Shaman King
Salve
a tutti!!! Sono di nuovo io ._. Sono tornata con un sequel non previsto
ma mi sono innamorata di Yoh Asakura *w* E dei suoi occhi e di tutto
ciò che ha addosso!! Spero di non risultare strana perchè
sò perfettamente che a tutte piace Ren Tao o Hao Asakura,
gemello del mio amore, quindi sò già che questa ficcy
verrà cestinata ma alla fine non mi importa! Io ci ho lavorato
sodo per due interi giorni! Spero di non aver dimenticato nulla!!! La
dedico, come sempre a Giulia e Paki e anche un pò a Hikari che
anche se non le piace Yoh ha letto la storia precedente con tanto
entusiasmo! Ora però basta con le ciance! Buona lettura!!!
The eyes of wolf
Assurdo. Quello che mi stava capitando
era assolutamente irrazionale. Non poteva accadere di nuovo. Non
in quel luogo. Non con quell'individuo troppo stralunato e pieno di
sè.
Con la coda dell'occhio più volte mi soffermai sulla
metà inferiore del suo viso. La bocca chiusa, il respiro
regolare e il collo esposto ad una luce giallognola che quasi sfocava
sensualmente la visuale. Quei piccoli dettagli formavano una panoramica
perfetta vista dalla mia posizione, e lui era attraente
come sempre. Mi soffermai più tardi sul pavimento. Che dire?
"Oh! Ma guarda ancora una volta bloccata nell'ascensore con te!
Comunque piacere sono la tua stupida inquilina del piano di sopra!
Tu invece?"
C'era da chiederlo? Il suo nome era rimasto marchiato nel
mio cervello
a fuoco. Yoh Asakura mi aveva rubato un bacio, in un semplice e
stupidissimo momento di panico.
Immersa com'ero nei miei pensieri mi
accorsi solo una decina di minuti dopo del suo solito
sguardo puntato su di me. Feci per aprir bocca tentando di allentare quella tensione che mi stava
facendo uscire di senno ma lui mi precedette sollevando il dorso della
mano con lentezza, puntanto l'indice verso di me. Lasciandomi alquanto
interdetta.
-Cos..?-
Tentai sibilando di capire il perchè di quel gesto, sudando. Non
tanto per paura quanto per l'agitazione che mi provocava la sua
presenza. Ma mi interruppe, sussurrando una sola parola fra le
labbra, velocemente, con quella voce che raggiunse il mio udito
prepotentemente e scosse tutto il mio corpo.
-Spingi...-
Trattenni il fiato. Sentii caldo. Un fuoco partire dallo stomaco fino
ai lobi delle orecchie che divennero probabilmente di un rosso fuoco
come il mio viso. Troppo malizioso. Non mi mossi. Lo vidi scostarsi dalla parete
grigiastra espirando e le sue gambe incamminarsi verso di me.
La
mia
veduta, in ogni caso, si era immediatamente ristretta dato che i miei
occhi avevano improvvisamente trovato intrigante dell'altro, ovvero
erano occupati a
scrutare i magnifici 4 metri quadri del pavimento sporco
dell'ascensore. Si avvicinò al mio corpo come già
aveva fatto la volta precedente. Senza alcun pudore. E la situazione,
non sapevo il perchè,
mi piaceva da impazzire.
Divertito dalle mie reazioni si sporse con il
viso accanto alla mia guancia sinistra e infilò le dita fra i
miei capelli, sollevandoli, per farmi ascoltare bene le sue parole. Io,
nel frattempo, avevo distrattamente dimenticato di respirare.
Percependo il vibrare delle sue corde vocali e un suono dai toni caldi
e bassi partire dal pomo d'adamo adagiato sulla mia spalla.
-Se non sai farlo... Posso insegnarti io...-
Decisamente ecquivoco. Con la mano libera spinse il bottone dell'allarme, solitario dietro alla mia nuca, e il "click" che
produsse quello stramaledetto pulsante mi fece sussultare. Strizzai gli
occhi, caricando il rosso purpureo sulle mie gote e sentii
distintamente l'accenno di una risata. Era visibilmente compiaciuto di
quello che mi stava facendo provare. Tentai di scostarmi da lui premendo il
braccio destro sul suo petto borbottando per fargli capire che volevo allontanarmi da lui solo per capriccio.
E lo comprese.
Lasciò cadere i miei capelli lungo le spalle e si
concentrò sul mio viso. Era apparso
un ghigno sulla sua faccia da schiaffi e io ne ero rimasta ipnotizzata
senza rendermene conto. Nell'istante in cui mi sentii fragile e in
balia delle sue azioni, agguantò le sue cuffie con entrambe le
mani e se
le sfilò infilandole sul mio capo a mò di cerchietto
per poi farle scendere, lentamente. Lasciandole giacere sulle mie
spalle, sfiorò il mio collo e smosse i miei capelli, con una
dolcezza disarmante.
-Non mangio mica...-
Sussurrò e sollevai il viso per scontrarmi con quelle fauci che
non vedevano l'ora di assaggiarmi.
E le rubò senza chiedere permesso.
Gli leccai la lingua peccaminosa e ladra, piano,
con lentezza, seguendo i suoi movimenti, socchiusi gli occhi per poterlo osservare meglio. In
quell'oscurità conciliante non sembrava così spaventoso.
Ci sciogliemmo da quel contatto soltanto perchè si rese conto che ero oramai senza fiato.
Muoveva quella lingua fin troppo bene, lui invece non sembrava provato, anzi, si limitava a
fissarmi attonito.
E allora lo notai, quello spicchio di luce che entrava
da non sò quale anfratto di quella cabina ermetica. Emanava un
chiarore bianco, candido su quella figura snella. Le sue iridi
brillavano a contatto con quello che sembrava un tenue chiaro di luna.
Socchiusi le labbra senza riuscire a pensare a qualcosa di concreto.
Qualsivoglia riflessione era momentaneamente rivolta a lui e alla sua
espressione soddisfatta, compiaciuta dal mio affanno. Presi coraggio e
azzardai una risposta.
-Non.. Non prenderti certe libertà...-
Mormorai insicura e lui mi afferrò i polsi sgarbatamente facendomi scivolare lungo la
parete, con forza e arroganza, baciandomi, violando ancora la mia
bocca. Per poi disgiungere le sue labbra dalle mie e sorridere beffardo.
-Se non volessi... Non mi lasceresti fare...-
Non potei ribattere verbalmente. Afferrò gli auricolari che
indossavo con entrambe le mani e
tutto il mio corpo si mosse in avanti. Bagnò la mia guancia con
la lingua e mollò con delicatezza le cuffie iniziando a far
scorrere le dita sulle mie braccia. Rabbrividii e cinse i miei fianchi.
Inizialmente seppur debolmente mi dimenai contrariata ma
quando riprese a baciarmi rimasi avvinta.
Non riuscivo a credere a ciò che
stavo facendo. Lasciarmi andare per una seconda volta a quelle mani che
mi stringevano e carezzavano la mia schiena così facilmente.
Si inginocchiò di fronte a me accogliendomi fra le sue gambe,
senza che quella effusione intima si interrompesse e se non avesse
smesso di
invogliarmi non avrei saputo più opporre un minimo di resistenza.
Ansimai frattanto che leccava la mia lingua che si era sporsa fuori la
bocca per cercare la sua. Infine la abbandonai di malavoglia. E desiderai davvero un
contatto profondo, un abbraccio, un qualcosa di fisico. Anche se in
cuor mio sapevo che era tutto un gioco momentaneo per passare il suo
tempo.
-Yoh..-
Mi sfuggì d'un fiato. Lui mi guardò nuovamente serio. Spaventosamente attraente. I capelli
di fronte al suo viso parvero dargli un aria da bello e dannato e rimasi frastornata di
fronte a quegli occhi inquisitori che mi stavano scavando dentro. Stava
diventando troppo per me. Non avevo mai incontrato un ragazzo
così.
-Conosci il mio nome... Ma io non conosco il tuo a quanto pare...-
Mi strinse a lui afferrandomi il mento. Fissando i miei occhi castani
che sprofondavano annullandosi nei suoi di un caldo cioccolato.
Fremetti e scoprii che anche il suo profumo, quello della sua pelle,
aveva un buon odore. Non ci avevo fatto caso prima.
-I...il mio nome..-
Nel cervello avevo un momentaneo vuoto di memoria. E più cercavo
di pensare meno riuscivo nel mio intento. Inarcò un sopracciglio
incuriosito e rise, probabilmente della mia espressione da ebete.
Aprìì la bocca per dire qualcosa, imbarazzata ma la
sigillò bene con la sua ed emisi solo un flebile gemito che
sembrò piacergli. Passammo una decina di minuti continuando come
una
nenia a guardarci e baciarci lasciando che il nostro istinto parlasse
per noi finchè non emisi piano alcuni sussurri che parvero
allettarlo di più benchè fossero suppliche per fermare
quella dolce lussuria.
Di scatto si allontanò specchiandosi nelle mie iridi e ricomparve il sorriso sghembo e pieno di sè.
-Però... Stai attenta...-
Si sollevò dal mio essere non prima di avermi morso il labbro
inferiore ancora rosso a causa dei suoi baci feroci. E alzai lo sguardo
posandolo su di lui, eretto davanti a me, il suo corpo parve davvero
muscoloso e ben scolpito da ciò che intravedevo dal gilè
con la cerniera calata che mostrava dei bei pettorali. E concluse
leccandosi lentamente tutta la lunghezza del pollice fino alla punta.
-Perchè la prossima volta ti divoro...-
La luce si riaccese. Sentii un groppo alla gola e un fuoco, un calore
bollente, partire dalle cosce passare per il bacino soffermarsi sul
petto per poi raggiungere il viso. Ogni parte di me scottava.
Con un braccio, cercando di poggiarmi al muro, mi alzai traballante
sforzandomi di nascondere la mia notevole eccitazione al suo sguardo
indagatore.
-C..ci conosciamo appena... Non scherzare con me...-
Sapevo che stavamo per uscire, ancora una volta, da quel lurido posto ma non
volevo che come in precedenza mi lasciasse sola, di spalle, mollandomi
con quello sguardo freddo, distaccato, esanime. Come se non fossi che
un diversivo.
L'elevatore riprese lentamente la sua corsa. E seppur a metà
rincuorata, una lieve malinconia mi stava pian piano assalendo, ero
inconsciamente sull'orlo del pianto o perlomeno di una crisi. Avrei
voluto sparire per quanto ero stata incosciente, sicuramente avrebbe
pensato che ero una poco di buono, sospirai avvilita.
Se nonchè di sorpresa
due braccia mi avvolsero, interamente, mentre un forte calore si stava
espandendo nel mio animo. Le porte si aprirono affacciandosi sul suo
pianerottolo. E io non immaginavo quanto potesse essere provocante
l'impulsività di quel ragazzo.
-Mi stò trattenendo...-
Un sussurro lieve solleticò il mio udito. Mi strinse i polsi con
una singola mano e li sollevò adagio al di sopra del mio
capo. Fremetti in totale balia del suo volere. Attesi, e posò la
bocca rovente sul mio collo. Con forza, violenza,
forse anche rabbia repressa succhiò con foga nell'incavo
della spalla. Facendomi
lanciare dei piccoli gridolini accompagnati da mugugni compiaciuti.
Sopraggiunse nel frattempo la sua lingua bagnata e bollente la quale
aveva preso a leccare la
zona già arrossata. Continuò a suggere e a lambire fin
quando non
comparve una chiazza olivastra. Boccheggiavo sottomessa da quelle
attenzioni concentrate tutte in un punto, e mi accorsi solo in un
secondo tempo che le porte
si erano richiuse.
Lui però era lì che aderiva
perfettamente alla mia figura, e non smetteva di osservarmi. La sua
mano posata sul pulsante di chiusura del portello non accennava a muoversi.
-Non aizzarmi più di così...-
Sibilò con voce sensuale. E lasciò che le porte si
aprirono scostando le dita e premendo il numero accanto a quello del
piano attuale. Indietreggiò fiero con sguardo graffiante e
mettendo una mano in tasca continuò a squadrarmi.
Le porte si chiusero mentre ancora mi sorrideva.
Pochi secondi più tardi mi ritrovai di nuovo davanti il mio
appartamento. Imbambolata e confusa, con mille pensieri in testa. I
suoi auricolari morbidi fra le dita, uno dei quali trattenuto
sull'orecchio per ascoltare una melodia a me sconosciuta. Il suo
delizioso profumo sulla pelle. Su di me.
Riaffiorò
poi l'ultimo ricordo, l'intesa all'uscita dell'ascensore, le sue labbra
invoglianti, e le mie gote si imporporarono nuovamente.
Le sue iridi ricolme di bramosia e di desiderio si riversavano nelle mie. Le pupille dilatate, passionali.
-Yoh Asakura..-
La malizia di quel suo ultimo sguardo animalesco.
Agghiacciante tanto quanto bollente.
-The eyes of wolf...-
Owari
Mitsuki Loveless
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