Che
emozione! Questa è la mia prima storia su Another Code: R,
sono così felice!
E
questa è anche la prima shot che pubblico nella sezione
“videogiochi”...
Che
bello :)
Dedico
la mia storia a tutti gli amanti di questa meravigliosa avventura
“punta e clicca”, con la speranza che prima o poi
verrà
creata una sezione apposta per le storie su essa!
In
questa shot ho voluto approfondire il rapporto tra Ashley e Matthew,
che in un solo giorno sono diventati amici. La storia si può
collocare dopo la fine del gioco, nel caso di Ashley non appena va
via da Lake Juliet, per Matthew invece quando torna a casa da suo
zio.
Buona
lettura, e recensite, mi raccomando :)
Ti
Voglio Bene
Chiudendo
gli occhi mentre
posava la tempia contro il finestrino dell'autobus, Ashley si
sentì
improvvisamente vuota e sola.
Come
se avesse lasciato
una parte di sé a Lake Juliet, come se avesse abbandonato la
sua mamma...
Ma
non solo lei. Sentiva
ancora di appartenere a quel luogo, e alle emozioni che aveva provato
in quel luogo tredici anni prima come in quello stesso istante.
Sensazioni
così
simili a quelle provate da bambina...
Si
era finalmente
riavvicinata a suo padre, lo scienziato Richard Robins. E aveva
incontrato anche tante altre persone: Elizabeth, Janet, Tommy,
Samuel, Dan, Bob, Mrs.Graham, Gina, Mike, Ryan...e Matthew.
Matthew
Crusoe, il suo
compagno di avventura.
Com'era
possibile
affezionarsi così tanto a una persona in così
poco
tempo?
Tu
mi ricordi il mio
primo migliore amico, Matt. Così gli aveva detto;
l'aveva
paragonato a D., il fantasma del ragazzino incontrato sull'isola
Blood Edward.
L'aveva
considerato...un
migliore amico. Sorrideva all'idea, non si pentiva
delle sue
parole. Matt era stato un compagno di avventure, un amico, un
fratello. Ne sentiva già la mancanza. Quante ne avevano
passate, seppur in un unico giorno? L'incontro con Mrs.Graham...la
febbre di Matt curata con le erbe rosse e l'acqua pura...il discorso
con Mrs.Graham, il scoprire in lei un'anziana donna dolce e
premurosa...il campanile...la scatola musicale...l'entrata negli
uffici della Crusoe Resort e il fantasma di Kelly...consolarsi e
darsi forza a vicenda...non arrendersi mai...
Ashley
era stata bene con
Matthew. Si era divertita con lui, non si era mai sentita sola. Quel
ragazzino con i capelli spettinati, cocciuto e testardo...anche
coraggioso. Scappato di casa per trovare suo padre, viveva con suo
zio poiché sua madre era morta, e sua sorella...anche.
Ashley
aveva tante cose in
comune con lui. Anche lei viveva con sua zia, Jessica, e anche lei
era alla ricerca di ricordi e di indizi. Cercava la sua mamma, e
l'aveva trovata. Aveva trovato dei ricordi che credeva perduti, e non
solo. Aveva trovato degli amici. Aveva ritrovato
suo padre, e
con lui la voglia di starci assieme.
Nel
momento in cui Richard
era in pericolo, Ashley non aveva esitato un solo istante a cercare,
in tutti i modi, la maniera di salvarlo. E, quando lui non l'aveva
riconosciuta...il mondo sembrava esserle crollato addosso. Il suo
papà era l'unica cosa che le rimaneva, assieme alla zia
Jessica. Era il suo mondo, l'uomo che le aveva dato la vita assieme a
sua madre, Sayoko Mizuki. A proposito: quando aveva sentito la voce
della sua mamma, Ashley a stento aveva trattenuto le lacrime. Non
aveva fatto altro che ripetere “mamma”, e sentirsi
felice e
commossa.
Così
questa era
la voce della mamma..., questo aveva pensato sentendo la voce
dolce di sua madre registrata, ascoltandola tramite il TAS
“evoluto”.
Ogni
cosa la faceva
sorridere. Un giorno sarebbe tornata a Lake Juliet, e avrebbe
incontrato di nuovo Matt...magari con i capelli in ordine, per una
volta.
“Ti
voglio bene, Matt”,
sussurrò con un sorriso, un attimo prima di addormentarsi.
*****
Matthew
era ritornato a
casa, da suo zio. Dopo i rimproveri iniziali e le raccomandazioni, le
promesse e gli abbracci, tutto sembrava essersi sistemato.
Un
uomo identico a suo
padre era stato visto in una lontana città,
perciò Matt
si sentiva felice e impaziente. Anche lui aveva diritto a essere
felice, dopo la morte di sua madre e di sua sorella e la scomparsa di
suo padre.
Somigliava
molto ad
Ashley...anche lei stava cercando qualcuno, sua madre. Anche lei
cercava degli indizi sulla persona a cui voleva bene, anche lei
viveva con sua zia.
Matt
guardò fuori
dalla finestra della sua stanza. Gli mancava il grande lago di Lake
Juliet...o forse era un fiume?
Gli
mancava correre fra i
prati, gli mancava Principessa, gli mancava persino Elizabeth e la
sua aria odiosa. Però, doveva riconoscerlo, anche Elizabeth
non era cattiva, in fondo: un po' viziata ed egoista, certo, ma in
fin dei conti buona.
Più
di tutti, gli
mancava Ashley. Quella sedicenne che si era presa cura di lui come
una sorella maggiore, preoccupandosi anche per la sua situazione: un
ragazzino scappato di casa per cercare suo padre non si incontra
tutti i giorni, eppure lei era riuscita ad accettarlo e a diventare
la sua compagna di avventura. Un giorno, uno solo per cercare indizi
su suo padre, e poi sarebbe tornato da suo zio: gliel'aveva promesso,
e aveva rispettato i patti. Ashley gli era rimasta accanto tutto il
tempo, o almeno finché aveva potuto. Poi era entrata da sola
nella sede della J.C.Valley, e lui l'aveva salutata raccomandandole
di stare tranquilla.
Era
andato da Mrs.Graham,
quell'anziana donna che tutti credevano isterica e che, invece, alla
fine si era dimostrata al pari di una nonna premurosa.
Poi
aveva incontrato di
nuovo la sua amica, Ashley: per nulla al mondo non l'avrebbe salutata
prima che lei fosse partita.
Era
un po' incerto sul da
farsi, all'inizio: si chiedeva se fosse il caso di abbracciarla, ma
poi si rese conto che non ce n'era bisogno: Ashley sapeva. Aveva
capito che lui le voleva bene, e anche lei gliene voleva, non c'era
bisogno di dimostrarlo.
Così
si erano
entrambi limitati a sorridere e salutarsi, con una promessa: un
giorno sarebbero tornati a Lake Juliet, e stavolta non ci sarebbero
stati misteri da risolvere, orologi di campanili da riattivare,
scatole musicali da aprire o ricordi da ritrovare; avrebbero
trascorso dei giorni felici, senza nessun problema, come due amici
che si ritrovano dopo tanto tempo. E forse, in quel caso, un
abbraccio sarebbe bastato come rivelazione di affetto, per esprimere
tutta la gioia di ritrovarsi dopo tanto tempo!
Matthew
sentiva il sole
sul viso e, al tempo stesso, la fresca brezza estiva che gli
scompigliava i capelli già in disordine. Posò il
viso
sulle braccia, che aveva poggiato sulla scrivania davanti alla
finestra, e si rese improvvisamente conto di essere stanco e
assonnato.
“Ti
voglio bene, Ash”,
sorrise, chiudendo gli occhi.
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