Time's Up
"Mi
dispiace. Non posso aiutarti.”
È quasi giunta l'alba. Il
sole è ancora sepolto dai
grattacieli, ma è lì, in
lontananza, giusto un filo dietro i blocchi di cemento. Lo
individui senza dubbi, rinchiuso nel gelo metallico di un pennone che
domina l'intera città.
Le
luci notturne vanno scemando in un gocciolare lento, via dalla strada
e dalle lande buie degli edifici. Ti impegni a raccoglierle con lo
sguardo – è un'ultima impressione, l'ultima
immagine che avrai di
quella notte perduta.
A
cosa è servita una manciata d'ore?
Hai balzato di massa in massa, di
contorno in contorno, scorrendo gli
oggetti più disparati; ti sei lasciato trascinare dal vento
cittadino alla ragnatela di cavi, dagli appartamenti ai pneumatici
delle automobili ferme. Hai corso con tutta la forza del tuo spirito,
lacerando i silenzi del mondo dei morti – finché,
nelle miglia
sconfinate di qualche arteria della periferia, ti sei aggrappato a un
lampione, trafitto dalla consapevolezza di aver perso ogni traccia di
te stesso.
Il
terrore ti ha abbandonato quasi subito. Non te ne importa nulla,
ormai –
è stato tutto tempo sprecato.
Persino
nel mondo dei morti ogni cosa ha la sua fine, i suoi limiti di cui
rendere conto. Ed ora che sei solo uno spirito, abbandonato al freddo
più profondo, il tuo ultimo compito d'uomo assennato
è
attendere la
tua scomparsa da questo mondo.
La
notte è finita. Qualche metro più in basso,
forse, le sveglie della
gente suonano e rompono il calore dei letti in mille frequenze
differenti; e perdi ancora una frazione di secondo, per quel poco che
ti resta d'esistere, ad immaginare il latte caldo, il profumo di
biscotti e di cibo nelle loro cucine, il rumore dei piatti.
Dopotutto
sei ancora un uomo, un uomo morto, e per l'ultimo disperato momento
il rimpianto ti trapassa vibrando. Rimpiangi il tuo corpo abbandonato
in una discarica, rimpiangi il calore che lo abbandonava a fiotti
–
la famiglia, i ricordi che sicuramente ti sei lasciato dietro, il
tuo lavoro e la tua casa.
È
solo un attimo, nulla più. Ora non vuoi tornare indietro;
non lo
vorresti nemmeno se potessi.
Tra
pochi minuti il sole risalirà l'orizzonte, e tutto, a
cominciare dal
dolore, sarà finito.
Pochi
minuti.
E
ti vidi sparire, attraverso la linea telefonica.
______
Essì, perché nemmeno Ray sa che cosa
gli sia successo allora, e perché... be'.
Volevo scrivere una What if...? con human!Sissel che svanisse all'alba,
lasciando tutte le amicizie costruite in quell'unica notte. Dopo
qualche riflessione, il progetto
è cambiato e l'ho inserito nella timeline canon,
con Sissel che *crede* di essere uomo e *crede* di essere prossimo a
svanire. Al Sissel di questa timeline, Missile non ha mai raccontato la
faccenda dello scomparire, ma sentivo il bisogno di scrivere questa
What if...? . Il "tutto in una notte" è sempre stata la
caratteristica ad affascinarmi maggiormente in GT, senza contare che,
come dicevo alla mia amica Crimson, l'idea di veder svanire Sissel
all'alba mi ha straziata finché non è cambiato
tutto. Da allora, ovviamente, quell'affetto profondo per il defunto
protagonista si è consolidato in ben altri modi!
Vi lascio alla lettura e abbraccio fortissimo tutti i
compagni di fandom, innanzitutto Criiim e Shaaari, alle quali questa
storiella è dedicata.
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