Il quinto giorno del quinto
mese del quinto anno del nuovo millennio ~
prompt: #015, photograph
Se qualcuno avesse detto a Lisa Gobar che
un giorno si sarebbe ritrovata a bigiare l’ultimissima lezione del corso
della Hotchkiss per intrufolarsi là sotto, in
mezzo alla polvere di uno scantinato fatiscente, solo per poter trascorrere
qualche ora da sola con Steve Mills – beh, probabilmente gli avrebbe riso in
faccia. E invece eccola lì. Misteri dell’adolescenza.
Dal
piano di sopra arrivavano attutite le note dell’ennesimo valzer. Non si
era persa un granché. Con Steve l’aveva ballato un milione di
volte. E poi c’era altro a cui pensare, si disse accettando la Chesterfield che lui le porgeva.
«Le
hai rubate a Peter, vero?»
«Non
se ne sarà neanche accorto. Da quando si è messo con Kate si
è completamente rincretinito. Sai che sorpresa.»
Risero
insieme, mascherando l’imbarazzo che quell’argomento
inevitabilmente comportava. Lisa non aveva ancora capito cosa ci fosse tra lei e Steve. Ormai erano passati quasi due anni
da quando lui le aveva dato quella gomitata in faccia e da quando lei gli aveva
baciato la guancia per la prima volta. Di tanto in tanto, ne era certa, Steve
la guardava di sottecchi e arrossiva,
ma le cose finivano sempre lì.
«Oggi
è l’ultima volta che ci vediamo.»
Lo
disse con semplicità e schiettezza. Lui non era molto bravo a parlare e
lei non ne aveva molta voglia; le sembrò un compromesso ragionevole
arrivare subito al motivo della loro presenza in quella specie di nicchia sotto
le scale.
Steve
s’incupì. Diede un tiro alla sua sigaretta, così forte che
Lisa temette che l’avrebbe spezzata a metà.
Erano
seduti vicini contro il muro, accanto al vecchio distributore automatico.
Quando Lisa rilassò le gambe, allargando attorno a sé il vestito
e sporcandolo tremendamente sul pavimento lercio – la mamma
l’avrebbe ammazzata, ma chissenefrega – il suo gomito sfiorò il braccio
di Steve, e lo sentì teso come non mai, molto più di quando
ballavano insieme.
«Voglio
che ci facciamo una promessa, Steve.»
La
fissò. «Una promessa?»
«Sì.
Per essere sicuri che non ci dimenticheremo l’uno
dell’altra.»
Steve
rimase a lungo in silenzio, e quando abbassò gli occhi il fumo della
sigaretta nascose le sue guance rosse.
«Non
potrei mai dimenticarti.»
«Lo
so» gli sorrise, «ma ci vuole qualcosa di più di questo. Dev’essere un giuramento vero, serio. Una cosa come...» Si concentrò. «Senti
questo: non importa cosa succederà, non importa se saremo sposati e se
avremo dei figli – tu ed io ci rincontreremo in questa stessa scuola,
all’inizio del nuovo millennio.»
Steve
tossì. Ora era così paonazzo che il fumo non mascherava
più un bel niente. Lisa ridacchiò e gli diede qualche colpetto
sulla schiena; chissà se era quella l’unica ragione delle lacrime
che gli vedeva negli occhi.
Si
voltò a guardarla ansante e per un po’ sembrò frastornato.
La faccenda del matrimonio e dei figli doveva essere stata un colpo. Si sa come
sono i ragazzi, a queste cose non ci pensano mai. Beh, lei voleva essere sicura che avesse afferrato il senso.
E sì,
doveva aver capito, perché
d’un tratto le sorrise ed era un sorriso bellissimo.
«Troppo
generico. Facciamo che ci rincontreremo il... il quinto anno del nuovo
millennio.»
«Aah,
non vale, era un’idea mia. No, allora facciamo così... Il quinto
giorno...»
«...
del quinto mese...»
«...
del quinto anno del nuovo millennio!» Lo guardò trionfante.
«Più precisi di così non si può, Steven Mills. Prendere o lasciare.»
Steve
la prese in parola. L’abbracciò stretta, così all’improvviso
da farla sussultare, e per la prima volta in assoluto furono le sue labbra a
scenderle sulla guancia – e per la prima volta in assoluto fu lei a sentirsi evaporare.
«Steve» le ricordò in un
sussurro, appena prima di allontanarsi.
Lisa
non glielo permise. Si aggrappò alla sua cravatta e lo trasse a sé.
Steve trattenne il respiro per un solo istante – forse solo perché
la musica si era fermata – ma non oppose resistenza.
Se
qualcuno avesse detto a Lisa Gobar che sarebbe stata lei a prendere l’iniziativa al
momento del suo primo bacio, e non
Steve Mills, probabilmente gli avrebbe riso in
faccia. E invece eccola lì. Misteri delle prime cotte.
«Non
è romantico? Chissà che credevamo... Beh... Mi sa che me lo sono
perso.»
«Anche
Steve non ce l’ha fatta. Avrebbe fatto di tutto per riuscirci... Ma
è morto per strada.»
Nella scatola di latta in cui la donna ha chiuso tutti i ricordi di una
vita migliore c’è una vecchia fotografia. È piccola,
quadrata, datata 1962. Ritrae un bel ragazzino biondo dalle guance paffute che
sorride a chissà chi.
È come un pugno nello stomaco.
Sono passati quarant’anni, ma sente il pavimento freddo e sporco, la
polvere, il fumo delle Chesterfield rubate a quello
stronzetto di Peter. L’ultimo valzer alla scuola di ballo e di buone
maniere di Marilyn Hotchkiss. Steve Mills che prende fiato e la bacia.
Per un istante pensa che morirà anche
lei, ora e qui. Non riesce a capire come
ha potuto dimenticarlo.
[ 815 parole ]
Nota: Ancora Ballroom Dancing.
Stavolta Steve e Lisa. Perché sì.
Lisa
è un personaggio del quale ci viene mostrato poco o niente, e temo anche
di averla resa un po’ OOC, anche se tra lei e Steve mi sembra lei quella
più spontanea e – diciamo così – ‘consapevole’.
Lui mena tanto le mani, ma davanti a lei si scioglie! Pertanto ho immaginato che
sia stata proprio Lisa a desiderare quella promessa che è il tema
portante del film, anche se poi è stata proprio lei a dimenticarsi di
lui. Però questo è del tutto opinabile. Per me non l’aveva dimenticato. Non ci voglio credere, non
dopo averla vista piangere su quella foto, dopo la visita di Frank.
Il
corso alla scuola di Marilyn Hotchkiss inizia nel
1962, ma Steve racconta a Frank che lui e Lisa si sono incontrati lì per
centoventotto settimane, che fa trentadue mesi, che fa quasi tre anni. Quindi avevano
circa quindici anni quando si sono salutati con quella promessa. Ecco perché
sono così sfacciata da non inserire l’OOC nelle note ;)