DON'T
STOP BELIVING!
Primavera
a Tokyo
Just a
small town girl
Livin’
in a lonely world
She
took the midnight train going anywhere
Just
a city boy
Born
and raised in south Detroit
He
took the midnight train going anywhere
Da quando Daniel era arrivato a Tokyo, Vibèke aveva
ritrovato la speranza e l’energia che le mancavano e ora
lavorava con impegno,
cercando di mettere da parte abbastanza soldi per cambiare casa, e
cercava un
lavoro che le desse più soddisfazione. Per ora non aveva
ancora trovato niente,
ma non perdeva la speranza e sapeva che prima o poi sarebbe arrivata la
sua
occasione e avrebbe trovato il posto giusto per lei in quella grande
metropoli.
La primavera era cominciata da poco e Vibèke
portò Daniel a
vedere i ciliegi in fiore nei giardini ai confini della
città ***. Era uno spettacolo
magnifico e suggestivo; gli alberi erano carichi di fiori di tutte le
sfumature
del rosa che cadevano lentamente, sospinti dal vento, tra le ninfee
dello
stagno. I due, senza dire una parola, attraversarono il giardino
guardandosi
intorno incantati e assaporando il delicato profumo dei fiori. Sempre
senza
parlare, si distesero sull’erba del prato, sopra di loro gli
alberi fioriti li
riparavano dai raggi del sole.
“Come va l’organizzazione del tour?”
“Bene, devo dire che non pensavo fosse così
divertente
lavorare con delle star giapponesi, anche se all’inizio
abbiamo fatto parecchia
fatica per capirci… il loro inglese è terribile e
io non so una parola di
giapponese!”
“Non fanno i capricci le tue star?”
“No… cioè, non proprio quel genere di
capricci...” Vì lo
guardò interrogativa “Si, insomma, non sono star
viziate abituate ad avere
stuoli di persone al loro servizio. Sono piuttosto riservati e
più o meno
autonomi. Ma… come dire… sono buffi.”
“Buffi?! Che vuol dire buffi?”
“Dovresti vederli per capirlo… sembra che vivano
in un mondo
tutto loro… ognuno ha le sue stranezze e
particolarità… e fanno morire dal
ridere a volte, e la cosa più divertente è che
loro non se ne accorgono
nemmeno, sono seri!”
“Dovrei davvero vederli, tu parli in un modo tutto
tuo!”
“Già, dovresti proprio conoscerli… ora
siamo un po’ in crisi
perché Shinici, il mio amico e loro manager, è
molto preso dall’organizzazione
del tour e non può seguirli molto e loro stanno anche
finendo di incidere il
nuovo album che dovrà uscire tra pochissimo. Ci servirebbe
una mano, credo…”
“Uhm” Vì non lo stava seguendo
più molto, aveva chiuso gli
occhi e si stava godendo il calore del sole che filtrava tra i rami
degli
alberi.
“Vì, ma tu non stai cercando un lavoro?”
Strangers
waiting
Up
and down the boulevard
Their
shadows searching in the night
“Nooo, è solo un mese che te lo dico ogni volta
che ci
vediamo, grande scemo!!” E ridendo gli tirò un
pugno sulla spalla.
“Ahia! Non vale!” Per un attimo i due ragazzi si
dimenticarono di essere in un giardino pubblico in mezzo a centinaia di
altre
persone che li guardavano allibite, e cominciarono a rotolarsi
nell’erba
cercando di picchiarsi ma finendo, ovviamente, per ridere come due
pazzi.
Quando Daniel riprese fiato e riuscì di nuovo a parlare,
riprese il discorso di prima, sforzandosi di mantenere un minimo di
serietà.
Dopo aver soffocato le risa più volte, finalmente
riuscì a parlare.
“Seriamente Vì, non avevo ancora collegato le due
cose, ma
potresti darci tu una mano con i Nightmare”
Vibèke non sembrava molto convinta, non voleva impazzire per
fare la balia a cinque star e soprattutto ricordava dai tempi del liceo
quando
fossero pericolosi i lampi di genio del suo amico.
“Darvi una mano come?”
“Beh, non lo so esattamente, credo che si tratterebbe
più
che altro di organizzare gli impegni della band, accompagnarli in
studio e
vedere che tutto fili liscio.”
“La fai facile tu, ma ho come il presentimento che non lo
sarà per niente! Comunque qualsiasi cosa è meglio
di quello che faccio ora, non
vedo proprio come potrebbe essere peggio.”
“Ottimo! Shinici mi adorerà quando gli
dirò che ho risolto
tutto!”
“Qualcosa mi dice che me ne
pentirò…”
“Ma no, vedrai che li adorerai! Stasera stessa ti chiamo e
ti dico a che ora passo a prenderti domani. Fatti bella, per il
colloqui di
lavoro più importante della tua vita!”
Scuotendo la testa, sconcertata da tanto entusiasmo, Vibèke
si alzò trascinandosi dietro l’amico, scomparendo
poi tra i grattacieli della
città.
Don’t stop believin’
Hold on to the feelin’
Don’t
stop believing!
|