Non
lo dirò mai
- Stai giù! – gli ordinò con poco garbo sbattendolo contro il tavolo
della sala riunioni del Buy More.
- Ahi! – si lamentò l’intersect sentendo la mano di Casey che gli
schiacciava la faccia contro la superficie legnosa.
“Ti sei resa conto che lui è un bel
bocconcino e adesso sei gelosa?” domandò a Sarah rendendosi conto che
quei sentimenti non li provava solo lei…
“No!”gli aveva risposto falsamente.
La stessa cosa che aveva pensato lui in quel momento. Era da un po’ di
tempo che sentiva una certa attrazione fisica verso Bartowski. Ma non
l’avrebbe mai detto!
- S-sei ubriaco? – domandò preoccupato.
- Possibile… effettivamente se fossi in me non farei mai una cosa del
genere – sussurrò al suo orecchio.
Casey aveva preso Chuck, d’improvviso, per un braccio e lo aveva
trascinato nella sala conferenze, chiudendo a chiave la porta e
successivamente l’aveva aggredito, sbattendolo contro il tavolo.
- Vorresti picchiarmi perché sai che io sono la tua rovina e così vuoi
porre fine alle tue (e alle mie!) sofferenze?! – buttò ad indovinare un
po’ preoccupato.
- No… anche se fossi ubriaco non rovinerei mai la mia carriera per
picchiare un nerd che è la mia
rovina, e guarda caso anche colui che devo proteggere... – si strusciò
sinuosamente contro l’intersect.
Sarah e Bryce parlavano dolcemente
all’uscita del Buy More, dopo un altro attacco da parte della Fulcrum.
E non si accorgevano che in lontananza, nascosto nell’ombra, Chuck li
spiava invidioso di quella scena e di quell’essere così bello, bravo
nella lotta, una spia davvero capace, donnaiolo… insomma così perfetto!
“Geloso, Bartowski? Sappi che non
puoi competere con quello là!” gli aveva bisbigliato da dietro l’agente
Casey.
“Lo so! Non è necessario
ricordarmelo!” aveva risposto lui con acidità e tristezza.
Si allontanò incapace di guardare
quella scena, specialmente in presenza di quell’insensibile agente
segreto.
Agente che si trovò a pensare ‘Perché
non pensi anche a me? Perché non mi guardi in quel modo quando parlo
con qualcuno?’ ma subito si era scosso estirpando quei pensieri dalla
testa.
- C-che vuoi fare, Casey? – deglutì.
- Diciamo… che voglio soddisfare un mio piccolo desiderio… non ti
dispiacerà, vedrai! – gli morse possessivamente il collo.
- Cosa non dovrebbe dispiacermi?! – spalancò gli occhi probabilmente
capendo cosa aveva intenzione di fare la spia.
- Questo… - sorrise maliziosamente per poi girarlo su se stesso
ritrovandoselo di faccia, gli bloccò i polsi sul tavolo all’altezza
della testa e, ignorando le sue lagne, riprese a mordergli il collo
come se se lo volesse mangiare.
- No, no, Casey! John! Su, ragiona! Riprenditi! Tu non faresti mai una
cosa del genere! – balbettava tra l’imbarazzo e la paura.
- è per questo che tu sei solo un sogno… - se ne era convinto da
quando, mentre lo guardava parlare, si era eccitato solo
immaginandoselo nudo sotto di lui ed aggrappato alla sua schiena mentre
gemeva di piacere.
- Io? Un sogno?... Eppure io mi sento reale! – la mano di John andò a
sbottonare in un solo colpo la camicia di Chuck da cui saltarono dei
bottoni, e cominciò a mordere anche il torace – O-ok! Ok! Ma tu non eri
quello che quando ti ho baciato, specifichiamo, per salvarti
la vita, si è schifato e si è allontanato odiandomi e odiando
a morte il tuo incarico?? –
- Questo è un sogno… non me lo
sciupare.
Jill aveva appena coperto la
telecamera con la camicia di Chuck, così che John e Sarah non potessero
vedere ciò che facevano lei e il suo ritrovato primo amore.
Lui sa cosa faranno, e si rode. Vuole
andare lì ed arrestarla per una qualsiasi scusa… anzi, un motivo c’era,
un crimine: gli aveva rubato colui che tiene sempre d’occhio, che pur
essendo tremendamente incapace, ha un sorriso che lui non sarebbe mai
capace di fare… perché lo voleva solo per se! Quell’attrazione fisica
era impossibile da sopportare in sua presenza (ovvero quasi la maggior
parte del suo tempo!) e vedere il suo giocattolino nelle mani di
un’estranea, non gli piaceva affatto! Ma non l’avrebbe mai detto a
nessuno! Così poi… pur sapendo che era sbagliato nei confronti di
Chuck, si sentì una punta di realizzazione nell’anima quando scoprì che
Jill non era altri che una spia della Fulcrum. E arrestarla, per lui
era stato un vero piacere!
- Non sono riuscito a vedere la tua faccia sconvolta dal piacere quando
Jill ti ha voluto a tutti i costi (e noi sappiamo perché) e ha coperto
la telecamera con la tua camicia[1]…te lo ricordi? –gli sussurrò
sensualmente all’orecchio.
- Preferirei non ricordarmelo… -
- Oh, poverino, ho toccato un tasto doloroso? – domandò con ironia – E
questo che tasto è? – ghignò maliziosamente portando una mano dentro i
pantaloni dell’intersect fino ad arrivare alle sue parti intime.
Chuck gemette sorprendendosi del gesto. Insomma, non immaginava che
Casey, l’uomo freddo e tosto, potesse mai pensare di fargli quelle cose…
Ed arrossì al pensiero che, non era affatto un sogno, tutto quello lui
lo sentiva veramente… ma stranamente non gli andava di rivelarlo al
collega.
Velocemente Casey gli andò a sbottonare i pantaloni, che per lui erano
d’intralcio, e lui odia tutto ciò che lo intralcia mentre fa qualcosa.
Glieli abbassò assieme ai boxer alla velocità della luce e senza
pensare ai blateramenti di Bartowski, prese la sua intimità
cominciando a succhiarla.
Chuck intanto, pur avendo già fatto quest’esperienza, si sentiva
morire. E forse era perché Jill alla fine si era scoperta una
traditrice. Tutto quello per lui in quel momento non aveva più
importanza, anche se ci aveva sofferto moltissimo…
Ansimava, senza ritegno, senza trattenersi, perché sentiva di star
godendo troppo. In qualche modo, il saper di appartenere a qualcuno, lo
rassicurava, lo faceva stare meglio. Ma tecnicamente lui non era di
Casey… Prendenogli i fianchi possessivamente, gli trasmetteva una bella
sensazione… e alla fine Chuck, per quel poco che riusciva a pensare,
comprese che la sua era solo eccitazione, nessuno dei due provava un
qualcosa di più grande del semplice piacere di fare sesso. Ma la cosa
gli sembrò un po’ triste.
Dal suo canto, John pensava solo che fosse un altro dei suoi sogni
erotici sull’intersect, davvero realistico, ma spesso lo erano.
Non poteva nemmeno pensare che ciò stesse accandendo per davvero,
altrimenti si sarebbe martoriato da solo con una frusta, o peggio!
I gemiti e gli ansimi di entrambi echeggiavano per la stanza e man mano
diventavano sempre più forti. Stavano scopando sul tavolo della sala
riunioni, che tra l’altro era a due passi da… una qualunque altra
stanza, e questo poteva essere svantaggioso per loro. Tutti avrebbero
sentito i loro urli e versi vari? Bah. Chuck sperava che i suoi
colleghi fossero andati a scommettere a poker o a giocare a qualche
nuovo videogioco così magari, distratti, non si sarebbero accorti di
nulla.
In quel momento, quando vennero, sembrava ci fossero solo loro, con i
loro respiri affannosi e il caldo dei corpi mischiato al freddo
dell’ambiente.
“Ho il diritto di vivere una vita
normale, con una persona normale e come una persona normale. Tu non
puoi impedirmelo!” capitava dicesse cose del genere a Sarah, e quando
succedeva, Casey era sempre nelle vicinanze pronto ad ascoltare, come
una vera spia. Anche a lui per un certo verso gli sarebbe piaciuto
vivere una vita normale, ma questo solo dopo aver scoperto la sua
attrazione fisica terribilmente da gay per quel nerd. Prima aveva
sempre amato fare la spia. E quelle rare volte in cui veniva in mente
di vivere normalmente si ripeteva “Che cazzo dici, Casey? Non è da
te!”. Ma sembrava sempre più ossessionato da quel corpo, che scultoreo
non era, ma lo eccitava alla follia comunque. Perché questo pensiero
automaticamente si collegava al voler vivere normalmente?ma
soprattutto… cosa centra Bartowski… che caos in quella testa!
Lentamente Chuck si rivestì, imbarazzato fino alle orecchie.
- Bartowski… - sussurrò John.
- Chuck. Potresti chiamarmi anche col mio nome ogni tanto…specialmente
dopo aver fatto una cosa del genere, no? – si limitò a lanciargli un
piccolo sguardo intimorito e triste giusto di sfuggita.
Rimasero in silenzio.
- Scherzavi, vero, quando parlavi del sogno? – continuò l’intersect.
Nessuna risposta.
-Casey… - venne interrotto.
- Sono anni, e dico anni che non faccio sesso! Ok? Sono sempre a
contatto con te! Perennemente devo tenerti d’occhio, probabilmente non
ho mai guardato una persona così a lungo come guardo te! È anche un
po’… sensato che mi vengano certi pensieri per la testa, no?! E poi tu…
-
“Hai quel sorriso, quegli occhi, quel fisico che mi fa eccitare, quel
modo di camminare… il tuo timbro di voce, le tue capacità… quanto
vorrei averti per sempre mio! Ma non te lo dirò mai…”
- E poi… niente – aveva finito la frase.
- Cosa? –
- Lascia perdere – si sistemò e si avviò verso la porta per andarsene.
- “E poi tu…” cosa?! Casey! Non voltarmi le spalle così! Ho il diritto
di sapere se la spia che mi protegge è innamorata di me o meno, no?! –
gli urlò dietro.
A quelle parole, John si fermò voltandosi lentamente.
- Sarah ti ama, ma non lo sa ancora! – cercò di distogliere
l'attenzione da se stesso.
- Io intendevo te! – gli si avvicinò.
Ci fu un lungo istante in cui i due si scambiarono occhiate confuse,
piene di domande, ma anche tristi. Poi Casey ruppe il silenzio:- Non te
lo dirò mai.
Fine.
Note:
[1]: Non ricordo questo particolare… mi ricordo solo che Jill copre la
telecamera con qualcosa… a me era parsa la camicia di Chuck, ma non
sono sicura, voi?
Angolo autrice:
Storiella piccina senza pretese, fatta appositamente per chi conosce la
serie tv. Spero vi sia piaciuta :)
Grazie mille per aver letto ^^
Lorabay (La ragazza sciarpata di verde)
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