Warning: Pre-serie,
Fluff
Disclaimer: TVD
è di L.J. Smith e di quegli adorabili stronzi di Julie e
Kevin. Se mi pagassero per fare questo, sarei la donna con il lavoro
più bello del mondo dopo la Dobrev.
N/A: Scritta
per il TVG!Fest @ vampiregeometry,
prompt Lexi/Stefan
– “Ti sfido a fare il bagno nudo nella fontana di
Trevi”
─ Che Stefan abbia fatto il bagno nudo nella fontana di Trevi
è canon, e lo dice la stessa Lexi nella 1x08. Tutto il resto
è ovviamente fanserv─ *coff* speculazione.
─ No comment sul titolo, okay? È già tanto che
non ci abbia infilato loro due in giro su una Vespa.
Vacanze romane
Inizia
tutto a causa di un bicchiere di vino di troppo ─ e non un vino di
quelli scadenti, niente affatto. Anzi è uno di quei vini
italiani molto pregiati, che scendono splendidamente lisci
giù per la gola, accarezzandola con un sapore vellutato, e
finiscono per metà da qualche parte tra il petto e lo
stomaco, dove creano una confortevole sensazione di calore, e per
l'altra metà direttamente in testa, confondendo ogni
pensiero e percezione.
Inizia tutto, insomma, perché sono completamente,
stupidamente e meravigliosamente ubriachi.
Escono dal locale ridendo, tenendosi sotto braccio e sbandando
paurosamente in ogni direzione. Camminano sorreggendosi l'uno
all'altra, senza sapere dove andare, semplicemente imboccando un vicolo
dopo l'altro, nella vaga speranza di capitare nella via giusta e
riconoscere il proprio albergo. I pochi avventori che ancora si
aggirano per le strade lanciano loro occhiate indifferenti, al
più leggermente sprezzanti. In fondo sono giovani, sono
allegri e non sembrano aver intenzione di riversare il contenuto del
proprio stomaco in qualche angolo di marciapiede: la gente
lì è abituata a vedere decisamente di peggio
durante l'assalto dei turisti.
Sopra di loro rifulge il cielo di Roma, tempestato di centinaia di
piccole stelle, e l'aria è così calda ed immobile
che Stefan può vedere perfino la fronte di Lexi imperlarsi
di sudore.
Anche lui è accaldato: gli bruciano le guance e ha la bocca
secca ed arida. Il colletto della camicia, al contrario, è
decisamente umido, e pizzica da morire. L'idea che la colpa di tutto
ciò sia dell'eccesso di vino e non della calura estiva non
gli sfiora nemmeno la mente.
Mentre camminano, il ticchettio regolare dei tacchi di Lexi risuona con
estrema chiarezza contro l'asfalto, e ben presto Stefan si rende conto
che è l'unico rumore che riesce ad udire nei dintorni.
Distrattamente si domanda che ora possa mai essere, da quanto tempo
stiano girando senza meta per le conosciute vie romane, ma prima che
possa ricordarsi dove diamine abbia messo il cellulare, Lexi lo tira
forte verso di sé, costringendolo a svoltare bruscamente
verso sinistra, poi gli stringe forte il braccio e gli indica qualcosa
con un dito.
«Guarda», sussurra con tono estasiato, e Stefan
obbedisce.
Il suo primo pensiero è che devono aver camminato davvero
parecchio per essere arrivati fin lì, il secondo
è che il loro albergo è esattamente dall'altra
parte della città, il terzo è l'incoerente
sensazione di bellezza che spesso e volentieri gli è
capitato di provare di fronte ad una bella opera d'arte.
E più si avvicinano, più la sensazione si
rafforza: i marmi della fontana sono enormi, levigati e bellissimi,
illuminati appena dai faretti bianchi posizionati ad arte, e dal
riflesso che questi creano sull'acqua che si riversa con un dolce
fruscio nella vasca centrale.
«È davvero bella», commenta, posando una
mano sulla spalla di Lexi, in realtà più per
impedirsi di barcollare sui propri piedi che per solidarietà
artistica.
È davvero parecchio ubriaco.
Lexi non è da meno, comunque, e Stefan può
intuirlo perfettamente non appena si volta verso di lui con uno sguardo
malizioso e un mezzo sorriso.
«Ti sfido!», esclama.
«Oh, no», la blocca subito Stefan. «Non
ci pensare nemmeno».
Conosce quel gioco e sa che di solito non finisce bene. Nel migliore
dei casi si ritrovano a dover soggiogare un paio di poliziotti
perché non li sbattano nella prima cella disponibile, nel
peggiore si infilano in casini che, passata la sbronza, non hanno
proprio niente di divertente.
Lexi mette su un broncio adorabile che nel corso dei decenni ha piegato
interi eserciti di uomini, spesso fatti di una tempra ben
più dura di quella di Stefan.
Quest'ultimo però ha dalla sua parte l'indiscutibile
vantaggio di conoscerla da più di un secolo, il che vuol
dire che a volte riesce a farsi ingannare un po' meno degli altri, o
che almeno si lascia ingannare consapevolmente e nel pieno delle sue
facoltà mentali ─ quando non sono annebbiate dall'alcool,
ovviamente.
Ma poi le mani di Lexi si chiudono sulla sua camicia, e la vampira lo
tira verso di sé, con una prepotenza che Stefan conosce bene
quanto il suo finto broncio.
Lei lo guarda da sotto in su, con gli occhi socchiusi e un cipiglio
deciso.
«Ti sfido a fare il bagno nudo nella fontana di
Trevi», scandisce con lentezza, accentuando l'effetto con
pause più e meno lunghe tra una parola e l'altra.
Stefan la guarda per un lungo istante, poi avvicina ancora di
più il proprio volto al suo.
«Levatelo dalla testa», sussurra in risposta.
«Codardo!»
Stefan fa un sorriso degno di un politico e si discosta da lei.
«Andiamo, ci conviene cercare il nostro albergo»,
dice, allontanandosi di qualche passo.
«Codardo!», ripete Lexi, incrociando le braccia sul
petto.
«Se non vuoi venire puoi sempre rimanere qui e dormire per
strada», ribatte Stefan, continuando a camminare.
«Codardo!»
«... O direttamente dentro la fontana, se proprio ci
tieni».
«Codardo!», gli urla ancora dietro lei.
Arrivato fino al limitare della strada, ormai consapevole del fatto che
l'amica non ha la minima intenzione di seguirlo, finalmente Stefan
sospira e si volta indietro.
Lexi è salita sullo stretto parapetto di marmo e fissa
l'altro con palese divertimento mentre ci cammina sopra con passo
leggero di gatta, vestita solo della sua biancheria intima.
Le scarpe alte e il corto vestito a fiori, comprato quella mattina
stessa in un mercatino del luogo, giacciono sull'asfalto sotto di lei.
Stefan la osserva per un lungo istante, troppo sbalordito persino per
ridere.
«Ti sfido, Stefan Salvatore!», urla lei, per tutta
risposta al suo silenzio stupefatto. «Ti sfido solennemente
a─»
«Sssh!», cerca di zittirla lui, ritornando
velocemente sui propri passi. «Smettila di urlare!»
Lexi sorride, irresistibile e bellissima.
«Sei completamente matta».
Nel momento esatto in cui la vede spalancare la bocca e riempirsi i
polmoni, però, Stefan sa di aver perso.
«E va bene!», esclama allora, battendola sul tempo,
e per dare prova della sua resa inizia a sbottonarsi rapidamente la
camicia.
Lexi arriccia le labbra in una smorfietta compiaciuta e sposta le mani
sui fianchi, continuando ad osservarlo mentre lui si spoglia fino a
rimanere in boxer.
«Ho detto nudo»,
gli ricorda, quando lui sale a sua volta sul parapetto.
«Ci arresterebbero per atti osceni in luogo
pubblico», replica Stefan. «E comunque tu hai
addosso la biancheria»
Non fa nemmeno in tempo a dirlo che le mutandine di Lexi scivolano
giù per le sue lunghe gambe snelle, e lui si ritrova
costretto a distogliere immediatamente lo sguardo.
Ridendo di quella che lei chiama la sua “sindrome da
gentiluomo”, Lexi si afferra i lunghi capelli biondi con le
mani e li sposta su una spalla, voltandosi poi per mostrare la schiena
a Stefan.
«Mi aiuti?», domanda, accennando con un movimento
della testa al proprio reggiseno.
A Stefan non serve vedere il suo ghigno per capire che è una
provocazione bella e buona, altro che richiesta d'aiuto.
Quindi, giocando d'anticipo e approfittando del fatto che lei non possa
vederlo, si spoglia in fretta dei boxer e li calcia via, poi le si
avvicina e libera, con un movimento un po' impacciato, i due gancetti.
Le dà giusto il tempo di lasciar cadere a terra il reggiseno
e poi, con un movimento che solo l'occhio di un vampiro non ubriaco
potrebbe cogliere, le passa un braccio intorno alle spalle, l'altro
sotto le ginocchia e la solleva di peso. Un istante dopo, con lei
stretta e strillante contro il suo petto, finiscono entrambi dentro la
fontana.
L'acqua è così poco profonda che in
realtà i due vampiri finiscono più per farsi male
che per bagnarsi, ma Lexi rimedia immediatamente, liberandosi dal suo
abbraccio per spingerlo quanto più possibile sott'acqua.
«Bastardo!», urla ridendo, scacciando via le sue
mani che tentano di afferrarla per tirarla giù a sua volta.
«Te la sei cercata», ribatte Stefan, sputacchiando
acqua e sorridendo a sua volta.
Dopo essersi divincolato dalla sua stretta si spinge verso il centro
della vasca, galleggiando a pochi centimetri dal fondo costellato di
monetine luccicanti.
Chiude per un attimo gli occhi, sia per assaporare meglio la carezza
fresca dell'acqua contro la sua pelle sudata, sia per schiarirsi un po'
la mente, ancora annebbiata dal vino.
Dobbiamo essere matti entrambi, pensa.
Tende il più possibile l'udito per individuare eventuali
esseri umani in avvicinamento, ma fortunatamente le strade sembrano
deserte. La notte stessa è fin troppo silenziosa, e solo uno
sporadico miagolio interrompe, di tanto in tanto, la sua pace assonnata.
Quando riapre gli occhi Lexi gli è già accanto,
inginocchiata tra le sue gambe, il solito sorriso furbo a piegarle le
belle labbra.
«Non è meraviglioso?», domanda,
sottolineando, senza davvero dirlo, che dovrebbe quantomeno
ringraziarla.
Stefan sbuffa, chiedendosi se sia il caso di ricordarle che potrebbero
essere arrestati per questo. Decide che non ne vale la pena.
«Ho vinto la sfida, qual è il mio
premio?», domanda invece, alzando interrogativamente un
sopracciglio.
Lexi sembra rifletterci intensamente per qualche istante, poi gli posa
una mano sulla guancia, si avvicina ancora di più e lo bacia
sulle labbra.
È uno di quei baci leggeri, dolci, che si possono ancora
comodamente attribuire al campo dell'amicizia, e che comunque, in caso
di emergenza o di aggravamento della situazione, il giorno dopo sono
del tutto giustificabili con il troppo alcool bevuto.
Perfino Stefan non sente il bisogno di rimuginare eccessivamente su
episodi del genere, perché il suo istinto gli suggerisce che
la cosa migliore è prenderli così come sono,
senza ulteriori spiegazioni.
Lexi si allontana leggermente da lui, sposta dietro l'orecchio una
ciocca bagnata che le si era appiccicata alla guancia, e poi alza lo
sguardo sul complesso di statue sopra di loro.
Stefan la imita senza nemmeno rendersene conto. Viste dal basso e da
quella prospettiva particolare, quei marmi sembrano ancora
più impressionanti, quasi come montagne da scalare.
Non fa in tempo a finire di pensarlo che gli occhi di Lexi si
illuminano della stessa luce folle di un quarto d'ora prima, e Stefan
capisce immediatamente cosa sta per dire.
«Ti sfido a─», inizia lei.
«Non ci pensare nemmeno», ribatte lui nel medesimo
istante, e prima che lei possa protestare, imbronciarsi, o trovare un
altro modo per fargli fare esattamente quello che vuole, la tira di
nuovo verso di sé e la zittisce con un altro bacio.