Chi
sono, non chiedetelo, sono colui che cade e che nella caduta trascina
con sé
tutte le cose del mondo.
"Niente
conta più della vertigine" scrive un poeta.
E
ancora: "Essere un uomo vuol dire poter cadere all'infinito"
Io
sono quell'uomo: lui o un altro, uno qualsiasi.
Colui
che parla mentre cade.
Nella
mia vita è rimasto un buco, là dove eri tu.
Intorno
tutto cade, e dentro quella caduta cado io.
Il
dolore la prende in ostaggio,
lentamente, inesorabilmente. Come un'onda di alta marea che s'infrange
sullo
scoglio dei silenzi, delle incomprensioni, delle insicurezze che si
sono ormai
insinuati fra di loro.
Così tragico, così incredibilmente
vivo. Pulsante.
Lo riconosce, lo ha provato tante
volte.
Quando Alexander si chiude nel suo
guscio, isolandosi dal resto del mondo, escludendola dai suoi pensieri.
E lei
lo chiama, perchè non può fare a meno di lui,
perchè lui è tutta la sua vita,
perchè Tatiana ha lasciato che il suo amore la sommergesse.
Shura, gli sussurra nel sonno. Torna
da me. Sai che non ho
pace senza di te, senza di noi, senza il tuo respiro che m'infiamma i
sensi.
Torna da me, Shura. Lo senti il mio cuore che batte? Non posso vivere
senza di
te. Non voglio vivere senza di te. E tu... tu ti allontani, anima mia.
Consolandoti coi tuoi tormenti, camminando fra le distese ghiacchiate
della
Neva, scavalcando gli avanzi della guerra, sangue e cadaveri, sudore e
sporcizia. Li scavalchi, lo sguardo perso nel vuoto.
Posso quasi vederti, sai? La mia
mente forma immagini di te che impugni il fucile e ti prepari a fare
strage di
nemici, e ogni uomo che hai ucciso ruba un po' di quella luce che
illumina i
tuoi occhi, occhi
che mi hanno fatto
innamorare dell'uomo che eri.
Dell'uomo che eri è
rimasto ben poco,
e tuttavia io sono qui, senti il mio corpo che pulsa mentre i tuoi
pensieri
vagano inquieti fra le montagne straniere, quando il battaglione nemico
ha
cercato di catturarvi, e invece siete stati voi a catturare loro. E poi
lo hai
trovato, il fascio di speranza con cui ti sei trascinato lungo il
lastricato
sentiero della vita.
Mio fratello era un eroe, o forse
solo un miserabile codardo.
Ma i codardi sono tutti un po'
eroi,
sai, perchè
fuggire è un atto di
coraggio, forse più dell'affrontare una guerra che non ci
appartiene, che non
abbiamo voluto, che ci ha ridotti allo stremo, che ha sterminato la mia
famiglia e quella di molte altre. La verità è che
c'è poco di eroico, in te.
C'è poco di eroico in noi. Inermi e impassibili, non abbiamo
il coraggio di
fuggire. E io ti
lascio maltrattare il
mio cuore, la mia anima e il mio essere donna. E tu rivivi attraverso i
miei
occhi il tormento di quei mesi, del sangue e dei cadaveri, della
polvere e
dello sparo delle mitragliatrici, dei corpi flosci degli ebrei
ammucchiati
sopra un cumulo di macerie, della puzza di carne bruciata, dei forni
crematori,
della Russia, di Leningrado, della Neva, del Giardino d'estate, di
Lazarevo,
del Cavaliere di bronzo, della fabbrica d'armi, della mia divisa
sudicia, di
quella parte di te che entrava nel corpo di mia sorella, i pensieri
pieni di me
invece che di lei; tu, che mi stringevi fra le braccia mentre stavo per
morire,
quando pregavo che la fame, la debolezza, il freddo e l'oblio mi
sormeggessero.
Degli
occhi di Shura che scivolano
negli occhi di Tatiana, in quel camion arrugginito che li avrebbe
condotti
verso la salvezza, mentre le dice di non averla mai amata, e la
menzogna si
annida nel suo sguardo, il sacrificio offusca la sua espressione
impenetrabile,
e lei si sente morire al pensiero che quelle parole possano essere vere.
Lasciali
andare, amore mio. Questi
ricordi, che come un cancro avvelenano il sangue e corrodono l'anima.
Lasciali
andare. Pensa al viso di tuo figlio, al suo sorriso, al suo candore,
alla sua
innocenza. Pensa ad Anthony se pensare a me è troppo
doloroso. Pensa al morbido
corpo della tua amante, perché so che ne hai una. Non
chiedermi come, non
chiedermi perchè: certe cose una donna le sente, e io sono
doppiamente donna
poiché il mio amore per te è una fiamma che arde
viva, inghiottisce tutto
il resto, lo logora, lo uccide, lo
sopprime. Soffocandolo. Non mi resti che tu a rendermi ciò
che sono. Non mi resti
che tu ad ancorarmi alla realtà.
"Alexander?"
dice, sperando
che lui senta il suo richiamo. Alexander, non Shura. Alexander. Quel
nome. Il
suo nome. Non prova più lo stesso brivido
d'esaltazione quando lo
pronuncia. C'è soltanto desolazione nella sua voce, i
rimasugli di ferite che
le inondano il petto. Lasciando tracce invisibili dentro di lei, e ogni
graffio
produce uno stridulo eco, un gemito di dolore, una lacrima di protesta.
Ma il silenzio di Alexander
è ancora
più rumoroso. Non vuole risponderle, non le
risponderà. E forse è meglio
così; forse il silenzio gli
permetterà di udire le grida strozzate
del cuore di lei.
E
Tania prega. Prega che il dolore
non lo abbia reso sordo, oltre che cieco e insensibile alla sua
presenza. Prega
che Alex torni da lei. Prega che la guerra, i cadaveri e la sporcizia
gli
restituiscano l'uomo che ama, perchè Tania ne ha bisogno, ha
bisogno di lui,
soltanto di lui. Lui, lui, lui. Sempre lui, totalmente,
inesorabilmente.
Tatiana continua a pregare; la sua ultima preghiera, prima di scivolare
nel
confortevole limbo del sonno, è che quel bisogno sia
qualcosa di reciproco. Che
l'eco dei suoi gemiti straziati risvegli il cuore muto di Alexander.
Quando comincia il nuovo amore?
Non si sa perchè tutto ciò
che è venuto prima svanisce al suo arrivo.
E' una vita nuova.
Tutto quello che c'era prima è svanito
nel libro della memoria.
Un poeta l'ha scritto: il desiderio apre come un
taglio nel tempo, l'incisione di una vita resa nuova dall'amore.
Allora arriva un dio, più forte di
tutti, e regna.
Io
sono quel dio, dice, colui che cancella tutti i simulacri della vita
senza di lui.
*Le
frasi scritte in grassetto sono tratte dal libro L'amore nuovo, di
P.Forest.
** La frase inserita nel banner della storia è tratta dal
libro Venuto al mondo,
di M.Mazzantini.
Ringrazio ancora una volta Jakefan
per aver betato questa breve shot. Un ringraziamento speciale lo dedico
alle lettrici che hanno commentato lo scorso missing moment: Stella
del sud, erzsi,
Jakefan,
Tessitricedinuvole,
Marinissima
e Isangel.
Ringrazio anche Erika per aver acconsentito a creare il fandom.
Tornando a noi, che dire? Questa shot l'ho scritta pensando a quanto
dolore deve aver provato Tania nei momenti in cui Shura si chiudeva in
se stesso, tormentato dai ricordi di una guerra che ha visto nascere il
loro amore ma che ha anche portato tanta distruzione nella loro vita.
Spero davvero che vi sia piaciuto e, perchè no?, che mi
facciate sapere cosa ne pensate. A presto, Elisa.
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