Drunkards

di Uricchan
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Sono una donna liberaH-aH-Ah! Libe-e-e-eraH! *canta e balla*
Tutto questo per dire che sono tornata a infestare questo fandom con le marciture delle mie celluline grigie – 100 punti bonus a chi ricorda la citazione – che a voi piaccia o no! *inserisci risata da antagonista sadico qui*.

Questa è Drunkards 3 e voi siete su radio Uricchan – dovrei smetterla con questo atteggiamento da speaker radiofonico :/
Credo che il livello sia un po’ scadente… la maturità ha consumato tutti i miei neuroni X°°D



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Chiunque avesse inventato il detto “Il buongiorno si vede dal mattino” stava ricevendo il più lungo monologo di insulti senza pause che la storia dell’oratoria avesse mai registrato; omaggio del più irritabile guardiano della Tempesta. Non che si potesse biasimarlo, però; dopotutto dover far fronte alle conseguenze delle idee delle due menti più “geniali” tra i Guardiani, non è cosa facile.


“Il tasso di idiozia che si raggiunge quando voi siete insieme è insostenibile! E’ un pericolo! Dovrebbero arrestarvi, razza di idioti!” Gokudera se la stava prendendo ora con i due diretti interessati.
“Mah, mah, Gokudera! Non prendertela sempre così, fa male ai nervi e ti verranno le rughe.” Rise, traballando sulle gambe, uno Yamamoto più gioviale del solito.
“Le rughe… le hai tu nel cervello, baseballidiota” scosse il capo l’altro.
“Tako-head, ti sbagli. Quelle non sono rughe, sono peli del naso.” Rispose Ryohei, serio in viso e con tutte le intenzioni di intavolare una discussione a riguardo.
“Pretendi anche che ti risponda, shibaku atama?!”
“Ah? Oi, testa di polpo, non c’è bisogno di essere così scorbutico! Bevi un goccio e rilassati!” fece un accigliato Ryohei con tono di rimprovero.
“Senpai ha ragione. Forza, vi riempio i bicchieri!” Yamamoto davvero non era diverso dal solito, o forse aveva un sorriso più grande del solito. Doveva essere così, perché l’incazzatura di Gokudera aumentava esponenzialmente al buon umore dell’atleta. Non fosse che si trovassero a casa Sawada, il dinamitardo li avrebbe già fatti saltare in aria, quei due idioti.


In realtà, quello che più preoccupava l’italiano era il suo adorato Boss, al momento ostaggio di altri due (altrettanto ubriachi) guardiani. Togliendo Lambo, che con i suoi dieci anni era ancora troppo piccolo per avvicinarsi all’alcol, questo lasciava Tsuna nelle mani dei due suoi più pericolosi sottoposti. Pericolosi?
Pericolosissimi.
 

“Mpf, Rokudo Mukuro. Non importa quello che farai, sarò sempre, comunque più figo di te.” Detto questo, il prefetto scolastico si atteggiò in una posa a effetto.
“E’ presto per parlare, Hibari Kyoya-kun*. Quella posa, poi, è passa di moda in tutti e sei i regni dell’inferno.” E se il tono di superiorità e scherno non fosse bastato, Mukuro si cristallizzò in una posizione drammatica e, in qualche modo, scintillante.
 
Il bisticcio sarebbe continuato a oltranza, se non fosse che il giovane Vongola, posto a giudice (o forse a premio, questo non lo sapremo mai), si risvegliò dai suoi sogni alticci. Tsuna aprì gli occhi lentamente, tuttavia le pupille nocciola, acciecate dalla luce risplendente della stanza, furono subito serrate di nuovo dalle palpebre. Quando fu in grado di tener lo sguardo fisso sulla situazione circostante, si alzò, a fatica e un po’ goffamente, in piedi. Fu allora che la sua voce ancora fanciullesca chiamò:
“Rokudo Mukuro! Hibari Kyoya! Cosa credete di fare in fronte al Boss! Io sono il Boss! Io sono il Decimo!” e con questo schiacciò le teste dei due contro il pavimento.



“D-Decimo!” uscì strozzata la voce dalla gola di Gokudera. Stupore, gioia, spavento… quella sera Hayato provò una gamma di emozioni che non aveva mai sperimentato in un solo istante.
 


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N/A : Ecco ora che ho rovinato la giornata ai quattro lettori che hanno letto ciò posso ritenermi davvero in vacanza :D

*Hibari Kyoya-kun = non mi ricordo se Mukuro usi il suffisso –kun anche per Hibari. Fatto sta che:
1) ora non ho troppa voglia di cercarlo;
2) ai fini della storia, sta bene anche il –kun.
 
Alla prossima. Ci vedremo presto, molto presto *insert evil laugh here*.
Bye-B.
 
 




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