Di riflessioni e chiavi scomparse

di lady_cocca
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Amico Ho scritto questa storia per il Multifandom Drabble Fest
Fandom: Chuck
Titolo: Di riflessioni e chiavi scomparse
Rating: Verde
Conto Parole: 498
Personaggi: John Casey, Morgan Grimes, accennato Chuck Bartowski
Prompt: Scrivere una drabble che inizi per piano e finisca per forte - Squadra 2 aka i Cavalieri dell'Ordine Consacrato della Ficcyna Splendente
Note dell'Autore: È la prima volta che scrivo su questo fandom e spero di non essere andata troppo OOC con Casey.


"Piano con questa, dolcezza." lo ammonì l'uomo, togliendogli il fucile dalle mani.
"Vorrei ricordarti che anche io sono un membro ufficiale di questa squadra e, in quanto tale, ho diritto quanto te a usare queste armi." protestò Morgan, tentando di apparire sicuro di sé e, soprattutto, di non incrociare lo sguardo dell'altro, che in quel momento doveva essere particolarmente minaccioso.
"Vorrei ricordarti che ai bambini non è permesso giocare con le armi." ribatté prontamente Casey, sforzandosi di mantenere la calma. Quindi, scelse nel vasto arsenale che la CIA e la NSA avevano messo a loro disposizione, e che lui aveva ormai da tempo stabilito essere di sua personale ed esclusiva competenza, le armi che ritenne più adatte alla missione che stavano per affrontare. 
"Il generale Beckman ha-" provò nuovamente il ragazzo, ma si bloccò non appena vide Casey inserire la cartuccia in una semiautomatica. "Riflettendoci," disse, affrettandosi verso l'uscita. "Non sono ancora, sai, una spia vera e propria. Inoltre, sono sicuro che sarai in grado di gestire tutto anche da solo." concluse, sparendo in pochi secondi.
Casey, rimasto solo, si ritrovò a pensare a quegli ultimi anni della sua vita, il che era piuttosto insolito da parte sua. Un po' perché non era mai stato un tipo molto attento a certe cose - un tipo come Bartowski, insomma - un po' perché preferiva non pensare alla propria vita privata, passata o presente che fosse; preferiva concentrarsi sul futuro imminente: la prossima missione, il prossimo criminale da uccidere o da arrestare, il prossimo piano da mettere in atto. Eppure, c'erano alcuni momenti in cui doveva ammettere almeno a se stesso, perché l'ipotesi di parlarne con qualcun altro non la prendeva nemmeno in considerazione, che lì a Burbank qualcosa nella sua vita era veramente cambiato.
Aveva scoperto di avere una figlia, e ogni volta si sorprendeva della facilità con cui lei aveva imparato a volergli bene e a chiamarlo "papà", ma anche di quella con cui lui stesso aveva imparato a volergliene.
Aveva avuto modo di conoscere il miglior agente segreto che avesse mai incontrato. Anzi, i due migliori agenti segreti, perché, per quanto all'inizio non ci aveva nemmeno sperato, Chuck era diventato una vera spia, riuscendo a fare della sua emotività non una debolezza, ma il suo punto forte; e Casey avrebbe affidato a lui e a Sarah la propria vita senza esitare un secondo, come, d'altro canto, era capitato ormai ben più di una volta.
Aveva inoltre dovuto imparato a sopportare Morgan, che poteva sembrare un idiota - anzi, sicuramente lo era -, ma era anche fedele, leale, e molto più coraggioso di quanto si aspettasse.
Dentro di sé, sapeva che andarsene, quella volta, sarebbe stato ancora più difficile di quando era stato costretto a dire addio a Kathleen.
Chuck si affacciò nella stanza proprio in quel momento. “Dobbiamo andare.”
Casey infilò la mano nello scomparto segreto del suo borsone in cui era solito tenere le chiavi del furgone per gli appostamenti. “Ma-”
“Cosa?”
Poi capì. “Grimes!” Urlò. Forte. 





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