#Risveglio #
“Mugen, Jin! Salvate
quell’uomo!” urlò la ragazza, senza
togliere gli occhi di dosso all’uomo in fiamme.
Erano scesi nell’Inferno:
fuoco e fiamme ovunque, urla
strazianti di dolore.
Tutti uguali, tutti in pericolo.
Tutti dovevano avere una
seconda possibilità.
“Cosa? Che cazzo dici,
Fuu!” le urlò Mugen, afferrandole il
polso e tirandola verso di sé.
“Ti sei guardata
intorno?!” continuò il ragazzo “ Ti
sembra
questo il momento di fare gli eroi?”
Fuu non sapeva che cosa rispondere.
In preda all’ansia,
continuava a voltarsi verso l’uomo in pericolo.
Perché doveva andare
sempre così?
“Guardami!”
urlò Mugen, strattonandola.
Perché gli altri non
potevano salvarsi? Perché solo lei,
così piccola e inutile, doveva rimanere in vita?
“Non hai ancora trovato il
samurai che profuma di girasoli!
Vuoi proprio morire adesso?”
La risposta.
Fuu ritrovò il suo
equilibrio.
Doveva vivere. Aveva uno scopo.
“Grazie,
Mugen”
#Disperazione#
No.
No.
No.
No.
La nave brillava su quello specchio
d’acqua. Pezzi di legno
continuavano a volare per aria e il fumo ormai aveva quasi coperto le
stelle.
No.
Non poteva essere vero.
Era tutto così assurdo.
Come guardare una vita non sua.
Poi il pianto dell’altra la
svegliò.
“No …”
cominciò Fuu, guardando prima Jin e poi la ragazza in
lacrime.
Mugen.
Si trattava di Mugen.
Quello dei budini dolci.
Quello che aveva fatto fuori
quell’impossibile Gigante.
Gli aveva visto fare cose
… assurde.
E morire in quel modo era
così … così… banale.
Non poteva trattarsi dello stesso
ragazzo.
“Non è
così semplice uccidere Mugen!” urlò.
Si voltò, pronta a correre
a cercarlo sulla spiaggia. Era
convinta di trovarlo lì, sano e salvo.
“Sarà
sicuramente
saltato in acqua prima dell’esplosione …”
“Fuu, fermati.”
“E quando lo
troverò, mi dirà qualcosa di stupido
…”
“Fuu, smettila!”
“
E io, io. Io
piangerò, piangerò
perché…”
“Fuu, Fermati!”
Non si era neanche accorta che Jin la
stava trattenendo per
il polso.
I suoi occhi tornarono alla nave.
Non era Mugen ad essere morto.
Era lei a morire, con gli occhi
incollati a quelle fiamme.
#Lacrime#
“Perché stai
piangendo?”
Accidenti, se n’era accorto.
Ma Mugen doveva proprio spuntare
fuori in quel momento?
Non voleva rispondergli.
Non voleva dirgli che si era commossa
solo perché aveva
visto una bambina con la sua mamma.
Mugen non avrebbe capito.
L’avrebbe presa in giro, e lei non
l’avrebbe sopportato.
Ma era anche vero che il ragazzo non
avrebbe avuto tutti i
torti.
“Non sto
piangendo” rispose, girandosi dall’altra parte.
Ma le mani del ragazzo sulle sue
guance la costrinserlo a
guardarlo.
Quel contatto, naturale quanto
inaspettato, la fece
arrossire.
“Chi ti ha fatto
piangere?” le chiese lui, con la voce ferma
e gli occhi fissi nei suoi.
“ … Mugen
… io…”
“Lo farò
piangere.”
Cosa?
Ma lo aveva detto sul serio?
Mugen voleva vendicarla?
A Mugen importava qualcosa ?
E perché diavolo a lei
sembrava di essere la persona più
felice del mondo, in quel momento?
“Oh,
Mugen …” cominciò
la ragazza, quasi commossa.
“Devi solo dirmi quanto sei
disposta a spendere.”
Ma che
…?
“Mugen, STUPIDO! Ed io che
ero quasi commossa!” urlò,
dandogli un pugno in testa.
#L’altra #
“ E Fuu? Lei è
felice?”
Mugen continuò a fissare
il cielo, senza far capire a Koza
quanto la sua domanda lo stupisse.
Cosa diavolo
c’entrava,
Fuu, in tutto questo?
Si stava parlando del suo passato,
giusto?
Della sua vita, del suo Inferno.
Cosa cazzo
c’entrava
quella stronzetta, con quel discorso?
“ …
Lei?” chiese, con il solito tono svogliato.
Uno strano silenzio scese tra loro
due.
“Lei è felice
perché è con Mugen” rispose Koza.
Una risposta a se stessa, una
risposta per entrambi.
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