~Solo lui ha le chiavi della mia mente. Letteralmente.

di everett97
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Non potevo ricambiare il pensiero, lui non mi era mancato, perché era sempre stato con me.
Quel pomeriggio venne Julia, la mia migliore amica. Mi abbracciò forte, ricambiai l’abbraccio e andammo in camera mia. Volevo raccontarle tutto quello che era successo.
Julia era la mia migliore amica da sempre. Mi raccontò diversi pettegolezzi, ma quando fu il mio turno, le parole non mi uscirono da bocca, avevo paura, e se non mi avesse creduto? E poi l’ultima cosa che volevo che volevo era andare da uno strizzacervelli. Quindi non le dissi niente. Credo che ne rimase un po’ delusa. Le chiesi se qualcuno nuovo fosse venuto a scuola, lei rispose: « Sì, c’è uno nuovo al quinto anno, è davvero carino, ma non ricordo il nome ». Poco dopo tornò a casa sua promettendomi che sarebbe tornata appena possibile.
 
Julia è sempre stata una ragazza solare, simpatica e piena di amici, io e lei ci siamo conosciute alle elementari e siamo diventate subito amiche, anche se siamo una l’opposto dell’altra: lei bionda, occhi azzurri, denti bianchissimi e sempre al centro dell’attenzione, mentre io, castana occhi verdi e non troppo carismatica, non so come sono ancora sua amica.
 
Ero rimasta sola in camera mia, ma questa quiete non durò a lungo, in quel momento entrò mia mamma dicendo che l’indomani sarei dovuta ritornare all’ospedale per gli esami di accertamento. Io non volevo andare lì, ormai ero sana, che senso aveva tornare in un luogo di malati?
Andai comunque, non finii tanto tardi, così mi feci accompagnare a scuola e andai a parlare con il preside, mi disse che sarebbe stato felice di riavermi a scuola, ma che c’era un piccolo problema riguardante il fatto che avevo perso cinque anni si scuola. Mi fece comunque fare una specie di esame e io sapevo tutte le cose, come se non avessi mai perso tutti quegli anni di scuola. Il preside era stupito. Anche io lo ero, però la cosa positiva era che mi sono ritrovata al terzo anno, in pratica come se avessi perso solo un anno. 




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