Walk me home

di Stray cat Eyes
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[Walk me home.]




Non è reale. C’è tutto un abisso, tra questo e la realtà. Non è nient’altro che una pecca della sua fantasia, che per la stanchezza vaga a briglie sciolte. Un qualsiasi mondo parallelo in cui succedono solo assurdità che, nella realtà, non potrebbero mai accadere.
È una svista, un errore non contemplato – come una palla di fango schizzata via dalla strada direttamente sulle sue mani.
E questa è soltanto la voce della disperazione. Barnaby non sta parlando, non sta gridando – non sta dicendo--
L’ha semplicemente pregato, una volta, un’altra e poi basta.
Kotetsu-san.
Come farebbe un bambino, impotente e spaurito, con le lacrime tonde e il nasino che cola.
Voglio tornare a casa.
Lui ha chiuso gli occhi lucidi, sorridendogli. Era così bello che sembrava l’ultima volta.
Andiamo, Bunny.
È... è solo che gli ha lasciato la mano per sbaglio, e se n’è andato a casa senza di lui.

Ah, forse è scivolato via per colpa del fango.















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