Elladan
Sto seduto sulle gradinate, il sole delle dieci e mezzo a
battere sulla testa.
Ru e Lass mi stanno di fianco, impegnati come sempre a
litigare. Inutile, non impareranno mai. Li guardo, mentre si stuzzicano sulla
minima cosa. Eppure, è tutto molto diverso dalla prima volta che si sono
incontrati.
Legolas non fissa più Rumil con l’aria dell’amante geloso.
Forse anche perché non ha più un amante da difendere… Si accorge che lo guardo
e mi sorride. Sì, splendido principe, avrai sempre un posto nel mio cuore,
anche se il nostro rapporto dovesse diventare casto come quello tra due
fratelli. E sinceramente, conoscendo entrambi, credo che questo sia molto
improbabile!
Comunque non è solo questa la ragione. Anche Rumil ha
cambiato atteggiamento, adesso a volte scorgo quasi una scintilla di rispetto,
nei suoi occhi di galadhrim dissacratore. Mi ha anche detto, ieri sera, che
Legolas potrà essere un bambino viziato e immaturo, ma ciò non toglie che sia
quasi simpatico. Sottolineando il quasi.
Io non posso lamentarmi di questo sviluppo. Li amo entrambi,
sono i miei migliori amici… e non potrei mai scegliere tra loro.
Ma adesso perché tutto questo concentrarsi su loro due?
Forse… forse perché voglio evitare di guardare il campo?
Elbereth, mio fratello è talmente bello che sono quasi
invidioso. Mi spiace davvero che quaggiù guardino l’omosessualità in questa
maniera strana, mi fanno pena tutti gli amici di Roh… avere un simile miracolo
vicino, e non poterlo avvicinare. Quanti, tra quei ragazzi che adesso lo spintonano
rudi, questa notte si sono svegliati ansanti, il suo nome tra le labbra?
Potrei saperlo, sarebbe così facile… basterebbe
concentrarsi, e avrei srotolati davanti a me tutti i loro sogni, le loro
fantasie… anche i loro stessi pensieri, quei pensieri cacciati in un angolo,
che li fanno vergognare.
Potrei farlo, e sono quasi sul punto di iniziare…. Quando la
mano di Rumil mi afferra la spalla.
Lo guardo, i suoi occhi verdi brillano minacciosi. –Non ci
provare, El, non pensarci nemmeno- sibila in elfico, a voce talmente bassa che
nessun mortale potrebbe sentire.
Incredibile, anche mentre sfotte Lass la mia personale
guardia dorata non si distrae, ed è pronta a riportarmi sulla retta via.
Decisamente, questo è un bene…
Non oso immaginare cosa succederebbe se avessi davanti a me
l’immagine di Roh nudo, in un letto caldo, completamente perso nel piacere…
Rabbrividisco, non so bene per quale ragione, e volto di
nuovo lo sguardo sul campo.
Elrohir scuote la testa, e i suoi capelli neri fluttuano. Ha
una smorfia ironica, indica con il capo nella nostra direzione. Un ragazzo si
sporge, gli prende il viso tra le mani, sussurra qualcosa. Roh si tira indietro
ridacchiando nervoso, i suoi occhi grigi dardeggiano di nuovo verso di me.
Sospira, in maniera impercettibile, e si avvicina.
Il tipo è dietro di lui. Non mi piace il modo in cui lo
guarda. In cui lo segue con gli occhi, praticamente divorandolo.
Decisamente, ho trovato qualcuno che non considera affatto
vergognose le sensazioni che mio fratello accende in lui.
Chissà se quel cretino ne è al corrente… forse dovrei
avvertirlo. In fondo, io sono il maggiore, e in queste cose ho più esperienza…
non vorrei che quello stronzo lo turbasse, che ci provasse mentre lui è
impreparato…
Come scusa? Che stai dicendo?
Elrohir sospira, questa volta in maniera evidente, e sento
Legolas alle mie spalle ridacchiare.
Il tipo alle sue spalle mi sorride. Cazzo vuoi, coglione?
-Ci manca un giocatore… pensavamo che potresti entrare tu,
che ne dici?- ripete, con un tono gentile. Troppo.
Lo guardo. Guardo Roh. Roh mi guarda.
-Ehm, in verità io…
-Non sa giocare!- interviene Rumil, in fretta. Sembra
divertirai… gli tiro una gomitata –Non è vero!
Il tipo sogghigna –Avremmo la prova almeno che il basket sta
proprio nelle tue vene, Elia! Se anche tuo fratello è un fenomeno come te…
Elrohir mi guarda. –Non sei obbligato…
Esito, ma il tipo gli passa un braccio intorno alla vita. Mi
irrigidisco a quella vista. Elrohir sposta il capo per guardarlo, l’altro
sussurra –Cosa c’è, Elia? Siete in minoranza senza di lui… sembrerebbe che tu
ci tenga a perdere!- continua, e vedendo il rossore colorare le gote candide di
mio fratello. Ho la certezza di essermi perso qualche passaggio. Mi alzo in
piedi –Non ci sono problemi, gioco!
Scambio uno sguardo con Roh, ma lui si limita a scrollare le
spalle. Non me la conti giusta, fratellino, lo vedo benissimo che sei teso…
Il tipo mi tende la mano –Andrea.
La stringo. –Daniele.
(Non provatevi nemmeno a commentare, Roh era entusiasta di
questo nome, “Almeno posso chiamarti Dan ed è un diminutivo reale!”… quanto
avrei voluto strozzarlo in quel momento!)
Resto in piedi sull’asfalto anche io, con Elia al fianco che
concitato mi spiega quante più regole possibili in pochi minuti, ma sono
distratto, continuo a pensare alle occhiate di Andrea, alla sua aria
soddisfatta.
Andrea si avvicina, la palla in mano. Sogghigna verso di me,
e ancora di più verso di Roh.
-Allora, Elia, diamo inizio a questa sfida? Che dire… che
vinca il migliore, no?
Poi tira mio fratello vicino, afferrandogli la maglietta.
–Ti assicuro che farò il possibile per batterti, occhi grigi. Sono molto più
motivato dell’ultima volta, credimi.
Mi schiarisco la gola e Andrea lascia andare Roh. Il mio
gemello ha le gote in fiamme e gli sfioro la tempia con le dita. –Ehi tutto ok?
Annuisce, svelto, poi prende la palla. E comincia il
finimondo.
Dunque, ammetto di essere beatamente all’oscuro delle regole
base di questo sport. Ma i fenomeni li so riconoscere lo stesso, e mio fratello
è senz’altro tra questi. Anche Andrea non è male, ma tra i due non c’è storia.
O meglio, non ci sarebbe non fosse per il sottoscritto.
Sono più di impaccio alla squadra che altro, e comincio a
sentirmi maledettamente a disagio. Lancio uno sguardo a Ru e Lass, sembrano
preoccupati e mi guardano attenti.
Non so quanti cazzo di punti facciano, gli altri, ma devono
essere un buon numero, e di certo un numero prestabilito, perché Andrea dopo
l’ennesimo canestro ferma la palla e si volta verso mio fratello.
-Allora Elia? Cominci a dubitare di te stesso?
Fatica a mantenere il controllo, il mio gemello. Lo vedo
scuotere la testa, il respiro affannoso. Tuttavia gli occhi lampeggiano
furiosi, quando Andrea con una faccia da schiaffi, senza staccargli gli occhi
di dosso, sussurra –Ehi, occhi grigi. Non ti sembra di aver dimenticato
qualcosa?
Elrohir stringe le labbra, replica con un quieto –Fottiti,
Andre.
Poi toglie la maglia, un gesto lento e sensuale, e la getta
in un angolo. Mi chiedo se si rende conto di quanto quella sua azione ci ha
sconvolti.. e cazzo, perché mi ritrovo anche io come gli altri, a fissarlo
rapito? È mio fratello, miseria, non uno spogliarellista umano!
Eppure lo sguardo di Alberto non lascia dubbi, mentre scivola avido sul torace
nudo e candido di Roh. La pelle è sudata sotto il sole, e i muscoli ben
definiti. Mi inumidisco le labbra, mentre cerco di trattenere la gelosia.
Riprendiamo a giocare. Più passa il tempo e più faccio
schifo, Elia sembra sempre più preoccupato.
Alla fine mi si accosta, ansimante.
-‘Scolta Bro (1)- dice, riprendendo fiato. –Non puoi essere
così scarso. Non esiste. Sei un elfo, cazzo!
-Grazie dell’incoraggiamento, consolante- ribatto, storcendo
il naso. Lui scuote la testa. –No, Dan, ascolta… tu ce la puoi fare. In questi
muscoli c’è abbastanza forza da mandare sto pallone dritto nel cestino, e da
questa distanza!
Guardo il canestro, poi lui, dubbioso. –Ne sei sicuro?
-Certo! Tu sei me, fratello, l’hai scordato? E io con il
pallone…- sorride, per un attimo di nuovo baldanzoso, prima di saltare
prendendo tutti di sorpresa –me compreso- e facendo un meraviglioso canestro,
senza muovere un passo.
Andrea ride –Bello occhi grigi, ma questo non cambierà il
risultato. Abbiamo vinto, lo sai vero?
Lui annuisce, stanco. Andrea continua, facendo un passo
avanti. –E sai anche cosa significa…
Elrohir lo spintona. –Sì, sì lo so, finiamo sta cazzo di
partita e non pensiamoci più…
Andrea lo ferma per il braccio. –Non saprei, Elia… credo che
io ci penserò ancora molto, molto a lungo.
-Così fiero di avermi battuto sul campo, Andre?
Lui lentamente traccia il contorno delle labbra di mio
fratello con le dita. –Sai benissimo che non è questo l’importante, El.
Elrohir si libera con uno scatto, ma quel che ho visto non
mi è piaciuto.
Dovrò parlare con Elrohir, chiarire sta cosa.
E l’occasione si presenta prima di quanto pensassi. Appena
finita la partita.
Gli altri stanno raccogliendo le loro cose, chiacchierano
andandosene e salutando.
Andrea esita, incerto. –Che fai Elia, non vieni?
Vedo mio fratello scuotere la testa. –No… io pensavo di
restare qui ancora un po’.. con Dan.
Spalanco gli occhi, poi penso di capire. Andrea si avvicina
a lui. –Certo non avrai dimenticato…
Elrohir sospira –No, Andrea. Stasera qui, ci sarò.
L’altro si scioglie in un sorriso sensuale.
-Bene… A dopo, allora, occhi grigi. Ciao Dan, è stato un
piacere.
Lo guardo allontanarsi, poi mi rivolgo a mio fratello.
Scelgo un tono ironico.
-Mi fa piacere che abbia scelto di concedermi un po’ della
sua preziosa compagnia, re del basket.
Lui ridacchia, poi replica vivace –Mica potevo lasciare che
il mio unico fratello continuasse a fare certe figure…
Il sorriso mi muore. –Che vuoi dire?
Lui sorride ancora di più, irresistibile. –Che adesso io e
te, fratellino, vediamo di imparare a giocare…
-Ah no basta, penso di aver visto abbastanza palloni per…-
mi fa tacere con un dito sulle labbra. –Zitto. Me lo devi, dopo che mi hai
fatto perdere la scommessa.
-Sco…scommessa? Quale scommessa?- balbetto, ma lui si è
portato alle mie spalle. Sento il suo respiro sul collo, tra i capelli, sulla
punta dell’orecchio… e per un attimo credo di impazzire.
Poi decido che sono decisamente già impazzito, se penso
certe cose del mio gemello.
Eppure, la pelle nuda di Elrohir alle mie spalle è qualcosa
di intossicante…
Mi mette un pallone in mano, bisbiglia –Concentrati, Bro.
Concentrati e fissa il canestro. Ce la puoi fare. Ce la fai…
Tiro. Incredibilmente, la palla sfiora il canestro. E le
labbra di Elrohir mi sfiorano l’orecchio.
Lo sento sorridere contro la mia pelle, mentre mi posa quel
bacio. –Bravo. Hai visto… forza, continua.
Giochiamo per ore, fino a quando non ci lasciamo cadere
all’ombra, stremati.
Allora mi corico sullo stomaco, lo guardo. È bellissimo.
Incontaminato.
Lo amo così tanto che sto male.
Non permetterò mai a nessuno di ferirlo.
E mi torna in mente Andrea.
-Elrohir… adesso devi rispondermi sinceramente: cos’è quella
storia della scommessa?
Lui volta gli occhi sul cielo del primo pomeriggio. Sono le
tre passate, e ancora non abbiamo pranzato. Non che mi importi. Con Roh vicino
non sento la fame.
-Ma niente, Bro, niente. Una cazzata tra amici, non
preoccuparti…
-Elrohir, quel tipo, Andrea… non mi piace.
Il suo viso si illumina di un sorriso dolce. –Andrea? Non è
cattivo… tranquillo davvero, Bro, so quel che faccio…
Sarà. Ma di certo questa sera non ti lascerò venire qua da
solo. Che ti piaccia o no, ti terrò d’occhio, fratellino…
Legolas
Cammino di fianco a Rumil, e lui non mi guarda. Meglio.
Almeno posso pensare con calma e raziocinio… see, calma e raziocinio… Non fosse
per quest’irritante e borioso galadhrim, adesso starei chissà come, prigioniero
del buio, forse anche peggio. Perché quello stupido mortale non poteva saperlo,
ma per gli elfi lo stupro può essere mortale. E noi elfi di Mirkwood siamo
sempre stati particolarmente fragili, da quel punto di vista.
Quindi, dovrei davvero ringraziare Ru. E invece non so fare
altro che lanciargli frecciatine, e battutine acide… Non che lui si lamenti,
sia chiaro. E neanche mi mostra quel minimo di rispetto che sarebbe naturale da
uno nella sua posizione. Maledetto galadhrim sfacciato, un giorno capirai i
tuoi errori… ma nessuno potrebbe piegare una guardia del Bosco d’Oro. Di tutti
gli elfi, sono loro i più ostinati.
Lo osservo. Siede sul muretto, un paio di ragazzine vicine.
Vicine…
Sarebbe più corretto dire appiccicate, avvinghiate,
incollate, pressate contro di lui.
Non che le possa biasimare. Ru non è mai sembrato più bello,
con il volto candido simile a marmo e quei capelli ramati una cascata di lava
sulla schiena, riccioli perfetti e caldi, così soffici al tatto, così profumati
sul viso.
Ma che vado a pensare? Meno male che non ho parlato a voce
alta, altrimenti sai le risate…
E poi, queste gelosia, per cos’è? Per Ru che mi ruba il
pubblico? O per quelle cretinette che mi rubano lui?
Va bè, forse sono ancora sotto shock per ieri. In fondo mi
ha salvato, no? Il mio cavaliere dalla bianca armatura… vestito di jeans e
magliette stinte, che sembrano urlare Elrohir anche a chilometri di distanza.
Ehi, che cazzo fa la troietta? Non mi piacciono quelle
labbra così vicine alle sue…
Sogghigno, mentre decido di intervenire. Scivolo tra di
loro, mi siedo vicino a Ru. Lui mi riserva uno sguardo indecifrabile, e le
ragazzine sembrano ignorarmi. Irritante. Ma ancora più irritanti sono le loro
mani sul mio amico.
Mi schiarisco la gola, faccio scivolare un braccio intorno
alla vita di Ru. Che trasale stupito.
Sorrido, il mio sorriso più dolce. –Vi piace?
Loro sbattono le ciglia, ridacchiano. –Come?
-Vi ho chiesto se lui vi piace. Perché vi capisco, è bellissimo
e tutto ma… si da il caso che sia impegnato.
Rumil non riesce a spiccicare parola, e le due oche ridono.
–Ah davvero? E tu saresti il suo guardiano?
Io il guardiano di Rumil? È fantascientifico! Ma in fondo,
sì, che male c’è?
Ridacchio, attirandolo più vicino. Sono bravo nella parte
dell’angelo. –No, avete frainteso. Lui è impegnato con me. È il mio ragazzo.
Rumil adesso mi sta guardando davvero orripilato. È troppo
divertente…
Una delle due oche mi osserva diffidente. –Ma scusa, non
siete fratelli?
Occazzo, mi ero dimenticato della balla che avevamo
raccontato sul fatto di essere tutti una grande famiglia… Rumil mi guarda
soddisfatto, pensa Legolas pensa, non puoi farti smerdare da una troietta in
minigonna e top scollato…
E poi, l’illuminazione. Rido. –Bè, no, in realtà siamo
cugini… lo so che è un po’ strano, ma cosa volete farci… l’amore…
-Non ci credo.
Come scusa?
-Non ci credo, che state insieme. Ve lo si legge in faccia.
Provalo, se puoi. Altrimenti… potresti anche andartene, no?
Lo sguardo di Rumil mi rilancia la stessa sfida. Se la ride,
il mio galadhrim di fuoco, aspetta solo di vedermi capitolare… mi sfotterà in
eterno se non cado in piedi…
Fanculo Rumil, c’hai poco da fare quella faccia… e quel
sorrisetto… dio, quel sorriso…
All’improvviso mi ritrovo a guardargli la bocca e pensare
che ha le labbra più sensuali che abbia mai visto. A parte quelle dei gemelli,
naturale.
-Volete una prova?- mormoro, perso nei suoi occhi verdi. Lo
vedo vacillare, ma non gli permetto di ritrarsi. Mi chino e lo bacio, non un
bacetto casto e sfuggevole come quello che mi ha dato lui ieri sera (e
maledizione mi sono venuti i brividi lo stesso, quasi come quando baciavo El),
ma un bacio vero, con la lingua che chiede l’ingresso e –che strano!- lo
ottiene.
Mi sciolgo in quel bacio, mentre le ragazzine ci guardano
allibite.
Alla fine è lui che si scosta, e mi ritrovo a boccheggiare.
Le ochette se ne sono andate, probabilmente a leccarsi le ferite in privato.
Rumil mi guarda con aria contrariata, e io ridacchio.
-Perché cazzo l’hai fatto?- chiede, e io rispondo innocente
–Dai, Ru, stavo solo rendendoti il favore! Preservavo la tua virtù…
-Dagli assalti di due sedicenni sculettanti?- chiede lui,
visibilmente incredulo. Io lo prendo sotto braccio, continuo premuroso –Bè, sai,
non si può mai dire. E poi non dovresti impegnarti in storie serie, lo sai che
dovremo andarcene presto.- lo ammonisco. Lui distoglie lo sguardo.
-E chi ti ha detto che io voglia storie serie?
Lo guardo e mi fingo allibito. –RUMIL! Da te questo non me lo
sarei mai aspettato… abusare così di due candide fanciulle…
-Fino a tre secondi fa erano loro che cercavano di
violentare me.- mi fa notare.
Io scuoto la testa. –Bè, non puoi negare che ti guardavano
con aria piuttosto… famelica! E come dar loro torto- continuo, come meditando
tra me e me.
Lui mi spinge via. –Ma piantala, Lass!
Rido, e lo riafferrò. –Eddai, che scherzo… comunque, potrei
fare la stessa domanda a te.
-Cioè?
-Bè, non ero certo da solo in quel bacio, Ru! Non puoi
negarlo, io ho iniziato, ma tu hai accettato più che entusiasticamente. Perché?
Un fantasma di sorriso aleggia sul suo volto. –Bè, ormai
eravamo in ballo, tanto valeva divertirsi un po’ e dare spettacolo. E poi non
volevo che sua altezza reale di Mirkwood perdesse la faccia davanti a due
ragazzine mortali.
-Mmm-mmm… e questa sarebbe l’unica ragione?- chiedo,
ammiccando nella sua direzione.
Fa una smorfia sarcastica. –Bè, no, è una scusa per non dirle
che in realtà ho completamente perso la testa per la sua divina bellezza, o mio
principe. Cazzo, Greenleaf, la finisci di comportarti da stupido? Non ti reggo
quando fai così l’idiota…- sbotta, allontanandosi da me e cominciando a
camminare verso casa. –Vado a vedere se i gemelli sono finalmente tornati. Mi
stai lontano qualche oretta, vuoi farmi sto favore? Te ne sarò eternamente
grato…
Lo guardo andarsene e scuoto la testa. Che fatica avere a
che fare con galadhrim testardi.
-Sai una cosa, mio dolce Ru? Dama Galadriel ti avrà
insegnato alla perfezione ogni sua arte, ma a mentire non sei proprio capace.-
sussurro divertito alla strada ormai deserta.
Poi giro i tacchi, e mi incammino nella direzione opposta.
Darò a Rumil quel che chiede.
In fondo, se mi mandasse definitivamente a quel paese, come
farei a divertirmi così tanto?
Note
1-
Bro, sta per brother, fratello in inglese. È un vezzeggiativo
spiccio con cui Elrohir chiama Elladan, prima di abbandonarsi a nomignoli più
affettuosi. In fondo, El significa stella, Elia è un po’ imbarazzato a
chiamarlo così, almeno all’inizio. L’idea non è mia, però, l’Elrohir di non
ricordo bene quale fic inglese chiamava Elladan così, e mi è subito piaciuto.
Tanto che anche un altro gemello di mia invenzione, Niki, chiama Bro suo
fratello, in un’altra fic che sto scrivendo, Il nero si spezza nel bianco. Quindi,
se per caso le avete lette entrambe, non fatemene una colpa. È solo una piccola
debolezza.
2-
Andrea. Non so come ne esce, da questa prima apparizione. Ma
non è male come sembra. Non è male per niente. Tenete per buono quel che dice
Elrohir alla fine, e considerate il resto solo come il risultato dei deliri
gelosi e protettivi di Elladan. Avrete tempo di conoscerlo meglio più avanti,
credo, se continuerete a leggere…
3-
Finalmente ho scritto sta benedetta partita! Premetto subito
che io di basket non ne so assolutamente NIENTE, quindi mi scuso per tutti gli
errori che ho fatto. L’ho usato perché volevo uno sport di squadra, e il basket
mi sta più simpatico di calcio e pallavolo, non so perché. È più bello da
vedere, credo. E mi piacciono di più le “divise”, almeno sui ragazzi…
4-
In ogni caso, non pensavo che il capitolo venisse fuori così
lungo. Ad esempio, Andrea si è autoinvitato, non avevo la più pallida idea che esistesse
finchè non ho descritto quel ragazzo che prendeva il viso di Elrohir tra le mani.
E ho scoperto che ci stava bene, anche se all’inizio condividevo le opinioni di
Elladan su di lui. Ma il mio dolce Roh, la mia musa, è riuscito a convincermi
che sbagliavo. Voi che ne dite?
5-
Credo ormai sia piuttosto evidente che tra Legolas e Rumil c’è
qualcosa di strano… con gioia di Felicity, immagino! A proposito, Fellis, io la
tua fic la commenterei volentieri, ma non ho capito dove trovarla! Mi
spiegheresti meglio dove cercarla, e mi daresti anche il titolo? Thanks….
Ciao a
tutti, and see you soon!!