Il sigillo di Rove

di DaGio
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Il sigillo di Rove
 

 
PROLOGO:
 
Si narra che un tempo, in una terra dove ogni creatura tentava di prevalere sull’altra, gli uomini scoprirono di non poter sopravvivere all’ambiente selvaggio che li circondava. Non riuscendosi ad adattare a quel tipo di vita, decisero di costruire piccoli villaggi, dove potersi rifugiare, senza il rischio di essere attaccati dalle creature feroci che avrebbero prevalso su di loro. Questa terra venne chiamata dagli antichi abitanti: Iladhar.
Questi villaggi,col passare del tempo, si espansero notevolmente, divenendo grandi città-stato fortificate, nelle quali il genere umano si poteva sentire protetto dall’ambiente esterno. Nonostante ciò, i collegamenti tra le città non erano sicuri e gli uomini erano stanchi di dover rimaner rinchiusi o doversi difendere da eventuali aggressioni da parte di branchi di belve feroci; fino a quando le risorse all’interno delle fortificazioni cominciarono ad esaurirsi.
I cittadini furono, perciò, costretti ad uscire alla ricerca di viveri e materie prime, sfidando la moltitudine di pericoli a cui sarebbero andati contro. Le conseguenze furono, come previsto dai governatori delle città, drammatiche: la maggior parte delle persone inviate non faceva ritorno e quelle poche che vi riuscivano, non portavano abbastanza risorse da esaudire le richieste della popolazione, la quale aumentava notevolmente di anno in anno.
La leggenda vuole che uno stregone, apparso in un giorno di scontento generale, rivelò la soluzione a ciò che affliggeva gli abitanti. L’uomo sosteneva che l’unico modo per vivere senza dover temere altri esseri viventi fosse quello di isolarsi in un luogo irraggiungibile: il cielo.
Dopo aver ricevuto il consenso da parte dei diversi governatori, lo stregone innalzò le mani al cielo e intonò una litania che echeggiò nell’aria, ricoprendo le città con un velo di luce azzurra.
Il primo paese a sollevarsi da terra fu chiamato Rove, in memoria dell’uomo che rese possibile tutto ciò, seguito da Plenilunia e la città di Bellvin, le quali si innalzarono fin sopra le dense nuvole, dove rimasero in pace e armonia.
 
 
 
 

 
  




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