Scritto nel DNA

di DragonTheWise
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La serata era stata lunga e stressante.

Un rapido interrogatorio alla finta cameriera e avevano capito subito che si trattava della solita donna che ce l'aveva con il signor Makimoto.

Il vecchio, produttore e conduttore televisivo di fama nazionale, aveva molti fan, ma altrettanti nemici a causa dei suoi programmi senza censura e senza ritegno, spesso maschilisti e, ancora più spesso, da scoop scandalistico che avevano mandato in rovina ben più di una persona.

Per questo motivo il giorno dopo la sveglia segnava luminosa le dodici quando gli occhi di Kaori si aprirono.

La donna si alzò con lentezza, osservando il cielo sereno dalle grosse vetrate della sua casa.

 

Aveva cominciato quella vita circa cinque anni fa, il tutto le ritornava in mente come se fosse stato appena il giorno prima...

 

Flashback

 

<< Cristo santo Ryo questa camera è un porcile! Sono mesi che non fai un cavolo tranne che correre dietro alle donne! >> la donna sbraitava con energia, inveendo contro l'uomo ancora disteso sul letto intento a sfogliare qualche rivista decisamente poco pudica.

<< Sai hai proprio ragione! Dovresti darti più da fare con le pulizie! >> fece lo spiritoso lo sweeper mentre scansava un gigantesco martello partito nella sua direzione dopo la battuta.

<< Maledetto bastardo! Sempre a gozzovigliare! >> l'ira di Kaori si stava abbattendo funesta cosicchè Ryo decise che era ora di uscire.

<< Bene io me ne vado a fare un giro, mi raccomando! >> pronunciò facendole un gesto alla militare in segno di congedo mentre infilava la porta d'ingresso.

Una ribollente Kaori si trattenne dall'urlargli qualcosa di orribile, mentre uno strano senso di calma l'afferrava piano.

Fu una sola la parola che riuscì a pronunciare con una pacatezza inquietante, poco prima che l'uomo uscisse.

<< Addio >>

Ryo si bloccò sulla porta, voltandosi come a voler chiarire ciò che le sue orecchie avevano appena sentito.

<< Come? >> chiese mettendo una mano a coppa vicino all'orecchio, l'espressione ebete sul volto.

<< Addio Ryo! >> fu la risposta di Kaori, che mollò la scopa che teneva in mano e si slacciò il grembiule lasciandolo cadere a terra.

Attraversò la stanza con pochi passi, si mise in fretta le scarpe e aggiunse:

<< Manderò qualcuno domani a ritirare la mia roba >> perentoria, mentre attraversava il corridoio in fretta e spariva oltre le scale.

 

Fine Flashback

 

Erano passati anni, ma ancora a ripensarci le prendeva un tuffo al cuore.

Lui non l'aveva rincorsa, non le aveva chiesto di tornare.

Aveva saputo qualche giorno dopo che Ryo aveva chiesto di lei a Miki e Umi al locale, dove segretamente lei aveva preso dimora per organizzare il suo trasloco.

Nessuna preghiera al ritorno, semplicemente un “sta bene?” che ad un cenno positivo aveva lasciato cadere il discorso.

Lei era partita per Osaka qualche giorno dopo, in cerca di un lavoro che aveva trovato presso l'agenzia di vigilanza privata del signor Masaki.

 

Da allora non l'aveva più rivisto.





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