Neve,neve candida che scese dal cielo con eleganza indiscutibile,una
mattina d'inverno col cielo grigio.
Le montagne della zona si colorarono di un bianco immacolato,uno
spettacolo dalla bellezza divina.
Accanto alle montagne si trovava una foresta lussureggiante piena di
alberi sempreverdi ricoperti dal quel candido ed etereo bianco.
All'interno di essa vi era un essere soprannaturale dalla lunga chioma
argentata,una creatura particolare,indossava un kimono bianco dalle
ampie maniche accompagnato da degli hakama del medesimo
colore,stvaletti neri,una corazza nera,un obi giallo con qualche parte
blu e due katane al fianco destro.
Un essere dallo sguardo spietato e da un volto che portava un
espressione fredda e crudele,camminava silenzioso in mezzo agli alberi
fino a raggiungere una piccola radura dove nel mezzo si trova un fiume,
un luogo degno di un paradiso di ghiaccio.
Dall'altra parte delle foresta vi era un altro individuo dall'aspetto
intrigante,un uomo di mezza età con un pò di
barba che gli copriva il mento e la zona delle labbra,indossava dei
lunghi stivali in pelle coperti da degli schinieri in metallo,pantaloni
di pelle,parabraccia in metallo con delle aquile incise sopra,guanti in
pelle,una corazza d'acciaio,spallaccio sinistro in acciaio,una cappa
bianca che gli copriva il braccio sinistro,una cintura con una fibbia
con la forma di un particolare triangolo e in più un
cappuccio bianco che gli copriva la parte alta del volto senza
ostacolargli la vista.
Questo abbigliamento lo faceva passare inosservato come se fosse un
fantasma,la sua veste bianca si confondeva perfettamente con quella
neve facendolo diventare un tutt'uno con l'ambiente circostante,un
fantasma bianco in mezzo al bianco invernale.
Infine anche costui arrivò alla radura dentro il bosco,vide
il fiume in lontananza e si mosse verso di esso.
- Ah Leonardo,magari fossi qui a vedere questo splendido
paesaggio,avresti fatto un altro dei tuoi dipinti,forse bello quanto al
gioconda.
Si mise a sorridere al pensiero del suo amico,nonchè l'uomo
che oggi viene considerato il genio del rinascimento,Leonardo da Vinci.
Mentre l'umano si avvicinava al fiume,lo yokai si sedette con la
schiena appoggiata ad un albero,venne raggiunto da altre due figure, il
primo era un piccolo esserino verdognolo,indossava un Kimono marrone
con un copricapo a punta sulla testa e un bastone che alla cima aveva
due teste intagliate nel legno,una quella di un vecchio e l'altra
quella di una donna.
L'altra figura invece era una bambina dai lunghi capelli neri,portava
un kimono a quadri bianchi e arancioni e una piccolo ciuffo che si
trovava sui capelli davanti.
- Padron Sesshomaru,finalmente l'abbiamo trovata,e da un pò
che la stavamo cercando.
Al suono di quella voce non si mosse per niente,probabilmente non gli
importava molto di lui.
- Signor Sesshomaru.
Ma quando parlò la bambina spostò subito il suo
sguardo su di lei.
- Posso andare a giocare con la neve?
Sesshomaru raddrizzò lo sguardo dritto davanti a lui.
- Jaken.
- Si mio signore?
- Seguila e fai in modo che non gli accada niente.
- Come vuole lei.
Intervenne Rin.
- Grazie signor Sesshomaru.
La bambina si avvicinò ancor di più allo yokai e
gli diede un bacio su una guancia per poi correre verso il fiume.
Rin correva in tutta fretta sotto quello spettacolo di neve,il povero
jaken faceva fatica a star dietro ad una Rin così
euforica,la bambina si buttò in mezzo alla neve come se si
stesse tuffando in un grande mare bianco e freddo.
Rin si rialzò subito da terra pronta a ripetere quello
strano gioco che piaceva a lei,si rialzò e si
preparò di nuovo alla corsa,ma appena mosse i piedi per
ricominciare a correre si bloccò immediatamente,c'erano due
motivi per quel gesto.
Il primo e che davanti a lei si trovava il fiume e che quindi non
sarebbe stato saggio attraversarlo.
Il secondo motivo invece era ben più serio di questo,le
sembrò di vedere una figura che sedeva dall'altra sponda del
fiume,non riusciva a vedere bene chi o cos'era, più
osservava quella figura più la paura in lei cresceva.
L'uomo incappucciato si trovava dall'altra parte del fiume,mentre era
intento ad abbeverarsi alle sue sponde qualcosa lo fermò,
dall'altra parte del fiume vide un piccoletto verde e una bambina con
una veste appartenente ad una moda a lui sconosciuta.
- Una bambina? che ci fa una bambina in posto del genere? e che diavolo
e quella cosetta verdognola?
L'umano rimase li a guardare le due figure dall'altra parte del
fiume,il suo viaggio doveva continuare,non poteva perdere tempo
prezioso.
Si alzò da terra non più intento ad
abbeverarsi,mosse la mano destra verso un sacchetto bianco, ne estrasse
il contenuto ponendolo davanti a lui con il braccio teso.
Teneva in mano uno strano oggetto,assomigliava ad una sfera ed era
percorsa da curiose striscie luminescenti che percorrevano tutt'attorno
all'oggetto,l'umano strinse a se quello oggetto misterioso facendo
sprigionare una luce che fuoriusciva dalla sfera.
Davanti a lui comparve un piccolo ponte di ghiaccio che stava poco al
di sopra del fiume,l'uomo ci passò sopra con naturalezza e
senza stupirsi di quello che era appena accaduto.
La bambina vedeva l'uomo avvicinarsi sempre di più all'altra
sponda del fiume,cominciò a crescere dentro di lei una certa
inquetudine nel vedere quell'uomo misterioso venire dalla sua parte,la
piccola Rin si nascose dietro il piccolo esserino verde in cerca di
riparo.
- Maledizione,devo proteggere la piccola Rin,ho il padrone mi
ucciderà.
Pensò Jaken alla vista di quell'umano incappucciato.
- Fermo là.
Al sentire quella voce gracchiante l'umano si fermo,non tanto per le
parole dette (apparte il fatto che non conosceva il giapponese), ma per
il fatto che davati a esso si trovava un piccolo mostriciattolo
verdognolo,non sembrava per niente umano e questa cosa lo aveva
spiazzato.
- Io sono Jaken il servo del sommo Sesshomaru,lo seguo in ogni sua
avventura e nessuno ancora oggi mi ha sconfitto.
Detto questo il piccolo essere verde fece delle risate per darsi un
pò di arie,lo straniero non sembrava molto impaurito da lui.
Non capendo una sola parola di quello che gli aveva detto,l'umano gli
fece un sorriso beffardo quasi volesse prenderlo in giro,anche se in
realtà non era sua intenzione.
- Jaken.
Disse la bambina con il sorriso sulle labbra.
- Si Rin.
- Non sembra cattivo,forse vuole solo passare.
Jaken si voltò verso Rin.
- Non dire stupidaggini,e ovvio che lui e qui per scontrarsi con il
padron Sesshomaru,forse e una specie di monaco che pensa di poterlo
uccidere come niente,che illuso.
Finita la frase Jaken cominciò a muovere il suo Nintojo a
destra e manca e nello stesso tempo urlare come un forsennato nel
tentativo di spaventare lo straniero.
L'incappuciato però smise di sorridere e guardò
negli occhi Jaken,non gli andava più di perdere tempo con
quello strano essere.
- Scusa piccoletto,ma ora dovrei passare...ho...una cosa da fare.
Jaken non finiva più di muovere caoticamente la sua arma,
per l'umano era troppo,non poteva più.
- Te la sei cercata.
Detto questo rimise la sfera luminosa nel sacchetto,allungò
il braccio sinistro tenendolo rigido davanti a lui e facendo il pugno,
con la mano destra prese la parte dell'avambracciò
più vicina al polso,un tocco leggero e poi si
sentì un fortissimo rumore molto simile a quello di un arma
da fuoco.
Le due teste del bastone appartenente a Jaken vennero distrutte,l'unica
cosa che rimaneva di quel bastone era un manico senza più
nessun valore.
L'essere verdognolo rimase con la bocca aperta,(per l'esatezza sarebbe
un becco),la sua arma era stata distrutta e ora era alla merce dello
straniero.
L'umano si avvicinò ai due con aria seria,la mano destra
aveva lasciato l'avambraccio sinitro per poi rimettere la cappa sul
braccio sinistro che si era spostata al momento dell'irrigidamento del
braccio.
- Per favore,fatemi passare.
All'improvviso Jaken lo attaccò con il manico di legno,mossa
inutile visto che l'umano lo contrattaccò prendendo al volo
quell'inutile pezzo di legno,glielo strappò di mano e poi lo
colpi in testa col suo stesso pezzo di legno,un banale disarmo fatto da
un professionista del corpo a corpo,con il manico ancora in mano diede
un ultima botta al becco del debole Jaken che venne buttato nel fiume
ghiacciato come niente.
La povera Rin era impaurita da quello che era successo al suo piccolo
amico verde,l'uomo buttò via il bastone rotto si
avvicinò alla bambina con passo lento e tranquillo,non aveva
intenzioni di spaventarla a morte,anzi,voleva rassicurarla e
fargli capire che era una brava persona,non voleva fargli alcun male.
- Ehi piccola.
Rin indietreggiò per paura di essere presa tra le grinfie
dello straniero, il cappuccio che portava in testa impediva alla
bambina di vedere negli occhi l'uomo che aveva di fronte.
- Va bene,calma,mi fermo,non scappare.
L'uomo incappucciato faceva dei semplici segni con le mani per calmarla.
- Mi capisci?...Parli italiano?
Rin non mosse un muscolo a quella domanda,non capiva niente di quello
che diceva lo straniero.
Era rimasta li ferma ad osservarlo,non le sembrava che quell'uomo fosse
cattivo,anzi,lei sapeva che se fosse stato cattivo l'avrebbe
già attaccata,ma lei non si preoccupava anche
perchè sapeva che Sesshomaru avrebbe sentito anche il suo
più piccolo sospiro nonostante lui fosse molto lontano da
lei.
- Che stupido...si vede lontano miglia che non parli la mia lingua.
Lo straniero sorrise alla bambina incurante del fatto di non poter
comunicare al meglio quello che voleva dirle,ma all'improvviso gli
venne in mente un idea,aprì completamente la mano destra e
se la mise sul petto.
Ezio...io...mi chiamo...Ezio.
Con la stessa mano indicò la bambina.
- Tu...nome....qual'è tuo nome.
La bambina fece fatica a comprendere quello che le diceva lo
straniero,alla fine intuì quello che voleva dirgli e anche
lei cominciò a parlare.
- RIN.
lo urlò dalla felicità per il solo fatto di aver
detto qualcosa a quell'uomo.
Rin?...e un bel nome per una bambina così carina.
Ezio guardò ciò che c'era dietro la
bambina,l'altra sponda del fiume.
- Ora devo andare piccola,ci vediamo.
L'uomo salutò la bambina con la mano e fece il primo passo
per inccaminarsi sulla sua strada, poi il secondo e così via
fino ad arrivare all'altra sponda,continuava a camminare in quella
grande radura all'interno della foresta bianca.
Intanto la bambina vide il piccolo demone verde che tornava sulla
riva e lo andò a riprendere poichè dopo
quella botta era stato fortemente stordito, lo trascinava verso il suo
demoniaco signore.
Ezio si spingeva sempre più lontano dal fiume,la neve si
posava su tutto il suo corpo appesantendo le sue protezioni in
metallo,non era facile camminare con tutta quella neve che sendeva,per
lui ormai sembrava che i problemi fossero passati,ma proprio quando il
suo viaggio era tornato alla tranquillità vide qualcosa di
insolito,quasi fosse un sogno.
Dinanzi a lui c'era un ragazzo dai lunghi capelli argentati e dalle
vesti sopraffine appoggiato ad un albero,Ezio credeva che fosse un
miraggio dovuto alla neve che passava velocemente davanti a suoi occhi.
Anche Sesshomaru notò qualcosa di anormale in mezzo alla
neve,un uomo vestito di bianco con molte protezioni in acciaio e un
cappuccio sopra la testa,non riusciva a vederlo negli occhi,cosa assai
normale per chi non conosceva gente come Ezio.
Lo yokai si tolse dall'albero fissandò l'umano che aveva
davanti a lui,non mostrava segni particolari come agitazione o
paura,Ezio era una statua,impassibile e senza mostrare un movimento
sbagliato o una minima intenzione di combattere.
Anche Ezio rimase all'erta,non sapeva che tipo di creatura si trovasse
davanti,non aveva mai visto un essere meno umano di quello,non poteva
sapere che quello che aveva di fronte non era un umano,era uno yokai.
In quel momento,da molto lontano si intravedeva la piccola Rin che
trascinava Jaken con tutte le energie che aveva in corpo,si avvicinava
sempre di più alle due maestose figure che si guardavano
come se davanti a loro ci fosse il loro prossimo avversario.
La neve continuava a scendere coprendo i due guerrieri,ma a nessuno dei
due importava realmente,ciò che contava e capire chi
avessero davanti.
Sesshomaru mosse adagio la mano destra sul manico della spada,oramai
aveva fatto la sua decisione e non sarebbe tornato indietro,Anche Ezio
si stava preparando allo scontro,era rilassato e all'apparenza sembrava
che non tenesse armi con se,ma a differenza dello Yokai lui non aveva
bisogno di mostrare le sue armi personali all'essere che aveva
davanti,non ne avrebbe tratto alcun vantaggio ad impugnare una
spada...almeno in quel momento.
La tensione era alle stelle,la carica combattiva a mille, la
concentrazione era massima,a quel punto tutto poteva essere possibile e
solo la neve avrebbe potuto sapere che cosa sarebbe accaduto in quel
momento,solo la neve sapeva chi dei due sarebbe stao il migliore,solo
la neve poteva sapere chi avrebbe tinto il bianco di rosso...rosso
sangue.
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