Colpo di scena amiche lettrici (e amici
lettori)!
Grazie a Lusty, la mia
beta, che mi aiuta sempre..e non preoccuperti del ritardo!
Poi ringrazio di vero
cuore anche a chi:
...preferisce la mia storia: anna300596, arichan, Aryadaughter, Kasdeya, kicchan_96, la mangaka punk, miry34 e redeagle86!
...la ricorda: Chihiro e M e l y c h a n!
...e la segue: aliena, Angel of hope, angela90, Bliss_, fenicex8, flor83, Killy, kiri_chan, kymyit, LoveLaw93, Mikan_Chan, Moyoko, SakuraX16, Vampyretta ed _AZRAEL_!
Eos si
addormentò tra le braccia del suo uomo.
Il rosso
carezzò le sue spalle candide per qualche minuto,
fissando il vuoto davanti a
sé.
Era stato
bellissimo, come le altre volte, del resto.
Bellissimo e,
dopo un’astinenza così prolungata, Kidd l’aveva trovato
anche un po’ magico,
quel momento.
Baciò
la
testa della ragazza, sospirando, prima di scostarsi da lei con
dolcezza.
Si
rivestì a
malincuore, ricordandosi di una discussione con il navigatore
che aveva
rimandato per troppo tempo.
Richiuse la
porta della camera lentamente, per non svegliare la sua donna, e
andò verso il
ponte.
Trovò
Killer
intento a giocare con Rocìo, la piccola che pigolava
felice e stringeva tra le
manine i lunghi capelli del massacratore.
“Ce ne avete
messo di tempo!” esclamò il biondo, vedendolo “Eri
proprio affamato!”
“Vorrei
vedere te, dopo tutta quell’astinenza!” rispose secco il rosso.
La bimba,
appena sentì la voce del padre, sorrise ancora di
più.
“Pa…pà!”
disse,
con uno squittio.
“Ciao,
ranocchietta.” rispose Kidd, chinandosi sulle ginocchia per
carezzarle la
testa.
“Ah, mi stavo
dimenticando, ha chiamato Law pochi minuti fa, ha parlato di
alcuni vaccini che
deve fare Rocìo.”
Il rosso
guardò il suo vice con cipiglio severo.
“Non
può
farlo il nostro medico?”
“I vaccini li
ha solo Law, sono difficili da trovare.”
Kidd
sospirò
profondamente, sconsolato: per la salute della sua bambina era
disposto perfino a sopportare quel medicastro.
“Quando
arriva?” chiese, asciutto.
“Tra un paio
di giorni.”
Annuì
senza dire nulla, carezzò un
ultima volta la guancia di Rocìo e andò a parlare
con il navigatore.
Quando Law
arrivò, Kidd lo accolse con freddezza.
“Fa quello
che devi fare.” gli disse con in braccio la bambina, ricevendo
fulmineamente
una gomitata da Eos, che si trovava accanto a lui.
“Possibile
che sei sempre così scontroso?” gli sibilò la
donna. Lui scosse le spalle.
“Mr.Eustass,
gentile come sempre, eh?” chiese il moro con un sorrisetto
ironico sul viso.
“Andiamo nell’ambulatorio, ci metterò pochi minuti”
Il rosso
seguì
il chirurgo senza parlare nel piccolo studio e, mentre quello
preparava una
siringa, posò la piccola sul lettino.
“Allora… questa è
per il morbillo” spiegò Law,
“Mr.Eustass, non saltarmi addosso se piangerà, è
normale che le faccia un po’ male,
come siringa è abbastanza grossa.”
Nonostante
l’aspetto dell’ago non fosse effettivamente molto rassicurante,
Rocìo però non
fece una piega, limitandosi a seguire con sguardo attento i
movimenti calibrati
del dottore, nessuna paura nei suoi piccoli occhi neri.
“Mh, non fai
una grinza, eh piccolina?” chiese Law, ridacchiando.
“Non ha paura
di nulla.” rispose per lei il padre, con un pizzico di orgoglio
nella voce.
“Beh, non mi
sorprende. Vive in una nave strapiena di tipi strani…”
mormorò il chirurgo mentre
misurava la quantità del vaccino.
Kidd si
limitò a fulminarlo con lo sguardo.
“Ok, tesoro,
ti brucerà un pochino.” disse infine Law prendendo con
delicatezza il piccolo
braccio di Rocìo.
Inserì
l’ago
e la bimba rimase in silenzio, mentre il rosso la osservava con
il cuore in
gola.
Finito di
iniettare il vaccino, Law si aspettò un sonoro pianto
dovuto al bruciore e al
dolore, ma la piccola rimase in totale silenzio, sorprendendolo.
Si limitò a
portare l’altra manina al braccio, guardando il dottore storto.
“Ahi... ma...
le...”, pigolò piano, contrariata.
E Law la
guardò altrettanto storto, sbalordito da quei piccoli
occhi forti e determinati
da cui non scivolava una sola, singola lacrima.
“Kidd…”
disse, titubante, “Ma è normale che non pianga?”
“Piange solo
quando le escono i denti.” rispose il rosso, secco, non
particolarmente stupito
della cosa, “Perché, ha qualcosa che non va?”
“Beh…” il
moro lanciò un’altra occhiata perplessa alla piccola, “Di
solito un bambino
piange dopo il vaccino, lei mi ha guardato male e mi ha risposto
pure!”
Law era un
dottore, non era stupido. E poteva dire con certezza che c’era
qualcosa che non
andava, in quella reazione. Era semplicemente... troppo, per una bimba così piccola.
“Parla molto?” chiese,
“Conosce molte parole?”
“Non sta
zitta un secondo!” rispose Kidd, “Parlotta di continuo!”
Intanto
Rocìo
aveva agguantato un barattolo di vetro vicino al
lettino dove erano riposti degli abbassalingua in legno,
iniziando a
giocherellarci.
“Vi
riconosce?”, continuò nel suo interrogatoio Law.
“Ma che cazzo
di domande fai?! Certo che ci riconosce! Sei davvero un—”
La
discussione fu interrotta dalla vocina della piccola:
“Tette!”
Law si
voltò
di scatto, sconcertato.
“Ma bravo! Le
insegni pure le parolacce!” lo rimbeccò.
Kidd si mise
sulla difensiva, offeso.
“Io non le ho
insegnato proprio un bel niente! Eos mi divorerebbe la testa!”
“L’hai
sentito anche tu che ha detto, no?! Da qualcuno l’avrà
imparato!”
“Si, ma non
da me di sicuro!”
Vagamente
divertita dal battibecco che le si stava consumando davanti agli
occhi, la
piccolina alzò il barattolo in aria, agitandolo con la
manina e facendo
scontrare tra loro i piccoli legnetti contenuti al suo interno.
“Tette!”
ripeté, per attirare l’attenzione.
Il moro prese
incerto il vaso guardandolo attentamente, poi, incredulo,
mormorò:
“Kidd…”
“Che vuoi
adesso?”
“Gli
abbassalingua sono sette.”
“E allora?”
“Tette
è
sette. Li ha... contati.”
Entrambi
erano sbalorditi. Kidd sbattè un paio di volte le
palpebre, cercando di
assimilare ciò che Law gli aveva appena detto.
“M-ma non
è
possibile!” esclamò, “E’ ancora piccola, deve aver
semplicemente sentito la
parola da qualche parte e l’ha ripetuta! E’ una coincidenza!”
Law di
nascosto tolse tre abbassalingua dal vaso, restituendolo poi a
Rocìo.
La piccola
guardò di nuovo il barattolo, aggrottando le
sopracciglia. Questione di una
manciata di secondi, e con una vocetta quasi confusa,
mormorò:
“Qua… qua…
tto?”
Il chirurgo
si voltò con espressione seriosa verso Kidd.
“Non è
una
coincidenza. Tua figlia ha quasi otto mesi e sa già
contare!”
“Cosa?!”
“Lo so che
sembra impossibile...” mormorò il moro, togliendo altri
due abbassalingua e
facendo vedere ancora una volta il barattolo a Rocìo, “Ma
è così! Non ci credo
neanche io!”
Divertita, la
risposta della bimba non si fece attendere: “D-d… ue!”
Kidd scosse
la testa, incredulo.
“Mi stai
dicendo che Rocìo... è un genio?!”
“Non posso
dirlo con certezza, devo fare altri test.” rispose il moro, “Mi
lasci solo con
lei per qualche minuto?”
“Perché
devo
andare via?” chiese lui, rissoso.
“Durante i
test non deve avere influenze familiari.”
Borbottando
sconfitto, il rosso uscì dall’ambulatorio.
“Pa…
pà?”
disse la piccola preoccupata, vedendo il padre andare via.
“Tranquilla
tesoro, papà torna subito.” le rispose Law, “Ti va di
giocare un po’?”
Rocìo
guardò
il chirurgo, per poi sorridergli leggermente in cenno di
assenso.
“Bene.”
Law prese un
libro illustrato dalla sua valigetta, aprendolo davanti a lei.
“Cos’è?”,
chiese,
indicando l’immagine di un pesce.
Rocìo
guardò
il disegno per qualche secondo, i neri occhioni spalancati.
“Pe…cce!”
“Brava,
tesoro.” voltò la pagina, e indicò l’immagine di
un tramonto, “E questo?”
“So.. e…” la
bimba si toccò i corti capelli rossi.
“Interessante.
Anche se non sai la parola, cerchi di farla capire.”
Law richiuse il libro e, dopo aver riflettuto qualche secondo, e
la guardò
negli occhi.
“Dov’è
il mio
naso, Rocìo?” le chiese, scandendo bene le parole.
La piccola
non se lo fece ripetere due volte, con le manine grassocce prese
il naso di
Law, e cominciò a stringerlo senza pietà.
“Ahi… ahio… Va
bene, va bene.” si lamentò il moro, bloccando la manina
della bimba.
Rocìo
rise di
gusto. Si stava divertendo un mondo.
“E i miei
occhi, dove sono?” chiese di nuovo il chirurgo.
La bambina
protese in avanti le manine per toccare gli occhi di Law, e
disse:
“D-d… ue!”
Law scosse la
testa incredulo, libero ormai da ogni dubbio. Quella bambina
era geniale!
Sapeva cose che di norma un marmocchietto della sua età
non conosceva
minimamente.
“Ma sei
proprio sicura di essere la figlia di Kidd, tu?” chiese ironico,
prendendola in
braccio per riportarla al padre.
Kidd
aspettava fuori dall’ambulatorio, in apprensione. Quando la
porta si aprì, rivelando
la figura di Trafalgar con in braccio la piccola, gli
andò incontro, ansioso.
“Allora?”
chiese, un po’agitato.
“Mr.Eustass,
posso affermare che tua figlia è un piccolo genio!
Conosce parole che la
maggior parte dei bambini della sua età non riescono a
capire! E pensare che…”
“Si, lo so,
lo so, non sono una cima, lo so da solo, medicastro!” rispose
Kidd arcigno, poi
ammorbidì il tono, “Ma come è possibile?”
La piccola
Rocìo prese a giocherellare intanto con i lacci della
felpa di Law.
“Beh, il
cervello è un organo molto affascinante... non è
questione di genetica, in
questo caso, posso dire solo che è molto recettiva, e il
suo quoziente
intellettivo non può far altro che aumentare!”
In quel
mentre arrivò Eos, che non vedendoli arrivare si era
preoccupata.
“Ehi, vi da
problemi, questa piccola?” chiese, sorridendo.
“Costina,
nostra figlia è un genio.” disse semplicemente Kidd.
La bruna
rimase interdetta per un attimo.
“Un…un
genio?” ripeté, attonita.
“Beh,
sì.”
affermò Law, “Molto recettiva, con ottime capacità
comunicative, e ha un vasto
vocabolario, per una bimba della sua età.”
“Ma… ma
è
fantastico!” esclamò Rocìo, con un gran sorriso.
Il moro
passò
la piccola in braccio alla ragazza.
“Per la prima
volta in vita mia sono sconcertato!” ridacchiò.
“Te lo avevo
detto tempo fa, medicastro” disse secco il rosso, “Mia figlia
è perfetta, sotto
tutti i punti di vista!”
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