Chapter 1
Chapter
1 - Chi la fa, l'aspetti
Come
al solito, la Sala Grande era piena di studenti, in vista della
colazione. I colori delle Case di Hogwards riempivano l'atmosfera di
quell'enorme stanzone in quel mite mattino di fine settembre. Le grandi
vetrate facevano spazio alla luce del mattino per far si che si
intrufolasse in mezzo ai giovani allievi, abbracciandoli tutti col suo
tepore. C'era un mormorìo indistinto creato dal parlare dei
ragazzi, quasi tutti a discutere sulle lezioni di quel giorno, qualcuno
mangiava, qualcuno si appoggiava al dorso della mano ancora appisolato.
Harry,
Ron ed Hermione
entrarono aria un po' annoiata, sapendo che di lì a
poco, qualche Serpeverde avrebbe fatto una battutaccia su
loro come al solito.
Esattamente quello che avvenne nemmeno un minuto dopo mentre si
facevano largo tra gli studenti che ancora non avevano preso il prorpio
posto ai quattro tavoli. Pansy Parkinson
– come sempre – era seduta accanto a Draco Malfoy,
che
guardò sorridente prima per poi rivolgersi ad Hermione :
<<
Era
di tua mamma la divisa, Granger? >> la
Parkinson
ghignò soddisfatta voltandosi verso il suo "adorato" Malfoy,
come per condividere quella grande battuta, il
quale aveva anche lui un ghigno schifato sul volto. Ma Pansy era troppo
cieca per accorgersi che la causa era lei. Hermione quasi si dispiacque
per lui. Di certo non doveva essere semplice vivere come uno scoglio
con una cozza attaccata costantemente addosso.
<<
Cielo, che idiota! I miei sono Babbani, razza di imbecille! Mia madre
non ha mai avuto una divisa. Comprati un
cervello! >> sbottò Hermione, ormai stanca
delle continue
frecciatine di Pansy Parkinson, che quasi sprofondò alla
risposta di Hermione. Ron ed Harry, come alcuni Serpeverde e i
rosso-dorati, si piegarono in due dalle risate.
<<
Roaaar! >> disse Ron, imitando un leone con un mezzo
sorriso sulle labbra. <<
Oggi sei pericolosa >>.
<<
No, sono solo stanca di incassare sempre >> lo
corresse Hermione.
Quella
ridicola ragazza era sempre lì ad infastidirla, ma
Hermione
non si lasciò intimidire e sorrise ai due amici. Preferiva
mantenere le apparenze e mostrare che tutte quelle noie non la
toccassero minimamente, non disdegnava però concedersi
qualche
vendetta quando questa le si concedeva su un piatto d'argento. Erano al
sesto anno, ormai i Serpeverde erano così a corto di idee
sulle
battute che facevano per schernirli che il trio aveva le risposte
pronte
per ogni singolo insulto che quelli avrebbero tirato fuori dal
loro insulso repertorio di immaturità.
<<
Già tutto finito? >> chiese Harry,
quando vide le labbra di lei curvarsi all'insù.
<<
Si. Vedi, oltre al solito, è incavolata con me
perché ieri
a Rune Antiche ho preso una E >> spiegò
Hermione <<
e lei solo una O >> disse imitando un
piagnucolìo degno
della Parkinson.
Guardò
oltre Harry per ritrovarsi il volto di Pansy che la fissava, livida, le
sorrise angelicamente e poi tornò ai volti sorridenti che
aveva
di fronte. Si sedette al tavolo dei Grifondoro non appena
trovò
un buco abbastanza grande da ospitarli, scivolando sulla panca mentre i
suoi due amici si accomodavano alla sua destra.
<<
Sei un genio. Non c'è nulla da fare. >> disse,
sorridendo,
un Ron ammirato mentre agguantava del pane tostato.
<<
E così gliel'hai fatta vedere a quella serpe lì,
eh?
>> disse Ginny, spuntata dal nulla, sedendosi accanto a
lei a riempire lo spazio vuoto che c'era a sinistra.
<<
Come dire... Piccole soddisfazioni >>
sospirò la
riccia, mentre si versava nel piatto una porzione di porridge.
La
colazione passò serena, Pansy forse ritrovò un
briciolo
di cervello perchè non osò proferire parola, al
contrario di Harry e Ron che
si lamentavano di continuo perchè avevano troppi compiti.
<<
Beh, noi andiamo. Abbiamo gli allenamenti. >>
cantilenarono i due
mentre facevano per alzarsi. Harry gettò sul tavolo il
tovagliolo
con cui si era appena pulito le labbra mentre Ron, al contrario,
rubò un'altra salsiccia non appena si mise in piedi.
Hermione non poteva credere alle proprie orecchie: Il duo aveva passato
30 minuti buoni a chiederle consigli su alcuni compiti - o meglio,
avevano accettato dei consigli quando lei si era rifiutata di farli
copiare per l'ennesima volta. Il tempo per fare i compiti lo avevano, e
anche il cervello, erano solo i tipici adolescenti che trovavano il
loro stimolo in uno sport. Che siano Maghi o
Babbani, lo sport sembra sempre essere più interessante e
importante di tante altre cose. Era per questo che la riccia si
rifiutava di farli copiare. Lei aveva una tonnellata di compiti in
più, eppure riusciva a fare tutto quando loro avevano la
metà del suo carico di lavoro.
<<
Ma come?! Che senso ha lamentarvi se poi ve ne sbattete altamente di
migliorare? >> chiese Hermione in una risata amara.
<<
Le ragazze! >> dissero in coro Ron ed Harry mentre si
scambiavano uno sguardo ed un'alzata di spalle, prima di voltarsi per
andare via.
<<
Hey! >> protestò Ginny, anche se quei due
ormai non potevano sentirla. Era ovvio che si era sentita punzecchiata,
Ginny faceva parte
della squadra ed era anche una degli elementi più
dotati.
Nelle risate, i due uscirono seguiti a ruota dalla rossa. La
Professoressa McGranitt aveva indetto degli allenamenti speciali come
inizio d'anno, era convinta che se avrebbero dato buoni frutti
dall'inizio sicuramente sarebbero stati capaci di lottare durante tutto
il campionato. Hermione li salutò con la mano da lontano per
poi
dedicarsi al suo succo di zucca . Pansy era ancora lì che di
tanto in tanto la fissava, Malfoy le dedicò un ghigno come
per congratularsi con
lei per aver zittito la Parkinson, che anche lui doveva trovare
insopportabile, probabilmente. Hermione bevve l'ultimo sorso guardando
gli occhi argentei che
la fissavano come per sfidarli e poi, a testa alta, si alzò
per andare a Pozioni.
Coi libri al petto si avviò al secondo piano. Salendo le
scale
le si impigliò il mantello della divisa sotto una scarpa e
così inciampò, fortunatamente senza cadere.
<<
Diamine! L'avevo detto che lo volevo più corto.
>> disse a
sé stessa ad alta voce, lisciandosi il mantello per
sistemarlo. Il suo cuore mancò un colpo non
appena si rese conto che non era sola. Tre voci si unirono all'unisono
in una risata.
<<
Chiedi a quello sfigato di Potter come si fa, magari lui le sa salire
le scale >>. Malfoy, con Tiger e Goyle dietro di
sé,
sembrava divertirsi molto.
Hermione
fece finta di non sentirlo, aspettando che il trio le passasse davanti.
Si rimise in piedi pronunciando un incantesimo mentalmente, con la
bacchetta puntata di spalle ai tre, fece comparire dell'acqua
insaponata ai loro piedi, facendoli cadere rovinosamente al loro
passaggio. Non ne andava fiera, non si colpisce alle spalle, non
è da Grifondoro.Le
sembrava che le prudesse il cervello quando Malfoy la infastidiva. Ma
il nervosismoche le procurava quel dannato ragazzo, le faceva perdere
la pazienza a volte. Succede anche ai migliori.
Coi
libri di nuovo in petto, si fece largooltrepassando Malfoy ed i soui
amici a meto alto.
<<
Te la faccio pagare, lurida Mezzosangue!
>> sentenziò Malfoy, intento a rialzarsi.
<<
Perchè? Ho fatto qualcosa? >> chiese la
riccia, voltandosi con un'espressione candida sul volto.
In
fondo Draco non poteva dire di averla sentita pronunciare
alcunchè.
<<
Ah, forse ho dimenticato qualcosa, hai ragione, aspetta...
>> e
così dicendo scoppiò in una sonora risata,
<< chiedi a tua madre di farti vedere come si fa, forse
lei lo sa come si cammina.
Sta attento a dove metti i piedi, imbecille >> lo
canzonò Hermione prima di girarsi nel verso opposto per
andarsene, senza dare al biondo Serpeverde alcuna
possibilità di
replica.
Finalmente
si era presa una piccola rivincita. Una rivincita personale,
perchè quando c'era Harry con lei, era difficile farsi
notare.
Quei due si odiavano come due poli uguali di un magnete si respingono.
Lei
era profondamente orgogliosa, e nulla l'avrebbe spinta a piegarsi agli
insulsi insulti di Malfoy e a rimanerci male come in assato. Era
arrivato il momento dell'azione, pr lei. Malfoy credeva di essere
superiore per il suo
sangue "puro" ma, di sicuro, di puro in quell'anima non c'era nulla.
"Meglio
essere puri di spirito che di sangue" - pensò orgogliosa e
fiera di sè.
Entrò
nell'aula di Pozioni e finalmente si sedette al suo posto, logicamente
vuoto, in quanto Lavanda era ammalata e non poteva frequentare le
lezioni.
La
classe iniziò a popolarsi e Hermione aprì il suo
libro, ripassando le ultime cose studiate.
<<
Ma tu studi sempre, Granger? Ora capisco perchè nessuno ti
si
fila... >> ghignò Malfoy alle sue spalle.
<<
Pensa a cercarti un posto, rammollito >> gli
suggerì senza nemmeno voltarsi. Possibile che nemmeno la
caduta di poco prima gli avesse fatto capire di lasciarla in pace?
Senza speranze.
<<
Te lo faccio vedere io il rammollito, sanguesporco che non sei altro!
>> Malfoy tirò fuori la bacchetta, ma lei fu
più
veloce e si voltò per proninciare l'incantesimo con tono
annoiato: << Expelliarmus!
>>
In un attimo la
bacchetta del biondo volò nelle mani della ragazza che la
guardò con finto interesse.
<<
Mi chiedevo, Malferret, io non ti prendo in considerazione,
perchè tu lo fai? La tua sta cominciando a diventare
un'ossessione nei miei confronti. Mi devo preoccupare? >>
Lo
guardò in tralice dalla sua posizione, un sopracciglio
leggermene inarcato.
La
classe intera si era ormai ordinata nei banchi e Draco Malfoy rimase
inebetito ancora all'impiedi mentre il sangue gli saliva alla testa.
Come aveva osato lei, tra tutti, togliergli la bacchetta? Per fortuna,
gli altri studenti erano tutti presi dal loro chiacchierare e non si
erano accorti di nulla.
<<
Tieni >> gli disse Hermione facendo cadere la bacchetta
di
Draco a terra con un gesto pigro.
"Chi si crede
di essere questa qui?" si chiese Draco. Lo aveva appena Disarmato
disarmato davanti ad una classe intera - anche se stranamente sembrava
che nessuno avesse notato nulla - , per non parlare di come la Granger
aveva cominciato a reagire tutte le volte che c'era qualche parola
(sempre la sua) che li facesse litigare. Certo, lei aveva
più volte dato prova del suo coraggio da Grifondoro
difendendo lei ed i suoi amici ogni volta che dovevano subire le
angherie dei Serpeverde, ma sembrava che qualcosa fosse cambiato in
lei, In ogni caso, non
poteva sopportare un affronto di tale peso e perciò decise
che
l'avrebbe aspettata fuori dall'aula o in un momento di qualche ora buca
per fargliela pagare. Non aveva alcuna intenzione di mettersi contro
Lumacorno, che tra l'altro non sopportava perchè non lo
considerava degno di partecipare al “Lumaclub". Non che
gliene
fregasse chissacché, ma suo padre era un Mangiamorte... la
voce,
probabilmente aveva raggiuto anche l'insegnante, perché non
si
spendeva minimamente in elogi per lui, almeno non come faceva Piton.
Quest'ultimo, però, anche se aveva cammbiato materia di
insegnamento, non gli sarebbe mancato nemmeno se avesse tirato le
cuoia. Di recente Il Professor Piton era stato spesso ospite a casa
della famiglia Malfoy, e da quel che aveva potuto sentire, sua madre
era anche andato a trovarlo in quel buco di muro che chiamava "casa"
nella fetida fogna di Spinner's End. Al ritorno ad Hogwarts, lui gli
era stato attaccato addosso tutto il tempo, e ormai gli era chiaro
quali fossero le intenzioni di Piton: voleva sapere cosa stesse
architettando. Ma non glielo avrebbe rivelato.
<<
Salve, classe, Buongiorno a tutti! >> esclamò
contento il
professore, non appena mise piede in classe, facendogli sfuggire la
possibilità di ribattere. << Signor Malfoy si
sieda, cosa fa lì impalato?!
>> gli disse Lumacorno sfoggiando un sorrisetto di
circostanza, mentre si dirigeva verso la scrivania per posare
la valigetta ed una discreta quantità di libri che portava
in un
braccio.
Goffo com'era, fece cadere alcune pergamene e fece per abbassarsi a
riprenderle, prima di ricordarsi che era un mago e che poteva
semplicemente agitare la bacchetta.
Draco
si guardò intorno rendendosi conto che l'unico posto libero
era
quello accanto ad Hermione mentre tutti gli altri si erano seduti,
lasciandolo l'unico ancora in piedi.Oh, no, non quello... Lei se ne
rese subito conto e
alzando gli
occhi al cielo mormorò : << Andiamo
bene...>>
|