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"Ho mandato gufi e civette a tutti i vecchi compagni di scuola dei
tuoi genitori, chiedendogli delle foto… Sapevo che tu non ne avevi, ti
piace?"
Il grosso viso rubicondo di Hagrid gli stava sorridendo, tra i folti
capelli e la grossa, spessa barba, ansioso di sapere se il suo regalo come
augurio di pronta guarigione -e molto, molto di più- era piaciuto.
Il piccolo Harry, che avrebbe compiuto dodici anni di lì a poco più di un mese, non riuscì a trovare le
parole per rispondere, ma Hagrid capì bene lo stesso che ne fu entusiasta. Lo
lasciò solo nel letto dell’infermeria nella quale si trovava ancora, la presa
salda attorno al grosso album fotografico rilegato in pelle. In ogni pagina c’erano
almeno quattro o cinque foto dei suoi genitori. Di quando erano adulti e
persino di quando stavano ad Hogwarts e avevano poco più della sua età. Gli
sorridevano e lo salutavano con la mano, i loro volti erano sereni e felici.
Anche Harry lo era, felice. Per la prima volta in vita sua poteva ammirare
davvero i suoi genitori. Erano gli stessi che aveva visto riflessi nello
Specchio delle Brame, la stessa giovane donna dai capelli rossi e gli occhi
verdi, così identici ai suoi, che lo guardava commossa e l’uomo accanto a lei,
di cui Harry era il ritratto vivente.
Provò un moto di nostalgia così forte che gli fece lacrimare gli occhi.
Subito se li asciugò con una manica del pigiama voltandosi attorno guardingo,
ben attento che Madama Chips non lo sorprendesse piangendo.
"Mamma… Papà…" Harry trascinò un dito piccolo e sottile lungo il
profilo di una bella foto grande. Una rara immagine di famiglia li ritraeva
tutti e tre assieme, coricati uno addosso all’altro in un prato verde, suo
padre lo stava facendo volteggiare in aria e sua madre lo guardava colma d’amore
con un meraviglioso sorriso dipinto sulle labbra.
Amore… Il loro amore era rimasto su di lui, a così tanti anni di distanza.
Sua madre e suo padre avevano dato la vita per salvarlo…
Se fossero ancora vivi, però…
Harry si trovò ad immaginare come dovesse essere la sua vita assieme a
loro, senza essere mai stato dai Dursley sopportando per anni le angherie di
Dudley e le prepotenze degli zii e inevitabilmente altre due lacrime gli
rigarono le guance pallide.
Ora che finalmente sapeva la verità, ora che poteva dire di sapere chi
fossero i suoi genitori e poteva essere orgoglioso di loro era ancora più
insopportabile il pensiero di non averli accanto come era normale che fosse.
Non che avesse mai creduto alla storia che per dieci anni gli avevano
raccontato - "Erano solo dei buoni a nulla! Sono morti banalmente in un
incidente d’auto, quel degenerato di tuo padre doveva essere anche ubriaco! E
questo è tutto quello che devi sapere! Non fare altre domande, non voglio mai
più sentir parlare di loro in casa mia, chiaro ragazzo?". Un incidente d’auto…
e come ci si procura una cicatrice a forma di saetta in un incidente d’auto? E
poi se lo sentiva, era sicuro che la sua mamma e il suo papà non fossero quel
genere di persone. Nel suo cuore la verità era sempre stata limpida. E ora ne
conosceva quasi ogni dettaglio.
Osservò attentamente la figura di sua madre, sempre seduta sull’erba con il
volto radioso, i suoi capelli rossi erano mossi dal vento. Che bei capelli
aveva la sua mamma… Immaginò quanto dovesse essere bello potersi accoccolare
sulla sua spalla, respirando il profumo della sua pelle e dei suoi capelli. L’odore
della mamma… non lo conosceva per niente. Il solo profumo cui era stato
abituato era quello della candeggina con cui zia
Petunia lavava la sua biancheria, come se fosse un lebbroso.
E le braccia di suo padre, lunghe e forti. Le sue spalle larghe. Sarebbe
stato divertente girare per i parchi seduto saldamente su quelle spalle e
guardare il mondo, per una volta, da una prospettiva che non fosse quella a livello
del suolo cui era schiacciato da uno dei grossi e puzzolenti piedoni di Dudley.
Ma tutto questo non l’avrebbe mai saputo, non poteva nemmeno ricordarlo
perché la sua mamma e il suo papà erano morti per salvare lui, ma che bella
vita l’aveva atteso?
Aveva trascorso dieci anni di torture senza sapere la verità, in un mondo
che non era il suo e nemmeno lo voleva. Bollato e additato, continuamente
sgridato e umiliato.
Presto la nostalgia cedette il posto ad una gran rabbia, perché erano morti
in quel modo lasciandolo solo? Perché non aveva potuto vivere una vita normale
come ogni bambino del mondo? Che cosa avevano pensato di salvare, mamma e papà?
Era meglio se fossero rimasti con lui, Voldemort o non Voldemort. O al limite
che lo avessero portato con loro. Questa via di mezzo, che non era né carne né
pesce, era quella più dolorosa.
Serrò i pugni picchiandoli forte sull’album e immaginò che da qualche parte
probabilmente, e così era, Lily e James, mamma e papà, erano terribilmente
rammaricati e rattristati ora, nel vederlo così. Però non poteva farne a meno.
Accertatosi di essere solo e non visto lasciò sfogare con le lacrime tutta
la propria frustrazione, "Che cosa avevate in mente di fare, eh? Dovrei
esservi grato per avermi abbandonato qui senza una famiglia? Non ci riesco! Mi
dispiace ma non ci riesco a essere felice e grato senza la mia mamma e il mio
papà..." gridò alle figure animate nelle
foto che aveva davanti. Come se percepissero il suo discorso, quelle smisero i
loro sorrisi allegri e lasciarono spazio ad un’espressione rammaricata. A capo
chino si allontanarono verso il margine, lasciando Harry ad osservare un
ambiente deserto.
Sospirò profondamente, le lacrime calde gocciolavano ora sulle foto dell’album.
Non voleva rovinarlo, dopotutto era la sola cosa che avesse di loro, in quel momento.
Si voltò scrupolosamente verso il comodino alla ricerca di un fazzoletto
con cui asciugarle prima che si deteriorassero e fu allora che li vide.
Centinaia di dolci, lettere, regali e fiori. Tutti mandati col cuore dai suoi
amici.
Amici…
Ne aveva così tanti ora! Amici veri, non i falsi compagni delle elementari
che si allontanavano da lui per paura degli attacchi violenti di suo cugino.
Era davvero così solo? C’erano Ron ed Hermione. E c’era Hagrid. E anche
Silente era un amico, e tutti i ragazzi di Grifondoro, e un esercito di Weasley
che l’aveva accolto come uno di famiglia -la signora Weasley era stata la prima
a regalargli per Natale qualcosa di più di un paio di calzini usati e a farlo
sentire benvenuto ed amato.
No, si disse che non era poi tanto solo.
E forse era per questo che mamma e papà avevano creduto che sarebbe stato
bello, per lui, vivere. Per poter conoscere il suo vero mondo, per poter
finalmente incontrare degli amici, per poter essere ancora il loro orgoglio e
non farli mai pentire di quanto avevano dato per lui.
Rapidamente si asciugò di nuovo gli occhi arrossati, soffiandosi anche il
naso.
Le due figure di Lily e James si riaffacciarono incerte al margine della
foto, guardando Harry preoccupati. Lui, seppure con un’espressione ancora
sconfinatamene triste, sorrise.
"Però sarei stato felice di vivere con voi…" mormorò e ricevette
in cambio due sorrisi rammaricati.
Quella stessa sera fu rilasciato dall’infermeria e sceso in Sala Comune, fu accolto dalle grida festose dei
compagni di casa e dagli abbracci dei suoi amici, contenti di riaverlo fra loro.
Quando poi Silente decretò che ad aggiudicarsi la Coppa delle Case sarebbe
stata Grifondoro, Harry si sentì più felice che mai. Trascorse la sera in balia
dei festeggiamenti e ne convenne che non si era mai divertito tanto in vita
sua. Rapidamente, in un momento di pausa, sgattaiolò dalla Sala comune fin
nella propria stanza nei dormitori. Frugò nel baule e ne estrasse l’album
appena ricevuto scorrendolo rapidamente. Sorrise di rimando a tutte quelle
immagini, infine lo chiuse e lo strinse forte al
petto. Davvero, era felice della vita che stava vivendo. Era felice di poterla
vivere…
"Mamma, papà, grazie…" sussurrò riponendo con cura il volume in
pelle sopra i libri scolastici e richiudendo il baule.
Adesso aveva capito il senso del loro sacrificio. Aveva capito ogni cosa. E
poi lo sapeva, ne era convinto: mamma e papà erano ora i suoi due angeli più
luminosi, lo stavano osservando e stavano sorridendo. Orgogliosi di lui.
E non andò mai tanto vicino alla verità.
Fine.
Anche se in realtà, siamo solo all’inizio…
E alla fine siamo arrivati fin qui... Per concludere posso solo ringrazie
la mia storia che mi ha dato modo di conoscere tante persone stupende, i miei
protagonisti che sono diventati dei cari amici per me e soprattutto ringraziere
tutti voi, chi ha letto e soprattutto chi ha recensito. Ogni parola lasciata a
commento della mia prima vera storia è stata un tocco di vita, siete sempre
riusciti a spronarmi e incoraggiarmi. Mi avete regalato tanti di quei sorrisi
che non avete idea, tante di quelle gioie che vi dovrei costruire un monumento,
mi avete accompagnato capitolo per capitolo e siete diventati il mio orgoglio,
avete reso la mia piccola e modesta storia il mio orgoglio. E ora mi scuso con
voi se non è esattamente l'epilogo con tutti i personaggi che vi aspettavate ma
erala storia di Lily e James, che continuano a vivere dentro Harry, ed era
giusto concludere con lui, secondo la mia opinione.
Ancora grazie, non credo ci sia un'altra parola più adatta, vi ringazio
tutti dal primo all'ultimo, senza stare a far nomi, lettori passati e futuri,
perchè siete stati fondamentali. Voi che avete commentato qui su EFP e anche
tutte le persone meravigliose che mi hanno scritto un sacco di mail. (io adoro
le mail lunghe e succulente!)
In fine ringrazio me stessa per essersi imbarcata in questo viaggio
travagliato ed esserne uscita soddisfatta. Ti voglio tanto bene, Ly! Che
narcisista che sono... :P
Spero di ritrovarvi tutti presto e di leggere i vostri ultimi commenti a
questo epilogo e i vostri prossimi alle altre storie che ancora scriverò.
Perchè non posso stare troppo a lungo senza far correle le ditina sulla
tastiera!
Ah, quasi dimenticavo, grazie soprattutto a JK Rowling e tutti i personaggi
di Harry Potter, che si sono prestati ad essere i miei giocatttoli e sono
diventati qualcosa di importante.
Adesso chiudo, sennò piango, ci rileggiamo presto, spero!
Un bacione,
la vostra Ly (Ehi, si legge 'lai', ok? :P)
PS: *pubblicità occulta* A breve... 'What if...' -se Sirius fosse stato il
Custode Segreto... ^^