Nota introduttiva:
questa one shot è stata scritta per un'edizione del
ficexchange della community di Kit_05 ormai nel lontano 2008; per
motivi vari a quell'epoca avevo smesso di scrivere, perciò
non ho mai visionato i risultati del contest. Scopro ora di essere
arrivata sesta a parità con un'altra storia, dopo essere
andata a controllare per pura curiosità; dato che ormai
tutte le mie storie sono presenti su EFP, pubblico anche questa,
sebbene con un bel po' di ritardo XD
In fondo saranno
riportate le richieste e il giudizio finale.
Buona lettura :)
Bodyguards
Non dubitavo affatto
che potesse sembrare strano, se qualcuno mi avesse osservato per caso
dall’esterno.
Ma quella settimana mi
ero scelto un quartiere tranquillo, praticamente deserto; quasi tutti i
Babbani che abitavano lì intorno erano partiti per la
villeggiatura o chissà cos’altro, e avevo perfino
avuto modo di compiere un piccolo sopralluogo in tre o quattro
abitazioni differenti prima di scegliere dove stabilirmi per quegli
ultimi giorni di glorioso ozio. La settimana prossima avrei dovuto fare
il mio ritorno nel mondo magico, e ormai non c’era verso di
sfuggire a tale destino. Silente, quel perfido e subdolo ricattatore,
era riuscito con un gioco molto abile a farmi capitolare, strappandomi
un ‘sì’ di cui ero sempre meno convinto
man mano che il primo di settembre si avvicinava; ma io mi ero sempre
vantato di essere un mago di parola. Non sarebbe stato decoroso per la
mia reputazione se, così di punto in bianco, avessi
manifestato un ripensamento; già potevo udire le voci dei
miei ex colleghi mentre, in tono falsamente preoccupato, disquisivano
sulle possibili cause del mio precipitoso rifiuto. Magari mi avrebbero
perfino dato del vigliacco, nemmeno troppo velatamente; a Minerva
McGranitt, per esempio, non mancava di sicuro la sfacciataggine
necessaria. Io, un vigliacco… soltanto perché mi
premeva non fare una brutta fine. Loro potevano tranquillamente
permettersi di parlar male del sottoscritto, certo; tanto, nessuno
doveva fare i conti con l’incubo del ritrovarsi una schiera
di Mangiamorte inferociti alle calcagna, magari accompagnati da
Colui-che-non-deve-essere-nominato in persona. Io invece, povero me,
ero obbligato a fare i conti con tale disgrazia, che mi era peraltro
piovuta sulla testa senza che avessi fatto nulla per meritarmela; mi
ero semplicemente rifiutato di unirmi a quel branco di assassini
scriteriati, cosa che qualunque mago dotato di un minimo di buonsenso
avrebbe fatto, al mio posto. E ora mi ritrovavo barricato in una villa
Babbana con la sola compagnia della mia fedele scacchiera, regalo
fattomi in segno di gratitudine da Rufus Scrimgeour in persona ormai
dieci o undici anni or sono, costretto a giocare da solo interminabili
partite nel tentativo di alleviare la noia.
Anche i Babbani,
talvolta, giocano da soli, ma ho sempre pensato che ci sia qualcosa di
leggermente strambo nel loro sangue. Un mago che si rispetti non
dovrebbe trovarsi in una simile situazione. Tuttavia, ascoltare i loro
notiziari e sfogliare i giornali mi mette sempre più paura;
pare si possa essere intercettati e scovati in qualsiasi modo,
oggigiorno. Ed ecco perché sono costretto a non mettere il
naso fuori di casa, o perché non posso più
neppure ricevere le lettere divertenti di Ciceron Harkiss. È
una situazione oltremodo drammatica, la mia.
So già che
avrò nostalgia di questa routine, una volta rimesso piede
nel mondo magico; ho imparato ad usare la macchinetta del
caffè, le poltrone di questa casa sono la fine del mondo e
ho perfino trovato un paio di pantofole della mia misura, le migliori
pantofole in assoluto che io abbia mai provato. L’assoluta e
totale pace dei sensi. Posso perfino suonare il pianoforte senza
preoccuparmi di prendere qualche precauzione magica per farmi sentire;
non c’è nessun vicino che possa insospettirsi, e
al mio gufo piace ascoltarmi. Sembra quasi che si rilassi. A Hogwarts,
invece, devo ritenermi fortunato se posseggo un mio studio personale;
il castello è pieno di spifferi, gli studenti sono chiassosi
e il gatto del custode si aggira per i corridoi con aria furtivamente
inquietante, motivo per cui non posso mai scordarmi di chiudere bene la
porta della mia stanza per evitare che tenti di mangiarsi il mio povero
Bosworth.
Sento la sua mancanza,
oggi; l’ho inviato a Silente insieme ad una lettera, verso
l’alba, e non credo che farà ritorno prima di
stasera. Ho cercato di prendere ogni precauzione possibile per non
essere intercettato; è da un anno che ho cessato ogni tipo
di corrispondenza, ma ancora conosco metodi efficaci per ingannare i
Mangiamorte. Disilludere il gufo con un incantesimo abbastanza potente,
per esempio. Tutto sommato, capisco perché Silente mi abbia
chiesto di tornare a Hogwarts; immagino che gli insegnanti di una volta
ormai siano in gran parte spariti dalla circolazione, di questi tempi,
e a me spetta il compito di tornare a dare manforte a quei pochi
rimasti. Ammetto che sono estremamente ansioso di sapere che fine abbia
fatto il vecchio Kettlebourne, per esempio. Ricordo ancora con piacere
i pomeriggi passati a sorseggiare un bicchiere di idromele in sua
compagnia. Mi sono giunte voci riguardo ad un suo ritiro in Romania e
alle sue intenzioni di studiare nuovi incroci fra le diverse specie di
draghi; immaginavo che non si sarebbe mai rassegnato pazientemente alla
pensione.
C’è
un motivo, ad ogni modo, per cui mi sono costretto a privarmi della
compagnia di Bosworth, e non è certo un motivo futile; tutta
questa agitazione mi sta facendo seriamente temere per la mia
incolumità, e proprio non riesco ad accettare
l’idea di abbandonare la mia vita appartata per finire
diritto nella trappola dei Mangiamorte. A Silente, oltretutto, non
converrebbe affatto che accadesse una cosa del genere; come penserebbe
di potermi rimpiazzare il giorno d’inizio del nuovo anno
scolastico, in maniera del tutto improvvisa e non preventivata? No,
meglio mobilitarsi e prevenire qualsiasi disgrazia. Ho cercato di
farglielo capire ragionando in maniera pacata ma senza esclusione di
colpi, e posso ormai essere certo che mi asseconderà. Ho
quantomeno diritto ad una scorta fino a King’s Cross il primo
di settembre, per non rischiare incidenti spiacevoli; non
perché non sappia difendermi da solo, questo è
ovvio, ma ormai sono vecchio e vivo fuori dal mondo, come si
può pretendere che io sia aggiornato sui nuovi mezzi omicidi
dei Mangiamorte? La magia progredisce con il passare degli anni, questo
lo so bene, io. Ho sempre frequentato corsi di aggiornamento quando
insegnavo ancora a Hogwarts; ogni anno saltava fuori un nuovo
distillato, una nuova pozione, un nuovo antidoto. E un professore ha il
sacrosanto dovere di tenersi informato. Adesso, per esempio, dovrei
proprio riuscire a procurarmi le indicazioni per distillare la Pozione
Antilupo; è il ritrovato più recente della nostra
epoca, una vera rivoluzione, e io, per quanto ormai in età
avanzata, non posso certo farmi lasciare indietro. Sarebbe oltremodo
inammissibile.
La risposta di Silente
mi giunge, come previsto, mentre sto seguendo il notiziario Babbano
delle otto; una grafia sempre impeccabile, nonostante quel danno alla
mano. Chissà che diavolo ha combinato, quel vecchio pazzo.
Dopo tutti questi anni, è ancora capace di stupirmi. Dice
che non ci sono problemi, ha già pronti per me un paio di
nuovi membri dell’Ordine della Fenice che saranno lieti di
scortarmi a King’s Cross; sapevo che ci teneva alla mia
incolumità, nonostante tutto. In fondo scrive che
riconoscerò i miei due accompagnatori grazie ad una parola
d’ordine particolare, che però non mi viene
comunicata via lettera per evitare complicazioni nel caso venga
intercettata. Sono costretto ad andare a letto con la
curiosità insoddisfatta, domandandomi che diavolo passi per
la testa di Silente per la maggior parte del tempo; ancora non sono
riuscito a capire se è un genio o se è
semplicemente ammattito. Probabilmente una via di mezzo fra le due cose.
Il primo di settembre
arriva velocemente, dopo quel rapido scambio di lettere. Ripongo la mia
adorata scacchiera nella mia borsa da viaggio soltanto
all’ultimo minuto; le mie solitarie partite sono diventate
l’unico metodo di distrazione efficace dall’ansia
del ritorno, nei giorni precedenti. So che il treno parte alle dodici
in punto, ma non ho la più pallida idea di come
arriverò fino a King’s Cross, perciò mi
sveglio di buon’ora e faccio una rapida colazione con pane
tostato e marmellata; a dispetto del fatto che sto aspettando qualcuno,
oggi nei dintorni non si sente volare una mosca.
L’allarme
dell’Incantesimo Intruso scatta proprio quando, ormai
totalmente assorbito nell’intento di scacciare la noia, sto
per dare scacco matto ai neri – mi sono concesso di ritirare
fuori soltanto la scacchiera, il resto delle mie valigie è
ancora totalmente intatto. Estraggo la bacchetta e rimango
sull’attenti, in attesa, di fianco alla porta; il modo
migliore per difendermi, se dovessi trovarmi davanti dei Mangiamorte
anziché la mia scorta, è giocare
sull’elemento sorpresa. Attendo spasmodicamente per diversi
secondi, ascoltando con il cuore in gola il rumore dei passi che
percorrono il viottolo del cortile e salgono i gradini del portico,
sento qualcuno schiarirsi la gola e poi dire:
“Quarantadue”.
Quarantadue?
“Sono le
volte che Lily Evans ha rifiutato di partecipare alle riunioni del
Lumaclub”, aggiunge un’altra voce, molto simile
alla prima. Immediatamente la scena mi si para davanti agli occhi; mi
stavo sfogando con Silente, quella volta, perché davvero non
riuscivo a comprendere l’ostilità di quella
ragazza così intelligente e così dotata nei
confronti della mia Casa. Il preside aveva ridacchiato sotto i baffi
quando gli avevo confidato che tenevo il conto dei suoi rifiuti, per
poterglielo rinfacciare il giorno in cui se ne sarebbe pentita. Razza
di vecchio volpone.
Con un sospiro di
sollievo, faccio scattare le serrature e ruoto il pomello
d’ottone per aprire la porta. L’attimo dopo, sgrano
gli occhi e penso di aver cominciato a vedere doppio: di fronte a me
stanno due ragazzi, uno l’esatta copia dell’altro.
Stesso colore dei capelli, stessa espressione, stesso completo color
Magenta indosso… la vecchiaia fa dei brutti scherzi, devo
riconoscerlo.
“Buongiorno,
professore”, esordisce uno dei due, in tono cordiale.
Probabilmente è lui quello reale, e l’altro
l’immagine doppia.
“Buongiorno”,
saluto, sforzandomi di mantenere intatta la mia proverbiale cortesia.
“Possiamo
entrare?” dice l’altro. Dopo un attimo di
smarrimento, mi rendo conto che un’immagine doppia non
può emettere suoni di propria volontà.
Evidentemente, dunque, io sto benissimo e loro sono due persone
distinte.
“Prego”,
mormoro, facendo gli onori di casa. Riesco a sfiorare sia la giacca di
uno che quella dell’altro senza farmi notare,
perciò ottengo la prova definitiva che non sono una visione.
“Siete…
uhm… vi ha mandati Silente, immagino”.
“Esatto,
signore. Fred Weasley, piacere. E questo è mio fratello
George”.
Stringo la mano alla
copia del fratello chiamata Fred e poi a quella chiamata George,
domandandomi come diavolo farò a distinguerli se mi
capiterà di dovermi rivolgere soltanto ad uno di loro. Quasi
l’avessero fatto apposta, si sono anche vestiti uguali.
Accidenti ad Albus Silente e alle sue idee strampalate.
“Oh, due
Weasley… sono stato insegnante di Arthur Weasley, ai tempi.
Immagino sia…”
“…nostro
padre”, completa Fred. O George. Dannazione.
“Oh, bene,
bene…” decido di tergiversare, è la
cosa migliore in questi casi. “Lo ricordo piuttosto dotato,
nella mia materia… forse non a livelli eccelsi, ma comunque
era spiritoso, già…”
I due gemelli si
scambiano un sorrisetto compiaciuto.
“È
una caratteristica di famiglia”, mi informano.
Già, sospettavo che ci fosse una vena di umorismo perverso
nel fatto che due guardie del corpo mi si presentino davanti vestite
con un completo sgargiante.
“E con chi
si è sposato il giovane Arthur Weasley?” domando,
curioso.
“Molly
Prewett, signore”.
“Oh,
già, i Prewett…”
Bei ricordi di tempi ormai trascorsi, quei ragazzi.
“Fabian e Gideon, i suoi fratelli, erano due autentici
talenti… nati per le Pozioni… è un
vero peccato che siano finiti in quel modo”.
“Magari tra
qualche anno li inseriranno fra le figurine delle Cioccorane, non si
preoccupi”.
Oh, sì, il
senso dell’umorismo è decisamente una
caratteristica di famiglia, a quanto pare.
“Dunque,
ragazzi… quali sono le vostre intenzioni?”
domando, dopo un po’, mentre uno dei due sta studiando in
maniera preoccupante l’orologio a cucù appeso alla
parete.
“Mostrarle
le nostre ultime invenzioni nel campo degli scherzi magici e
successivamente scortarla a King’s
Cross…” mi risponde l’altro, nel
frattempo. Oh, Merlino, ma allora è proprio vero che sono
loro la mia scorta. “…vede, abbiamo un piccolo
problema con il perfezionamento di questo cancellalividi e pensavamo
che lei potesse darci un suggerimento…”
“Spiegatemi
un po’”, interrompo il giovanotto, cominciando ad
avvertire una leggera irritazione.
“È
stato Silente ad affidarvi di proposito il compito di farmi da
scorta?”
L’unico dei
due ragazzi che ancora mi sta dando retta mi guarda e si stringe nelle
spalle.
“Ha detto
che poteva essere un buon modo per cominciare”, mi spiega.
“Guardi che
non abbiamo mai ucciso nessuno”, aggiunge l’altro,
mentre continua a trasfigurare il cucù
dell’orologio in svariati animali differenti, tra cui anche
un Vermicolo e uno Schiopodo Sparacoda. “Al massimo ci siamo
andati vicino quando abbiamo trasfigurato l’orsacchiotto di
nostro fratello Ronald in un ragno, dato che gli è quasi
preso un colpo… ma eravamo ancora giovani e innocenti, ed
è stato del tutto involontario”.
Mi guardo di sfuggita
nello specchio appeso di fianco al caminetto e noto che sono
mortalmente pallido. Estraggo il fazzoletto per asciugarmi la fronte
dal sudore freddo, e intanto penso al modo migliore in cui potrei
maledire Silente se solo l’avessi davanti a me.
“Voi due
giovanotti non mi sembrate esattamente il miglior emblema di fiducia
reperibile all’interno dell’Ordine, se devo essere
sincero”, borbotto, nervoso.
“Oh, ma non
si deve preoccupare, professore! Noi abbiamo un metodo ultraefficace
per scortarla fino a King’s Cross senza incidenti di
percorso”, mi dice uno dei due gemelli.
“Un metodo a
cui nessun mago o strega avrebbe mai potuto pensare”,
aggiunge l’altro, dopo un’occhiata soddisfatta al
cucù che ormai è diventato un Ippogrifo.
“Un metodo
che, per la sua brillantezza, sorprenderebbe perfino
Silente”, precisa il primo, e io inizio ad avvertire un certo
terrore.
“Un metodo
che Colui-che-non-deve-essere-nominato non sospetterebbe mai,
soprattutto”.
Merlino. Non oso
immaginare che cosa abbiano in mente.
“E sentiamo,
quale sarebbe?” domando, a quel punto.
“Oh,
è molto semplice: la trasfigureremo, professore”.
“Mi…
cosa mi farete?”
Rimango a fissarli a
bocca spalancata, assolutamente incapace di credere alle mie orecchie.
“La
trasfigureremo”, conferma George. O Fred. Poco importa,
significa che ho sentito bene.
“In…
in che cosa?” boccheggio, incredulo. Sui volti dei miei
aguzzini compare un ghigno leggermente perfido.
“Io e il mio
collega pensiamo che la scelta migliore sia un simpatico e innocuo
animale da passeggio”.
“Tipo…
questo”.
Uno dei due indica una
foto, una di quelle incorniciate in bella mostra sulla mensola del
camino. Rimango a fissarla senza parole per qualche secondo, prima di
reagire.
“Un…
un cane?”
Se poi quello si
può definire cane… sarebbe meglio descritto come
un informe ammasso di pelo gonfio e cotonato, peggio
dell’acconciatura di una vecchia signora Babbana.
“Trovo che i
riccioli le donerebbero molto”, osserva uno dei due gemelli.
“E per quale
ragione, in nome di Merlino, dovreste trasfigurarmi in un…
animale del genere?” domando, gettando nervose occhiate alla
porta. Sono ancora in tempo a svignarmela da solo, forse.
“La
porteremo a King’s Cross viaggiando sui mezzi babbani. Noi
due saremo i padroni, e lei il nostro grazioso barboncino”.
“Voi avete
detto di essere maghi maggiorenni?” domando, con la gola
secca.
“Ma certo,
signore, altrimenti, come crede che potremmo far parte
dell’Ordine?”
Mi sforzo di
deglutire, sperando che non mi prenda un colpo proprio adesso.
“I vostri
voti in Trasfigurazione erano buoni, a Hogwarts?”
“Sicuramente.
La professoressa McGranitt si è dimostrata sorpresa delle
nostre ‘O’ nei G.U.F.O. della sua materia, ma non
aveva chiaramente colto il nostro potenziale”.
Per me è
finita. Mi copro il volto con le mani, reprimendo un singhiozzo. Che ne
sarà di me ora?
“In che mani
sono finito”, mormoro, sconsolato.
“Professore,
lei forse non sa con chi ha a che fare”.
“Esatto. Noi
siamo gli inventori dei Tiri Vispi Weasley”, dice uno dei due
ragazzi, in tono entusiasta.
“Sentite.
Non ho la più pallida idea di che cosa siano questi Viri Tispi, ma
gradirei non fare tardi alla stazione, perciò se non vi
dispiace…”
“Oh, certo
che no. Fai tu, Fred?”
“Con
piacere, George”.
Mi sono accorto troppo
tardi che avrei dovuto reagire. Il ragazzo alla sinistra si era
già tirato su le maniche con un lieve svolazzo e aveva
agitato la bacchetta, e in men che non si dica mi sono ritrovato
costipato in un corpicino nervoso che pizzica da tutte le parti. Sento
l’irrefrenabile bisogno di accucciarmi e di darmi una
grattata con la zampa proprio lì, sul fianco. Tempo qualche
secondo e mi torna il prurito. I miei perfidi aguzzini, nel frattempo,
hanno estratto dalle loro tasche un barattolo dal contenuto ignoto e
hanno inghiottito una pillola rosa a testa. Entro qualche secondo, a
uno dei due sono spuntati dei baffi, un occhiello e una bombetta, e
l’abito color Magenta è diventato un completo in
perfetto stile Babbano, mentre all’altro sono cresciuti i
capelli fin oltre le spalle, le labbra si sono colorate di rosso e la
veste si è trasformata in una gonna e in un cappotto da
signora.
“Pasticche
Cammuffanti”, spiega uno dei due. “Non sono potenti
come la Polisucco, ma pare che funzionino discretamente bene. Cambia il
colore dei capelli, Fred… non saremmo una coppia di sposini
credibile”.
“Magari
avremmo potuto conoscerci ad un raduno dell’Associazione per
i Diritti dei Rossi di Capelli”.
“Può
darsi, ma daremmo comunque troppo nell’occhio”.
“Dobbiamo
metterla al guinzaglio, professore, o possiamo star certi che ci
seguirà di sua spontanea volontà?”
Vorrei rispondere a
tono a quel piccolo impertinente, ma l’unica cosa che mi esce
dalla gola è una specie di ringhio acuto molto poco
dignitoso. Decido di tacere, per il bene della mia integrità
morale, e di assecondare la follia dei due Weasley. Mi auguro solamente
di giungere a King’s Cross sano e salvo, date le fatiche e le
sopportazioni a cui mi tocca sottopormi per riuscire a compiacere la
volontà di Silente.
***
Riprendere la forma
umana è un vero e proprio sollievo. Non riesco assolutamente
a capire come certi maghi o streghe desiderino deliberatamente
diventare Animagi; per la mia esperienza posso dire con certezza che
essere imprigionati nel corpo di un animale è una vera e
propria tortura. Soprattutto se si tratta di un animale con
più pelo che ossa, e un irrefrenabile istinto ti costringe a
fare attenzione ad ogni pozzanghera per evitare di macchiarsi.
Silente
dovrà ripagarmi con un aumento molto sostanzioso.
Andrò a parlargliene immediatamente, appena
arriverò a Hogwarts. E questi due… come accidenti
è potuto succedere che siano stati ammessi
nell’Ordine della Fenice? Sono ammattiti tutti quanti, oltre
al Preside? In quali mani è riposta la nostra
incolumità, Merlino!
“Le
auguriamo buon viaggio, professore”, mi dice Fred, o George.
Sorride, serafico. Come se il modo in cui mi hanno scortato a
King’s Cross fosse il più normale del mondo. Ho
una mezza intenzione di provare a spiegare loro che razza di vergogna
si prova quando un Babbano sulla metropolitana ti sorride e comincia a
farti dei fastidiosi grattini sulla testa, ma credo che sarebbe inutile
anche solo tentare.
“Ah,
riguardo a quel cancellalividi…”
“Le
invieremo un campione”.
“Se
avrà qualche suggerimento da darci, questo è il
nostro biglietto da visita”.
Mi consegnano una
targhetta con l’indirizzo del loro negozio di scherzi a
Diagon Alley. Ecco uno dei posti dove sicuramente eviterò di
mettere piede per i prossimi vent’anni.
“Vi
consiglierei di rivedere i vostri metodi poco ortodossi”,
suggerisco loro, raccogliendo la mia valigia dopo aver sentito il
fischio del treno.
“Beh,
l’importante è che sia arrivato incolume,
no?” suggerisce uno dei due, ancora con quel sorrisetto
pacifico stampato in faccia. Non posso fare altro che scuotere la
testa, congedarmi con educazione e avviarmi verso il treno; nonostante
la mia età, però, ci sento ancora abbastanza bene
da udire uno dei due commentare all’altro:
“Scommetto che lo dice solo perché è
stato l’unico cane del pianeta a spaventarsi di fronte a un
gatto”. La sfrontatezza dei giovani d’oggi non ha
decisamente limiti.
Rifletto sul mio amaro
destino, mentre mi isso a fatica sul vagone. La mia pacifica ed
appartata esistenza è cambiata proprio nel momento in cui i
miei occhi si sono posati sul simbolo che la comunità magica
riconosce da anni come salvifico e miracoloso: la cicatrice di Harry
Potter.
Posso solo sperare che
questo ritorno ad un’esistenza mondana si riveli, alla lunga,
meno spiacevole di come è iniziato.
*fine*
Ed ecco le richieste:
Dalle 3 alle 5 cose che
vorresti la fanfiction contenesse: i gemelli Weasley, la
cicatrice di Harry Potter, un barboncino, Horace Lumacorno, una
scacchiera magica
Dalle 3 alle 5 cose che non
vorresti la fanfiction contenesse: slash, erotico, OOC
Rating: max giallo
(PG13)
La fanfiction che vuoi ricevere
può o non può contenere riferimenti e spoiler a
Harry Potter e i Doni della Morte? sì
Giudizio finale:
Posizione classifica
popolare: 8°
Punteggio classifica
popolare: 28
Voto Solarial:
9
Voto Kit 05:
8
Punteggio totale:
113
Commento Solarial:
La prima cosa che mi viene da dire è: Povero Lumacorno!
Non deve essere stato facile per lui trovarsi di fronte ai gemelli! E'
la scelta di mettere lui in contrapposizione con i gemelli è
stata una scelta che mi ha incuriosito moltissimo ma che nel complesso
ho trovato azzeccata. Scelta difficile ma ben ponderata e questo mi
è piaciuto particolarmente.
E' stata una lettura piacevole, rilassante ed anche divertente, senza
esagerazioni, senza lo sforzo di far ridere per forza, tutto secondo
uno schema libero, ben piazzato, che nella sua semplicità fa
sorridere o ridere -a seconda dei momenti-.
Commento Kit 05:
Ironica e delicata, questa shot ci presenta un personaggio e una
situazione non certo comune in maniera simpatica e convincente.
Se solo parzialmente è possibile ritrovare in queste pagine
il Lumacorno dai modi viscidi e irritanti che Harry ci mostra nel corso
del sesto libro, il tutto è pienamente giustificabile dalla
visione più intima e diretta che ci viene fornita dal
racconto in prima persona.
Oltre ad una struttura semplice, ma arricchita da numerosi cammei, e da
un vivida resa dei gemelli Weasley, sicuro punto di forza del racconto
è il linguaggio fresco e sempre appropriato, e uno stile e
una forma scevri da evidenti imperfezioni.
Solo a tratti ho avuto, invece, l’impressione di una certa
artificiosità nei dialoghi; sensazione che ha un poco
interrotto l’altrimenti brillante fluidità del
testo.
Edit (17/12/11): aggiungo qui di seguito il giudizio ricevuto al contest "Sigh Stories".
VII CLASSIFICATA (parimerito)
Bodyguards
Premio speciale Caratterizzazione
- Sophie Hatter -
G: 19,8
Innanzitutto, mille e mille complimenti. Ho adorato letteralmente il tuo stile: stupendo e scorrevole, adatto al contesto e… Lumacornoso :3
Ma di quello, parlerò poi nella caratterizzazione ;)
Anche nella grammatica, devo dire che hai veramente fatto un ottimo lavoro: nessun errore rilevante, solo un’imprecisione: “Cammuffanti” (le pasticche dei gemelli) si dovrebbe scrivere “Camuffanti”.
Tutto qui.
Ancora complimenti! :D
C: 10
Davvero, la caratterizzazione è qualcosa di meraviglioso.
E con la prima persona e un personaggio come Horace è davvero molto difficile.
Per quanto riguarda Lumacorno, sei riuscita a rendere perfettamente il suo carattere mellifluo. Ingigantisci le cose e scrivi da vera vittima, senza ironia, come farebbe il vero Horace… perfetta, non mi viene un altro termine ;)
I gemelli? Stupendamente caratterizzati anche loro.
Caratterizzati bene e come li vedrebbe Lumacorno in un contesto simile: bravissima! :P
Ah e… anche Silente, seppur sia solo tratteggiato, è reso perfettamente, così come l’opinione che di lui ha e può avere una persona come Lumacorno ;)
Davvero… bravissima <3
O: 10
E come potevo non darti 10?!?
Mai letta né concepita una storia del genere, senza contare che l’idea di base e in seguito il tuo sviluppo della stessa sono senza dubbio grandiosi e originali.
Complimenti, cara ;P
GP: 3,8
Beh, il mio commento a questa sezione si ridurrebbe ad un bel “Ahahahahahahahah x’D”, considerando che ho già detto tutto sopra… bravissima!
Davvero, una fic leggera e poco impegnativa, che però ti lascia con un sorriso in faccia… e ottimamente caratterizzata, per me conta molto :P
Ancora complimenti e… buona fortuna per le recensioni, ne merita di più!
Compl: 43,6
|