quello che non ti ho detto
2 – Quello che non ti
ho detto (scusami)
Sono attimi intensi. La gente intorno a loro cammina, parla,
fa la fila per i l caffè; nessuno si accorge del silenzio che percorre un metro
quadrato di quel bar. Ruthie vorrebbe parlare, ma non ci riesce. E’ senza
parole, incredula, sorpresa e al tempo stesso felice. Martin l’accompagna in
questo rumoroso silenzio. Lui la guarda, fatica a trattenere un sorriso, che
però va da solo. Vedendo quel sorriso, Ruthie torna in sé.
R: Martin! Ma sei matto? Ci hai seguiti fin qui? Io…
M: L’ho vista.
R: Cosa?
M: La tua espressione… quando stavate partendo. E lo so…
R: Cosa?
M: Che non sei veramente felice.
R: Non puoi venire a dirmi queste cose qui, adesso. So dove
vuoi arrivare. So cosa stai per dire. Sai perché? Perché me l’hai già detto. Ma
io ho aspettato per anni. Perché mi fai questo? Perché ora che ho qualcuno
realmente innamorato di me.
M: Perché anch’io sono innamorato di te. Perché non ho mai
fatto nulla per meritarti, ma tu ci sei sempre stata. Eri lì, davanti ai miei
occhi, ma io ero troppo ingenuo per capire allora.
R: E cosa cambia adesso? E’ bastato che mi mettessi con
T-Bone per far scattare il tuo orgoglio? Cos’è? Orgoglio, giusto?
M: No, non lo è mai stato.
R: Martin, io davvero non capisco. Avrei dato l’anima per
te. Tu, però, non mi hai mai considerata. Appena uscivo con un ragazzo, ti
mettevi sull’attenti. La cosa mi piaceva, ma tu mi hai convinta che fossero
solo attenzioni materne. Io ho dovuto reprimere quello che provavo per te. Io
ho messo da parte tutto, sapendo che non ti interessavo. Poi si è riaccesa la
speranza e, quando finalmente ti ho detto quello che avrei voluto dirti molto
tempo prima, ti mi hai detto di aspettare un bambino da Sandy. Voglio bene ad
Aaron, non fraintendere. Tu però mi hai allontanata senza volerlo troppe volte.
M: Lo so che hai lottato per me. L’ho sempre saputo. Non
sapevo gestire la cosa. Il nostro non è un rapporto tra un ragazzo di 20 anni e
una ragazza di 18. Siamo complicati, ingestibili. Era troppo difficile due anni
fa iniziare questo rapporto. Eravamo due ragazzini, Ruthie.
R: Lo siamo anche adesso.
M: Si, ma adesso so che ne vale la pena. So che, comunque
vada, ne sarà valsa la pena. Ora tocca a me lottare per te. Lo farò. Costi quel
che costi, ma io lo farò.
R: E’ per questo che, appena abbiamo iniziato ad uscire
insieme come amici, ricucendo il nostro rapporto, mi hai baciata? Ti senti più
maturo per affrontare questa cosa e credi che lo sia anch’io? Se credi che sia
così, allora ti sbagli. Io ero pronta già due anni fa. Adesso non lo sono più.
Ma non è che non sia pronta, piuttosto non posso esserlo. Probabilmente hai
ragione: due anni fa ci saremmo fatti male, ma ero pronta a correre il rischio.
Dannazione, ma perché è tutto così complicato!
M: Perché lo è sempre stato e sarà sempre così tra noi.
R: Ed è anche per questo che non possiamo stare insieme.
Vorrei finalmente vivere quel che rimane della mia adolescenza con la
spensieratezza di tutti i ragazzi. E tu dovresti fare lo stesso. Hai 20 anni,
un figlio e la madre di tuo figlio si sposa. Guardiamo in faccia la realtà:
sappiamo entrambi che non sempre c’è un lieto fine.
M: Non per noi. Per noi deve esserci, Ruthie. So che è così.
R: Cosa ti dà questa certezza, che io ovviamente non ho?
Perché ti ostini ad andare fino in fondo?
M: Perché io ti amo! E so che anche tu, nonostante neghi
tutto, mi ami.
Il silenzio si impadronisce nuovamente di quell’angolo di
bar dell’autogrill. L’odore del caffè improvvisamente si fa più forte. Gli
occhi di Ruthie diventano lucidi. Martin trema per un mix di nervosismo ed
emozione, nascondendo le mani nelle tasche. L’atmosfera resta la stessa per
molti secondi, ma Martin prova a riprendere in mano la situazione.
M: Non… non dici niente?
Quelle tre parole, quelle sette lettere Ruthie aspettava di
sentirle da anni. E, ora che le aveva sentite, il cuore le scoppiava di gioia.
Tutto ciò che desiderava. Tutto ciò in cui aveva sempre sperato. Ma c’è
qualcosa che la riporta indietro.
M: Allora?
R: T-Bone.
M: Come T-Bone?
R: E’ qui.
Martin si gira e lo vede. Ruthie si copre la bocca e cerca
di trattenere le lacrime. Dopo che Martin scrolla le spalle, T-Bone si avvia
molto velocemente alla porta.
R: Presto: credo che abbia sentito tutto! Dobbiamo fermarlo.
M: Ma…
R: Martin, non discutere adesso; viene con me.
I due ragazzi iniziano a correre fuori, avviandosi verso il
camper. T-Bone non era lì. Così salgono sopra, ma non lo trovano nemmeno lì. Martin
afferra il braccio di Ruthie e indica qualcosa fuori dal finestrino. Era il
fidanzato di Ruthie, seduto su una panchina con Kevin. Scesi dal camper, si
avviano verso i due.
K: Martin? Che ci fai qui?
M: E’ una lunga storia…
K: Un momento: è per questo che ho beccato il signorino
T-Bone a prendere a calci il camper? E’ a causa tua?
M: In un certo senso…
R: Basta. Smettetela. Devo parlare con T-Bone.
T: Non c’è bisogno. Ho sentito tutto. Sei libera di
andartene via con lui. Per quanto mi riguarda, questa storia finisce qui!
K: Cosa? Mi spiegate cosa sta succedendo?
R: Non succede nulla.
T: Ah, no! Dici davvero? Mi era parso di capire che lui ti
ama, ma non è una novità, ormai lo sanno anche le pietre e che tu ti sei
sciolta come un ghiacciolo, appena hai sentito le tre paroline magiche… Non che
mi aspettassi una reazione diversa, ma almeno evitare di farmela sotto il naso.
Mi sento così idiota! Come ho potuto credere che sarebbe finita bene? Come?
Sapevo che prima o poi saresti tornata da lui.
K: Forse è meglio chiamare il Reverendo o Lucy.
R, M, T: No! Non ti muovere!
T: Dobbiamo finirla adesso. Senza interventi esterni. Quindi
resta qui in silenzio.
M: Sono d’accordo.
R: Cosa intendi per finirla?
T: Che devi decidere. La situazione è nelle tue mani, quindi
assumiti le tue responsabilità e deciditi una volta per tutte.
R: Decidere? Non siamo nell’aula di una corte. Non sono un
giudice. Non ho tutto scritto in un Codice, così da poter fare la scelta
giusta. Non potete costringermi a questo. Ho bisogno di tempo.
K: Ha ragione…
M, T: Zitto!
K: Scusate!
M: Ruthie, cosa intendi fare?
R: Non lo so. Kevin, puoi fare in modo che questi due non si
azzuffino? E voi due, potete salire sul camper ed evitare di farmi sentire
sempre sotto pressione?
K, M, T: Ok. Faremo del nostro meglio.
T: Si, ma cerca di tenermelo lontano, che non lo sopporto.
M: Simpatico!
Quando il resto dei passeggeri fa ritorno sul camper, inizia
un nuovo imbarazzante dialogo Ruthie.
Eric ed Annie sono meravigliati dalla presenza di Martin,
che a sua fa una delle cose che gli riescono meglio: maschera l’imbarazzo
dietro un gran bel sorriso.
M: Salve, Reverendo. Salve, Signora Camden!
A: Oh, Martin. Che gioia vederti! Non dirmi che hai deciso
di unirti a noi?
M: In realtà si.
E: Ma è fantastico! L’unica cosa che ti chiedo è di
scegliere 3 cose da portare con te, non di più.
M: Perfetto, non ho nulla con me!
A: Come non hai nulla?
M: E’ stata una cosa improvvisa… inaspettata.
R: Mamma, papà, che ne dite di lasciare in pace Martin?
M: Ma no, Ruthie, nessun disturbo!
R: Se lo dici tu…
M: Sapete che faccio? Torno a casa. Lascio l’auto a mio
padre, prendo un po’ di roba e vi raggiungo col treno.
A: Ma sei sicuro?
M: Si si. Tanto voi vi fermerete un paio di giorni da Simon.
Ci vediamo in tempo per la sua laurea. Per te va bene, Ruthie?
R: Beh, si. Certo. Va bene.
M: Ok. Allora è deciso.
Martin torna all’auto e riprende la via di Glenoak. Ruthie e
T-Bone tornano in camper, ma senza degnarsi di uno sguardo. Kevin spiega la
situazione ai Camden e a Lucy, ma non ce n’è bisogno: tutti hanno capito tutto.
Isolati per un attimo dal resto del gruppo, il Reverendo ed Annie si lasciano
andare alle proprie perplessità.
E: Tesoro, il fatto che due ragazzi che conosciamo bene
amino Ruthie è un bene: in qualunque caso avrà a fianco qualcuno che la ama
davvero e che ha lottato per lei.
A: Già, ma non è questo che mi preoccupa.
E: Hai proprio ragione. Io ricordo bene quanto abbia
sofferto Ruthie per Martin. Questo… come dire? “Triangolo”? Finirà prima o poi.
E sappiamo bene che uno tra Martin e T-Bone ne uscirà con le ossa rotte ed il
cuore a pezzi.
A: Noi sappiamo chi sceglierà. Eric, è la nostra bambina.
Anche se lei si sta facendo migliaia di domande, sappiamo già che la risposta
ad ognuna di essere è già scritta ed è dentro al suo cuore. Sia Martin che
T-Bone sono come due figli per noi, vederne soffrire uno dei due sarà uno
strazio…
E: Eh già. Dobbiamo essere pronti a stare accanto al ragazzo.
Nel momento in cui Ruthie sceglierà, toccherà a noi assecondare prima di tutto
la sua scelta e poi dare il nostro conforto e stare vicino a…
Vabbè, hai capito.
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