
qualcuno decida per noi.
-Non hai un altro razzo in quella sacca?- chiedo.
Joker
si getta a recuperarla, ma c'è un problema. Non si trova.
Ed il drone due si avvicina. Si cerca invano, si sollevano i resti
delle pareti, ma niente. Estraggo la pistola. Sarà come lanciare
sassi contro un treno in corsa, ma potrei ritardare l'esecuzione. O
dare abbastanza tempo a Joker per trovare l'arma. Oppure farlo solo
arrabbiare di più. Svuoto il caricatore nella nebbia, verso
quel rumore che procede verso di me. Ma la ferraglia avanza. Mi volto
indietro, Joker non è ancora riuscito a trovare niente. Non
ho scelta. Sfodero la spada. Attendo. Acuisco l'udito, cerco di
misurare la distanza. Provo a scorgere qualche ombra. Niente. Infine,
Joker si fa sentire.
-Il mio bambino!-
Trovato. Ora bisogna stendere la minaccia di metallo. Ed in fretta. Poi
penseremo al resto. Sto rinfoderando la spada, quando lo sento. Ancora
quel rumore, terribilmente fuori luogo, meccanico e vicino. Troppo vicino. Mi volto.
E' qui, davanti a me. In un modo dannatamente sbagliato. E mi trovo preso in un dilemma etico-bellico. Se Joker
spara, sono fottuto. Se non spara, sono fottuto. Anzi, siamo fottuti.
Per questo motivo, sono portato a pensare che farà fuoco.
Aspetto la mia esecuzione. Quando lo sento.
Succede qualcosa. Qualcosa che spaventa. Un urlo. Forte, esagerato. Mi
scuote, riesce quasi a sollevarci da terra. Ma non è paura, non
è dolore. E' rabbia. Un urlo di rabbia, forte, esagerato.
Incredibile.
La porta che mi ha appena salvato la vita vola davanti ai miei occhi.
Ad una velocità assurda abbatte il drone Due, scaraventandolo
lontano da me. Poi, una chiazza verde la segue, atterrandole addosso.
Bruce. Si è svegliato. E non è di buon umore. Uomo verde... la nostra speranza. Ora a
volare è il drone Due, giù per il corridoio ed infine
fuori, dalla ex via di fuga. Bruce spicca un balzo e sparisce, portandosi via
buona parte del tetto. Il pavimento torna a tremare. L'edificio ormai è
irrimediabilmente compromesso, ed ha tutta l'intenzione di voler
crollare. Non c'è tempo per pensare, dobbiamo fuggire. E l'unica
via è la tromba dell'ascensore. Un altro metodo fortemente
sconsigliato, ma estremamente necessario.
Non ci sono opzioni da vagliare, perciò agiamo. Si tratta di
calarsi giù nel pozzo, entrare nella carcassa dell'ascensore e
tentare la fuga. Le operazioni vanno a buon fine. Percorriamo il
corridoio mentre il soffito comincia a sfaldarsi. Tutta la struttura si
lamenta, guaisce. Il Presidente recupera una mitraglietta dalle guardie
e si dirige verso l'uscita. Quando lo raggiungo, si volta verso di me.
-Victor...-
Come ci fa notare Joker, non c'è tempo da perdere. Banner
starà boxando con i droni, lasciandoci in un non intenzionale stato di vantaggio, ma non ci vorrà molto prima
che altra gente con cattive intenzioni ci si sbarri davanti. Victor
apre una delle ante dell'ingresso, piano, creandosi uno spiraglio per
controllare la visuale. Una, due volte. Infine battezza libera la zona.
Joker apre completamente, mentre Victor mi copre. Siamo pronti.
Sembra tutto tranquillo, stiamo per muoverci, ma qualcosa cade, rimbalza e
sbatte contro la porta. Rotolando infine ai nostri piedi. Un cilindretto grigio, metallizzato, lampeggiante. Davanti a
noi, è appena atterrata una granata.
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