So che è
tantissimo che non scrivo in questa sezione e che una mia storia, la
favola, è ancora da terminare (e spero di riprenderla in
mano il
prima possibile). Ma durante il mio ultimo viaggio mi è
venuta
l'ispirazione per questa storia, genere angst che a me piace molto,
quindi ho buttato giù di getto il primo capitolo.
Sarà breve, non
troppi capitoli, ma son contenta di avere iniziato a scriverla. A
quanto pare la mia passione per quest'anime torna spesso a trovarmi e
non l'ho persa, stava solo dormicchiando un pò. Spero che vi
piaccia
e non sembri troppo angosciante. Commenti e critiche ovviamente mi
fanno solo piacere :) Facciamo rivivere questa sezione dai,
ultimamente si latita tutti!!!
Capitolo
uno
Rientrare
in quella casa a Gourry era parso di una difficoltà
inaudita. Da che
aveva ricordi, non gli sembrava di aver mai fatto nulla di tanto
difficile. Nemmeno le battaglie contro i grandi signori dei demoni
erano state tanto difficili come il varcare quella porta.
Pochi
giorni prima era stato ragginto dalla notizia della morte del padre.
Una consapevolezza che lo aveva colpito come uno schiaffo violento.
Suo padre, il suo integerrimo padre... Quello sempre serio, quello
per cui i doveri venivano prima di tutto, anche degli affetti, quello
severo, quello che sembrava indistruttibile... Era morto! Gourry
faticava a realizzarlo. Un angolo del suo cervello era convinto che
quel giorno non sarebbe mai arrivato, aveva creduto suo padre
indistruttibile. In fondo, come avrebbe potuto pensare il contrario?
Un uomo tanto serio, arcigno, deciso, indomabile e mai piegato da
nulla... Eppure anche lui era stato infine vinto dallo scorrere del
tempo e chissà, forse anche dal vuoto che si era creato
attorno...
Gourry
se n'era andato anni prima da quella casa, con la spada di luce con
se. Fuggito lontano, da lotte di famiglia e dolore, alla ricerca di
una nuova vita. Non aveva più rivisto la sua famiglia, non
aveva mai
avuto un perdono da suo padre per aver rubato la spada di luce ed
essere sparito, non aveva più rivisto quella casa che gli
appariva
tanto soffocante e piena di ricordi dolorosi. Per quanto si
sforzasse, tornando, non riusciva a trovare un ricordo felice di
qualche fatto avvenuto fra quelle mura. Tutto ciò che la sua
mente
gli ricordava era la bramosia di potere, un padre interessato
più a
crescere due guerrieri che dei figli di cui essere orgoglioso, una
madre che non aveva voce in capitolo e che soffriva in silenzio, una
nonna da cui fuggire, da cui rifugiarsi quando tutto diventava troppo
pesante da sopportare.
Ma
questo Gourry l'aveva superato, in un certo senso dimenticato. Era
bastato conoscere quel vulcano di Lina perchè tutto
assumesse forme
più leggere, perchè tutto gli apparisse lontano,
appartenente a
una realtà non più sua.
Ma
poi la notizia era arrivata e con essa il peso di un passato che
comunque l'avrebbe sempre tormentato. Era tornato a casa per
presiedere ai fumerali. Strani pensieri si agitavano nella sua mente.
Senso di colpa, frustrazione per non aver avuto nessun chiarimento
con suo padre, angoscia al pensiero di ritrovare il resto della sua
famiglia, incluso un fratello che mal lo sopportava e che di certo
non gli aveva perdonato la fuga con la spada, rimettere piede in
quella casa che gli appariva come una prigione... E chissà,
probabilmente scoprire cosa suo padre aveva pensato di lui durante
quegli anni di lontananza...
Lina
lo aveva accompagnato in silenzio. Stranamente non riusciva a dire
nulla, anche la sua parlantina sembrava essersi ammutolita davanti
agli ultimi avvenimenti. Lei Gourry lo conosceva bene, era il suo
migliore amico, la sua spalla, il suo compagno di vita e di
viaggio... Ma non sapeva cosa dire. Non conosceva nulla di quel
passato che Gourry stava andando ad incontrare e ogni cosa detta
poteva suonare 'sbagliata'. Consolarlo? Sostenerlo? Silenzio o
parole? Gourry non aveva mai parlato troppo volentieri della sua
famiglia e del suo passato e lei non lo aveva mai forzato a farlo.
Sapeva che aveva rubato la spada, ma a parte quello, conosceva poco
altro... Se Gourry non gliene aveva voluto parlare, aveva sicuramente
i suoi motivi, oppure – sospettava – era troppo
doloroso per lui.
Per
questo si sentiva spiazzata. Quella era una facciata del mondo di
Gourry che lei non conosceva, che non gli apparteneva. Erano giunti
in una casa dove lei era estranea, al contatto con persone che non
avrebbero salutato il ritorno dello spadaccino con un sorriso o con
una pacca consolatoria sulla spalla... E lei sapeva che non avrebbe
dovuto reagire a nulla di quello che sarebbe successo. Era la
famiglia di Gourry, lui solo poteva decidere come agire e cosa
dire... Era una questione di rispetto e di fiducia. Lei ci sarebbe
stata a sostenerlo, era l'unica certezza che aveva la maga circa il
ruolo da tenere durante quei giorni pesanti.
Quando
giunsero ad Elmekia, la ragazza rimase ferma a fissare la grande casa
dei Gabriev. Una casa enorme, forse elengante un tempo ma ormai
decadente. I muri rossi erano scrostati e il giardino circostante non
curato. I vetri delle finestre sporchi, alcune persiane cadenti.
Anche
Gourry rimase ammutolito nell'osservarla. Un forte vento che
preannunciava pioggia autunnale sferzava la via, dando a tutto un
aspetto sinistro. Lo spadaccino sospirò... "A quanto pare,
senza mia nonna e mia madre che pensavano a dare una parvenza di
ordine, quà tutto è stato lasciato andare in
rovina!". Tipico
di suo padre dopo tutto! Non importava l'eleganza, l'ordine. Solo
l'onore e la spada avevano importanza... Senza la spada di luce,
evidentemente il genitore aveva ritenuto inopportuno curare anche
solo minimamente l'aspetto della casa, quanto meno per salvare le
apparenze.
"Però
è davvero grande!" - sussurrò Lina fissandolo
negli occhi.
"Già!".
Gourry osservò di nuovo la casa... "A volte troppo grande...
Ma
a volte forse troppo piccola...". Era una sensazione che aveva
provato spesso da bambino. Certe volte quella casa gli era apparsa
enorme, soprattutto quando cercava qualcuno a cui chiedere affetto,
una carezza... Stanze su stanze vuote... A volte invece, quando
infuriavano le urla e le liti, troppo piccola. In ogni angolo le
grida dei suoi famigliari lo riuscivano a raggiungere e non c'era
rifugio abbastanza lontano, un angolo abbastanza remoto per sfuggire.
Lina
lo fissò senza capire a fondo quella frase ma non chiese
nulla...
Non era il momento di domandare.
Varcarono
la porta e si trovarono immersi in un corridoio lungo, buio, freddo,
spoglio e con tante porte chiuse che davano su di esso... La casa
sembrava vuota...
"Non
c'è nessuno?" - chiese Lina stupita. Strano, si aspettava la
casa piena di Gabriev intenti a rimpiangere il loro congiunto...
Anche
Gourry pareva smarrito. Non c'era nessuno e a quanto pareva, nemmeno
il morto...
Finchè
udirono indistintamente dei passi avvicinarsi a loro. Passi leggeri,
di donna, di una cameriera piuttosto anziana. "Signor Gabriev,
siete giunto finalmente!" - disse la donna freddamente.
Gourry
annuì. La conosceva, se la ricordava! Era la cameriera
personale di
suo padre, Rose. Bella da giovane, coi suoi lunghi capelli neri e le
curve prorompenti. Ma ora invecchiata e appesantita dagli anni, anche
se lo sguardo arcigno e pieno di rimproveri non l'aveva abbandonata.
"Buonasera! Non c'è nessuno quì? E mio padre?" -
chiese
tagliando corto. Non provava simpatia per quella donna e ricordava
che sua madre la detestava quando era giovane... Poteva immaginarne
forse il motivo ma non aveva mai indagato su che rapporti esistessero
veramente fra suo padre e lei...
Rose
non distolse lo sguardo da lui. "Il corpo di vostro padre riposa
per ora nella casa che era di vostra nonna e che adesso fa da sede ai
membri maschili della famiglia che lottano per la corona, anche se la
spada non c'è più..." - disse in tono sibilino e
di
rimprovero, lanciandogli quella malcelata frecciatina – "E
vostro fratello è in viaggio, una missione pericolosa e
lunga per il
re! Non tornerà per il funerale, vostro padre non avrebbe
mai voluto
che venisse meno ai suoi doveri per una cosa tanto futile come una
cerimonia funebre!".
Gourry
sorrise di un sorriso amaro. Tipico di suo padre, nemmeno la sua
morte aveva importanza davanti agli affari della corona. E suo
fratello, a quanto pareva, era cresciuto tale e quale a lui. Ma in
fondo lo sapeva da sempre che erano simili quei due, che la pecora
nera della famiglia era lui... "Quindi, a parte noi tre quì
non
c'è nessuno?".
"No!"
- rispose secca Rose - " I vostri parenti sono da vostro padre e
anche io sto per andarmene! E la signorina...?" - chiese,
indicando Lina – "Lei si ferma?".
La
maga nel mentre era rimasta in disparte, atterrita
dall'assurdità di
quella conversazione. Che razza di famiglia erano i Gabriev? E come
si era sentito Gourry, a crescere in una casa come quella??? Mille
domande si affacciavano nella sua mente ma non aveva coraggio di
porle al suo compagno, forse per paura di aprire ferite dolorose... E
Gourry? Era tanto strano sentirlo parlare con quel tono tanto serio e
freddo... Il suo disagio aumentava...
"La
signorina è mia ospite e come tale mi aspetto che venga
trattata,
con ogni riguardo!" - disse Gourry in tono di sfida alla
governante.
Rose
si accorse dell'astio di Gourry ma non si scompose minimamente. Quel
ragazzo non lo aveva mai sopportato e lo considerava l'artefice di
tutti i problemi della famiglia. "Come volete mio signore! Ma io
sto per andarmene, il mio turno è finito! Quindi gli onori
di casa
dovrete farli voi, con la vostra ospite!".
"E
allora, vi congedo volentieri Rose!" - rispose Gourry in tono
freddo. Che se ne andasse, anzi! Almeno non avrebbe dovuto vedere la
sua faccia girare per casa... Anche se, perfidamente, gli sarebbe
piaciuto ricordarle come amasse fermarsi anche la notte invece,
quando suo padre era vivo...
La
donna annuì e di fretta uscì dalla porta.
Rimasto
solo, Gourry si appoggiò al muro, tirando un grosso sospiro.
Era
tutto così pesante... Rose, quella casa, tutto lo riportava
a un
tempo che voleva dimenticare e che invece si era palesato davanti a
lui con tutta la sua forza...
"Gourry....".
Lina si avvicinò a lui, posando dolcemente una mano sulla
sua
spalla.
Lo
spadaccino, a dispetto di tutto, sorrise. "Scusala, l'educazione
non è mai stata il punto forte di Rose...".
"Non
fa nulla!" - disse Lina alzando le spalle – "ho visto di
peggio! Ma tu, tu... come stai?". Già, la 'simpatia' della
cameriera era l'ultimo dei suoi pensieri... Era preoccupata per lui.
Conosceva la sensibilità di Gourry e quell'ambiente, quella
situazione sarebbero stati pesanti da sopportare anche per cuori meno
teneri di lui...
"Non
lo so, mi sento solo molto strano...". Gourry alzò lo
sguardo
sull'orologio a pendolo che ticchettava nel corridoio. Erano le sei
del pomeriggio e anche se si stava facendo buio aveva tempo per
andare da suo padre e dai suoi parenti. La casa di sua nonna distava
dieci minuti di strada a piedi e, anche se l'idea di affrontare la
sua famiglia lo atterriva, anche se la consapevolezza di vedere suo
padre morto lo annientava, sapeva che non poteva non andare... E
rimandare l'inevitabile non aveva senso...
Si
volse verso Lina che lo fissava preoccupata. E si preoccupò
per
lei... Non voleva immischiarla in quella sua vita disperata, in
quella famiglia ostile... Non avrebbe nemmeno voluto che assistesse
all'assurda conversazione con la cameriera! Voleva proteggerla da
quelle persone che di certo non si sarebbero fatte benvolere...
"Lina, se ti lascio da sola un'oretta in questa casa, ci sono
problemi per te?". Non poteva portarla con se, non poteva!!!
Lina
scosse la testa. Sapeva dove Gourry sarebbe andato, lo sapeva anche
se non glielo aveva comunicato. Era incredibile, ancora faticava a
credere a quanto si capissero loro due, anche solo con uno sguardo. E
sapeva che doveva andare da solo, affrontare da solo le sue paure. Se
glielo avesse chiesto lo avrebbe seguito, ma Gourry non lo aveva
fatto. Lo ammirava per questo! Da quel poco che aveva intuito,
sarebbe stato difficile per lui e dimostrava coraggio, come sempre,
ad andare da solo. "Ti aspetterò quì! Tu vai dove
devi e non
preoccuparti per me! Sta tranquillo!" - rispose in tono gentile.
Gourry
sorrise e le accarezzò i lunghi capelli rossi. "Grazie. Fa
davvero come se fosse casa tua, gira, esplora, mangia se hai fame!
Nessuno ti disturberà, hai sentito!E io cercherò
di tornare il
prima possibile".
E
con quella promessa dolce e triste insieme, Gourry uscì da
quella
casa per andare nell'altra casa. All'incontro col suo passato!
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