Un nuovo amico
Ringrazio tutte le persone che
leggono le mie storie …buona lettura!
Sanae78
“Un
nuovo amico”
di
Sanae78
Taro aveva quasi
sei anni, ma era così timido che non riusciva a legare con nessuno dei bambini,
che incontravano lungo i loro viaggi, e, questa cosa, iniziava un po’ a
preoccupare suo padre Ichiro.
Mentre
dipingeva, spesso l’ uomo si fermava ad osservare quel bambino, chiedendosi
come avesse potuto aiutarlo ad uscire da quella situazione: suo figlio avrebbe
dovuto crescere senza la mmma e desiderava almeno che avesse degli amici.
Un giorno, per
caso, erano passati vicino ad un campo di calcio, dove si stava disputando una
partitella, si erano fermati a guardare, e, gli occhi di Taro, si erano
illuminati davanti a quelle persone che giocavano, ed, anche suo padre, se ne
era accorto.
Il bambino
seguiva con attenzione ogni singola azione lasciandosi anche scappare molti
sorrisi.
“Forse …”
Ichiro aveva capito ciò che doveva fare.
L’ indomani si
trovavano nella loro stanza, Ichiro si era avvicinato al figlio mettendogli una
mano in testa e scombussolandogli un po’ i capelli.
“Ma dove te ne
vai papà?”
“Taro devo
uscire un attimo per fare una commissione, però ci sarà la signora della
pensione che penserà a te.”
“Capisco …”
Taro soffriva
ogni volta che il padre si allontanava da lui, anche se faceva di tutto per non
farlo pesare.
“Non ci metterò
tanto e poi mi accompagnerai al posto dove sto dipingendo, va bene?”
“Si, papà!”
Taro l’ aveva
guardato negli occhi e gli aveva sorriso.
Ichiro non
poteva fare a meno di pensare che crescendo suo figlio somigliasse sempre di
più a sua madre.
Il signor
Misaki si era recato in un negozio di articoli sportivi e ne era uscito solo
dopo aver comprato un bel pallone da calcio per il figlio, che si era sbrigato
a nascondere nel suo zaino.
Poi era corso
da Taro.
“Eccomi qui!”
Taro se l’ era
visto apparire alle spalle all’ improvviso e gli era subito corso incontro
tutto contento.
“Che bello papà
sei già tornato!”
Il bimbo gli
era saltato in braccio tutto contento e l’ aveva abbracciato dicendogli: “Mi
sei mancato papà!”
“Mi sei mancato
anche tu figliolo … forza preparati che usciamo!”
“Ok!”
Nel giro di
pochi minuti il bimbo era già pronto.
“Coraggio dammi
la mano che andiamo!”
“Si, papà!”
Ichiro l’ aveva
preso per mano ed insieme avevano raggiunto il prato dove il pittore amava
posizionare la propria tela in quel periodo.
“Siamo arrivati
papà!”
Ichiro
stranamente aveva appoggiato il suo zaino per terra senza preparare la sua
attrezzatura.
“Ma che fai
papà? Oggi non dipingi?”
“Ecco Taro … io
pensavo di giocare un po’ con te …” l’ uomo aveva aperto il suo zaino tirandone
fuori un bel pallone da calcio.
“Taro questo è
per te!”
Taro aveva
sgranato gli occhi per la sorpresa: “Grazie papà!”
“Non sono tanto
sportivo, però ho pensato che oggi potevamo giocarci insieme … tu hai capito
come si fa?”
“Si, certo!”
Ichiro non ci
aveva pensato un attimo, gli aveva tirato la palla, Taro l’ aveva agganciata
con i piedi e si era messo a palleggiare tutto contento: “Non ci posso credere,
sei già più bravo di me!”
“Ma che dici
papà … non so, mi viene naturale … questo pallone sarà il mio nuovo amico… dai
papà prova a togliermelo …”
“D’ accordo!
Ora ci provo!”
Ichiro si era
messo a rincorrerlo senza riuscire a star dietro a quel bambino che correva
scatenato con un pallone tra i piedi.
Alcuni bambini
si erano messi ad osservare la scena.
“Hai visto
com’è bravo quel bambino?”
“Si, é
bravissimo!”
Incuriositi
erano scesi, mentre Ichiro gettava la spugna ormai distrutto.
“Ma quanto
corri figliolo?”
Taro era lì
davanti a lui e rideva: “Devi allenarti di più papà!”
“Hai ragione!”
“Papà guarda,
non siamo soli …”
“Cosa …”
Ichiro non
poteva credere ai suoi occhi, presto suo figlio avrebbe giocato con degli altri
bambini.
“Forza venite qui
con noi!” senza pensarci un attimo gli aveva invitati ad unirsi a loro.
“Grazie
signore!”
“Bene, vi
presento mio figlio Taro!”
“Piacere di
conoscerti!”
“Il piacere è
mio!” Taro aveva risposto con tono gentile.
“Possiamo
giocare un po’ a calcio con te?”
“Si, va bene!”
“Che bello!”
All’ improvviso
i bambini avevano iniziato a giocare correndo da tutte le parti.
Ichiro era
rimasto fermo a guardarli, consapevole di essere riuscito ad aiutare suo figlio
ad essere meno timido.
Aveva tirato
fuori la tela ed aveva iniziato a fare quello che gli riusciva meglio, ovvero
dipingere.
Il pittore non
poteva saperlo, ma Taro l ‘aveva visto allontanarsi, e gli era infinitamente
grato per quel meraviglioso regalo che gli aveva appena fatto.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
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