Chapter 6: Le origini di un amore
La
campanella scattò interrompendo la quiete che fino a qualche
secondo prima aleggiava fra i corridoi.
In compenso
era il suo più dolce che in quel momento avrebbe potuto
udire. Perché essa non rappresentava solo la fine di
un’estenuante giornata scolastica bensì la
chiusura di un intero anno.
L’estate
era alle porte, i profumi densi nell’aria ne erano la prova
inconfutabile. Oltre ad un sole che ormai faceva da compagno
praticamente tutti i giorni.
Si
alzò eccitata, e si precipitò fuori dispensando
saluti a vanvera, sperando così da non dimenticare nessuno.
Il suo unico obiettivo era raggiungere l’armadietto, lanciare
i libri dentro e lasciarli ammuffire per tutta la durata delle vacanze
-anche se sapeva benissimo che non sarebbe stato possibile, ma non era
ancora il caso di pensarci-.
Camminò
a passo più svelto, certa che in questo modo sarebbe stata
fuori prima degli altri. I capelli ondeggiavano sulla schiena, per la
frenesia del suo incedere, creando sfumature infuocate.
Eppure il
suo sguardo non poté fare a meno di posarsi su una figura in
particolare. Quel ragazzo che da qualche tempo la incuriosiva. Non
capiva cosa provava per lui ma di certo...
Smancerie?
Per carità! Persino la sua testa negava il tutto.
-Vedo che la
scuola gioca brutti scherzi! Stai parlando da sola...-
La ragazza
alzò lo sguardo, trovandosi davanti due occhi azzurri come
uno dei cieli più limpidi in estate. Non poteva negare a
sé stessa quanto fossero intriganti. E fu proprio per questo
che rimase più del dovuto necessario ad osservarli.
-Ehi...-
Fu
richiamata all’attenzione proprio da quella stessa voce che,
con tono divertito e canzonatorio, le aveva dato -anche se non in modo
diretto- della svitata.
-... ma che
vuoi?!- esplose, ripresasi ormai del tutto e scartando di lato per
proseguire nella sua “corsa”
all’armadietto. Infatti aveva preso a camminare
più speditamente.
-Sei tu che
ti incanti! Non è mica colpa mia!-, eccolo. Dietro di lei.
Ma perché non la lasciava in pace?!
Si
bloccò solo quando fu proprio di fronte all’unico
oggetto di sua possessione in quella scuola. Avvertiva ancora la
presenza di quel rompiscatole dietro di sé ma fece di tutto
per fare come se non esistesse.
Cercò
di metterci anche più del dovuto necessario in modo che si
arrendesse e la lasciasse in santa pace. Ma quando chiuse
l’armadietto si rese conto che quel ragazzo doveva essere la
pazienza fatta persona. Stava appoggiato e l’osservava senza
il minimo segno di seccatura.
-Insomma
Namikaze ma tu... che vuoi da me?!-, ecco. Kushina invece non deteneva
di sicuro il primato della calma.
Minato si
aprì in un enorme sorriso, scoprendo i denti perfetti. Quel
sorriso che faceva incantare troppe -troppissime- ragazze della scuola.
-Beh sai...
c’è una cosa che non ti ho mai detto!- rispose
allora, senza essere minimamente scosso dalla forza
“dominatrice” della ragazza.
-... e cosa,
di grazia?- fece Kushina comunque infastidita, incrociando le braccia
al petto.
-Li ho
sempre guardati con ammirazione e beh... hai dei bellissimi capelli!-
affermò Minato con semplicità. Un velo di
imbarazzo si fece largo sul suo viso e cercò di mascherarlo
grattandosi la testa ma evitando di distogliere lo sguardo.
La rossa dal
canto suo, rimase di sasso: non perché ciò che le
era stato detto la infastidisse... anzi l’esatto contrario.
Nessuno, mai le aveva fatto i complimenti sui suoi capelli. E di certo
non se li sarebbe mai aspettati da Minato Namikaze. Lo
guardò, incapace di ribattere, per la prima volta.
-Starai
pensando perché te l’abbia detto... non avrei
saputo trovare momento migliore! Poi non ci vedremo per tutta
l’estate, suppongo...-
Il biondino
continuava a parlare, evidentemente preso dalla timidezza. E Kushina
nel frattempo rimuginava. Era sempre più colpita da lui.
Dalla sua bellezza quasi angelica, dal suo carattere mite e pacifico.
Ma soprattutto da quell’ultimo accenno alla sua chioma per
cui spesse volte era stata presa in giro.
Cominciava a
credere di non averlo mai considerato nella giusta misura.
Eppure
provava qualcosa di diverso, non sapeva a cosa associarlo.
Un’emozione unica e soprattutto nuova. L’aveva
reputato sempre insopportabile mentre invece era l’unico
ragazzo degno di stima. Perché non provare a conoscere
meglio le sue vere qualità?
-Ehi
Namikaze?- lo chiamò, interrompendo il flusso di parole di
quest’ultimo.
-Eh... ehm
si?-, stranamente lo vide a disagio, con quella mano ad arruffargli i
capelli già spettinati.
-Cosa fai
domani sera?-
***
-E... p-poi?-
Hinata
guardava Kushina con occhi quasi sognanti. Erano lì, nella
sala da pranzo anche se era già pomeriggio inoltrato.
Dopo
l’imbarazzo iniziale, le domande a raffica di Kushina, la
gentilezza mista alla sorpresa di Minato, alcune figuracce da
dimenticare... Hinata aveva cominciato a sciogliersi un po’.
Certo, era
sempre difficilissimo guardare i suoi “suoceri”
senza sentirsi male. Appena si erano messi a tavola non riusciva
neppure a spiccicare una parola di senso compiuto e tutto sembrava
volerle scivolare dalle mani.
Però
quando Kushina aveva avuto la brillante idea di raccontare qualche
aneddoto della loro fanciullezza, le cose erano cominciate ad andare
decisamente meglio.
Quella che
aveva appena ascoltato Hinata, era stata la prima volta che Kushina
aveva cominciato a capire cosa davvero provasse per Minato.
-Credo che
la continuazione la sentirai la prossima volta! Ora è il
caso che Naruto ti riaccompagni...-
Solo in quel
momento la corvina si rese conto di quanto tempo era passato. Suo padre
di sicuro avrebbe indagato a fondo su quella giornata se non si fosse
sbrigata.
Naruto,
accanto a lei, sospirò. -Andiamo allora-.
-Io...
grazie di t-tutto. D-davvero, è s-stato un piacere!-
affermò, mentre si alzava. Ovviamente non poteva evitare di
balbettare no?
-Torna
presto a trovarci, Hinata!- esclamò la donna di fronte a
lei, con un enorme sorriso. Minato alzò la mano replicando
l’invito.
Quando i due
giovani fidanzati furono fuori Naruto l’osservò
con curiosità, forse sperando di leggerle dentro.
-Allora?-
chiese, incatenando le sue iridi azzurre a quelle di lei.
-M-mi
aspettavo di peggio... invece è stato tutto bellissimo.
S-soprattutto la storia dei tuoi...- rispose la Hyuga, abbozzando un
sorriso.
-Oh si! A
mia madre piace tantissimo raccontarla. Forse per ricordare a
sé stessa che mio padre è stato il primo ragazzo
a farle un complimento...-
-Noi n-non
abbiamo esattamente c-cominciato ad uscire c-così...-
ricordò la ragazza, ripensando a quei fantastici momenti di
svolta.
-No infatti!
Ma sono le differenze a rendere unico un rapporto, non credi?-
Il sol
pensiero della loro prima uscita insieme, fece arrossire la corvina. Il
biondino dal canto suo sorrise e prima di lasciarla salire in macchina
gli si avvicinò e le stampò un tenero bacio.
Hinata non
poté fare a meno di pensare, mentre il cuore aumentava le
sue pulsazioni, che le differenze c’erano davvero e
apparivano incredibili.
-Dattebane!
Come siete cariniii!-
Naturalmente
la curiosità di Kushina aveva avuto ancora il sopravvento.
[AU One shot -
Accenni MinaKushi]
Note
dell’autrice: Ed eccomi qui! Ultimamente sto cominciando a
scrivere o aggiornare tantissime cose. Eppure tra qualche giorno
partirò *-* vabbè ma questo non
è importante.
Per
scrivere questo capitolo ho riletto le scan di Naruto. Precisamente la
n. 498 e 499. Mi hanno messo una tristezza addosso... ma mi sono
servite per mettere il vero accenno al MinaKushi! Ho preso spunto dal
complimento presente nel manga così che lo ricordasse! ^_^
Spero
che all’utente “pinkpunk” questo capitolo
sia piaciuto ancor più del precedente! Stavolta ho davvero
messo dei veri accenni!
Mi
scuso comunque per il ritardo negli aggiornamenti. Tutta colpa
dell’ispirazione! Ma voglio continuare a scrivere sul mio pairing preferito
perché non voglio sia mai svalutato *-*
Spero
di ricevere dei vostri pareri!
Un
bacione! ^.^
P.s=
ovviamente Kushina non poteva fare a meno di spiarli ancora, ecco il
perchè della sua esclamazione! XDDDD
|