Dreamer: is the only thing that remained

di BlancheMadame
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finale alternativo

Questo è un finale alternativo della storia "The dreamers in the cement garden", non è il finale ufficiale dalla storia poichè per quello ci vorrà ancora un po' di tempo ma mi è venuta voglia di scrivere questo mini-capitolo. spero che vi piaccia. BlancheMadame.

Finale alternativo.

Si svegliò accaldato. Era solo un sogno: la vera Casey non sarebbe mai stata così. Era così distante e vicina  da star male. Casey non si sarebbe mai lasciata baciare nella sua cucina ma non da un ragazzo qualsiasi ma da lui, il suo  fratellastro. Non avrebbe mai “tradito” Emily per lui, non si sarebbe mai lasciata prendere dalla passione nei suo confronti senza paura né rimpianti. Lei non lo odiava, non aveva la presunzione per pensarlo ma non lo riusciva a sopportare: ogni volta che era in una stanza con lei, Casey su rabbuiava, lo guardava male, sbuffava; se fosse stato un po’ più romantico o meno realista forse avrebbe interpretato le sue reazioni diversamente. Ma il suo sguardo trasmetteva solo insofferenza, ed era così difficile provare ad interpretarlo diversamente…

In quei mesi l’aveva sognata spesso, ogni volta in situazioni diverse: dalle più caste a quelle decisamente più piacevoli, ma la desiderava ogni volta, si svegliava ogni notte se non eccitato quantomeno accaldato. Si soddisfava da solo immaginando le sue mani, veniva con la sensazione dei suoi capelli sulla faccia e apriva gli occhi e lei non c’era.

Scese al pianoterra per fare colazione e la guardò e si perse nei suoi capelli e nelle sue mani che li spostavano irrequieti; deglutì a vuoto. La vide sbattere la ciotola di cereali sul tavolo, chiaro gesto d’insofferenza rivolto a lui, e guardandolo truce disse

“Cos’hai da guardare? Mi sono appena svegliata e non posso essere perfetta!”

“Sei bellissima” le avrebbe voluto dire ma le parole gli morirono in gola. Si era immaginato a baciarla di prima mattina e a scombussolarle quei capelli fino a farli diventare un groviglio di nodi, quello sarebbe stato un vero buon giorno.

“Buongiorno anche a te!” le disse soltanto e sperò che lei capisse tutto, che s’accorgesse del suo tono di voce leggermente implorante o che almeno lo guardasse negli occhi e vi ci leggesse tutti i suoi pensieri.

“Fanculo” non l’aveva neanche guardato in faccia, probabilmente non l’aveva neanche ascoltato. Non sapeva cosa gli aveva detto e non se ne curava aveva risposto male perché era quella la routine e non sarebbe mai cambiata. Era solo un sogno. E la consapevolezza di questa frase lo colpì in faccia più doloroso di uno schiaffo. Decise che da quel momento le sue fantasie sarebbero dovute rimanere tali, e visse nel sogno per rendere accettabile la realtà.





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